... è necessario che tutte le cose che si credono
siano credute con il precedente intervento del pensiero.
Del resto, anche credere
non è altro che pensare assentendo.
Infatti non ognuno che pensa, crede,
dato che parecchi pensano proprio per non credere,
ma ognuno che crede, pensa,
pensa crededendo e crede pensando.
Agostino
Attenzione il video contiene una SFIDA, se ne sconsiglia la visione a cuori pudici!
Chi fa scienza può credere in Dio? Credere in Dio significa abdicare alla ragione?
Probabilmente la domanda cruciale nei dibattiti: "fede e ragione" resta questa: "Come si fa a credere in ciò che non si capisce?" - Il biologo Nicola Berretta tenta di rispondere a questa domanda, a nostro avviso in maniera brillante, cominciando ad illustrare tre posizioni che spesso si danno chi pensa che una persona raziocinante non può credere in Dio:
- Scienziati che credono in Dio forse non hanno riflettuto approfonditamente la questione;
- In fondo sotto sotto non ci credono neanche loro, e il credere in Dio è solo una fonte di interesse;
- Pur non sapendolo questi scienziati che credono in Dio sono vittime inconsapevoli di tare psicologiche, cioè di condizionamenti psicologici che incidono in maniera irrazionale creando queste convinzioni.
Ma c'è una 4° Via, scopriamola nel video.
Il nobel Carlo Rubbia riflettendo sulla "creazione iniziale" che quasi 14 miliardi di anni fa prese forma già qualche miliardesimo di secondo dopo il Big bang (che tanto ricorda Genesi 1 con i suoi "Dio disse .... e fu") osserva:
"l'uomo di scienza non può non sentirsi umile, commosso e affascinato di fronte a questo immenso atto creativo, così perfetto e generato nella sua integralità in tempi così brevi dall'inizio dello spazio e del tempo" - Carlo Rubbia
Nicola Berretta
Napoli 20 marzo 2018
Fonte: Chiesa Evangelica NEA:POLIS
Vedi anche: Fede relazionale - Nicola Berretta
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