Lettura: 2 Samuele 11/ 12:1-15
Premesso che……
• La grazia non annulla le conseguenze del peccato (ndAlex - "in senso stretto"), bensì il peso della colpa.
• Le catene del peccato provocano dolore, paura, notti insonni, separazione da Dio e con essa agitazione ed angoscia.
Di fronte a tutta questa sofferenza viene da chiedersi se il gioco valga la candela …!

Introduzione:

In Dt 17:16,17 vediamo che Dio aveva dato a Davide (e ad altri re) tre istruzioni;
1. Non procurarsi un gran numero di cavalli.
2. Non procurarsi un gran numero di mogli.
3. non procurarsi una grande quantità di argento e d’oro.
Abbiamo visto l’altra volta che Davide aveva vinto la tentazione di fare giustizia da sé davanti allo stolto Nabal, ubbidendo alla voce preventiva di Dio attraverso la moglie Abigail.
Oggi vediamo come un uomo secondo il cuore di Dio viene meno sul 2 punto e come lo porta a diventare addirittura un adultero e omicida (Gc 2:10). Questo peccato non si era sviluppato da un momento all’altro, ma già da 20 anni in modo “soft”, prendendo mogli straniere (2 Sa 5:13).
Applicazione: Come andiamo noi? Ci sentiamo sicuri; tutto va per il suo verso…. E non ci rendiamo conto che stiamo nutrendo il nostro egoismo?????
Schema studio:
Cause della caduta di Davide; catene del male
Interventi di Dio sia per prevenire che per correggere.
Conseguenze del rifiuto delle correzioni da parte di Dio.
Applicazione.


1. Cause

• Ozio

In Proverbi 26:14 leggiamo:” Come la porta gira suoi cardini, così il pigro sul suo letto”. Nella stagione primaverile, dopo il termine delle piogge, era abituale riprendere l’attività militare.
Solitamente i re guidavano personalmente i loro eserciti, ma Davide rimase a Gerusalemme, finché si alzò annoiato e andò a sgranchirsi le gambe sulla terrazza del suo palazzo (v. 1,2). Se si fosse trovato nel posto in cui avrebbe dovuto essere (contro gli Ammoniti), questo capitolo della storia di Davide probabilmente non sarebbe mai stato scritto!

• Sguardo, pensieri

Leggiamo nel v.2 che in quella notte funesta, Davide fece vagare lo sguardo dalla terrazza del palazzo e scoprì una donna bellissima e nuda, che si stava lavando. Gli ormoni di Davide entrarono in azione. Sicuramente Bat-Sceba, dal suo canto, non era certo del tutto innocente; probabilmente sapeva che poteva essere vista e probabilmente lo voleva, perché non era un uso comune fra le donne ebraiche di allora.
Cosa avrebbe dovuto fare allora Davide?
Dietrich Bonhoeffer dice a proposito della nostra tendenza alla concupiscenza:
Con una forza irresistibile l’istinto assume il controllo sulla carne…Non importa se si tratta di concupiscenza sessuale o di ambizione, di vanità, sete di vendetta, desiderio di fama e di potere o di avidità.. In quei momenti Dio appare abbastanza irreale ai nostri occhi...Satana non ci riempie di odio nei confronti di Dio, ma ce lo fa dimenticare. La concupiscenza avvolge la nostra anima, la nostra mente e la nostra volontà nelle tenebre più fitte…. Gli interrogativi ci si presentano sotto questa forma:” Ciò che desidera la carne è davvero peccato ? E’ davvero vietato soddisfare le proprie voglie ?...
Cosa avrebbe dovuto fare allora Davide ?

FUGGIRE!

Vediamo nell’esempio di Giuseppe con la moglie di Potifar come questo è l’unico modo per non peccare (Ge 39:7-13).
Perciò la Bibbia ci insegna che nei momenti in cui la carne viene tentata, l’unica opzione valida è la fuga e nel caso della tentazione spirituale dobbiamo resistere con la spada dello Spirito, con la Parola di Dio (Gc 4:7/ Ef 6:10-18). Guardiamo dunque verso il Signore, come lo ribadisce il v.2 n Mt 6: ”La lampada è l’occhio; se dunque l’occhio tuo è puro, tutto il corpo sarà illuminato“.

