Uno dei modi principali di sprecare il tempo ai nostri giorni è guardare la televisione. Internet sta ovviamente inseguendo a ruota, e forse è in via di sorpasso. In rete si può essere più selettivi, ma si possono anche selezionare le situazioni peggiori col solo Giudice dell'universo come testimone.
La televisione continua a regnare come la principale perdita di tempo. Il problema maggiore con la TV non è l'ammontare di indecenza disponibile che è comunque un problema (la pubblicità è gia di per se sufficiente a spargere semi fertili di avidità e di concupiscenza, quale che sia il programma in onda); il problema maggiore è la banalità.
Una mente che si nutre giornalmente di TV regredisce. La tua mente è creata per conoscere e amare Dio. La destrezza rispondente a tale chiamata è danneggiata da troppa televisione. I contenuti televisivi sono così sciocchi e superficiali che la capacità della mente di coltivare pensieri nobili tende a regredire, al pari della capacità del cuore di vivere emozioni profonde.
Neil Postman scrive:
"Negli Stati Uniti la televisione sta trasformando ogni questione seria in spazzatura... La TV disdegna l'interpretazione, che è seria, sequenziale, razionale e complessa. Al suo posto offre una forma espressiva dove tutto è accessibile, semplicistico, concreto e sopratutto, divertente. Come risultato, l'America è la prima cultura mondiale a rischio di divertirsi a morte"
La leggerezza di Dio
Poichè viviamo tutti in un mondo creato dalla televisione, è quasi impossibile cogliere cosa ci stia accadendo. L'unica speranza è leggere di quanti vissero nei secoli passati. Le biografie costituiscono un grande antitodo alla miopia culturale ed allo snobbismo cronologico. Siamo divenuti quasi incapaci di gestire una grande verità in modo reverente e sentito. Realtà magnificenti, come la gloria di Dio, aleggiano con una specia di "leggerezza" persino sulla chiesa.
David Wells afferma:
"Uno dei tratti distintivi dei nostri tempi è la legerezza di Dio. Non intendo con ciò che sia etereo: piuttosto, egli è divenuto irrilevante. Aleggia sul mondo senza incidere, così da essere trascurabile. Ha perso la sua rilevanza per la vita umana.
Quanti attestano di credere in Dio possono comunque considerarlo meno interessante della televisione; i suoi comandamenti risultano meno autorevoli delle loro brame di benessere e prestigio; il suo giudizio non è più ispirante del notiziario serale; la sua verità è meno vincolante della soffice nebbia pubblicitaria fatta di lusinghe e menzogne. Questa è la leggerezza. E' una condizione che Gli abbiamo affibbiato dopo averlo collocato alla periferia della nostra vita secolarizzata...
La leggerezza non ci dice nulla di Dio, ma ci dice tutto di noi stessi della nostra condizione, della nostra disposizione psicologica ad escludere Dio dalla nostra realtà"
Sudan e Collant
Abbiamo perso la nostra capacità di vedere e valutare le complessità della verità e le profondità della semplicità. Douglas Groothuis spiega la relazione fra tale debolezza e la televisione:
"Il trionfo dell'immagine televisiva in tutto il mondo contribuisce alla superficialità della sensibilità post-moderna.... Non si può riflettere su un programma televisivo nel modo in cui si considera un personaggio di William Shakespeare o di C.S. Lewis, o una massima di Blaise Pascale, o la rima di un poema di T.S. Eliot.
In televisione nessuno potrebbe decantare tali autori in modo serio. Sarebbe una "cattiva televisione": troppo astratta, troppo poetica, troppo profonda, semplicemente non divertente.. Non solo: le immaggini appaiono, scompaiono e riappaiono senza alcun contesto razionale sensato. Un tentativo di riportare una seria vicenda di schiavitù in Sudan è seguito da una pubblicità accattivante per Mirabilandia, da un invito all'acquisto del collant che renderà qualsiasi donna irresistibile, ecc... ad nauseum".
Chi dunque si troverà davanti a Dio con un'impeccabile etica dell'astensione e con la protesta di non aver trascorso troppo tempo in ufficio, per essere invece tornato a casa a guardare la TV con la prorpia famiglia, probabilmente non sfuggirà all'accusa d'aver sprecato la sua vita.
Gesù rimproverò i suoi discepoli con parole che si attagliano facilmente a questo tipo di persona: "Ogni peccatore lavora sodo, evita grossi peccati, guarda la televisione la sera e si dà ai divertimenti nel fine settimana. Che state facendo più degli altri?" ( Si veda Lu 6:32-34; Mt 5:47).
Dal libro: Non sprecare la tua vita
- Accedi per commentare
- 2267 viste