"Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun'altra cosa, fate tutte le cose alla gloria di Dio" (1 Corinzi 10:31)

Non v'inebriate di vino...ma siate ripieni dello Spirito Santo.

A volte, senza rendercene conto rischiamo di farci travolgere da cose che apparentemente sembrano innocue...ma in realtà non lo sono..come l'alcool o (o) l'abuso di cibo.

Questo scritto è nato proprio dalla necessità di capire, sulla base della Parola di Dio, il giusto comportamento del credente nei confronti dell'alcol, ma non solo.

Con queste mie riflessioni mi è sembrato interessante accostare dati medici, scientificamente approvati, con il testo più attendibile in assoluto che e' la Parola di Dio. Il che, non fa che rafforzare e avvalorare ulteriormente dal punto di vista biblico, quanto cercherò di esprimere.

Come ben sappiamo, una delle tante piaghe della nostra società è l'alcolismo.

In base ad una statistica di qualche anno fa coloro che provano un'invincibile bisogno di assumere una certa quantità di alcol e del quale non riescono a farne a meno (alcol dipendenti) erano più di due milioni; di circa cinque milioni è invece il numero complessivo di individui che facevano un' uso inadeguato (un' abuso) di bevande alcoliche.
Alcolismo significa: intossicazione dell'organismo prodotta dall'uso costante e prolungato di bevande alcoliche. Questa è purtroppo una soglia che si può oltrepassare inconsapevolmente.

Sempre dalla stessa statistica, su ricerche mediche eseguite c/o centri specializzati per alcolisti è stato riscontrato che bastano cinque o sei anni di "libagioni" cioè abbondanti bevute di alcolici, anche non troppo consistenti, ma regolari perchè nell'organismo si determinino modifiche permanenti.

Questo, non si riferisce tanto agli effetti molto noti e conosciuti dell'alcol sul cuore o sul fegato (cirrosi epatica), quanto ai meno noti, ma altrettanto seri effetti dell'alcol sul cervello, perchè è qui che si instaura la dipendenza.

L'alcol diventa a questo punto una droga (droga è tutto ciò che diventa un'abitudine di cui non si può più fare a meno). Quando l'alcol arriva al cervello crea un fattore di disordine, di perturbazione; le varie sostanze che giungono normalmente, non modificano questo equilibrio, a differenza dell'alcol che le scombina letteralmente. Una dose d'alcol, provoca, in un certo senso, un'onda d'urto al cervello; più la bevuta è consistente più l'onda è violenta. Con gli anni e con il susseguirsi di queste onde d'urto le modifiche nel cervello si fanno da temporanee a permanenti.

In altre parole mentre all'inizio il cervello è in grado di ristabilire il primitivo equilibrio, col tempo perde questa capacità, in certo senso "si arrende" accettando come irreversibile le modifiche indotte dall'alcol. Si crea allora un nuovo equilibrio: il cervello si è abituato all'alcol, si è alcolizzato. Questo ad un prezzo molto alto. Con l'andare del tempo, infatti, si creano modifiche permanenti alle membrane encefaliche e addirittura piccole lesioni cerebrali.

Senza contare i gravissimi incidenti stradali provocati da automobilisti o motociclisti in stato di ebbrezza, o comunque alticci. Da statistiche fatte nel nostro paese, un terzo degli incidenti stradali, sono addebitabili all'alcol. Da questo grave problema che ci circonda, da questa piaga che dilaga sempre di più anche tra i giovani, pensiamo forse che il credente sia escluso? No, assolutamente il credente non è escluso, da tutto questo. Da tempo, avevo in cuore di approfondire questo problema, che a mio avviso è piuttosto grave anche tra i credenti e se il Signore mi ha messo questo nel cuore un motivo ci certamente ci sarà.

Forse potrebbe essere di aiuto a qualche credente che sino ad ora non ha avuto il coraggio di affrontare seriamente il suo problema di dipendenza (i piani di Dio non sono i nostri) Dio lo sa.

Nella Bibbia, non a caso viene richiamata più volte, la nostra attenzione sulla parola vino: il Signore ha sicuramente, qualcosa di importante da dirci a questo riguardo, e desidera che noi Lo ascoltiamo.

