25.08.2011 - Washington obbligherà all'impianto di un microchip RFID tutti gli americani?
Operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini. Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso di compiere in presenza della bestia, sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere una statua alla bestia che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta. Le fu anche concesso di animare la statua della bestia sicché quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non adorassero la statua della bestia. Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome.
Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei.
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--- Daniele Pasquale ---
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Commenti
Analisi della notizia....
Fonte:
http://forum.cosenascoste.com/altri-argomenti/61216-microchip-rfid.html
________________
Anche se mi trovo un po' in difficoltà ad analizzare testi legislativi non italiani, la cosa mi intessa abbastanza, perciò stamattina ho fatto una ricerchina...
Ed hai ragione, la legge H.R.3200 pare non sia stata più approvata nell'ambito della riforma sanitaria americana, così come è vero il fatto che non è previsto nessun un obbligo di farsi impiantare un microchip. E' però anche vero che la H.R.3200 si riferiva pure ai dispositivi con tecnologia Rfid oggetto di impianto in precedenza, non solo ai pacemakers: la “classe II” di dispositivi medici cui si fa riferimento nella prima parte che hai riportato ricomprende infatti (fra i tanti) anche gli impianti di questo tipo (EPIC - Verichip, Medical device - Wikipedia, the free encyclopedia). La stessa cosa si evince dall'ultimo tuo link, dove dispositivi del tipo “Implantable Radiofrequency Transponder System” vengono identificati come soggetti ai controlli previsti per quelli di classe II.
Cioè, per quel che ho capito l'autorizzazione all'uso sanitario (facoltativo, come scrivi: di fatto però anche “consigliato” per i vantaggi connessi all'uso per determinate patologie) unitamente all'attestazione di non pericolosità (alcuni scienziati dissentono sul punto) di questi dispositivi, che comunque sono del tipo Rfid, è già stata rilasciata dalla FDA nel 2004.
Nell'ambito della recente riforma, con la H.R.3200 (Luglio 2009) si era poi appunto prevista la creazione di un registro nel quale inserire anche l'elenco di tutti coloro che, sempre per ragioni sanitarie, abbiano fatto ricorso alla tecnologia in esame: registro ovviamente da tenere aggiornato anche per il futuro.
La H.R.3200 (e forse anche altre proposte di legge poi accantonate) sono poi confluite in un nuovo testo riscritto, quello approvato con la H.R.3590, dove però non pare più esserci riferimento a questo registro né alla classe generica di dispositivi identificati come impiantabili.
Però in due altre (proposte di ?) leggi – la H.R.3962 (Ottobre 2009) e la H.R.4872 (Marzo 2010) - il richiamo al registro nazionale, con le stesse classi di dispositivi elencate nella H.R.3200, è comunque presente (nella seconda, da fine pag.1013: cliccare su entrambe per il link).
Si tratta di un'ulteriore proposta accantonata o di un diverso, separato testo definitivamente approvato?
Per quel che ho capito io, la H.R.4872 (forse ciò si può ricavare direttamente anche dal mero riferimento numerico) è successiva e diversa, perciò quel che è uscito dalla porta H.R.3200 sembra essere rientrato dalla finestra: http://thomas.loc.gov/cgi-bin/bdquery/z?d111:H.R.4872
Di sicuro si tratta di un “semplice” registro e non vengono previsti obblighi di impianto come indicato nell'articolo postato da Dalailama, però si tratta comunque di un passettino in avanti, a prescindere dall'idea che si abbia sull'uso di questa tecnologia: prima - nel 2004 - si è autorizzato infatti l'uso a fini sanitari dei microchips sottocutanei e si è affermata la loro non pericolosità per la salute (questo a livello della Fda: PI: Chip sottopelle per i pazienti USA), ora si concede ad essi una veste legislativa formale con la previsione di un registro nazionale, cioè una elencazione - per fini di sicurezza e di verifica dell'efficacia a livello medico, queste le motivazioni - di coloro che effettivamente hanno “beneficiato” specificatamente (all'interno della cerchia più ampia dei dispositivi di Classe II cui si applica la suddetta registrazione) di questa tecnologia nei circa 7 anni trascorsi dalla data del provvedimento di approvazione da parte della Fda
Infatti on line si possono trovare diversi articoli sull'”evoluzione” che c'è stata negli USA relativamente a questa tecnologia e al tipo di patologie o situazioni in riferimento alle quali è stata progressivamente testata, autorizzata o richiesta l'introduzione ...
