Autore: Carlo Havas
Introduzione: Valerio Evangelisti
VOLUME ILLUSTRATO

L’Inquisizione è l’istituzione ecclesiastica più temuta nel corso della storia. Era sufficiente essere sospettati di eresia per finire nelle segrete stanze degli interrogatori, subire torture e quasi certamente morire fra atroci sofferenze.

La storia dell’Inquisizione inizia con il Concilio presieduto a Verona nel 1184 da papa Lucio III e dall’imperatore Federico Barbarossa, con l’obiettivo di reprimere il movimento cataro, diffuso in Francia meridionale e in Italia settentrionale, e di controllare i movimenti spirituali e pauperistici.

Allo scopo di combattere più efficacemente la Riforma protestante, il 21 luglio 1542 Paolo III emanò la bolla Licet ab initio, con la quale si costituiva l’Inquisizione romana, ossia la “Congregazione della sacra, romana ed universale Inquisizione del Sant’Uffizio”.
Di fatto l’Inquisizione rimase attiva fino a fine Ottocento.

Nicolas Eymerich, Tomás de Torquemada, Galileo Galilei, Giordano Bruno... I personaggi, le vittime e i carnefici di una delle pagine più tragiche e dolorose della storia umana..


 

"Bisogna ricordare che lo scopo principale del processo
e della condanna a morte non è salvare l’anima del reo,
ma… terrorizzare il popolo."
(Nicolas Eymerich Directorium Inquisitorum)

 

“Detta Margherita fu tagliata a pezzi sotto gli occhi di Dolcino;
poi costui fu a sua volta tagliato a pezzi.
Le ossa e le membra
dei due suppliziati furono gettate tra le fiamme,
assieme
ad alcuni dei complici: era il meritato castigo per i loro crimini.”
(Bernardo Gui)

 

 

“Se lo spirito è superiore al corpo, il papa è superiore all’imperatore.
Il potere spirituale ha il diritto d’istituire il potere temporale e di giudicarlo
se non è buono.
E chi resiste, resiste all’ordine stesso di Dio.
Sentenziamo dunque che ogni uomo deve essere sottoposto al pontefice romano,
e noi dichiariamo che questa sottomissione è necessaria per la salute dell’anima."
(Papa Bonifacio VIII)

 



Autore
Carlo Havas è stato uno storico spagnolo studioso di storia della Chiesa.
Questo volume è un fondamentale contributo al dibattito sull’Inquisizione e vanta pubblicazioni e riedizioni in numerose lingue.

Fonte: http://www.odoya.it/index.php?main_page=product_book_info&products_id=2…

 

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alex

Archivi Un lungo lavoro di ricerca, 1.310 voci, 340 collaboratori. Dal Medioevo al 1965: i rapporti tra dottrina cattolica, libertà e scienza

 

I processi, le torture, le streghe. Prosperi presenta il dizionario dell' eresia Epoche Le prime bolle papali dell' XI secolo, l' ira di Erasmo da Rotterdam, i tumulti dei nobili napoletani contro i tribunali

 
 
In una celebre pagina dell' Elogio della follia (1511), Erasmo da Rotterdam si chiede in base a quale «autorevole passo della Scrittura divina si comanda di vincere gli eretici col fuoco anziché convincerli con la discussione».
E più tardi gli farà eco anche Agrippa di Nettesheim nel denunciare gli Inquisitori convinti che con l' eretico «non s' ha da combattere con argomenti e scritture, ma con fascine et fuoco», forzandolo «a negare le cose sue contra conscientia». Due illustri pareri, tra i tanti, contro i tribunali dell' Inquisizione che, nel corso dei secoli, in nome della lotta all' eresia e ai libri proibiti, hanno perseguitato, incarcerato, torturato uomini e donne, fino a spezzare migliaia di vite umane. Tutto ciò senza contare i martiri della scienza moderna e del libero pensiero cancellati in un batter d' occhio dalla storia. Ma come operavano i tanto temuti tribunali della fede? In base a quali procedure individuavano gli imputati ed emettevano le crudeli sentenze? Chi erano gli inquisiti e di cosa erano accusati? Chi erano gli inquisitori e a quali principi si ispiravano? Come funzionavano i manuali redatti per espletare indagini e processi? Quali erano le forme di eresia e le imputazioni più gravi? E quali elementi permettevano di identificare streghe e maghi in quanto emissari del demonio?
 
A queste domande daranno una risposta i quattro volumi del monumentale Dizionario storico dell' Inquisizione - diretto da Adriano Prosperi, in collaborazione con Vincenzo Lavenia e John Tedeschi - che vedrà la luce i primi di maggio a Pisa, presso le Edizioni della Normale (260). Si tratta di un' opera che non ha precedenti per la mole di materiali utilizzati e per le competenze degli studiosi.
 
