Crisitiani e Pagani - Dietrich Bonhoeffer

Uomini vanno a Dio nella loro tribolazione,
piangono per aiuto, chiedono felicità e pane,
salvezza dalla malattia, dalla colpa, dalla morte.
Così fanno tutti, tutti, cristiani e pagani.

Uomini vanno a Dio nella sua tribolazione,
lo trovano povero, oltraggiato, senza tetto né pane,
lo vedono consunto da peccati, debolezza e morte.
I cristiani stanno vicino a Dio nella sua sofferenza.

Dio va a tutti gli uomini nella loro tribolazione,
sazia il corpo e l'anima del suo pane,
muore in croce per cristiani e pagani
e a questi e a quelli perdona.

Il senso della fede per l'Uomo che ha imparato ad escludere Dio da ogni ambito, anche in quello religioso

L'Uomo ha imparato, e continua in questo esercizio, a bastare a se stesso. In tante questioni l'ausilio dell'ipotesi di lavoro "Dio", non risponde più alle innumerevoli domande che egli si è posto nel corso della sua esistenza.
In ogni ambito scientifico, culturale, etico, Dio è lentamente "sparito". Tale processo è così avanzato che anche in ambito religioso questo pare paradossalmente essere avvenuto. Si tratta di un ateismo di fatto.
Che non sia proprio questo il profetico ammonimento che Gesù rivolge alla chiesa in Apocalisse 3:20: "io sono alla porta è busso"?

Per che cosa nutre interesse questa gente? - Dietrich Bonhoeffer

[Tegel] 2 giugno [1944] 
Caro Hans-Walter, ho saputo da Eberhard della tua inattesa licenza; ne sono molto felice, per te e per voi tutti, che possiate trascorrere una settimana insieme come gli anni scorsi. Ci sono ancora, insomma, delle liete sorprese! È davvero un bel pensiero da parte tua quello di farmi visita, nonostante il poco tempo che hai! Anch’io sarei naturalmente molto felice di vederti. 

Passato - Dietrich Bonhoeffer

PASSATO Poesia 
Tu vai, amata felicità, e dolore duramente amato. 
Che nome ti darò? Tribolazione, vita, beatitudine, parte di me stesso, mio cuore – passato? 
Da sola si chiude la porta, 
odo i tuoi passi allontanarsi lentamente e svanire. 
Che mi resta? Gioia, tormento, desiderio? 
Questo soltanto so: tu vai – e tutto è passato. 
Senti tu come ora io tenda la mano verso di te, 

Affanni quotidiani - Dietrich Bonhoeffer

A Eberhard Bethge [Tegel] 29 maggio 1944 
Caro Eberhard, spero che tu possa gustare appieno nonostante gli allarmi la tranquillità e la bellezza di questi caldi giorni preestivi di Pentecoste. In realtà, un po’ alla volta si impara ad assumere interiormente una posizione distaccata nei confronti degli affanni della vita; cioè, “assumere una posizione distaccata” ha in effetti un suono troppo negativo, troppo formale, troppo artificioso, troppo stoico. 

È senz’altro meglio dire: questi affanni quotidiani li accogliamo nel contesto della vita nel suo complesso. Qui osservo continuamente come siano pochi gli uomini capaci di albergare in se stessi molte cose contemporaneamente. Quando arrivano gli aeroplani, sono solo paura; quando c’è qualcosa di buono da mangiare, sono solo avidità; quando un loro desiderio non si realizza, sono solo disperati; quando qualcosa gli riesce, non sono più capaci di vedere nient’altro. 

Come vivere il cristianesimo in un un tempo non religioso - Bonhoeffer

Interessante riflessione sulla necessità di "mondanizzare" Dio, oppure "declerizzarlo" in un mondo non più religioso, o spesso solo per quanto riguarda la facciata, o gli estremismi, vuoti anch'essi se non di fanatismo.
Sono appunti presi dalle lettere in carcere, datate 1944, Bonhoeffer non potrà concludere in futuro questo sviluppo di pensiero.
E, seppur solo a tratti condivisibile, o quantomeno difficilmente afferrabile, apre lo spunto ad altre riflessioni ed applicazioni possibili.

 

Conciliazione tra amore e giustizia - Bonhoeffer

Caro Eberhard, un altro mese se n’è andato – anche a te il tempo passa veloce come a me, qui? Spesso me ne meraviglio – ma quando arriverà il mese in cui tu tornerai da Renate, io da Maria, e noi saremo nuovamente insieme? Avverto così fortemente la sensazione che ogni giorno il mondo può essere messo in movimento da grandi avvenimenti capaci di mutare completamente i nostri rapporti personali, che mi fa piacere scriverti molto più frequentemente; questo già per il fatto che non si sa fino a quando ciò sarà possibile, e soprattutto perché si avverte il desiderio di comunicarsi reciprocamente ogni cosa il più spesso e il più a lungo possibile. Sono fortemente persuaso che prima che tu riceva questa lettera grandi fatti decisivi saranno già in moto su tutti i fronti. In queste settimane bisognerà avere una grande stabilità interiore; ti auguro di esserne in grado. Bisognerà avere la massima concentrazione, per non spaventarsi di nulla.

Vite realizzate nonostante desideri irrealizzati - Bonhoeffer

[Tegel - carcere nazista vicino Berlino] - Domenica «Laetare» [19 marzo 1944] Caro Eberhard,

Le notizie dei violenti combattimenti che si svolgono dalle tue parti mi fanno pensare quasi incessantemente a te, sicché a te riferisco ogni parola che leggo nella Bibbia e ogni verso di Lied… La nostalgia… che sentirai sarà particolarmente forte in questi giorni così pericolosi, e ogni lettera non farà che aumentarla. 

Ma non fa parte della natura dell’uomo, a differenza di quella di chi non è maturo, che il baricentro della sua vita sia lì dove egli appunto si trova, e che la nostalgia per la realizzazione dei suoi desideri non possa stornarlo dall’essere pienamente ciò che è, precisamente dove egli in quel momento si trova? 

Sofferenza personale VS quella collettiva - Bonhoeffer

Ad Eberhard Bethge [Tegel - carcere nazista vicino Berlino] [9 marzo 1944]

L’altoparlante annuncia proprio ora l’incursione di altre grosse formazioni aeree. Da qui è stato possibile osservare molto bene, almeno in parte, i due ultimi bombardamenti diurni su Berlino (Testimonianza diretta dei primi bombardamento alleato diurno su Berlino). Nel cielo senza una nuvola si vedevano volare grandi formazioni con le loro scie bianche di condensa, tra i colpi della contraerea talvolta molto energica. 

Ieri (9 marzo) l’allarme è durato due ore e mezzo, cioè più a lungo che di notte. Oggi il cielo è coperto. Sono molto contento, anche pensando a te, che Renate sia a Sakrow. In questo momento suona la sirena; devo interrompere per riprendere più tardi. S’è trattato di altre due ore di «bombardamento su tutti i quartieri della città», secondo l’altoparlante. Nei mesi che ho trascorso qui ho cercato di osservare in che misura gli uomini credano ancora a qualcosa di “sovrasensibile”.

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