Giovanni 11:46-57 - Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quanto Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo fa molti segni. Se lo lasciamo andare avanti così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caiafa, che era sommo sacerdote in quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla; e non considerate che conviene per noi che un sol uomo muoia per il popolo e non perisca tutta la nazione».

Or egli non disse questo da se stesso; ma, essendo sommo sacerdote in quell'anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione, e non solo per la nazione, ma anche per raccogliere in uno i figli di Dio dispersi. Da quel giorno dunque deliberarono di farlo morire. Perciò Gesù non si aggirava più pubblicamente tra i Giudei, ma si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città detta Efraim, e lì rimase con i suoi discepoli. Or la Pasqua dei Giudei era vicina, e molti di quella regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Cercavano dunque Gesù e, stando nel tempio, dicevano fra di loro: «Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?». Or i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che, se qualcuno sapeva dove egli era, lo segnalasse affinché potessero prenderlo.

Maurizio Todaro
--- Roma 17 giugno 2018 ---

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