Viviamo in una società pluralista, nella quale la cultura dominante tende ad escludere l'esistenza di valori assoluti, di realtà spirituali oggettive, di verità fondamentali che si pongano quali punti di riferimento validi al di là del tempo e delle circostanze.

Sembra quasi di essere tornati al tempo dei Giudici nel quale, secondo le informazioni bibliche, "ognuno faceva quello che gli pareva meglio" (Gdc 17:6). Specie in campo religioso, nel mondo occidentale si assiste ad un proliferare di culti e di sette, spesso stravaganti ed in grado di dimostrare l'esistenza di un certo numero di proseliti, magari numerosi ed entusiasti. Chi sostiene di credere in Gesù Cristo come unico vero Dio e sola salvezza per l'umanità peccatrice, viene tacciato d'intolleranza. Chi afferma l'esistenza di verità obiettive ed eterne tratte dalla Scrittura, viene giudicato fuori moda.

In un simile contesto culturale e religioso, può sembrare inadeguato e impopolare riferirsi alla Bibbia come alla Parola inerrante dell'unico vero Dio, specie se ciò significa affrontare la realtà quotidiana per trarre dal Libro le indicazioni per il comportamento da tenersi ogni giorno.
Tutto ciò potrà essere impopolare e fuori moda, ma è esattamente quello che intendiamo fare con questo lavoro. Convinti dell'autorità della Bibbia in materia etica , siamo persuasi che essa sia ancora oggi l'unica vera possibilità data da Dio all'uomo per conoscere il Suo pensiero in ogni campo della vita sociale. Anche per quanto riguarda i rapporti fra una persona cristiana ed una non cristiana, ivi compresa l'eventuale legittimità di un rapporto matrimoniale tra di essi, cui vogliamo ora riferirci.
 
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Inviato da alex il

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