Applicazione: Nella nostra quotidianità questo significa non guardare determinati film, evitare determinati incontri ecc. Lo facciamo? Sempre????

Dopo aver guardato Bat-Sceba, Davide passa ai pensieri e chiede informazioni su di lei. Davide avrà pensato:” Nessuno verrà a saperlo e non farò male a nessuno !” E così la strategia del diavolo è quella di renderci miopi in modo che non riconosciamo le conseguenze che seguono nevitabilmente alla nostra azione.
Cosa avrebbe dovuto fare Davide?  Avrebbe dovuto “sottomettere ogni pensiero all’ubbidienza di
Cristo (2 Co 10:5)."

• Azione

Dopo lo sguardo e il pensiero vediamo che segue immediatamente l’azione (Gc 1:14,15). Nel v. 4 leggiamo che Davide fece prendere Bat-Sceba ed egli si coricò con lei. Il peccato è stato partorito!
In Pr 32:23 leggiamo: ”Sappiate che il peccato vi ritroverà”. Il Signore porta alla luce tutti i nostri peccati prima o poi. Cosa avrebbe dovuto fare Davide? Avrebbe dovuto confessare ed abbandonare subito il suo peccato (I Gv 1:9/ 2:1,2).

• Bugie, atti di ipocrisia

Vediamo nei v. 6-13 che Davide cercò dei sottofugi per “legittimare” l’imminente nascita, facendo ritornare Uria dalla campagna ammonita, sperando che Uriah avrebbe avuto rapporti con sua moglie.

• Pensieri di omicidio

Davide è frustato. Non sa più che fare per coprire il suo peccato e decide di scrivere un promemoria a Ioab, raccomandando che Uriah fosse abbandonato al nemico al fronte con un inaspettato ritiro israelita.

• Omicidio

Il piano riusciì: Uriah fu ucciso ! Normalmente Davide sarebbe stato stupito dell’imprudenza d’Israele nel combattere sotto le mura di Rabba (Gdc 9:50-54). Ioab sapeva, però, che la notizia sulla morte di Uriah avrebbe mitigato il dolore di Davide (v 24). E così i peccatori coprono i peccatori.

• Autogiustificazione

Nel v 25 leggiamo come Davide mandò a Ioab un messaggio al colmo dell’ipocrisia: ”Non affligerti per ciò che è accaduto, perché la spada divora ora l’uno ora l’altro”.
Dopo i giorni di lutto Davide mandò a prendere Bat-Sheba e l’accolse in casa sua ( v 26).
…………….. ………………………
Ma…… la storia NON finisce qui per Dio! Leggiamo alla fine di queste serie di peccati commessi:
Ma ciò che Davide aveva fatto dispiacque all’Eterno” ( v 27).

2. Interventi di Dio

Vediamo che Dio interviene sempre nelle vite dei Suoi per sia per prevenire che per correggere (Eb
12:6-11
).
In questo racconto Dio vuole prevenire/correggere Davide nei modi seguenti:
• Attraverso i servi – Nel v 3 leggiamo che i servi chiamano Bat-Sheba, figlia di Eliam, moglie di Uriah! Essi gli fecero capire che si trattava di una donna sposata. Quando, a quei tempi, in Israele si voleva definire l’origine di una persona, si nominava il padre, il nonno e talvolta il bisnonno, ma era insolito nominare il marito! In questo modo cercarono, per quanto la loro posizione glielo permise, di avvertirlo.
• Attraverso la gravidanza – Vediamo che Bat-Sheba rimane subito incinta. Dio rende visibile ciò
che loro volevano tenere nascosto davanti a Dio e alla gente.
• Attraverso la condotta irreprensibile di Uriah. In contrasto con l’atteggiamento iniziale di Davide, vediamo invece che Uriah ha un forte senso di lealtà verso i suoi compagni e questo prevalse sul desiderio di stare con la moglie.
• Attraverso il profeta Nathan – Nathan racontò a Davide la storia di un ricco, che nonostante avesse potuto, rubò l’unica agnellina di suo vicino per preparare un banchetto per un ospite.