Ma siamo disposti a farlo?

Siamo disposti ad ascoltare la Sua voce ?

L'unico modo per potere affrontare l'argomento in questione è quello di mettersi in discussione, sgombrando dalla nostra mente e dal nostro cuore ogni sentimento umano, carnale, chiedendo a Dio la Sua intelligenza e la Sua sapienza per capire e discernere. Soltanto così potremmo veramente capire.

Non so perché, ma a volte ho l'impressione che l'argomento (credente/alcol/vino) sia un' argomento tabù, del quale si evita accuratamente di parlare...

Il problema esiste ma si fa finta di niente!

Purtroppo nelle chiese non si tocca quasi mai l'argomento e non si mettono sufficientemente in guardia i giovani, (ma anche i meno giovani!) dal pericolo sempre incombente di cadere tramite l'alcol nel laccio di satana, mentre dovremmo evidenziare molto bene, che anche una semplice ed innocua bevuta tra amici, può nascondere una tremenda insidia del nemico.

Nel testo di Galati 5:21 vediamo chiaramente che l'ubriachezza è elencata tra i frutti della carne ed è quindi un peccato!

La parola ubriachezza significa esattamente: "vizio di chi abusa sistematicamente delle bevande alcoliche".

Sempre in Galati 5 verso la fine del v. 21 è scritto inoltre: "coloro che fanno tali cose non erediteranno il Regno di Dio".

Credo che questa frase meriti tutta la nostra attenzione!

Il problema dell'alcol, come ripeto è stato sottovalutato per troppo tempo ed ora più che mai è diventato pericoloso, anche per i nostri figli.

Troppo facilmente, ci si abitua al peccato, si comincia con una cosa che inizialmente appare banale... ma dalla quale, poi non riusciamo più a liberarci.

In Romani 6:12 è scritto: "non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale per ubbidirgli nelle sue concupiscenze".

Come abbiamo visto, possiamo diventare dipendenti senza rendercene neppure conto.

In passato, ho provato a toccare l'argomento con alcuni fratelli, sul giusto rapporto credente/alcol, ma mi è stato risposto che bere vino è una cosa normale e che il problema secondo loro, non esisteva. Facendomi sentire così, soltanto una sciocca.

Forse si cerca di minimizzare il problema perché indirettamente se ne ha paura... oppure in alcuni casi, perchè ci tocca troppo da vicino... e così, come spesso accade, si aggira l'ostacolo semplicemente non parlandone.

...ma il problema rimane anzi, si aggrava terribilmente nel tempo!

Per favore, non giudicatemi fanatica o puritana, non sono affatto tale. Vedo semplicemente in tutto questo un potenziale pericolo per i credenti, per nostri figli.

Nel Salmo 119:9 è scritto "come potrà un giovane rendere la sua via pura? Custodendola con la Tua Parola".

Ormai, tutto è diventato normale e il peccato non si riconosce più...

Personalmente credo che anche nel nostro comportamento a tavola (ma non solo!) dovremmo rivedere alcune cose.

Mentre siamo a tavola (dobbiamo ammetterlo) a volte, non viene dato a Dio, l'onore che gli è dovuto perché si è perso il senso della misura e dell'autocontrollo; in alcuni casi manca il giusto rapporto nei confronti del cibo, del vino, e dell'alcol in generale che superando quella certa misura, diventa gozzoviglia, il che significa: "bere e mangiare smodatamente" (vedi Galati 5:21 e 2 Pietro 2:13).

Non scandalizzatevi, ma in alcune occasioni, ho avuto addirittura l'impressione che lo stare insieme abbia come scopo principale il mangiare e il bere "un buon bicchier di vino" e il tutto resto è relativo.

Cercherò di spiegarmi meglio, anche se non sarà facile.

Nel mondo, credo che su questo siamo tutti d'accordo, una delle cose più importanti (molto coinvolgente anche per noi credenti) è quella di organizzare pranzi, cene banchetti in genere, ricchi di ogni cosa. Se ci fate caso, quando le persone si incontrano, negli ambienti di lavoro, tra amici ecc... uno degli argomenti preferiti è il mangiare e il bere.