Ad esempio:
- negli ultimi anni si è pensato di introdurlo anche per monitorare lo stato dei diabetici (2006): I chip sottopelle misureranno il diabete;
- in tema di sicurezza, Scott Silverman, presidente del cda della Verichip propose nel 2006 di utilizzare chips Rfid per il controllo dei flussi migratori: ADUC - Immigrazione - Notizia - USA - Usa. Presidente di VeriChip propone di istallare chip sugli immigrati;
- nel 2007 però 3 Stati americani (California, oltre a South Dakota e Wisconsin che aveano già deliberato precedentemente) individuarono una “normativa che tutela dall'impianto obbligatorio di chip sottopelle” (eh già, perché fuori dal contesto sanitario, sempre sulla base del fatto che l'Fda ha previsto nel 2004 la non pericolosità del dispositivo, vi era il “timore elevato che privati datori di lavoro lo rendessero obbligatorio per i proprio dipendenti”: quindi si presume che negli altri stati la cosa sia tuttora possibile);
- nel 2008 una nuova “campagna di marketing diretta a tutte le persone che vogliono impiantarsi un tag Rfid” (forse perché fino a quel momento in pochi vi avevano fatto ricorso)
- sempre nel 2008 parte un progetto di ricerca del dipartimento di difesa Usa per inserire tali microchips nel cranio dei soldati con lo scopo di “segnalare costantemente il loro stato di salute”... GNOSIS - Rivista Italiana di Intelligence
Fuori dagli Usa è poi assai curioso il caso di uno scienziato saudita che in Germania ha chiesto nel 2009 di vedersi riconosciuto un brevetto (poi negato dal competente ufficio di Monaco perché contro legge) per un microchip Rfid che, in una delle due varianti proposte dall'inventore, includeva “una capsula di cianuro da rilasciare a comando nell'organismo dell'impiantato”
"Recentemente il numero delle persone ricercate dalle forze dell'ordine è aumentato a dismisura - ha sentenziato Alshareef - e la mia invenzione sarebbe perfetta per tracciare via satellite la posizione di criminali, terroristi, immigrati clandestini, opponenti politici e cittadini sauditi che non ritornano dai pellegrinaggi"
Qui invece la posizione tendenzialmente conservativa assunta in Italia nel 2005 dal garante della privacy (in fondo alla pagina relativamente a “Impianto sottocutaneo di microchip”) : sono attese “manovre” a livello europeo.
In ottica sanitaria, l'ultima notizia che avevo avuto modo di leggere riguardo all'uso di impianti di Rfid era questa Microchip sottopelle per vivere 120 anni - Scienza e Medicina - ANSA.it, anche se ora credo Don Verzè abbia altri pensieri per la testa...
Quest'altra bella iniziativa (rivolta ai più gggiovani
Si possono trovare tante altre “iniziative” e informazioni in merito, anche su vecchie discussioni del forum. Andando di questo passo (ormai questi microchips vengono utilizzati dappertutto, sono diventati una specie di moda fra i giovani e si moltiplicano anche le iniziative per usi umani sulla base di una lunga serie di vantaggi pubblicizzati), se davvero ci fosse del marcio, l'imposizione e l'obbligatorietà sarebbero proprio superflue, almeno per ora...
Chip sotto pelle, crescono i fan negli Usa
DUE DOLLARI PER IL CHIP - Sul forum si trovano anche le indicazioni per il kit: bastano due dollari per portarsi a casa il chip, mentre ne occorrono almeno 50 per il lettore, da installare nei dispositivi con cui si vuole interagire, dai pc alle porte.
COME FUNZIONA - L'insieme funziona così: un piccolo circuito elettronico presente nel chip Rfid (e normalmente inserito in un piccolo involucro di plastica chiamato tag) rimane in "ascolto" di un segnale radio trasmesso da un apposito lettore. Quando il circuito "sente" il segnale ne rimanda indietro a sua volta uno contenente il numero identificativo del chip o altre informazioni. A questo punto, ricevuta la risposta, il lettore dà l'ordine di aprire porte, pc o altro.
RISERVE - Non mancano sul forum interventi più prudenti: «Finora il sistema è stato testato soltanto su animali che non vivono più di 15 anni: non possiamo quindi ancora sapere che effetti possa avere sul lungo periodo. Il silicio è tossico!» grida allarmato un forumista. Poi c'è chi ricorda il rischio della privacy violata («i dati del potrebbero essere decodificati da altri lettori»). Ed ecco la trovata: «Tranquilli, sto realizzando un giubbotto che, a comando, scherma le onde radio».
Cos'è RFID - Radio Frequency IDentification
In telecomunicazioni ed elettronica RFID (o Radio Frequency IDentification o Identificazione a radio frequenza) è una tecnologia per l'identificazione e/o memorizzazione dati automatica di oggetti, animali o persone (AIDC Automatic Identifying and Data Capture) basata sulla capacità di memorizzazione di dati da parte di particolari dispositivi elettronici (detti TAG o transponder) e sulla capacità di questi di rispondere all'"interrogazione" a distanza da parte di appositi apparati fissi o portatili chiamati per semplicità' "lettori" (in realta' sono anche scrittori) a radiofrequenza comunicando le informazioni in essi contenute. In un certo senso possono essere quindi assimilabili a sistemi di "lettura e/o scrittura" senza fili.