3.Conseguenze

“Il salario del peccato è la morte” (Ro 6:23) e questo lo conferma Davide stesso nella sua reazione al racconto di Nathan. Davide ha un acuto senso di giustizia nei confronti del peccato altrui (vi ricordate il messaggio di ieri sul “ giudicare”?).
Più siamo carichi della nostra spazzatura, più diventiamo freddi, insensibili e severi se si tratta dei peccati degli altri. Subito Dio fa capire che si tratta di Davide: ”TU sei quell’uomo !” (12:7). Le parole di Nathan colpirono il cuore di Davide, sicuramente già rotto da un anno (Sl 32:3) ed egli riuscì a rispondere soltanto:” Ho peccato !” (v 13).
Quali furono le conseguenze per la vita di Davide?
• Davide perse la sua comunione con Dio
• Davide causò la morte non solo a Uriah, ma anche tanti altri morirono nella battaglia contro gli Ammoniti
• Davide perse suo figlio ( v. 14)
Dio farà venire contro Davide la sciagura dalla sua stessa casa; ed effettivamente la famiglia di Davide si sfaldò e lui non fu capace di reagire adeguatamente. Davide ebbe numerosi figli e anche loro ripetevano gli stessi peccati morali ( p.es. Tamar con Amnon, Absolom, Salomone ecc.).
Davide avrebbe ora sofferto la spada come aveva fatto Uriah e… le sue mogli gli sarebbero state prese nello stesso modo in cui Bat-Sheba era stata rubata all’Ittita, con la differenza che Dio lo manifesta pubblicamente, in faccia al sole ( 2 Sa 16:22).

Il perdono di Dio

Il peccato è spaventoso e pericoloso e ad esso segue il giudizio di Dio. Esso però non può cancellare l’amore di Dio. Dio non condanna a morte Davide sicuramente perché nel uore di Davide c’era un VERO pentimento (Sl 51). La grazia di Dio era più che sufficiente per perdonarlo e ristabilirlo:” Dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondato” (Ro 5:20).
Però… il perdono è un aspetto, le conseguenze del peccato è un altro!

Nella lettera ai Galati 6:7 leggiamo: ”Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio; perché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà”.

Nella Sua sovranità Dio adegua le conseguenze alla singola persona, Egli sceglie e le determina. E’ Lui che pianifica. Dio ha scelto per Davide – a cui lui stesso diede l’appellativo “uomo secondo il Mio cuore” – una via che gli procurò molto dolore, perché NON DIMENTICASSE PIU’ LE CONSEGUENZE DELLE SUE AZIONI!
Nessun perdono a “buon mercato” come vuole esprimere questa preghiera:” Signore, perdonami, ho bisogno del Tuo perdono, ma non chiedermi di cambiare!”

Davide rimase un “uomo secondo il cuore di Dio”, perché sopportò ed accettò la disciplina di Dio. Il suo stato d’animo si riassume così: ”Io mi sono coricato, poi mi sono svegliato, perché il Signore mi sostiene “ (Sl 3:6).

4. Applicazione

• Com’è il nostro cammino col Signore? Ci sono dei peccati nascosti, non confessati e abbandonati? Ci lasciamo correggere dal Signore?
• Come ci comportiamo? Come ci vestiamo? Abbiamo visto che Bat-Sheba era co-responsabile del peccato di Davide.
• Ci rendiamo conto che, se non viviamo una vita santa, ci saranno delle conseguenze per noi ed anche per le nostre prossime generazioni ?

Mirjam
da Orizzonti Infiniti di Danilo VALLA

Vedi anche:

- Peccati segreti, ecco come liberartene

Autori

alex

Potremmo domandarci dove Davide avrebbe potuto o dovuto fermarsi. Infatti questo scivolare è stato un graduale cedimento. Se Davide avesse immaginato fin dall'inizio le conseguenze del suo agire avrebbe certamente desistito. Ma questo è il gioco di Satana, corromperci lentamente, ma inesorabilmente senza pietà senza fine, fino alla fine.
Per sorridere, poi, ai nostri funerali.

