Mi torna in mente un film molto vecchio, ero bimbo. Si trattava di un uomo che aveva trovato un paio di occhiali che gli permetteva di vedere degli essere alieni e mostruosi, invasori del pianeta Terra.

All'apparenza erano normali uomini. Questo uomo incontrava delle persone sconosciute le invitava ad indossare gli occhiali per accorgersi della realtà, ma molti non ne volevano sapere.


Quando si comprende, si ascolta, si ha la Grazia di aprire il cuore e ricevere l'Eterno, ci si accorge immediatamente dell'immenso dono che ci ha riservato. La promessa di essere dove Lui è, a prescindere dalle nostre colpe, non per ciò che siamo ma piuttosto nonostante ciò che siamo.
Contemporaneamente si comprende a quale pericolo siamo scampati, la punizione eterna. E la voglia di gridare del pericolo a chi sta intorno a noi è incessante, o almeno dovrebbe esserlo. Spesso però ci si ritrova come l'uomo dagli occhiali rilevatori, inascoltati.

Certamente non bisogna disperare, la Grazia dell'eterno è in continua attività, la nostra preghiera più sincera nei confronti del Padre non può che essere quella di forgiarci come vasi ad onore, strumenti utili nelle Sue benigne mani. Per la Sua gloria !

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alex

Nell'Antico Testamento, ci sono almeno due brani che parlano di quest'argomento:

  • Is 33:14 "Chi di noi potrà resistere al fuoco divorante? Chi di noi potrà resistere alle fiamme eterne?".
  • Da 12:2 "E molti di coloro che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni per la vita eterna, gli altri per l'obbrobrio e un'eterna infamia".

Nel Nuovo Testamento, poi, troviamo molteplici riferimenti a quel luogo reale in cui le anime degli increduli saranno tormentate eternamente. Qui di seguito ricordiamo le principali espressioni scritturali che si riferiscono a tale realtà:

  • "Il pianto e lo stridor di denti" (Mt 8:12, 13:42,50, 22:13; Lc 13:24-28);
  • "Il fuoco eterno" (Mt 18:8 e 25:41, con TNM conforme);
  •  "Il fuoco inestinguibile" (Mt 3:12; Mc 9:43 con TNM conforme);
  •  "Il verme che non muore e il fuoco che non si spegne" (Mc 9:48; cfr Is 66:24 con TNM conforme);
  •  Un luogo "di tormento giorno e notte, nei secoli dei secoli" (Ap 20:10; cfr 14:10-11). In particolare, qui viene usato il verbo greco basanìzo che significa "tormento in stato cosciente" e giammai "estinzione, annientamento" (così, per esempio, anche in Mt 8:6 e Mc 5:7);
  •  Lo stesso nome "geenna" (Mc 9:46 e ref.) deriva dall'ebraico ghe-hinnom e significa letteralmente "valle di Hinnom", ovvero quel luogo vicino Gerusalemme dove anticamente un fuoco perpetuo bruciava le immondizie, ogni giorno ed ogni notte.

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