Chiamati ad essere fuori e visibili al mondo - Dietrich Bonhoeffer

Chi appartiene al corpo di Cristo è liberato dal mondo, chiamato fuori, deve essere visibile al mondo non solo a causa della comunione nel culto e dell’ordinamento della comunità, ma anche per la nuova fraterna comunione di vita. 

Quando il mondo disprezza il fratello cristiano, il cristiano lo amerà e lo servirà; quando il mondo gli usa violenza, egli lo aiuterà e consolerà; quando il mondo lo disonora e offende, egli darà il suo onore per il disonore del fratello. Dove il mondo cercherà guadagno, egli rinunzierà; dove il mondo sfrutta, egli si priverà; dove il mondo opprime, egli si piegherà verso l’oppresso e lo solleverà. 

La nostalgia - Dietrich Bonhoffer

Certe persone, sin dai primi tempi della loro vita, hanno subìto tali scosse e turbamenti che non possono più permettersi, per così dire, di provare una grande nostalgia; si sono disabituati a tenere teso a lungo l’arco interiore, e per compensazione si creano gioie di breve durata, facili da soddisfare. Questa è la sorte dei ceti proletari ed è la rovina di ogni fecondità intellettuale.

In realtà non è lecito affermare che è un bene per l’uomo se nella sua vita ha cominciato presto a prendere delle bastonate. Nella maggioranza dei casi l’uomo ne esce distrutto. Certo, essi ne escono molto più induriti e resistenti per tempi come i nostri, ma anche infinitamente più sordi.

Se veniamo divisi con la forza per lungo tempo, dalle persone che amiamo, non siamo capaci, come in genere fanno gli altri, di crearci una compensazione a buon mercato mediante altre persone: non per ragioni d’ordine morale, io ritengo, ma semplicemente a causa del nostro essere.

La luce dell'Antico Testamento per afferarne il Nuovo - Dietrich Bonhoeffer

Gli uomini cercano un polo di tranquillità e si dirigono verso di esso.
Penso che nessuno di noi due sia tipo da mettersi in mostra, ma ciò non ha nulla a che fare con il cuore, che viene reso saldo dalla grazia. Del resto, mi accorgo sempre più di pensare e di percepire in maniera veterotestamentaria; nei mesi passati infatti ho letto molto più l’Antico che il Nuovo Testamento.

Resistenza e resa - Dietrich Bonhoffer

Resistenza e resa. Lettere e scritti dal carcere
"Resistenza e resa raccoglie le lettere e altri testi scritti da Dietrich Bonhoeffer dal 1943 al 1945 nel carcere berlinese di Tegel. Questa edizione pressoché integrale ricostruisce in modo completo lo scambio epistolare, giacché la corrispondenza in uscita è alternata agli scritti inviati al prigioniero da parenti e amici: in primo luogo Eberhard Bethge, cha ha corredato il testo di puntuali note esplicative. In appendice è riportato un prezioso saggio della fidanzata con estratti delle lettere a lei destinate e un lungo inedito di Bethge sulla storia della conservazione di questo singolare epistolario.

Non devo niente a nessuno!

Il desiderio di voler essere ciò che si è solo sulla base delle proprie forze è un orgoglio sbagliato. Anche ciò che dobbiamo agli altri ci appartiene ed è una parte della nostra vita, e voler calcolare quanto uno s’è guadagnato da solo e quanto invece debba agli altri, non è certamente cristiano, ed è per di più un’impresa disperata.
L’uomo costituisce, appunto con ciò che egli stesso è e con ciò che riceve, un tutto.

Dietrich Bonhoffer

"tutti noi dobbiamo dipendere da altri, più lo comprendiamo meglio viviamo" - Rinaldo Di Prose

Dietrich Bonhoeffer - Biografia

La giovinezza

Figlio di Karl, un eminente psichiatra di origine berlinese, e di Paula, insegnante, una delle poche donne laureate in quel tempo, Bonhoeffer nacque il 4 febbraio 1906 a Breslavia (allora in Germania, attualmente parte della Polonia), da una famiglia molto in vista dell'alta borghesia, con relazioni anche col mondo politico e culturale.

Benché inizialmente avesse intenzione di seguire le orme paterne, manifestò fin da ragazzo la volontà di diventare un pastore evangelico: per i suoi parenti, che pur frequentando la Chiesa evangelica erano profondamente laici, fu una scelta "strana".

Studiò teologia a Tubinga e a Berlino, dove conseguì il dottorato nel 1927, a soli 21 anni, discutendo una tesi in ecclesiologia sulla Comunione dei Santi (“Sanctorum Communio”, pubblicato nel 1930).

Carcerieri e carcerati - Dietrich Bonhoeffer

Vi ringrazio molto delle vostre lettere; per me sono sempre troppo corte, ma naturalmente lo capisco benissimo. E’ come se la porta della prigione si aprisse per un momento e io tornassi a vivere insieme per un po' la vita di fuori.

Il bisogno di gioia è molto grande in questa casa tanto severa, dove non si sente mai ridere – anche il personale di guardia, con le esperienze che si fanno qui, sembra aver disimparato a farlo – e ogni fonte di gioia, interiore ed esteriore, la si sfrutta fino in fondo…

Dietrich Bonhoffer - Resistenza e resa - Lettere e scritti dal carcere 4 giugno 1943 - ai genitori

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