In questa storia si parte dall'ozio di un uomo, o meritato riposo se vogliamo  dopo tante battaglie, si passa per uno sguardo, che c'è di male potremmo aggiungere, ma si arriva all'adulterio e al tentativo, vano, di coprirlo. Si arriva all'omicidio e non finisce qui.
In tutto questo Davide sembrava continuare tranquillamente la propria vita. Continuava a giudicare le cose del popolo ed amministrare le cose ricercando la benedizione di Dio!
Fino a che..

Come una palla lanciata su uno scivolo è possibile fermarla in ogni momento ma più scivola in basso più è difficile bloccara.

La mente si corrompe a tal punto che ci inganniamo, con la satanica opera che comincia fin dalla nostra infanzia, fino a considerare normale ciò che stiamo vivendo e, tutto sommato, giusto!
E' questo il gioco di Satana che che sta spopolando in questo suo dominio e che sta contaminando anche i credenti o quanti si professano tali.

Dove vi sareste fermati voi?
Bene applichiamolo alla vostra vita!

Davide si rende colpevole di adulterio e di omicidio

2° Samuele capitoli 11 e 12

L'anno seguente, nella stagione in cui i re cominciano le guerre, Davide mandò Ioab con la sua gente e con tutto Israele a devastare il paese dei figli di Ammon e ad assediare Rabba; ma Davide rimase a Gerusalemme.

[ma.... (potremmo pensare, forse anche a ragione), tutto sommato... dopo molte guerre voleva riposarsi un pò, amministrare la città, che c'è di male? Va bene, coloriamolo di verde]

Una sera Davide, alzatosi dal suo letto, si mise a passeggiare sulla terrazza del palazzo reale; dalla terrazza vide una donna che faceva il bagno. La donna era bellissima.

[la sera non passa, ci si alza per respirare un pò, che c'è di male? (è curioso perchè quando utilizziamo questo termine c'è sempre qualcosa di male) anche questo lo possiamo colorar di verde. Poi i nostri occhi si posano su una donna, anche qui: che male c'è?
Però non è un passaggio fugace, gli occhi si fermano e il cuore esclama: "è bellissima". E dai! Non esageriamo! Fino a qui non abbiamo commesso peccato! O no? Ok, coloriamolo di arancione]

Davide mandò a chiedere chi fosse la donna. Gli dissero: «È Bat-Sceba, figlia di Eliam, moglie di Uria, l'Ittita».

[E' il re, vuole informarsi, che male c'è? - Arancione]

Davide mandò a prenderla; lei venne da lui ed egli si unì a lei, che si era purificata dalla sua impurità; poi lei tornò a casa sua.

[al desiderio ora si unisce l'azione, il peccato è compiuto siamo arrivati al rosso! Da qui in poi ci sarà tutta una serie di iniziative per coprire questo peccato che aggiungeranno altro peccato! Dove avrebbe dovuto fermarsi Davide? A te la scelta]

La donna rimase incinta e lo fece sapere a Davide dicendo: «Sono incinta».

Allora Davide fece dire a Ioab: «Mandami Uria, l'Ittita». Ioab mandò Uria da Davide.
Quando Uria giunse da Davide, questi gli chiese come stavano Ioab e il popolo e come andava la guerra.

Poi Davide disse a Uria: «Scendi a casa tua e lavati i piedi». Uria uscì dal palazzo reale e gli furono mandate dietro delle vivande del re.
Ma Uria dormì alla porta del palazzo del re con tutti i servi del suo signore, e non scese a casa sua.
Ciò fu riferito a Davide. Gli dissero: «Uria non è sceso a casa sua». Allora Davide disse a Uria: «Tu hai fatto un lungo viaggio. Perché dunque non sei sceso a casa tua?»

Uria rispose a Davide: «L'arca, Israele e Giuda stanno sotto le tende, Ioab mio signore e i suoi servi sono accampati in aperta campagna e io entrerei in casa mia per mangiare, bere e per coricarmi con mia moglie? Com'è vero che il SIGNORE vive e che anche tu vivi, io non farò questo!»

