Se il Signore ha deciso di portare a nostra conoscenza vicende squallide, come quella che vide come protagoniste le due figlie di Lot, è perché hanno comunque un'importante lezione di vita da comunicarci.Ascoltare questa lezione ci porterà a rivedere, forse in modo addirittura radicale, le relazioni che stiamo vivendo con la società intorno a noi.

Introduzione
Si raccomanda la lettura del testo biblico di Genesi 19:30-38.

Lot e le sue due figlie, unici superstiti del disastro di Sodoma, sono ormai al sicuro!
Dio ha mostrato verso tutti loro la Sua immensa misericordia, ed il Suo interesse, ma questo potente atto d'amore non è riuscito a modificare la mentalità ed il comportamento delle due figlie di colui che la Bibbia definisce il "giusto" Lot.

Per capire meglio cosa è realmente avvenuto occorre prima prendere in esame una serie di situazioni storiche ripercorrendo, indietro nel tempo, una parte della vita di Lot loro padre, il nipote del grande Abraamo.
Il cammino da Ur al paese dove Dio voleva condurre i suoi "amici" era stato lungo e travagliato, ma la mano dell'Onnipotente non aveva mai abbandonato la comitiva formata, oltre che da Abraamo, anche dai suoi famigliari, tra i quali c'era Lot.

Come spesso accade nello svolgere della vita le situazioni dividono anche le persone più intime, così che davanti ad un conflitto su questioni materiali, il saggio Abraamo passa la mano e lascia scegliere a suo nipote il territorio dove andare ad abitare e dove svolgere meglio i suoi affari.

La "fertile" pianura attira Lot, ed il resto della storia lo conosciamo tutti.
Ricorderemo che lui stesso aveva scelto la pianura: proprio li trovò tanti dispiaceri e dolori.
È sempre così quando rifiutiamo la strada indicata da Dio.
Egli ci lascia fare, ma noi ne paghiamo il prezzo, salvo poi dover ritornare dove Dio ha provveduto del bene per noi.
E il prezzo pagato da Lot fu tremendo e forte.
Non so chi di noi abbia provato a pensare cosa potesse frullare nella sua testa subito dopo essere arrivato "sul monte", in pratica dopo aver perso in una mezza giornata, casa, attività, moglie e, di lì a poco, anche l'onore.

Aveva intravisto una tremenda tempesta di fiamme e fuoco, espressione del "giusto" giudizio di Dio verso gli abitanti del paese, i sodomiti, dove Lot si era stabilito. Ed ora si ritrova praticamente atterrato sia moralmente e sia spiritualmente e, persino, vedovo.
La mano provvidenziale di Dio lo aveva spinto su quel monte, che sin dall'inizio della storia, il Signore gli aveva prospettato come luogo di sicuro riparo e di vita.

L'esempio riportato in questo episodio ci aiuti a ringraziare Dio per la Sua Parola e per gli insegnamenti che in Essa troviamo, così che possiamo ubbidire e mettere in atto ciò che per lo Spirito siamo, cioè dei tizzoni scampati dal fuoco, e camminare per lo spirito per evitare di trovarci e cadere in situazioni del genere.
"Or tutte queste cose avvennero loro come esempio, e sono scritte per nostro avvertimento, per noi, che ci troviamo alla fine dei secoli" (1 Corinzi 10:11).

Ma ritorniamo alle nostre due protagoniste, le due sorelle, figlie di Lot.
Da ciò che il brano ci mostra e ci ricorda possiamo vedere che quelle ragazze avevano assorbito almeno tre caratteristiche di quei sodomiti che Dio aveva in modo così evidente e chiaro giudicato, eccoli:

La preoccupazione di fare le cose che tutti fanno

 

Davanti alla tragedia subita dal loro padre, e che si era abbattuta sulla loro famiglia, non si erano né commosse né ravvedute da quel modo di pensare e di fare che apparteneva ai sodomiti, e che aveva attirato su di loro il giudizio divino.  Il racconto ci mostra che la loro prima preoccupazione, in genere quella che evidenzia ciò che è presente nel cuore mostrando la realtà della personalità più profonda, fu quella di fare le cose che tutti fanno.  "Come si usa in tutta la terra" (v. 31). Esse dissero anche che occorreva farlo, prendendo per scusante alle loro terribili intenzioni l'esempio del modo di fare corrente nella società di allora. Spesso la preoccupazione di non poter tenere il passo con il mondo può portare a terribili atti d'incoerenza spirituale ed anche di peccato.