Parlando delle cene e dei pranzi ai quali hanno partecipato, elencando la varie specialità culinarie e i migliori vini d'annata; insomma, per le persone del mondo, sembra che tutto ruoti attorno al cibo, le bevande e il sesso. Questo, se ricordate bene, accadeva anche ai tempi di Sodoma e Gomorra (vedi Genesi 18:20), ai tempi di Noè, infatti, si mangiava e si beveva si dava e si prendeva moglie e non si pensava ad altro, perché queste, erano le loro priorità (vedi Luca 17:26-28).

Anche ai giorni nostri purtroppo, i credenti si sono lasciati coinvolgere troppo dai pensieri e dalle abitudini del mondo e senza rendersene conto si sono amalgamati così bene al mondo, che non si vede più la diversità tra la luce e le tenebre. La nostra vita cristiana ha perso il sapore delle cose di Dio: tutto è diventato insipido.

Matteo 5:13 e 14: "non sapete voi che un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta?" (vedi anche 1 Corinzi 5:6).

Dobbiamo ammetterlo: è diventato difficile tra credenti ritrovarsi insieme senza essere attorno ad una bella tavola imbandita, oppure (specialmente per i giovani ) senza vedere un film.

C'è il tempo per ogni cosa, qualcuno dirà, ma il tempo per parlare delle cose di Dio, di come evangelizzare e proclamare il Suo Nome, di lodarLo, ringraziarLo, quando lo troveremo?
A questo punto mi chiedo, cosa abbiamo insegnato ai nostri figli, che tipo di esempio abbiamo dato loro?

Come possiamo aspettarci che le nostre vite diventino rigogliose e forti se continuiamo a mettere al primo posto le cose che riguardano il corpo a danno di quelle che riguardano lo Spirito: la nostra crescita Spirituale?

Il credente deve pensare al corpo, ma deve soprattutto pensare a soddisfare le necessità dello Spirito. Questo deve essere lo scopo primario della sua vita, solo così conoscerà l'abbondanza delle benedizioni spirituali.

Lo scopo principale, del ritrovarci insieme tra credenti, deve essere soprattutto quello di edificarci gli uni gli altri con la preghiera e la lettura della Sua Parola, tutto il resto viene dopo.

Come credenti, dobbiamo in ogni momento delle nostra vita ricordare che il nostro corpo è il Tempio dello Spirito Santo e come tale comportarci (anche nelle nostre case) cercando di non essere in alcun modo oggetto di scandalo e di critica. Mentre invece (lo dico con profonda tristezza) capita molto spesso di sentire commenti poco piacevoli, sui credenti, anche dalle persone del mondo, quelle che noi (badate bene!) dovremmo evangelizzare.

Quali frutti possono portare le nostre parole, se la nostra vita dimostra il contrario di ciò che diciamo o insegniamo?

Nessuno! Rimangono soltanto parole vuote, che il vento si porta via e non lasciano niente!!!

"Un albero buono non può dare frutti cattivi; ne un 'albero malvagio dare frutti buoni" (Matteo 7 v. 18).

In Efesini 5 v. 18 è scritto: "non vi inebriate di vino; esso porta alla dissolutezza; ma siate ripieni di Spirito".

Troppo spesso, dimentichiamo che il nostro corpo è il Tempio dello Spirito Santo.
Il cibo e anche il vino, sono cose importanti, vitali sono doni che Dio ci ha dato ma dobbiamo, come per ogni altra cosa, saperli usare con razionalità e discernimento senza abusarne.

In 1 Corinzi 10 v.31 è scritto: "sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun'altra cosa, fate tutte le cose alla gloria di Dio".

Anche in passato, vediamo che Dio metteva in guardia i credenti, come mette in guardia noi oggi, dal pericolo del vino; nel cap. 23 dei Proverbi dal v. 29 a 30 vediamo che il vino è descritto come una droga: " per chi sono gli hai ? per chi gli ahimè ? per chi le liti? Per chi i lamenti ? Per chi le ferite senza ragione ? Per chi gli occhi rossi? Per quelli che si soffermano a lungo presso il vino, per quelli che vanno in cerca di vino drogato".

