Coscienza dell'impotenza = liberazione? - Bonhoeffer

Questa coscienza della nostra impotenza, di cui parli anche tu, Renate, ha secondo me due facce: è inquietante, ma in qualche modo anche liberante. Finché noi stessi cerchiamo di contribuire a determinare il destino di un’altra persona, non possiamo mai liberarci, alla fin fine, dell’interrogativo se ciò che facciamo serva davvero al bene maggiore dell’altro; questo, in ogni caso, in occasione degli interventi più rilevanti nella vita di un altro; se poi improvvisamente ci viene tolta ogni possibilità di dare il nostro contributo personale, al di là della paura per l’altro c’è però in qualche modo la consapevolezza che ora la sua vita è posta in mani migliori e più forti. Affidarci reciprocamente a queste mani è il grosso impegno delle settimane e forse dei mesi a venire, per voi, per noi. Questo impegno mi è divenuto ancora più chiaro dopo che ieri sera sono venuto a sapere che tu, Eberhard, ti trovi da qualche parte a sud di Roma. 

A somiglianza di Dio! Ad immagine di Cristo, ma che significa?

«Quelli che egli ha preconosciuti li ha anche predestinati a divenire conformi all’immagine del suo Figlio) affinché egli sia il primogenito di molti fratelli» (Rom. 8,29).

La grande inconcepibile promessa fatta a coloro che sono stati raggiunti dalla chiamata di Gesù Cristo, dice che essi saranno uguali a Cristo. Essi porteranno la sua immagine quali fratelli del primogenito figlio di Dio. Il destino del discepolo è di essere «come Cristo». La immagine di Gesù Cristo che il seguace ha sempre davanti a sé, di fronte alla quale scompaiono tutte le altre immagini, penetra in lui, lo riempie, lo forma di nuovo, perché il discepolo divenga simile, anzi uguale al Maestro. L’immagine di Gesù Cristo imprime al discepolo, nella quotidiana comunione, la sua impronta. Il seguace non può guardare l’immagine del Figlio con sguardo ozioso e senza vita; da questa immagine parte una forza trasformatrice. Chi si dà completamente a Gesù Cristo, assumerà necessariamente la sua immagine. Diviene figlio di Dio, sta accanto a Cristo, fratello invisibile, e gli è conforme nell’aspetto, è, cioè, immagine di Dio.

Dio creò Adamo a sua immagine e somiglianza. Dio in Adamo, compimento della sua creazione, cercò il compiacimento nella sua propria immagine: «ed ecco era molto buono». In Adamo Dio riconobbe se stesso. E perciò il segreto insolubile dell’uomo sin dagli inizi rimane: egli è creatura, eppure dev’essere uguale al creatore. L’uomo creato deve portare l’immagine di Dio che non è stato creato. Adamo è «come Dio». Ora egli porti il suo segreto, di essere creatura eppure simile a Dio, con gratitudine e obbedienza. Fu l’infamia del serpente a osservare che egli doveva ancora divenire simile a Dio, e questo mediante una sua azione decisiva. Allora Adamo ripudiò la grazia e scelse la propria azione. Adamo volle risolvere da sé il segreto del suo essere, cioè quello di essere creatura eppure simile a Dio. Volle diventare, con le proprie forze, ciò che Dio già aveva fatto di lui. Questo fu il peccato originale. Adamo divenne «come Dio» - sicut Deus - a modo suo. Egli si era fatto Dio da sé, e così aveva perduto Dio. Egli regnava solo come Dio-creatore in un mondo privato di Dio e assoggettato.

C'è bisogno delle buone opere per la salvezza? - Dietrich Bonhoeffer

Ci è stato ordinato di compiere «opere buone», perché saremo giudicati secondo le nostre opere. Il timore della buona opera, con il quale cerchiamo di giustificare le nostre opere malvagie, è del tutto estraneo alla Bibbia. In nessun passo la Scrittura oppone la fede all’opera buona, vedendo nella buona opera la distruzione della fede; anzi, è l’opera malvagia che impedisce e distrugge la fede. Grazia ed azione devono restare unite. Non c’è fede senza opera buona, come non c’è opera buona senza fede{22}.

Dietrich Bonhoeffer (1906 - 1945)

Dietrich Bonhoeffer nasce a Berlino il 4 febbraio 1906 da una famiglia della borghesia protestante. Studia teologia e diventa il più giovane docente della Facoltà teologia all'Università di Berlino, dal 1931. Il 15 novembre dello stesso anno Bonhoeffer viene ordinato pastore nella Matthäuskirche, situata a poca distanza da Potsdamerplatz. Il 30 gennaio 1933 Adolf Hitler ottiene l’incarico di formare il nuovo governo. Il 1° febbraio dello stesso anno Bonhoeffer tiene una conferenza radiofonica al microfono della Berliner Funkstunde, dal titolo Il Führer e il singolo. In questo discorso Bonhoeffer denuncia chiaramente il rischio che il Führer, ossia colui che guida un popolo, possa diventare un Verführer, ossia un seduttore, o più precisamente “colui che travia” il popolo. 

L’intervento di Bonhoeffer viene sospeso durante la trasmissione. È la sua prima conferenza, sarà anche l’ultima. Bonhoeffer non verrà infatti più invitato a partecipare a trasmissioni radiofoniche".