Furono proprio le azioni di quelle popolazioni ad attirare il giudizio di Dio sulle città di Sodoma e Gomorra; ma evidentemente le figlie di Lot non avevano imparato nulla dalla lezione.
È sempre così, e la storia si è sempre ripetuta in modo tragico e terribile.
Le figlie di Lot avranno sicuramente beneficiato degli insegnamenti dalla vita del padre, ma Lot non sempre aveva agito fedelmente ai comandamenti dell'Eterno e, così, l'esempio purtroppo non era stato dei migliori, portando le due figlie a guardare sin troppo al mondo, piuttosto che seguire la Parola di Dio.

Cosa pensare delle due figlie di Lot?

Senza voler giudicare nessuno occorre però esaminare bene cosa dice la Parola di Dio al riguardo.
Essa ci presenta la storia del loro padre in modo abbastanza particolareggiato, così che possiamo capire meglio l'ambiente in cui le due ragazze erano cresciute.
Ricordiamo che Lot si separò prima da Abraamo, decidendo di andare a vivere da solo (diremmo oggi), senza poter beneficiare dell'aiuto e della comunione di colui che può ben simboleggiare la figura del credente maturo, sempre pronto ad aiutare e sostenere il giovane credente.
Lot invece scelse per sé le cose "apparentemente" più interessanti e terrene.
Lot scese così nella pianura dove vivevano gli abitanti pagani e idolatri di Sodoma e Gomorra, sicuramente pensando di trovarsi meglio.
I motivi di questa scelta possono sembrare anche abbastanza condivisibili, egli infatti voleva andar là perché preoccupato di non avere abbastanza spazio per sé e per i suoi pastori.
Ma cosa succede nella realtà?
Seguendo il racconto che si sviluppa nel capitolo 13 della Genesi prima Lot vede la pianura che pur dallo scarno racconto biblico doveva apparire come un giardino meraviglioso, così egli la sceglie per sé e la sua gente e vi scende.
Passo dopo passo, col passar del tempo egli si avvicina alla città più tragicamente ingiusta ed empia che sia mai esistita.
Così Lot si trasferisce presto dalle campagne a Sodoma e ne diventa, col tempo, un esponente importante.
Quello che in realtà accadde fu che Lot si assimilò in tutto e per tutto ai Sodomiti, arrivando ad essere quello che oggi diremmo un amministratore della città, "Lot stava seduto alla porta di Sodoma" (Genesi 19:1) segno appunto di importanza personale e politica.
Passo dopo passo colui che era sceso in Sodoma, terribile figura del mondo e delle sue concupiscenze, cosa aveva dato alle sue figlie come esempio?
Cosa avevano ricevuto da quel mondo che le circondava quotidianamente?
Un esempio di mondanità sicuramente.
Erano cresciute nel mondo, e inevitabilmente ne avevano assorbito in toto la mentalità.
Ecco il perché della loro decisione di fare "come si fa da tutte le parti".
Non era stata una decisione momentanea, la loro scelta era senza dubbio il frutto amaro e terribile della loro vita trascorsa nella mondanità e in mezzo all'empietà.

