LA PIENEZZA DELLO SPIRITO
Si è già constatato l’insegnamento della Bibbia secondo il quale tutti i credenti sono stati battezzati dallo Spirito Santo e l’assenza di qualsiasi suggerimento perché chi ha già accettato Cristo debba ancora cercare di ricevere lo Spirito o di parlare in lingue. Ciò però non significa che bisogna essere soddisfatti di una vita carnale, lontana da Cristo. Anzi, ci si deve impegnare ad essere riempiti dello Spirito come comanda la Bibbia: "E non v’inebriate di vino; esso porta alla dissolutezza; ma siate ripieni dello Spirito (Efesini 5:18).
L’attività dello Spirito Santo non è di glorificare se stesso o di far sì che la gente lo cerchi, ma di glorificare Cristo: "Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà (Giovanni 16:14). A Castellammare di Stabia ci sono delle potenti luci che illuminano il castello di notte. Quelle luci non richiamano l’attenzione su se stesse, anzi, sono nascoste, ma attirano l’attenzione sul castello. La Bibbia insegna che lo Spirito Santo mette lo sguardo del credente su Cristo, e la Chiesa che predica un vangelo dello Spirito Santo, anziché il vangelo del Signor Gesù Cristo, sbaglia gravemente.
Che cosa significa "la pienezza dello Spirito"
"La pienezza dello Spirito" nella vita del credente, quando viene menzionata, è normalmente collegata a qualche opera che può essere fatta soltanto con la potenza di Dio; in alcuni casi però il termine descrive la qualità di vita che caratterizza una persona spirituale.
È importante capire ciò che la Bibbia insegna della pienezza, un soggetto spesso confuso, ma non troppo complicato se si esaminano nel N.T. tutti i passi a riguardo.
Oltre a quello citato sopra, vi sono riferimenti in: Luca 1:15 L’angelo annunziò la nascita di Giovanni Battista dicendo che egli sarebbe stato ripieno dello Spirito Santo fin dal seno di sua madre.
Luca 1:41 Elisabetta, riempita dallo Spirito, esclamò che la madre di Gesù era benedetta. Luca 1:67 Zaccaria, riempito dallo Spirito, profetizzò di Cristo e che Giovanni Battista doveva preparare la Sua via.
Luca 4:1 Gesù, ripieno dello Spirito, fu condotto nel deserto per essere tentato.
Atti 2:4 Nella Pentecoste i discepoli, ripieni dello Spirito, predicarono agli stranieri nelle rispettive lingue.
Atti 4:8 Pietro, ripieno di Spirito, predicò il vangelo di Cristo ai suoi accusatori.
Atti 4:31 I discepoli, pur conoscendo il divieto di predicare, essendo ripieni dello Spirito, predicarono con franchezza.
Atti 6:3,5 Scelsero diaconi pieni di Spirito Santo.
Atti 7:55 Stefano, pieno dello Spirito, vide la gloria di Dio, l’annunziò e morì.
Atti 9:17 Anania fu mandato da Saulo perché recuperasse la vista e fosse pieno dello Spirito Santo.
Atti 11:24 Barnaba era pieno dello Spirito e una gran moltitudine fu aggiunta al Signore.
Atti 13:9 Paolo, pieno dello Spirito, rese cieco un mago.
Atti 13:52 I discepoli erano pieni di allegrezza e di Spirito Santo nella persecuzione.
Non è un’emozione In Atti 13:52 la pienezza dello Spirito viene associata all’allegrezza, ma un esame attento di tutti i passi mostra chiaramente che essa non era una sensazione emotiva, data allo scopo di sperimentare un’estasi, ma qualcosa che veniva concessa per affrontare meglio un servizio per Dio. Nella Bibbia, coloro i quali erano ripieni dello Spirito non cercavano mai la pienezza per provare una nuova emozione o vantarsi del loro dono, ma, di regola, la ricevevano per servire il Signore. Chi ricerca la pienezza per scopi indegni si rende facile preda di Satana che lo attirerà nel suo laccio facendogli vivere esperienze che non sarà facile distinguere da quelle che sono secondo la volontà di Dio.
Tali esperienze spesso inducono i credenti a fare sempre più affidamento sull’emotività che sulla Parola di Dio, ma poi, quando quelle vengono meno, essi sprofondano nello scoraggiamento e nella depressione.
Per capire meglio come le emozioni entrino nella relazione con Dio, si può fare
l’esempio di una coppia di sposi. All’inizio del matrimonio, stando vicini, essi
proveranno delle emozioni fortissime, ma nel corso di venti anni di vita vissuta insieme, in armonia e amore, indubbiamente ci saranno periodi in cui il sangue bollirà di meno. Coloro allora che si saranno sposati soltanto sulla base di sensazioni, allorché non avvertiranno più, delle forti emozioni, rischieranno di rimanere delusi e, taluni, per provare di nuovo le emozioni di prima, cercheranno altri partners.
