Stanare e liquidare l'ambiente all'interno della struttura cattolica che simpatizzava con la riforma protestante, il piano del Concilio di Trento. L'inquisizione che ha annientato la promettente riforma italiana all'ora presente su tutto il territorio nazionale. Anche se il Concilio Vaticano II ha segnato una svolta nella storia del cattolicesimo ma quello che vediamo sostanzialmente ancora oggi nel mondo religioso cattolico è stato plasmato dal Concilio di Trento.
Il concilio di Trento o concilio Tridentino fu il XIX concilio ecumenico della Chiesa cattolica, convocato per reagire alla diffusione della riforma protestante in Europa. L'opera svolta dalla Chiesa per porre argine al dilagare della diffusione della dottrina di Martin Lutero produsse la controriforma.
Il concilio di Trento si svolse in tre momenti separati dal 1545 al 1563 e durante le sue sessioni a Roma si succedettero cinque papi (Paolo III, Giulio III, Marcello II, Paolo IV e Pio IV). Produsse una serie di affermazioni a sostegno della dottrina cattolica che Lutero contestava. Con questo concilio la Chiesa cattolica rispose alle dottrine del calvinismo e del luteranesimo.
L'aggettivo tridentino viene ancora usato per definire alcuni aspetti caratteristici del cattolicesimo ereditati da questo concilio e mantenuti nei secoli successivi sino al concilio Vaticano I ed al concilio Vaticano II.
Ne parla Paolo Ricca.
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