Il Signore, ci fa chiaramente capire che non dobbiamo sostare troppo vicino al vino, non dobbiamo prendere con lui troppa confidenza, commettendo il grave errore di sentirci padroni della situazione, perchè questo potrebbe essere per noi l'inizio di una catastrofe spirituale.

A volte possiamo ingenuamente avvicinarci all'alcol, forse per scherzo; a volte invece possiamo farlo volutamente, con l'intento di dimenticare i nostri problemi, le nostre insoddisfazioni, le nostre ansietà e senza rendercene conto, l'alcol diventa per noi come un rifugio, un surrogato, cercando indirettamente, di sostituire l'azione dello Spirito, con degli stimolanti artificiali come appunto (l'alcol, la droga, ecc...) piuttosto che contare su Dio!

Ma ogni sostegno diverso da Dio, ci lascia soltanto, disorientati vuoti e confusi. E senza rendercene conto, diventiamo dipendenti, restando per sempre incatenati al vizio: "...essi stessi sono schiavi della corruzione, perché uno diventa schiavo di ciò che l'ha vinto" (2 Pietro 2:19).

È estremamente importante, come credenti, imparare ad avere autocontrollo in ogni cosa, anche dosando la quantità del vino che beviamo (Galati 2:22). In questo caso, come in altri dobbiamo dimostrare, con la pratica, il nostro amore per il Signore. Dicendo basta quando è il momento!

Ogni cosa deve essere fatta con moderazione: "ogni cosa mi è lecita ma non ogni cosa è utile, ogni cosa mi e' lecita ma io non mi lascerò dominare da cosa alcuna" (1 Corinzi cap. 6 v:12).

In 1 Timoteo 5 v. 23 è scritto: "...fa uso di un po' di vino a causa del tuo stomaco".

Con questa frase il Signore ci insegna la moderazione.

A questo proposito e su questa frase vorrei fermarmi brevemente, tornando per un attimo alle statistiche evidenziate precedentemente, dalle quali e' emerso molto chiaramente che più si beve, più ci si intossica. Ma quali sono i danni, le alterazioni e gli sconvolgimenti provocati dalle diverse quantità di alcol ingerito?

Ovviamente gli effetti dell'alcol sull'organismo e sulla psiche variano da persona a persona. Detto questo, è comunque possibile stabilire a quali valori medi di assorbimento dell'alcol corrispondono determinati effetti psicologici.

Passerò, ora ad alcuni esempi pratici:

1. bevendo da 3 a 5 bicchieri di vino, abbiamo uno stato generale di eccitazione, con ottundimento delle capacità intellettive, diminuzioni del coordinamento motorio, diminuzione della sensibilità al dolore, diminuzione della capacità visiva: da 6 a 10 bicchieri di vino, si passa allo stato di ebbrezza, diminuiscono ulteriormente le capacita intellettive (sino a vuoti di memoria) il coordinamento motorio è compromesso (al punto di non reggersi in piedi) la percezione del dolore si abbassa ulteriormente e si hanno forti disturbi visivi;

2. da 11 a 15 bicchieri di vino, le capacità intellettive sono fortemente compromesse, il coordinamento motorio e' scarsissimo e dalla sonnolenza si passa al sonno, il dolore è percepito così poco da giungere all'anestesia cutanea; funzione cardiaca e respiratoria sono turbate;

3. oltre 16 bicchieri di vino si rischia lo stato comatoso.


Ho voluto precisare tutto questo per far notare quanto il Signore sia grande e meraviglioso; certo tutti lo sappiamo (ma spesso ce ne dimentichiamo!) che il Signore è straordinario nel farci comprendere le cose, sempre che le vogliamo intendere!

Nessuna frase è messa li a caso, Lui sa ciò che è buono per noi; ed ecco perchè nel caso specifico, ha usato la frase: "fa uso di un po' di vino a causa del tuo stomaco". Lui, che ha creato ogni cosa, sa perfettamente i danni che possono derivare dall'abuso di quella cosa, per questo motivo ci mette in guardia.

