Il tuo modo di pensare è davvero tuo? - Un analisi di come veniamo manipolati inconsapevolmente dai media e da altre forme di intrattenimento, in relazione alla nostra natura corrotta. La manipolazione graduale e subdola procede attraverso una destrutturazione ideologica di massa. Spesso l'arma è l'uso del "politicamente corretto" mascherato di giusta pretesa di tolleranza che si trasforma in una intollerante imposizione di neoideologie. Il fratello Marco ci espone il processo in atto e previsto nella Bibbia.

La destrutturazione avviene:

  1. Modificando la percezione di un principio riconosciuto
  2. Affiancando altri principi ritenendoli altrettanto validi
  3. Ridicolizzando o colpevolizzando il principio
  4. Producendo una saturazione di materiale di propaganda
  5. Conducendo una serrata e continua azione politica
  6. Criminalizzando il dissenso
  7. Imporre ai cittadini decisioni unilaterali

 

Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi innalzi a suo tempo; gettando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi.
Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi per il mondo.
Or il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà stabilmente. A lui sia la potenza, nei secoli dei secoli. Amen. 1° Pietro 5

 

Fonte: CBC Ostia

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alex

Perchè, per esempio, oggi in Italia la percezione del numero di immigrati è 4 volte di più?

--- 28 agosto 2018 ---

Davvero esiste un problema sbarchi oggi in Italia?
E se davvero vi sono immigrati che compiono crimini in Italia chi dovrebbe oggi cercare di rimediare?...
E se la questione sbarchi non fosse oggi una reale emergenza non potrebbe essere usata come arma di distrazione di massa?

Riporto l'interessante articolo dal Corriere della Sera di oggi, interessante perchè, pur non condividendolo completamente essendo per natura cristiana cosmopolita, dovrebbe far riflettere chi continua ad evidenziare ogni crimine degli extracomunitari, tecnica utilizzata per demonizzare il precedente governo, trascurando che oggi la responsabilità è di quanti sono alla maggioranza....

--- La creazione di invisibili che il governo rimuove ---
Oggi non c’è un problema per gli sbarchi, che sono in calo, mentre non si hanno più notizie di 600 mila extracomunitari arrivati negli ultimi anni

Più dei proclami muscolari, più della tensione tra istituzioni, colpisce lo strabismo: la difficoltà del governo italiano a inquadrare la questione migratoria di questa estate.
Eppure mai come ora ci sarebbero le condizioni per lavorare seriamente e iniziare a sciogliere i nodi più ingarbugliati. Noi abbiamo un gigantesco problema sulla terraferma: l’accoglienza criminogena. Il nostro sistema cervellotico (quasi impossibile da spiegare già dagli acronimi: Cara, Cas, Sprar, Cie, Cpr...) si è perso 600 mila migranti negli ultimi anni (il dato è della Commissione parlamentare sulle periferie).

Chi sono? Ragazzi che hanno attraversato il mare per cercare fortuna o salvezza e qui non hanno trovato niente, diventando, a volte, buoni a nulla pronti a tutto. Il senegalese Mohamed Gueye, accusato di avere stuprato a Jesolo una quindicenne, è solo l’ultimo della lista. Piccolo spacciatore, balordo da bar, era stato espulso due anni fa (cioè gli avevano dato una pacca sulla spalla e gli avevano detto «vattene entro una settimana»). Lui non se ne è andato, anzi ha fatto un figlio in Italia e ci si è radicato. È una storia assai simile a quella di Innocent Oseghale, a processo per la morte di Pamela Mastropietro.

Alla Commissione periferie la prefetta di Roma Paola Basilone spiegò con efficacia la «creazione degli invisibili»: «Quando la polizia ne ferma qualcuno, lo identifica e, accertata l’irregolarità della sua presenza sul territorio, gli consegna il foglio di via. Gli viene assegnato un termine entro cui lasciare l’Italia, dopo di che è finita lì». Che da «lì» comincino i nostri guai è di tutta evidenza.

Noi non abbiamo un problema di sbarchi, invece: non adesso. Quest’anno se ne conta un 80 per cento in meno rispetto all’anno scorso. Il merito non è di Matteo Salvini (che se lo attribuisce) ma del suo predecessore Marco Minniti, il quale con un duro lavoro in Libia pose fine ai flussi che ci stavano seppellendo (pure) per scelte sbagliate del suo partito, il Pd: la «diga» scricchiola ma regge ancora (anche se prima o poi per battere l’immigrazione illegale bisognerà riaprire accessi legali). Noi intanto, in quest’estate strabica, fingiamo che il problema, qui e ora, sia in mare e non a terra. Salvini fa di ogni sbarco un’emergenza nazionale. Colse il punto di principio con la nave Aquarius, quando riuscì a scuotere l’Europa dall’inerzia. Ma da allora si comporta come se dovesse fronteggiare flussi biblici e non qualche centinaio di disperati alla volta...

Dunque, perché il governo non si dedica a risolvere il problema a terra? Perché è più costoso, più difficile e ha tempi più lunghi, cioè non frutta dividendi di consenso. Bisogna fare più Cie (i centri dove contenere gli irregolari che chiedeva già Minniti con sdegno di parte della sinistra): ma per farli bisogna vincere le resistenze degli enti locali (chi lo vuole un Cie?). Bisogna impegnare forze dell’ordine per portare via da strade, stazioni e parchi migliaia di clandestini. Bisogna colpire la burocrazia e incidere sulla carne delle cooperative (facile a dirsi, ma si toccano interessi e voti). Bisogna trattare con Senegal, Niger, Mali, Etiopia eccetera, per fare costosi accordi di rimpatrio, bilaterali o via Europa (ma in questo caso non dovremmo mandare al diavolo l’Europa a ogni passo).

Salvini aveva promesso sotto elezioni di rispedire indietro i 600 mila invisibili. Sa che è impossibile. Così sospinge la nostra attenzione verso il mare. Fare la voce grossa in favore di telecamera con cento profughi eritrei è molto più facile. Rende moltissimo (la base pentastellata sta diventando salviniana). E costa poco. Al massimo un’inchiesta: quella per sequestro di persona dei migranti della Diciotti è il più grande regalo che i pm potessero fare al capo leghista, che infatti ha avuto un picco sui social, ma finché esiste uno Stato di diritto era un atto dovuto: con tanto di «reo confesso» che vuole politicizzare il caso quando e se arriverà al Senato. A questo punto le prossime settimane sono decisive. Salvini ha un consenso senza precedenti per mettere mano ai meccanismi dell’accoglienza storta che il centrosinistra non ha potuto raddrizzare per timore di perdere la sua constituency. Lo faccia, portando in Parlamento un decreto Sicurezza che sia soprattutto utile allo scopo. O ci verrà il dubbio che voglia usare gli sbarchi come arma di distrazione di massa, fino al crudele autunno quando, per colpa del mare, non avrà più neanche quelli tra sé e la legge di Stabilità.

Inviato da alex il

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