A qualsiasi costo

La seconda caratteristica che possiamo notare nelle figlie di Lot, e che avevano in comune con i Sodomiti, era proprio quella di adottare per il raggiungimento dei propri scopi qualsiasi mezzo.
Questo modo di fare è tipico di chi non conosce il Signore e di chi non è abituato a domandarsi quale possa essere il pensiero di Dio al riguardo, anzi normalmente è tipico di chi non riconosce proprio né l'esistenza né la sovranità di Dio.
Ovviamente nemmeno ci si cura delle possibili conseguenze di un tale modo di agire.
Ora possiamo guardare meglio a ciò che era accaduto.
A parte i loro modi di tramare nei confronti del padre, sino a farlo ubriacare per raggiungere il loro scopo di avere dei figli nonostante tutto, notiamo che esse hanno agito in un certo modo pensando di fare del bene.
Esse sapevano certamente che il padre avrebbe desiderato per loro un'unione con qualche figlio della sua stirpe, ma forse ad esse la cosa non piaceva.
Avevano realizzato che esse erano rimaste sole al mondo!
In definitiva, almeno apparentemente, il loro desiderio di voler dare una discendenza al padre può sembrare una buona cosa.
Esse pensarono che la bontà del loro scopo avrebbe compensato l'irregolarità della loro condotta.
Qui dobbiamo fare una riflessione: le buone intenzioni sono spesse usate come scusa o scusante per giustificare le nostre cattive azioni.
Ma costoro dicono: "È inutile; noi vogliamo camminare seguendo i nostri pensieri, vogliamo agire ciascuno seguendo la caparbietà del nostro cuore malvagio" (Geremia 18:12).
In ogni caso il loro progetto fu veramente empio e vile, senza nessuna possibilità di comprensione né di scusante.
Il loro modo di agire era empio perché sappiamo che ogni azione o pensiero che si erge contro la volontà divina è sempre empietà, come è detto in Proverbi 15:9 ("La via dell'empio è in abominio al Signore, ma egli ama chi segue la giustizia").
Dobbiamo sapere che nessun buono scopo può mai giustificare i mezzi utilizzati, ed esse agirono in modo vile perché operarono perfidamente contro il loro padre.
Era appena avvenuto un tragico giudizio su Sodoma e Gomorra, proprio a causa della infedeltà e del peccato dilagante delle popolazioni di quelle due città, eppure queste due donne non si ricordarono né del loro Dio né dei suoi giudizi.
Cosa può fare il peccato se non interviene la Grazia?
Il tragico comportamento, a seguito degli empi pensieri di queste due sorelle, è lì proprio a dimostrare dove l'uomo può arrivare quando il suo cuore non è illuminato dalla Parola di Dio e non c'è la guida dello Spirito divino.
Ma non dobbiamo dimenticarci di Lot, proprio colui che si lasciò andare sino a sottostare ai desideri sfrenati delle sue figlie.
C'è proprio da chiedersi: "Signore cos'è l'uomo" che tu ne abbia memoria? (Salmo 8:4).
Cosa sono gli uomini migliori se Dio non li sostiene e, a causa del loro peccato, non li abbandona a sé stessi?
Ecco che anche il "giusto Lot" che era stato debolmente fedele nella disastrosa Sodoma, ora invece che era sul monte dove pensava di essere al sicuro, cosa combina?
Ecco perché la Scrittura ci esorta a stare attenti: "Perciò chi pensa di stare in piedi stia attento a non cadere" (1 Corinzi 10:12).
Nessun monte di questa terra può tenerci al sicuro dalle tentazioni di satana.
La storia di Lot è proprio lì a dimostrare che non possiamo mai stare al sicuro dalle tentazioni e dalle trappole poste da satana sul nostro cammino, se non vegliamo ogni giorno grazie all'aiuto e alla potenza del nostro Signore e Salvatore Gesù il Cristo.
Così la voglia di arrivare ai propri scopi senza nessun timore di Dio condusse le due sorelle a far scendere nel "disastro" loro stesse e quel Lot che avrebbe dovuto essere il pupillo del grande Abraamo.
A qualsiasi costo esse avevano desiderato una discendenza e, a qualsiasi costo la ebbero, ma a quale prezzo?
Con quali conseguenze?
In modo incomprensibile alle nostre menti alcune volte Dio permette di farci avere ciò che desideriamo, in modo non sano, salvo poi farci "pagare" il terribile prezzo. Come Giona che volendo andare lontano da Dio, per non seguire la sua volontà, si imbarcò per un viaggio che lo avrebbe portato al "naufragio" e ne pagò il prezzo (Giona 1:3).