Del resto i dati parlano chiaro: duemila pagine di grande formato stampate su doppia colonna, trecentoquaranta collaboratori di dodici Paesi, milletrecentodieci voci, oltre seimila titoli segnalati in bibliografia, ricchissimi indici dei temi e dei nomi e una consistente appendice iconografica (con riproduzioni di graffiti conservati nelle carceri, silografie, quadri). Adriano Prosperi, uno dei più brillanti storici italiani, per otto anni ha coordinato la realizzazione di questo straordinario repertorio enciclopedico sull' Inquisizione. Professore ordinario di Storia moderna nella Scuola Normale Superiore e allievo di grandi maestri come Delio Cantimori e Armando Saitta, Prosperi non nasconde la sua soddisfazione: «Un' impresa di così largo respiro, che parte dal Medioevo per arrivare fino al 1965 (quando il Sant' Uffizio verrà trasformato in Congregazione per la dottrina della Fede), non avrebbe mai potuto essere portata a termine senza l' apporto di centinaia di esperti che hanno stilato le voci con grande competenza.
E senza il libero accesso nel 1998 alla documentazione storica conservata nell' Archivio del Sant' Uffizio dell' Inquisizione romana sarebbe stato impossibile pensare un dizionario così come l' abbiamo realizzato». Lo studio di nuovi documenti e, soprattutto, delle fonti processuali ha permesso di conoscere con maggiore precisione il funzionamento dei tribunali e l' orizzonte teorico che li animava. «Quando si parla di tribunali dell' Inquisizione - spiega Prosperi - bisogna distinguere la loro specifica funzione rispettando dei parametri geografici e storici ben precisi. Abbiamo l' Inquisizione medievale (già nell' XI secolo le prime bolle papali delegano il controllo sulla dottrina della fede), l' Inquisizione spagnola e portoghese (con le loro diramazioni colonialistiche in America, in Africa e in India) e poi nel 1542 la nascita del Sant' Uffizio a Roma, sotto il diretto controllo di Paolo III, e successivamente la creazione dell' Indice dei libri proibiti. In Spagna e in Portogallo, tanto per fare un esempio, l' inquisitore è una figura scelta dal sovrano: il potere civile, avvalendosi dell' autorità papale, utilizzerà questo strumento per fini anche politici, come testimoniano le persecuzioni dei marranos (gli ebrei) e dei moriscos (gli arabi)». Ben diverse saranno le strategie del Sant' Uffizio in una realtà, come quella italiana, caratterizzata da una frantumazione del potere politico. «I rapporti dell' Inquisizione romana - specifica Prosperi - con le autorità civili in Italia richiedono strategie che debbono fare i conti con i molteplici regimi e con i differenti signori che reggono le corti. A Venezia la Serenissima pretende la presenza di giudici laici che assistono al processo. E gli stessi rapporti con l' Inquisizione spagnola sono complicati in aree soggette ai sovrani iberici, come la Campania e la Sicilia».
La storia dei tribunali della fede si intreccia anche con le rivolte contro i tentativi di imporli in alcuni territori. «Nel 1547 a Napoli - aggiunge lo storico pisano - scoppia un vero tumulto contro l' istituzione dell' Inquisizione spagnola. La nobiltà locale temeva che l' uso politico dei tribunali avrebbe potuto rovinare intere famiglie come era già accaduto in Spagna. Spesso i processi si concludevano con la totale espropriazione dei beni posseduti dai condannati. Ma altre accese proteste si ebbero anche a Lucca, Firenze, Mantova, Milano». Un capitolo tutto particolare riguarda l' inclusione nella lotta all' eresia dei reati ispirati alla magia. «Nella seconda metà del Quattrocento - sottolinea Prosperi - i tribunali ecclesiastici si affiancano a quelli civili, molto più cruenti e sbrigativi, nella lotta alle streghe e ai maghi. Si vorrebbe combattere, come ha mostrato Carlo Ginzburg, quelle sette diaboliche seguaci del demonio che si riuniscono nel "sabba" (orge notturne in onore del diavolo). Bastava ricercare il marchio del demonio: si presupponeva che una strega marchiata dall' Anticristo non dovesse provare dolore.
E quindi si esaminava la presunta zona marcata (l' ano, i seni, i genitali, i nei), sollecitata con un ago per verificare la reazione. Solo verso fine Cinquecento la complessa materia viene disciplinata con una serie di distinzioni, chiedendo più prudenza agli inquisitori». Un approfondito studio, questo curato da Prosperi, che illumina mille anni di storia e aiuta a capire come la persecuzione del dissenso e delle minoranze, la condanna dell' «eresia», la coercizione in materia di fede e di coscienza attraverso la violenza (non solo fisica, ma anche delle idee), l' ostilità alla libertà della ricerca scientifica continuino a sussistere, in forme e modi diversi, anche nella società del terzo millennio.
 

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