La Notte dei cristalli - Anno 2025 la storia, dimenticata, si ripete

In foto lo striscione choc “7 ottobre giornata della Resistenza palestinese”  - Lo striscione choc è comparso subito all’inizio del corteo che ha preso le mosse da piazzale Ostiense in direzione piazza San Giovanni. Lo hanno esposto con orgoglio per tutto il percorso della manifestazione. Ora è più chiaro da che parte stanno, almeno in parte, le persone manifestanti per i Palestinesi. Sembra più odio verso gli ebrei che amore per i palestinesi.
Orchestrazione perfetta di Hamas, finanziata dall'Iran amica della Russia di Putin (non è un caso che dal 7 ottobre sono state distolte attenzioni e risorse dalla guerra di aggressione russa ai danni dell’Ucraina, già il 7 ottobre giorno del compleanno dello zar russo).

Netanyahu, il QR code - Un abbisso da non guardare troppo a lungo o lui guarderà te

La spilla sulla giacca di Netanyahu all’ONU non poteva passare inosservata. Mi sembrava la caricatura aggiornata di quelle spille anni Novanta in metropolitana: “Vuoi dimagrire? Chiedimi come”. O forse la risposta postmoderna all’immagine della fondina della pistola che spuntava dalla giacca del premio Nobel Arafat. Quel QR code era un invito urlato. Fermo l’immagine. Impugno il telefono. Inquadro, curioso di capire a cosa “puntasse”.

Gaza: Andata e Ritorno - Quando la storia ci riporta indietro

ANDATA E RITORNO A GAZA - Quando la storia ci riporta indietro
Spunti di riflessione tratti da T. S. McCall e A. Fruchtenbaum

La storia è maestra, non solo perché ci insegna a non ripeterla e ci proietta nel futuro più maturi, ma anche perché ci riporta nel passato, ci mette davanti ai suoi nodi irrisolti e alle tensioni che non hanno avuto soluzione, rendendo ancor più drammatico il nostro presente. In questi casi la storia non è solo una promessa per il futuro, ma è anche una minaccia del passato che ritorna e riporta noi nel passato per rivivere vecchie tensioni. 
 

Venti anni fa, nell'agosto del 2005, Gaza è stata lasciata dagli occupanti israeliani, con molti dubbi che hanno spaccato in due non solo la società israeliana, ma gli stessi evangelici ed ora, vent'anni dopo si torna a parlare di Gaza, con quel senno del poi del 7 ottobre, che in prima battuta fa concludere che è stato un errore lasciare Gaza in mano ai palestinesi, visto il grave problema di sicurezza che subito dopo è venuto a crearsi. Ma veramente basta cambiare guancia per non prendere un altro schiaffo dalla storia? 
 

Lascia andare il mio popolo, altrimenti...

Quando si riflette sull'uscita del popolo ebraico dall'Egitto, si tende a porre Dio, Mosè e gli ebrei da una parte, e Faraone e gli egiziani dall'altra. Le cose non stanno proprio così. Una schematizzazione più biblica sarebbe questa: Dio da una parte; ebrei ed egiziani dall'altra, ma in posizioni diverse; Mosè (col supporto di Aaronne) strumento scelto da Dio fra gli ebrei per svolgere la sua politica all'interno e per mezzo di Israele.  

Nella storia dell'esodo biblico non c'è nulla che assomigli alle altre lotte di liberazione di popoli oppressi. Mosè non è il capo riconosciuto e acclamato di un popolo che vede in lui l'espressione e lo strumento della sua battaglia. Il popolo non è artefice della sua politica, ma subisce la politica di Dio. 


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