L'ateismo più pericoloso non è quello dei "grandi" pensatori di questa "fede" ma, piuttosto, quello degli atei di fatto. Cioè di quanti, pur confessandosi cristiani, vivono una vita come se Dio non esistesse.
1 Corinzi 8 - La libertà cristiana e i due pericoli: il forte che scandalizza oppure il debole che si offende?
L'esercizio della mia libertà in Cristo come influenza le persone accanto a me? Continuiamo lo studio della prima lettera di Paolo ai Corinzi traendo spunto sulla questione delle carni sacrificate agli idoli per applicare principi utili anche per i nostri giorni. 1° Corinzi 8
Quanto alle carni sacrificate agli idoli, sappiamo che tutti abbiamo conoscenza. La conoscenza gonfia, ma l'amore edifica. Se qualcuno pensa di conoscere qualcosa, non sa ancora come si deve conoscere; ma se qualcuno ama Dio, è conosciuto da lui. Quanto dunque al mangiare carni sacrificate agli idoli, sappiamo che l'idolo non è nulla nel mondo, e che non c'è che un Dio solo. Poiché, sebbene vi siano cosiddetti dèi, sia in cielo sia in terra, come infatti ci sono molti dèi e signori, tuttavia per noi c'è un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi viviamo per lui, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose, e mediante il quale anche noi siamo.
Ma non in tutti è la conoscenza; anzi, alcuni, abituati finora all'idolo, mangiano di quella carne come se fosse una cosa sacrificata a un idolo; e la loro coscienza, essendo debole, ne è contaminata. 8 Ora non è un cibo che ci farà graditi a Dio; se non mangiamo, non abbiamo nulla di meno; e se mangiamo non abbiamo nulla di più. Ma badate che questo vostro diritto non diventi un inciampo per i deboli. Perché se qualcuno vede te, che hai conoscenza, seduto a tavola in un tempio dedicato agli idoli, la sua coscienza, se egli è debole, non sarà tentata di mangiare carni sacrificate agli idoli? Così, per la tua conoscenza, è danneggiato il debole, il fratello per il quale Cristo è morto. Ora, peccando in tal modo contro i fratelli, ferendo la loro coscienza che è debole, voi peccate contro Cristo. Perciò, se un cibo scandalizza mio fratello, non mangerò mai più carne, per non scandalizzare mio fratello.
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Roma 31 gennaio 2016
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Spesso le persone non sono attirate dalla chiesa oppure si allontanano da essa perché scoraggiate dall'esempio negativo dei suoi membri, in altre parole: perché sono scandalizzate!
Questo fenomeno è ancora più triste, quando vittime degli scandali sono figli o familiari di persone già credenti. Ci siamo mai chiesti seriamente qual è il comportamento che il Signore vuole da noi per non essere provocatori di scandali?
Introduzione
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-------------- Roma 27 settembre 2015 --------------
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Proseguendo nello studio della prima lettera ai Corinzi. Dopo i primi saluti, sicuramente più che formali del fratello Paolo, l'apostolo arriva subito ad un problema cruciale di questa chiesa locale: i partiti interni, le divisioni e le conseguenze che ne derivano. Un problema solo di allora? Ascoltiamo attentamente e pratichiamo.
1° Corinzi 1:10-2:5
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Roma 11 ottobre 2015
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