Il giusto vivrà per fede La Bibbia dice "Il giusto vivrà per fede" (Galati 3:11) e "or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che Egli è, e che è il remuneratore di quelli che lo cercano" (Ebrei 11:6). Chi serve il Signore con fedeltà, vivrà dei periodi in cui sentirà il suo amore con più forza ed altri in cui non avvertirà la sensazione della Sua presenza. Anche in questi momenti, però, bisogna continuare a credere che Dio è sempre lo stesso e ad avere fiducia nella Sua Parola; non ci si deve basare sui propri sentimenti perché "Il giusto vivrà per fede". Chi vive per i suoi sentimenti avrà una vita carnale o, al meglio, fatta di alti e bassi e sarà portato a dubitare perfino della sua salvezza. "Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità" (1 Giovanni 1:9).
Gesù ha detto che, se si vuole seguirLo, si deve prendere la propria croce. Non è dato per scontato che sarà facile, né bello fino a quando non si starà in cielo con Lui, ciò nondimeno "Il giusto vivrà per fede". È per fede che si è accettato Cristo ed è per fede che si deve vivere per Lui.
Mentre la Bibbia non chiede mai al credente di ricercare il battesimo dello Spirito Santo, Efesini 5:18 comanda "Siate ripieni dello Spirito". Per fede si decide di ubbidire, di confessare i propri peccati, di togliere i vestiti sporchi della carne, e di rivestirsi di quelli nuovi dello Spirito per offrire a Dio un vaso pulito da riempire, poi lo si servirà nel modo che Egli indicherà perché "tutti quelli che sono condotti dallo Spirito di Dio sono figliuoli di Dio".
Ricapitolando: la pienezza dello Spirito viene proprio dalla relazione del credente con lo Spirito di Gesù Cristo. Se si è pieni di se stessi e preoccupati per i propri sentimenti, si lascia poco spazio per essere riempiti dallo Spirito; se, invece, camminando col Signore ci si dà al servizio degli altri, come Egli vuole, si è sulla buona strada. Allorché si saranno confessati tutti i peccati a Dio, perché abbia un tempio pulito, ci si dovrà mettere subito al Suo servizio, chiedendoGli di essere di guida in ciò che vuole si faccia.
Intanto la Bibbia, che è il primo luogo dove trovare la Sua guida, serve anche per giudicare e provare qualsiasi altro tipo di guida. Poi, una volta messi a servizio di Dio, si può avere la certezza che Egli farà la Sua parte. "Il giusto vivrà per fede" e la fede è la certezza delle cose che non si vedono.
Una guida sicura
Oggigiorno, c’è una crescente tendenza di metter le rivelazioni odierne al di sopra della Scrittura. Alcuni seguono le filosofie del modernismo e della neoortodossia che mettono in dubbio la credibilità della Parola di Dio. Perché allora considerarla come nostra autorità?
Dio stesso ha dato, tramite lo Spirito Santo, la Bibbia: "Sapendo prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura procede da vedute particolari; poiché non è dalla volontà dell’uomo, che venne mai alcuna profezia, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo (2 Pietro 1:20-21). Nei versetti precedenti Pietro, parlando da parte di Dio, ha appena raccontato di quando, stando con Cristo sul monte, ha assistito alla Sua trasfigurazione, vedendoLo con i propri occhi e udendo con le proprie orecchie le parole pronunciate dal Padre in quel momento; nonostante questo, egli affermò che esiste qualcosa di più solido di ciò che ha visto e sentito! La "Profezia della Scrittura". Sì, la Scrittura che Dio dichiara di avere ispirato è utile e autorevole per insegnare e ad essa ci si può affidare.
Inconfutabilmente autenticata
Dio ha autenticato la Scrittura rendendola diversa da tutti gli altri libri, perché la Sua Parola superi ogni prova. Molte ed inconfutabili prove attestano l’ispirazione della Bibbia.
La profezia è una di queste prove. Se qualcuno potesse prevedere qualche giorno del futuro, potrebbe diventare incalcolabilmente ricco comprando e vendendo azioni di borsa, ma, anche se la sua chiaroveggenza non riuscisse a spingersi a tanto e potesse guardare avanti soltanto di qualche secondo, potrebbe acquistare lo stesso grandi ricchezze al casinò. Eppure nessuno ci riesce!
Nelle profezie della Bibbia, invece, Dio descrisse la storia centinaia di anni prima che gli avvenimenti si verificassero. Di Gesù fu scritto nell’Antico Testamento, centinaia di anni prima, che la Sua nascita sarebbe avvenuta in Betlemme, da una vergine della stirpe di Davide, e che più tardi sarebbe anche andato in Egitto; che sarebbe morto con le mani ed i piedi forati, che i soldati avrebbero tirato a sorte i suoi vestiti e che Egli avrebbe dato la vita per i nostri peccati e poi sarebbe isuscitato.