Davide disse a Uria: «Trattieniti qui anche oggi, e domani ti lascerò partire». Così Uria rimase a Gerusalemme quel giorno e il giorno seguente.
Davide lo invitò a mangiare e a bere con sé; lo ubriacò, e la sera Uria uscì per andarsene a dormire sul suo lettuccio con i servi del suo signore, ma non scese a casa sua.

La mattina seguente, Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò per mezzo d'Uria.
Nella lettera aveva scritto così: «Mandate Uria al fronte, dove più infuria la battaglia; poi ritiratevi da lui, perché egli resti colpito e muoia».
Ioab dunque, assediando la città, pose Uria nel luogo dove sapeva che il nemico aveva degli uomini valorosi.

Gli uomini della città fecero una sortita e attaccarono Ioab; parecchi del popolo, della gente di Davide, caddero e perì anche Uria l'Ittita.
Allora Ioab inviò un messaggero a Davide per fargli sapere tutte le cose che erano accadute nella battaglia e diede al messaggero quest'ordine: «Quando avrai finito di raccontare al re tutto quello che è successo nella battaglia, può darsi che il re vada in collera e ti dica: "Perché vi siete avvicinati così alla città per dare battaglia? Non sapevate che avrebbero tirato dalle mura?

Chi fu che uccise Abimelec, figlio di Ierubbeset? Non fu una donna che gli gettò addosso un pezzo di macina dalle mura, in modo che morì a Tebes? Perché vi siete avvicinati così alle mura?" Tu allora gli dirai: "Anche il tuo servo Uria, l'Ittita, è morto"».

Il messaggero partì e, giunto, riferì a Davide tutto quello che Ioab l'aveva incaricato di dire.
Il messaggero disse a Davide: «I nemici avevano avuto del vantaggio su di noi, e avevano fatto una sortita contro di noi nella campagna; ma noi fummo loro addosso fino alla porta della città; allora gli arcieri tirarono sulla tua gente dalle mura e parecchi della gente del re perirono, e Uria, l'Ittita, tuo servo, perì anche lui».

Allora Davide disse al messaggero: «Dirai così a Ioab: "Non affliggerti per ciò che è accaduto, perché la spada divora ora l'uno ora l'altro; rinforza l'attacco contro la città e distruggila". E tu fagli coraggio».

Quando la moglie di Uria udì che suo marito era morto, lo pianse.
Dopo che ebbe finito i giorni del lutto, Davide la mandò a prendere in casa sua. Lei divenne sua moglie e gli partorì un figlio.
Ma quello che Davide aveva fatto dispiacque al SIGNORE.

Pentimento e punizione di Davide

Il SIGNORE mandò Natan da Davide e Natan andò da lui e gli disse:
«C'erano due uomini nella stessa città; uno ricco e l'altro povero.
Il ricco aveva pecore e buoi in grandissimo numero; ma il povero non aveva nulla, se non una piccola agnellina che egli aveva comprata e allevata; gli era cresciuta in casa insieme ai figli, mangiando il pane di lui, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno. Essa era per lui come una figlia.

Un giorno arrivò un viaggiatore a casa dell'uomo ricco. Questi, risparmiando le sue pecore e i suoi buoi, non ne prese per preparare un pasto al viaggiatore che era capitato da lui; prese invece l'agnellina dell'uomo povero e la cucinò per colui che gli era venuto in casa».

Davide si adirò moltissimo contro quell'uomo e disse a Natan: «Com'è vero che il SIGNORE vive, colui che ha fatto questo merita la morte; e pagherà quattro volte il valore dell'agnellina, per aver fatto una cosa simile e non aver avuto pietà».

Allora Natan disse a Davide: «Tu sei quell'uomo! Così dice il SIGNORE, il Dio d'Israele: "Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, ti ho dato la casa del tuo signore e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo signore; ti ho dato la casa d'Israele e di Giuda e, se questo era troppo poco, vi avrei aggiunto anche dell'altro.

