"Affinché non siamo raggirati da Satana; infatti non ignoriamo suoi disegni" (2 Corinzi 2:11). Il contesto di queste parole era il seguente: nella chiesa di Corinto c'era un infelice che aveva commesso incesto; una immoralità tale che non si trovava neppure fra gli stranieri, al punto di prendere la moglie di suo padre (1 Corinzi 5:1).
Quest'uomo, forse per le sue ricchezze, potere o altre simili ragioni, come accade per molte persone famose oggigiorno (il sermone è del 1750 circa!), non era stato censurato dalla chiesa.