Che lo vogliamo oppure no, che lo sappiamo oppure no, non cambia il fatto che il Signore Gesù tornerà.
--- Daniele Pasquale ---
Roma 3 novembre 2002
L'estate è vicina
Scorgo questa prossima venuta nella descrizione di Daniele del famoso colosso dai piedi d'argilla, che contiene in compendio la storia del nostro mondo, con i suoi imperi che si succedono, fino alla nostra Europa, debole come l'argilla, incapace di fondare delle solide alleanze: «Tu hai visto il ferro mescolato con la molle argilla perché le nazioni si mescoleranno mediante connubi umani; ma non saranno uniti l'uno all'altro, nello stesso modo che il ferro non si amalgama con l'argilla» (Daniele 2:43).
Traggo questa certezza ancora dallo stesso libro di Daniele, che afferma che «negli ultimi tempi la conoscenza aumenterà» (Daniele 12:4). La scienza infatti si è sviluppata molto dal tempo dei nostri genitori. Per secoli si è viaggiato secondo l'andatura del cavallo. Oggi in poche ore si è all'altro capo del mondo. Oggi, un ritardo di cinque anni nel campo della tecnica, confina una nazione sullo sfondo della preistoria scientifica.
E non è tutto. Me lo indica anche il mondo religioso. Quando leggo che negli ultimi giorni gli uomini saranno «egoisti, irreligiosi, amanti del piacere più che di Dio, avendo le forme della pietà, ma avendone rinnegata la potenza» (2 Tessalonicesi 3:1-5), e quando vedo queste masse sedicenti cristiane che non si fanno alcun scrupolo di affollare i templi purché si parli di loro e si renda loro omaggio, quando sento tutto quel che vi è di falso, di vuoto, d'ipocrita in questi pretesi cristiani -che dovrebbero essere il sale della terra ma che vivono secondo i comportamenti del mondo, nascondendo la verità, ingannando il prossimo, riuscendo negli affari o negli onori a discapito della loro coscienza -quando vedo proprio quelli che frequentano il più assiduamente le funzioni religiose, abbandonarsi di nascosto a tutti i disordini, trascinati dalle loro debolezze, dico che nella Scrittura vi sono delle verità molto profonde: si ha l'apparenza della pietà, ma si ama il piacere più che Dio.
Queste persone che si dicono brave, sicure che se esiste un paradiso sarà per loro, perché non hanno mai fatto del male a nessuno, lo pretendono, dato che non hanno ammazzato né rubato e che dopo tutto fanno come tutti gli altri; costoro la cui illogicità e una pretesa buona coscienza procurano disagio a voi che seguite lo stretto sentiero, sono i cristiani degli ultimi tempi; il Signore adopererà per loro un linguaggio severo, affermando che li vomiterà dalla sua bocca (Apocalisse 3:16).
Che dirò ancora del falso Cristianesimo, di queste potenze religiose che traggono forza da queste masse non convertite, contente di salvaguardare l'apparenza di virtuosità? Che dirò di queste chiese più preoccupate di stabilire la loro autorità temporale che di aprire le porte del regno dei cieli, molto più diplomatiche che veramente religiose, somiglianti più a delle forze politiche che a delle chiese?
La certezza profonda che noi siamo alla vigilia degli ultimi eventi della storia, la trovo soprattutto nelle parole del Signore: «Quando voi udrete parlar di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi... poiché si leverà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi... sulla terra angoscia delle nazioni sbigottite, gli uomini venendo meno per la paurosa aspettazione di quel che sarà per accadere al mondo... Guardate il fico e tutti gli alberi; quando cominciano a germogliare, voi, guardando, riconoscerete da voi stessi che l'estate è ormai vicina. Così anche voi quando vedrete avvenire queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino» (Matteo 24:6-14, Luca 21:25-31).
Non ho bisogno di commentare questi testi. L'attualità se ne occupa. Queste cose, le vediamo. No, il Signore non tarderà.
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C'è stato un tempo in cui i discepoli si auguravano prima di ogni cosa questo: "Maranatha - Vieni, Signore Gesu'." Era l'augurio più bello ed atteso: il ritorno del Signore Gesù il Cristo.
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Quando queste cose vengono registrate ci vengono in mente le parole di Cristo durante il sermone profetico sul monte degli Ulivi riportate nel Vangelo di Marco al capitolo 13. Non ci vogliamo schierare con quanti gridano alla fine del mondo, magari ipotizzando date, però resta un fatto. La mia vita finirà, la tua vita per come la conosci finirà. Probabilmente prima della fine del pianeta Terra. Per certo lo stesso pianeta avrà termine. Dovremmo, quindi, prenderci cura del nostro destino eterno prima di aspettare la fine della Terra.
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Naufraghi di questa vita, tutti bisognosi di salvezza in un porto sicuro. Questa immagine, assai forte, evoca una storia accaduta molto tempo fa, Noè aveva avvertito che l'alluvione sarebbe arrivata, (2 Pietro 2:5) probabilmente vedendolo costruire questa immensa imbarcazione li dove non c'era l'acqua, lo avranno deriso.
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