Perché dunque hai disprezzato la parola del SIGNORE, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai fatto uccidere Uria, l'Ittita, hai preso per te sua moglie e hai ucciso lui con la spada dei figli di Ammon.
Ora dunque la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, perché tu mi hai disprezzato e hai preso per te la moglie di Uria, l'Ittita".
Così dice il SIGNORE: "Ecco, io farò venire addosso a te delle sciagure dall'interno della tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un altro, che si unirà a loro alla luce di questo sole; poiché tu lo hai fatto in segreto; ma io farò questo davanti a tutto Israele e in faccia al sole"».

Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il SIGNORE». Natan rispose a Davide: «Il SIGNORE ha perdonato il tuo peccato; tu non morrai.
Tuttavia, siccome facendo così tu hai dato ai nemici del SIGNORE ampia occasione di bestemmiare, il figlio che ti è nato dovrà morire». Natan tornò a casa sua.


Il SIGNORE colpì il bambino che la moglie di Uria aveva partorito a Davide, ed esso cadde gravemente ammalato.
Davide quindi rivolse suppliche a Dio per il bambino e digiunò; poi venne e passò la notte disteso per terra.

Gli anziani della sua casa insistettero presso di lui perché egli si alzasse da terra; ma egli non volle e rifiutò di prendere cibo con loro.
Il settimo giorno il bambino morì; i servitori di Davide non osavano fargli sapere che il bambino era morto; perché dicevano: «Quando il bambino era ancora vivo, gli abbiamo parlato ed egli non ha dato ascolto alle nostre parole; come faremo ora a dirgli che il bambino è morto? Potrebbe commettere un gesto disperato».

Ma Davide, vedendo che i suoi servitori bisbigliavano tra di loro, comprese che il bambino era morto e disse ai suoi servitori: «È morto il bambino?» Quelli risposero: «È morto».
Allora Davide si alzò da terra, si lavò, si unse e si cambiò le vesti; poi andò nella casa del SIGNORE e vi si prostrò; tornato a casa sua, chiese che gli portassero da mangiare e mangiò.

I suoi servitori gli dissero: «Che cosa fai? Quando il bambino era ancora vivo digiunavi e piangevi; ora che è morto, ti alzi e mangi!»
Egli rispose: «Quando il bambino era ancora vivo, digiunavo e piangevo, perché dicevo: Chissà che il SIGNORE non abbia pietà di me e il bambino non resti in vita? Ma ora che è morto, perché dovrei digiunare?
Posso forse farlo ritornare? Io andrò da lui, ma egli non ritornerà da me!»

[Davide si pentì, è vero, ma non sempre si conclude così la nostra vita, spesso perseguiamo nell'errore, non avendo il coraggio o la voglia di tornare indietro. Una cosa però avviene sempre: la conseguenza del peccato.
Stiamo attenti! Fermiamoci!
E se siamo caduti, torniamo indietro, torniamo alla croce, li c'è conforto e consolazione, il Signore potrà utilizzarci nuovamente. Abbassiamo l'orgoglio, chiediamo perdono, ricominciamo.
Chiediamo al Signore di fare una cosa nuova!
]

alex

 Se per Davide tutto cominciò con un'innocente passeggiata sulla sua terrazza a godersi il panorama, oggi non è strano che il tutto prenda inizio da un'innocente passeggiata sul web, spulciando qua e là  spulciando qua e là oppure chattando e giocando con gli smartphone.

All'ora quando cominci a sentire volare le farfalline nello stomaco, mentre chatti o rispondi ad un post, e/o gli occhi si soffermano su un immagine che solletica il pensiero immorale (immorale per il Signore)..... sei ancora in tempo, fuggi dalla finestra e affacciati alla Sua presenza.  Passerà con benedizione.

Se sei caduto/caduta ritorna indietro.
Torna alla Sua presenza.
Torna alla Croce, li, e solo li, c'è perdono e nuovo inizio, li il Signore può ricominciare ad utilizzarti e benedirti.
_________________________

Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale.
Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.