Il 7 aprile 1933 entra in vigore la “Legge per la restaurazione del pubblico impiego", che contiene il cosiddetto 'paragrafo ariano', che prevede di “purificare” la Chiesa da ogni elemento ebraico: nessun pastore poteva essere consacrato se era ebreo o se aveva antenati ebrei. Il 15 aprile 1933 Bonhoeffer prende posizione su questa questione con una conferenza dal titolo La Chiesa di fronte al problema degli Ebrei: si è credenti non in quanto si appartiene ad una razza, ma in quanto si crede in Gesù Cristo. La posizione di Bonhoeffer rimane comunque isolata. Nel settembre 1933 la Chiesa evangelica della Vecchia Prussia, di cui fa parte anche Dietrich, decide infatti di applicare il “paragrafo ariano” al proprio interno.

Perdonandoci permettiamo che il perdono di Gesù dimori nella comunità

I cristiani perdonando si fraternamente a vicenda permettono che il perdono di Gesù dimori nella loro comunità. Non vedono più nell’altro uno che ha loro fatto del male, ma uno per il quale Cristo ha impetrato il perdono morendo sulla croce. Sotto questa croce nella morte quotidiana, il loro pensiero, la loro parola, il loro corpo viene santificato; sotto questa croce cresce il frutto della santificazione.

La comunità dei santi non è la comunità ‘ideale’ di uomini senza peccato, perfetti. Non è la comunione dei puri, che non dà più luogo al peccatore perché si penta. È, anzi, proprio la comunità che si rende degna dell’Evangelo del perdono dei peccati, in quanto qui viene veramente annunziato il perdono di Dio, che non ha nulla a che vedere con un perdono concesso da se stessi; la comunità di coloro che realmente hanno sperimentato la grazia a caro prezzo di Dio e che camminano degni dell’Evangelo, perché non sprecano né gettano al vento questa grazia.

Io vivo, dice il credente

Io vivo, dice il credente. Vivo al cospetto di Dio, vivo davanti al suo tribunale, sotto la sua grazia, vivo nel suo favore, nella sua luce, nel suo amore; sono completamente riscattato dai miei peccati; nel libro dei debiti non c'è più alcuna partita aperta, tutto è pagato. La legge non pretende più nulla da me, non mi stringe, non mi condanna più. Sono giusto davanti a Dio, com'è giusto lui; santo e perfetto, com'è santo il mio Dio, perfetto, com'è perfetto il mio Padre celeste. Tutto il compiacimento di Dio mi abbraccia; è il mio fondamento, sul quale poggio, il mio asilo dove mi rifugio; tutta la beatitudine di Dio, tutta la sua pace mi sostiene e mi porta; in lui mi sento sollevato, mi sento eternamente bene. 

La pazzia di Dio: farsi uomo e poi ucciderlo

Dio stesso si fa uomo, egli stesso si incarna in Gesù Cristo, suo Figlio, porta sul suo corpo la nostra carne nella morte sulla croce. Dio uccide suo Figlio che si è incarnato, e con suo Figlio uccide tutto ciò che è carne sulla terra. Ora è manifesto che nessuno è buono tranne Dio, che nessuno è giusto tranne Dio solo. Così Dio ha dato la terribile dimostrazione della sua propria giustizia (endeixis tes dikaiosunes autou Rom. 3,26) mediante la morte di suo Figlio. Dio dovette mettere a morte l’umanità tutta condannandola alla pena della croce, perché lui solo potesse essere giusto. La giustizia di Dio è manifesta nella morte di Cristo Gesù. La morte di Gesù Cristo è il luogo dove Dio dà la benevola prova della sua giustizia, dove dimora solo la giustizia di Dio. 

I cristiani sono nel mondo, hanno bisogno del mondo - Dietrich Bonhoffer

La comunità visibile

Il corpo di Cristo occupa dello spazio in terra. Con la sua incarnazione Cristo pretende dello spazio tra gli uomini. Venne «in casa sua». Ma alla sua nascita gli diedero una stalla, «perché non v’era posto nel loro albergo»: lo respinsero nella vita e nella morte, così che il suo corpo fu appeso tra cielo e terra, sulla forca. Ma l’incarnazione comprende il diritto ad uno spazio proprio in terra. Ciò che occupa dello spazio è visibile o non è corpo. Si vede l’uomo Gesù, lo si crede Figlio di Dio. Si vede il corpo di Gesù, lo si crede corpo di Dio divenuto uomo. Si vede che Gesù era incarnato, si crede che egli portò la nostra carne. «Devi indicare questo uomo e dire: è Dio» (Lutero). Una verità, una dottrina, una religione non ha bisogno di spazio per sé. È senza corpo. La si ascolta, impara, comprende: ecco tutto.

Ebrei 4:7 - La potenza e la debolezza della Parola

«In qualsiasi città o borgata entriate, informatevi chi in essa è degno, e là restate fino alla vostra partenza. Entrando poi nella casa salutatela e, se la casa ne è degna, la vostra pace venga su di essa, se invece non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. E se qualcuno non vi riceve, né ascolta le vostre parole, uscendo fuori di quella casa o città, scuotete via la polvere dai vostri piedi. In verità, vi dico, toccherà una sorte più sopportabile alla terra di Sodoma e Gomorra nel giorno del giudizio che a quella città» (Mt. 10,11-15).

Dietrich Bonhoeffer - Agente di grazia - Film e documentari

Quando un pazzo lancia la sua auto sul marciapiede, io non posso, come pastore, contentarmi di sotterrare i morti e consolare le famiglie. Io devo, se mi trovo in quel posto, saltare e afferrare il conducente al suo volante - Dietrich Bonhoeffer

La historia de Dietrich Bonhoeffer, destacado clérigo Alemán que se opuso a Hitler y el régimen nazi, cuyas convicciones terminaron costándole la vida.
 

CONDIVIDI...

  facebook icona twitter icona whatapps icona