Bonhoeffer Felicità e infelicità  (Glück und Unglück) una delle sue dieci poesie, scritte nella prigione nazista e nell’ultimo anno della sua breve vita. Questa poesia potrebbe essere la seconda che scrisse, in ordine cronologico; di certo viene dopo quella intitolata Passato. E in questa sua prima composizione, il tema di Bonhoeffer è appunto il passato, che nella sua condizione di prigioniero, con pochissime possibilità di salvarsi, gli viene sottratto;  o meglio, il tema è la vita passata, pienamente vissuta, se non addirittura felice, che ora gli è stata sequestrata, espropriata. Quella vita passata che ritorna con i volti e le parole delle persone care – i genitori, la giovane fidanzata, il suo amico fraterno e interlocutore teologico Eberhard Bethge, che aveva sposato una sua nipote; torna nelle brevi e rare visite che sono loro concesse e negli scambi epistolari. Il problema di Bonhoeffer non è solo quello che avrebbe afflitto ogni uomo nella sua situazione – come vivere questa devastazione della propria esistenza, come sopportarla – ma è il problema dell’uomo Bonhoeffer che è inseparabile dal credente e dal teologo: come interpretare e come vivere teologicamente la sua tragica condizione, ossia come viverla in relazione con Dio. Che parte aveva avuto il Signore nella vita pienamente vissuta fino al giorno dell’arresto e che parte aveva ora nella sua esistenza di carcerato, forse prossimo alla morte? Ecco la poesia che non ci fornisce la risposta ma interessanti spunti di riflessione.

Felicità ed infelicità
Che rapide ci colgono e ci dominano
Esse sono, all’inizio
Come il caldo e il freddo al primo contatto
Così vicine da non distinguersi quasi
Come meteore
Scagliate da distanze ultramondane
Percorrono luminose e minacciose il loro corso
Sopra il nostro capo
Chi ne è colpito sta, sbigottito,
davanti alle macerie
della sua quotidiana, grigia esistenza.
Grandi e sublimi,
distruttrici, vittoriose,
felicità e infelicità,
invocate o no,
fanno il loro solenne ingresso
tra gli uomini sconvolti,
ornano e rivestono
coloro che colpiscono.
 
Da lontano, da vicino,
accorre gente intorno, guarda
a bocca aperta,
parte con invidia, parte con orrore
il portento
nel quale l’ultraterreno,
portando insieme benedizione e annientamento,
si offre come sconcertante, inestricabile
spettacolo terreno.
 
Che cos’è la felicità, che cos’è l’infelicità?
Solo il tempo le separa
Quando l’evento improvviso
Che avviene incomprensibilmente
Si muta in durata spossante, tormentosa
Quando le ore del giorno che scorrono lentamente
Ci svelano la vera immagine dell’infelicità
Allora i più si allontanano
Delusi e annoiati
Stanchi per la monotonia
Dell’infelicità ormai di lunga data
 
Questa è l’ora della fedeltà
L’ora della madre e dell’amata
L’ora dell’amico e del fratello.
La fedeltà rischiara ogni infelicità
E la ricopre delicatamente
Di dolce
Ultraterreno splendore.
Tipo di raccolta
Inviato da alex il

CONDIVIDI...

  facebook icona twitter icona whatapps icona