Romani 12

alex

Per un pastore, parlare del settimo comandamento, "Non commettere adulterio", richiede un tatto e una delicatezza fuori del normale, altrimenti le sue riprensioni finiscono per provocare un risultato contrario a quello desiderato. Questo è un peccato del quale si dovrebbe parlare il meno possibile, ma poichè Dio, in ordine d'importanza, lo elenca subito dopo l'omicidio, e poichè una gran parte della nostra società moderna lo considera piuttosto un'innoqua infrazione morale che non una vera e propria violazione dell'eterna legge di Dio, è necessario che noi ricordiamo che è Dio stesso che dice: "Non commettere adulterio".
 
Morris Wee racconta che un giorno il suo professore di teologia disse in aula: "Circa il cinquanta per cento di tutta l'infelicità umana è la conseguenza della violazione di questo comandamento".

Sembrava un'affermazione eccessiva: "Circa il cinquanta per cento ... " Gli studenti non vi credettero, ma dopo una ventina d'anni di ministero, il dottor Wee ha riconosciuto che è così. Sedetevi con me nell'ufficio della mia chiesa che dà su una strada di gran traffico in una grande città. Ascoltate il mio telefono, leggete la mia corrispondenza, parlate coi molti visitatori che vengono di persona. Anche voi comincerete a pensare che quel professore aveva ragione.

Desidero porre tre domande alle quali proverò a rispondere.
  • Che cos'è l'adulterio?
  • Perchè è peccato?
  • Che può fare uno che ha violato questa legge?

L'adulterio è la violazione del voto coniugale di fedeltà reciproca. Ogni e qualunque rapporto sessuale fuori del matrimonio è adulterio.

Gesù va ancora più oltre e dice che ogni concupiscenza del nostro cuore, anche se non seguita dall'azione, è adulterio (Matteo 5:27-28).

Sappiamo che qualche volta pensieri impuri possono insinuarsi nella nostra mente e non possiamo farci nulla, ma trasformare quel desiderio in bramosia, o concupiscenza, significa crogiolarsi in esso, trastullarsi con esso segretamente, diventare suoi amici.

L'adulterio è peccato perchè Dio dice che è tale, che ferisce le persone. Qualunque persona che ha un briciolo di coscienza prova un profondo senso di colpa nel violare questa legge. Alcuni mi hanno raccontato di furti e si giustificavano a tal punto che non ritenevano di aver fatto alcun che di male. In situazioni particolari una persona può anche commettere un omicidio e non ritenere di aver fatto male.

Ma non ho mai incontrato una sola persona che parla del peccato di adulterio e cerca di giustificarlo. Sappiamo che è male e che non ci sono circostanze particolari che possono giustificarlo. E così, avendo violata la legge, la mente rimane ferita. La reazione di Davide a questa trasgressione è universale: "Il mio peccato è del continuo davanti a me" (Salmo 51 :3).

L'adulterio è peccato perchè produce altro male. Una ferita della mente è come una ferita del corpo. Se vi fate un taglio a un dito, non sentirete molto male, ma se la ferita s'infetta e l'infezione entra nel sangue e viene così portata in circolo, tutto il corpo può infettarsi e l'infezione può anche provocare la morte. L'afflizione è una ferita.

Colpisce in profondità e duole terribilmente, ma è una ferita pulita e, purchè l'amarezza, il risentimento o l'autocommiserazione non vi penetrino, la ferita rimarginerà. Ma quando il mio comportamento è sbagliato, si produce una ferita infetta, che non guarisce. Distrugge la pace della mente, fa rimordere la coscienza, distorce il pensiero, crea conflitti in noi stessi, indebolisce la volontà, distrugge l'anima.

Phillips Brooks (teologo e predicatore americano, 1835-1893 - N.d.T.) diceva: "Non nascondete nulla, non mettetevi in condizione di dover nascondere qualcosa. E' un momento terribile quando per la prima volta arriva la necessità di nascondere qualcosa. Quando ci sono occhi da evitare e argomenti da non toccare, allora tutta la freschezza della vita se ne va".