Il pericolo della dipendenza dall'alcol diventa ovviamente più pericoloso, quanto più ci piace il vino. Se a noi il vino non piace, saremo ovviamente meno esposti a questo tipo di pericolo (ma ce ne saranno certamente altri ugualmente pericolosi).

Non dobbiamo dimenticare, che satana usa i nostri punti deboli per farci cadere.

Esaminiamoci attentamente davanti a Dio, cercando di capire quali sono i nostri punti deboli e mettiamoli davanti a Lui in preghiera!

A questo punto, abbiamo visto chiaramente che il vino e l'alcol in generale, preso in dose eccessiva è molto dannoso, perché la nostra mente, sarà offuscata e i nostri ragionamenti saranno confusi; saremo inebriati, non saremo più sobri e vigili come invece il credente è chiamato ad essere ogni attimo della sua vita.

Sempre nei Proverbi. 23:31 è scritto: "non guardare il vino quando rosseggia quando scintilla nella coppa e va giù così facilmente!" al verso 32 viene messa ancora in luce, la sua ambiguità: ciò che sembrava assolutamente innocuo e in certo senso attraente: "...morderà come un serpente".

Ripeto: come credenti non dobbiamo in alcun modo sottovalutare il problema dell'alcol perché oltre che mettere a repentaglio la nostra salute, mette a repentaglio (cosa ancora più grave) la nostra vita spirituale e il nostro rapporto con il Signore.

Quanto detto sino ad ora, naturalmente potrà essere preso in considerazione, ed essere di aiuto, soltanto per quei credenti che sono sensibili alla voce di Dio, che hanno a cuore le cose di Dio e la loro crescita spirituale: che desiderano ardentemente consacrare tutta la loro vita (spirito, anima e corpo) a Dio.

Al contrario, non sarà certamente di nessun aiuto e tantomeno sarà compreso nè accettato da quei credenti che preferiscono vivere una vita propria, indipendente e carnale, lontana da Dio. Certamente continueranno a fare finta di niente e minimizzeranno e anche giustificheranno quello che per altri è un "problema" (ma ovviamente non per loro!), si giustificheranno nei modi più svariati e fantasiosi, mentre continueranno ad andare avanti così, per la loro strada, con le proprie convinzioni sbagliate, basate soltanto su ciò che è umano, carnale e diabolico.

Lerici Damaris

alex

Non guardare il vino quando rosseggia, quando scintilla nel bicchiere e va giù così facilmente! Alla fine esso morde come un serpente e punge come una vipera. (Proverbi 23:31-32)
FUGHE
Lo scrittore Jack London, inveterato alcolizzato, fa questa sconvolgente confessione nel suo libro "Il Re Alcool": "Un suicidio può essere lento ed un crollo morale può essere progressivo, ma il risultato è sicuro, ed è il prezzo che esige il Re Alcool". Egli era nella situazione adatta per verificarlo. Perché questi abusi che portano a un decadimento fisico e morale inesorabile? Perché si vuole sfuggire alla realtà, alla nostra condizione, alle nostre difficoltà, spiegano i sociologi. Noi abbiamo una risposta più precisa. L'uomo rifugge le realtà, perché gli fanno paura. Vuole sfuggire alle conseguenze delle sue colpe. L'alcool, la droga, i tranquillanti sono come quegli alberi dietro i quali si nascosero Adamo ed Eva dopo la loro disubbidienza. La salvezza è nella fuga? Certamente no! Noi abbiamo di meglio: Non fuggiamo! Affrontiamo la situazione, confessiamo il nostro miserabile stato di peccato, crediamo che Cristo ha pagato sulla croce per noi ed eccoci trasformati in un essere nuovo, rigenerato, liberato da quel malessere che è l'allontanamento da Dio. Allora non avremo più bisogno di fuggire: avremo il riposo che ci viene dato dalla comunione con Dio.

Fonte: Parole di Vita
Inviato da alex il

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