I successi gloriosi di Gesù - C.H. Spurgeon
Cristo, il fine della legge; - Cristo, il vincitore di Satana; Cristo, il vincitore del mondo.
"Poiché Cristo è il termine della legge, per la giustificazione di tutti coloro che credono". - (Rom.10:4)
Essere il fine, l'obiettivo della legge rappresenta uno dei successi più gloriosi del nostro Signore, sarà una grande benedizione per tutti noi conoscerLo secondo questo punto di vista e questa caratteristica.
Il motivo per cui molti non si avvicinano e non si rivolgono a Cristo non è perché non sono alla ricerca di uno scopo, di una via da seguire o di pensieri su cui riflettere, e neppure perché non sono desiderosi di essere salvati, ma è perché non riescono a perseguire la strada stabilita da Dio per la salvezza.
Se leggiamo il capitolo dal quale è tratto questo testo, vediamo che dice: "hanno zelo per Dio, ma zelo senza conoscenza" (v.2). Con le nostre esortazioni possiamo spingere alcuni ad incamminarsi lungo la via, spinti dal desiderio di ottenere la vita eterna, ma può darsi che essi "non si sono sottomessi alla giustizia di Dio". Sottolineiamo il verbo
"sottomettersi" perché la sottomissione è una cosa necessaria.
L'uomo orgoglioso vorrebbe salvarsi con le proprie forze, crede di potervi riuscire e non è pronto a rinunciare a questo tentativo finché non si rende conto che non ha speranza, magari in seguito a svariati e infelici fallimenti. La salvezza per grazia, da ricevere come dono gratuito e immeritato, come un favore non guadagnato, è qualcosa che la mente carnale non vuole accettare finché è possibile. Io voglio supplicare lo Spirito Santo di operare in modo tale che voi lettori non possiate avere questo atteggiamento.
Ho già pregato che Dio possa benedire alcuni di voi, mentre cerco di presentarvi Cristo come termine della legge, che possa toccate il vostro cuore, in modo che possiate vedere
quello che Cristo ha fatto, e possiate percepire quanto questo è di gran lunga meglio di qualunque cosa possiate fare con le vostre forze; vorrei che possiate vedere qual' è l'entità dell'opera completa realizzata da Gesù Cristo e che possiate sentire il peso di quello che avete cercato di fare da soli, chissà da quanto tempo, senza neppure iniziare a realizzare ciò che veramente è necessario.
Forse il Signore vorrà imprimere nella vostra mente il senso della perfezione della salvezza che è nel Signore Gesù Cristo. Bunyan direbbe: "Che possa far venire l'acquolina nella loro bocca", e quando inizia un appetito per le cose spirituali, non passerà prima che si possa iniziare a gustare il festoso pasto abbondante. Può darsi che, vedendo la ricchezza e bellezza dell'oro che Gesù, così liberalmente, riversa sulle nostre povere anime, molti potranno gettare via gli stracci vecchi, logori e sporchi che oggi tengono tanto stretti a sé. Vorrei discutere di due cose, con la guida e l'aiuto dello Spirito Santo: la prima è "Cristo in rapporto con la legge"-
Egli è l'obiettivo della legge, per la giustificazione; la seconda è "noi in rapporto con Cristo" - Di tutti coloro che credono, Cristo è il termine della legge per la giustificazione. Dunque, la prima cosa, CRISTO IN RAPPORTO CON LA LEGGE, è ciò che noi, come peccatori, abbiamo motivo di temere più di ogni altra cosa, poiché la Bibbia dice che il dardo della morte è il peccato, e la forza del peccato sta nella legge. La legge ci bersaglia con le sue lance di fuoco consumante, poiché ci condanna e stabilisce solennemente per noi un posto fra i colpevoli meritevoli di maledizione; nella Bibbia è scritto: "Maledetto chiunque non persevera in tutte le cose scritte nel libro della legge, ubbidendo alle sue prescrizioni". Eppure, che strana infatuazione! Come il moscerino è affascinato e attratto dalla candela, anche se questa poi gli brucia le ali, così gli uomini per natura si rivolgono alla legge per la salvezza, non riuscendo ad evitare di cercare la vita attraverso di essa, ma questa non può fare altro che rivelare il peccato e pronunciare la condanna del peccatore. Nondimeno, non possiamo distogliere l'uomo dalla legge, nemmeno quando indichiamo quanto amorevolmente Gesù ha agito per far da tramite fra gli uomini e la legge. L'uomo è così innamorato della speranza nella legge che si aggrappa a essa anche quando non c'è in realtà alcun appiglio; l'uomo preferisce il Sinai al Calvario, anche se il Sinai non ha altro da offrire che tuoni e suoni di tromba che annunciano il giudizio da venire. Il mio desiderio è che possiate fare attenzione a quello che vorrei dirvi a proposito del mio Signore Gesù, affinché possiate vedere quanto la legge si è adempiuta in Lui.
Quindi, che cosa ha a che fare il nostro Signore con la legge? Tutto. Egli è il suo termine per il più nobile obiettivo possibile, cioè per la giustificazione, per la giustizia. Che cosa significa che Egli è "il termine della legge"? Penso che voglia dire tre cose: Prima, che Cristo è lo scopo e l'obiettivo della legge; secondo, che è il suo adempimento; terzo, che è il suo completamento, il suo fine vero e proprio.
Innanzitutto, perciò, dobbiamo considerare che il nostro Signore Gesù Cristo è lo scopo e l'obiettivo della legge. La legge ci è stata data per guidarci a Lui; essa è il nostro maggiordomo o, per così dire, il nostro assistente, per condurci alla scuola di Gesù. La legge è la grande rete in cui i pesci vengono raccolti per poter essere portati fuori dall'elemento peccato; è il vento tempestoso che spinge le anime nel golfo in cui trovare rifugio. La legge è il braccio dello sceriffo che chiude gli uomini in prigione per il loro peccato, tutti sotto condanna, in modo che possano poi rivolgersi alla gratuita grazia di Dio come unica fonte di liberazione. Questo è l'obiettivo della legge: svuotare in modo che la grazia possa riempire, ferire in modo che la misericordia possa guarire. Non è mai stata intenzione di Dio verso di noi, caduti sotto il peccato, che la legge dovesse essere considerata mezzo di salvezza, poiché non potrebbe mai esserlo. Se l'uomo non fosse mai caduto, se la sua natura fosse rimasta come Dio l'aveva creata, la legge sarebbe stata utile per indicare la via da seguire e, rispettandola, si avrebbe avuto la vita, poiché nella Parola di Dio leggiamo: "colui che mette in atto queste cose, vivrà in esse". Dal momento che l'uomo è caduto nel peccato, il Signore non ha stabilito per lui una via di salvezza tramite le buone opere, poiché sa che è impossibile da realizzare per gli esseri peccatori.
La legge è già infranta e qualunque cosa un uomo possa fare, non potrà mai riuscire a riparare al danno già fatto; perciò la sentenza è già stabilita per quanto concerne la speranza derivante da meriti personali. La legge esige la perfezione e l'uomo ha già fallito a riguardo, perciò, se pur cercasse di agire il meglio possibile, ugualmente non potrebbe mai realizzare ciò che è, peraltro, assolutamente essenziale. La legge è intesa, invece, a guidare il peccatore alla fede in Cristo, a mostrargli l'impossibilità di perseguire qualunque altra via; è il cane nero che insegue e spinge le pecore verso il pastore, è il caldo ardente che spinge il viaggiatore verso l'ombra della grande roccia nella terra arida.
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