La ragione principale per la quale l'adulterio è un male è che distrugge il matrimonio. Vi ricorderete la bella scena del film "La signora Miniver". Si erano comprati una nuova auto e lei aveva anche un cappellino nuovo.
 
Quando andarono a letto quella sera non avevano sonno e pensavano alla loro felicità. La signora Miniver disse: "Siamo la coppia più felice". Il marito chiese: "Perchè? Per l'auto nuova o per il tuo cappellino nuovo?" "No caro, è perchè io ho te e tu hai me!"
 
Non sono necessarie molte cose per rendere felice un matrimonio.
E' un bene avere del denaro e le cose che si possono comprare col denaro, ma se ne può fare a meno. Nel matrimonio ci sono però due cose che devono esistere assolutamente: la prima è un affetto solido, un amore reciproco completamente diverso dall'amore per chiunque altro; la seconda è una completa, assoluta fiducia reciproca.

L'adulterio distrugge tutte e due.
 
Fra gli indiani Cherokee c'era una bella usanza. Durante la cerimonia nuziale gli sposi univano le mani attraverso un ruscelletto d'acqua corrente a significare che le loro vite sarebbero scorse assieme.

Supponete che una persona sia colpevole di adulterio; che può fare· in proposito? Aprite il Vangelo di Giovanni al capitolo 8 e leggete di come una persona colpevole di questo peccato fu portata davanti a Gesù.

L'unica soluzione che la folla aveva era di ucciderla a sassate. Chiesero il parere di Gesù. La lapidazione non fu mai la Sua soluzione al peccato; Gesù odiava il peccato ma non cessò mai di amare il peccatore.

Da bambino abitavo a Tate, in Georgia, ed un giorno fui profondamente impressionato da un racconto del signor Sam Tate. Nel paese c'era un ubriacone che una mattina gli disse: "Sam, ieri sera i ragazzi mi hanno preso a sassate". "Forse volevano provare a fare di te un uomo migliore," rispose il signor Tate. "Forse," disse il pover'uomo, "ma non ho mai sentito dire che Gesù prendesse gli uomini a sassate per farli diventare migliori".

Circondato dalla folla, con la donna colpevole di fronte, Gesù tacque. Si chinò e cominciò a scrivere per terra. Mi chiedo che cosa scrivesse. Dopo un po', parlando gentilmente ma in modo che tutti potessero sentirlo, disse: "Chi tra voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro costei". Poi riprese a scrivere per terra. Forse conosceva quella gente che si credeva giusta ed era sempre pronta a spingere gli altri più in basso. lo credo che per terra scrivesse parole come "menzogna", "furto", "ipocrisia". Una a una quelle persone che erano così pronte a condannare gli altri lasciarono cadere le pietre che avevano in mano e, vergognandosi, se ne andarono cercando
di non farsi notare.

Ora arriva una delle scene più grandi dell'intera Bibbia. L'incomparabile Salvatore è solo con la donna. Nessuna parola di rimprovero esce dalle Sue labbra. Teneramente, gentilmente, le dice invece: "Neppure io ti condanno. Va' e d'ora in poi non peccare più".

Nella mia mente m'immagino quella donna. Si drizza, il petto in avanti e le spalle indietro come se il peso della sua anima le fosse caduto di dosso.
E' tutta presa dalla forza di un nuovo rispetto di se stessa e dalla possibilità di una nuova vita.
 
La tradizione vuole che quella donna fosse ai piedi della croce accanto a Maria, la vergine madre, ed anche che fosse lei a ricevere per prima il messaggio della Sua resurrezione e ad avere il benedetto privilegio di proclamarlo ad altri. Per annunziare la nascita di Gesù, Dio manda i Suoi angeli dal cielo. Quel privilegio non fu dato ad essere mortale. Ma per proclamare la Sua resurrezione fu scelta questa peccatrice.
 
Qualunque sia il mio peccato, Cristo, e Cristo soltanto, può togliermi di dosso la colpa e darmi una nuova vita.
 
Dal LIbro: La psichiatria di Dio
qui in pdf

 

Dal LIbro: La psichiatria di Dio
qui in pdf

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