Questa Cena di Rembrandt (1606-1669) nella casa dei due discepoli di Emmaus colpisce per il suo carattere non convenzionale. A sinistra, sullo sfondo, compare una figura femminile intenta ai lavori domestici. Dei due discepoli abitualmente ritratti a tavola con Gesù, solo uno è chiaramente visibile; l'altro è già inginocchiato ai piedi di Gesù e la sua figura, che si distingue appena, quasi fa tutt'uno con quella dell'ospite misterioso, ormai riconosciuto come il Signore.
Straordinario è il contrasto tra la figura di Gesù, completamente nell'ombra e visto solo di profilo, e la grande luce che da lui promana inondando il discepolo seduto a tavola (ma anche la donna indaffarata) sorpreso e leggermente smarrito davanti a una rivelazione tanto grande e tanto inattesa.
Gesù è la luce, ma sta nell'ombra. Non illumina se stesso, ma noi. Fa vedere, ma non si fa vedere.
Questo Gesù, visto da dietro, soltanto di spalle, che pare indietreggiare e volersi allontanare, come in effetti fece (egli sparì dinanzi a loro - Luca 24:31), richiama alla memoria l'indimenticabile episodio di Esodo 33, quando Mosè chiese a Dio: "Fammi vedere la tua gloria!", ma Dio gli rispose: "Mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una buca e coprirò con la mia mano, e mi vedrai per di dietro; ma la mia faccia non si può vedere" Esodo 33:11,22,23.
Sembra che Rembrandt voglia dire la stessa cosa del Cristo risorto.
Paolo Ricca
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