La perseveranza nel compiere il male

La terza caratteristica negativa delle due figlie di Lot è proprio la loro testarda voglia di compiere il male.
Il terribile incesto viene commesso sia nella prima notte e, freddamente ripetuto ventiquattr'ore dopo, mostrando l'assoluta assenza di qualsiasi sentimento di colpevolezza nelle due ragazze.
Abbiamo appena visto quale fu il contesto in cui crebbero e si formarono le due giovani, ma questo non scusa certamente le loro azioni.
Episodi come questi ci lasciano perplessi, nonostante siano riportati proprio nella Parola di Dio, la Bibbia!
E di certo non riusciamo a dar loro una spiegazione.
Eppure la Scrittura ce li rappresenta senza nascondere nulla e ce li ricorda proprio perché la Bibbia è vera.
La Parola di Dio presenta l'uomo così com'è sia nei suoi infami ed empi pensieri, sia nelle sue azioni ed anche quando, lontano da Dio, scende nelle bassezze della bestialità più incredibile.
La domanda mi è sorta spontanea: è possibile che delle persone salvate miracolosamente da un giudizio come quello di Sodoma si siano potute mostrare così insensibili alla volontà e alla misericordia del Signore?
Forse Dio non si era rivelato alle due figlie di Lot?
Non credo proprio, perché esse stesse avranno avuto modo di vedere la seppur debole fede del loro padre. Inoltre chissà quante volte avranno sentito, probabilmente, i racconti dello zio lontano che era stato scelto da Dio per portare alle famiglie della terra una grande benedizione.
Ma l'uomo che decide di non ascoltare Dio, nonostante i richiami d'amore dell'Eterno ecco che viene abbandonato a sé stesso e al suo tragico destino, come l'apostolo Paolo ci presenta tre volte nel primo capitolo dei Romani (Romani 1:24, 26, 28).
Occorre ricordare che dopo questo triste episodio, che riporta un grave peccato, nella Scrittura non si parla più di Lot, né delle sue due figlie.
La sua vita, dopo queste due nefaste notti sul monte, probabilmente non fu più la stessa!
La Parola di Dio non parla più di lui, e della sua vita, proprio come se il Signore stesso avesse voluto stendere un velo pietoso sulla vita successiva di questo uomo, che pure aveva avuto tante meravigliose opportunità, tra cui quella di seguire le orme di suo zio Abraamo. Invece precipitò, a causa delle molte scelte sbagliate, nell'oblio.
E proprio chi avrebbe dovuto ricevere i suoi insegnamenti e, mettendoli in pratica, dargli le più grandi gioie, le sue figlie, furono la causa della sua tragica fine.
I figli delle figlie di Lot furono Moab ed Ammon, proprio i due popoli che sarebbero poi diventati gli acerrimi nemici del popolo di Dio.
Ecco cosa dice la Scrittura a riguardo di Moab (Isaia 16:6): "Noi conosciamo l'orgoglio di Moab, l'orgogliosissima, la sua alterigia, la sua superbia, la sua arroganza, il suo vantarsi senza fondamento!".
Mentre di Ammon così si esprime in Ezechiele (25:3): "...e di' ai figli di Ammon: «Ascoltate la parola di Dio, il Signore. Così parla Dio, il Signore: - Poiché tu hai detto: "Ah! ah!" quando il mio santuario è stato profanato, quando il suolo d'Israele è stato desolato, quando la casa di Giuda è stata deportata, ecco io ti do in possesso dei figli dell'Oriente»".
Come non osservare i caratteri ampiamente negativi dei due popoli che furono spesso, e volontariamente, in lotta col popolo di Dio.
Esattamente come satana che era stato alla presenza di Dio e, volontariamente l'aveva lasciato, così ora accadeva per queste due giovani e per il frutto del loro seno.
Entrambi i popoli finirono per la loro empietà e perfidia sotto il giudizio di Dio, di loro troviamo profetizzato in Sofonia (2:9): "Perciò, com'è vero che Io vivo - dice il Signore degli eserciti, Dio d'Israele - Moab diventerà come Sodoma e Ammon come Gomorra: una selva di ortiche, una salina, un deserto per sempre. Il resto del Mio popolo li saccheggerà, il residuo della Mia nazione li possederà".

Conclusioni

È sempre così, prima satana ci fa credere che quello che ci sta davanti è ciò che "tutti fanno". Poi ci spinge a tutti i costi a fare il male, dopodiché una volta caduti cerca di farci cadere continuamente, così da tenerci in pugno, facendoci ricadere nella schiavitù del peccato.
Purtroppo le conseguenze di quello che satana "apparentemente" maschera con l'essere "nulla" o "poca cosa", spesso poi sono l'ostacolo più grande alla vita del credente.
Non dobbiamo dimenticare che sulla via della Terra Promessa, proprio nei campi di Moab gli Israeliti caddero nell'idolatria e nella fornicazione più sfrenata, a causa dei lacci e delle seduzioni poste in essere dai loro "nemici", i Moabiti.
Ma grazie siano rese a Dio che porta a compimento la Sua benedizione nei confronti di coloro che invece Lo temono, Lo amano e Lo onorano.
Come gli empi periranno la sorte dei giusti invece sarà quella di gioire per sempre alla presenza dell'Eterno.

Ritornando alle nostre due sorelle, figlie di Lot, dobbiamo ricordare che non basta essere scampati dal giudizio di Dio se la nostra mentalità è rimasta come quella degli abitanti del mondo che ci circonda, cioè dei Sodomiti! Se non ci incamminiamo, e avanziamo sulla via segnata dall'esempio del nostro Signore e della santificazione, il rischio sarà che prima o poi il nostro comportamento ricalcherà, in un modo o nell'altro, le orme del mondo e quelle del suo "principe": satana.
E questo avrà sicuramente dei malefici influssi sia su di noi sia su coloro che si aspettano di vedere in noi gli esempi di pazienza e fedeltà alla Parola e ai suoi insegnamenti, e di ubbidienza all'unico Signore e Salvatore.

Ho personalmente tratto un grande beneficio dalla Parola di Dio e dallo studiare questa vicenda per riflettere sulla mia vita di credente, sulle scelte della mia vita e sull'esempio che il Signore mi chiama a dare nella mia famiglia e ai miei figli!
Chiediamo al Signore di aiutarci, perché la nostra mente sia del tutto rinnovata e continuamente trasformata.
Ricordiamoci che il nostro vecchio uomo, il nostro vecchio "Io" è sempre lì, pronto a "saltar" fuori e a darci fastidio, a meno che non rinunciamo a vivere per noi stessi e lasciamo vivere in noi il Signore (Galati 2:20).
Qualcuno ha detto che o il credente è rivestito del Signore, oppure ha la sua vecchia natura. Non è prevista la nudità del credente (2 Corinzi 5:17).

Cosa fare giorno dopo giorno?
Occorre stare in guardia!
Il Signore Gesù stesso ci ha lasciato questo insegnamento: "Vegliate!".
Per ben tre volte in Marco 13 (vv. 33, 35, 37) ha chiaramente espresso la Sua preoccupazione verso di noi.
Se siamo troppo contenti del mondo, oppure le cose dello spirito ci infastidiscono, o non ci danno più alcun piacere, allora il segnale d'allarme deve scattare.
Come le figlie di Lot vollero seguire i loro istinti e non la Parola di Dio, così dobbiamo vigilare sulla nostra vita.
Proprio per evitare i risultati delle azioni delle figlie di Lot, dobbiamo sempre portare a Dio tutti i nostri desideri e pensieri e chiedere a lui di darci le risposte per la nostra vita e le nostre scelte, attendendo pazientemente le Sue risposte.

Abbiamo visto che solo la Grazia del Signore può impedire alle nostre vite di scendere negli abissi del male, dove satana vuole trascinarci, ma dobbiamo vegliare e sottostare alla condizione che quotidianamente siamo vicini al Cielo dove il nostro Signore abita e ci attende.

Enrico Pasquini

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