Un’altra conferma si nota dal fatto che sebbene i 66 libri della Bibbia sono stati scritti nell’arco di 1500 anni, da autori di differenti estrazioni sociali e in periodi di idee divergenti e spesso contraddittorie, questi libri sono così in sintonia tra loro che si tende a considerarli un solo libro. Le librerie del mondo sono a disposizione! Si provi pure a raccogliere altri 66 libri, non scritti in 1500 anni, ma soltanto nell’arco di 100 anni che non si contraddicano. L’impresa è impossibile! Basta guardare, infatti, nel campo della filosofia: si vedrà che quasi ogni nuovo filosofo cerca di dimostrare che gli altri erano in errore. Nel campo della medicina, George Washington, il primo presidente degli Stati Uniti, che pure fu curato dai migliori medici del suo tempo, morì non a causa del raffreddore che l’aveva colpito, bensì a motivo di una cura molto praticata all’epoca, ma rivelatasi sbagliata più tardi, cioè quella di estrarre il sangue. Brillando come un gioiello nel buio, invece, i libri della Bibbia, nonostante siano stati scritti nell’arco di 1500 anni, si completano armoniosamente.
La Bibbia cambia la vita
Un’altra delle prove che Dio fornisce per dimostrare l’ispirazione della Bibbia è che anche oggi essa riesce a trasformare la vita degli uomini.
Non pochi, ad esempio, sono gli ex-ladri ed assassini che lavorano per aiutare gli altri; drogati e alcolizzati guariscono e tornano alle loro famiglie. La Bibbia è il libro più tradotto e venduto nel mondo oggi, come lo è stato attraverso tutta la storia, proprio perché Dio lo usa per portare l’uomo ad accettare Cristo che, mediante lo Spirito Santo, entra nella vita e trasforma il credente.
Sopra ogni altra autorità
Il Signore, oltre ad affermare di essere stato Egli stesso il divino autore della Bibbia, spiega anche a cosa serve: "Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere a correggere a educare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni opera buona" (2 Timoteo 3:16-17). Compito della Bibbia, allora, è quello di insegnare, riprendere, correggere. Dunque, sebbene questo non escluda la consultazione di altri libri o insegnamento di persone capaci, si può senza dubbio affermare ch’essa sola deve essere l’arbitro, il giudice, il critico, l’autorità finale! È ovvio che nei casi in cui gl’insegnamenti di altri libri, profeti o autorità non collimano con ciò che dice la Scrittura si dovranno rifiutare questi e non la Bibbia.
Eppure si sente gente che dice: "Non abbiamo molto bisogno della Bibbia, perché noi abbiamo il dono della profezia!"
Bisogna usare il metro della Scrittura per vagliare le altre "autorità", perché il diavolo cerca di ingannare e di sviare i credenti. Dio ha comandato di non credere agli spiriti o ai profeti senza metterli prima alla prova: "Carissimi non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono apparsi nel mondo" (1 Giovanni 4:1). E in questo stesso passo, poi, Giovanni, proseguendo, spiega come proprio a causa di certi spiriti non provati secondo la Scrittura, a suo tempo si diffuse una eresia.
Il Signore comanda inoltre di giudicare i profeti: "Parlino due o tre profeti e gli altri giudichino" (1 Cor. 14:29); avverte: "Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono a voi in vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci" (Matteo 7:15), e, infine, ordina di esaminare tutto: "Non disprezzate le profezie; ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene" (1 Tessalonicesi 5:20-21).
Paolo lodò la chiesa di Berea proprio perché non si limitava soltanto ad ascoltare la sua predicazione, ma, per accettarla, la confrontava prima con la Scrittura: "Or questi furono più generosi di quelli di Tessalonica, in quanto che ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando tutti i giorni le Scritture per vedere se le cose stavano così" (Atti 17:11).
Si deve ringraziare il Signore che la stragrande parte del Movimento Pentecostale-Carismatico è riuscito fin adesso ad evitare gli errori del modernismo e della neo-ortodossia che hanno devastato le altre denominazioni negli ultimi cento anni, sostituendo come autorità finale la sapienza umana alla Parola di Dio. Bisogna però suonare l’allarme perché oggi si nota una crescente tendenza ad accettare i Carismatici Cattolici come fratelli nella fede, basta che parlino "in lingue". Molti dei Cattolici, sia Carismatici che non, accettano gli errori della teologia "liberale", e perciò esiste il rischio che quegli errori che non sono entrati per il portone entrino per la porta di dietro. Più pericoloso ancora è il comportamento di molti carismatici anche di una certa autorità, nell’ambiente protestante che accettano le idee del movimento ecumenico e cercano di condurre i loro gruppi e il movimento carismatico stesso ad una unione con la Chiesa Cattolica e pensano che tale unione non porterebbe le chiese evangeliche sotto l’autorità del Papa, oppure che egli potrebbe diventare un buon credente. Ingenuamente ricevono tutti quelli che parlano "in lingue" come se fossero salvati e battezzati dallo Spirito.
Anche chi vorrebbe giustificare l’idolatria cattolica quando viene praticata da colui che parla "in lingue" dovrebbe chiedergli: "Se qualcuno ti domandasse: - come posso avere la salvezza dell’anima? Cosa risponderesti?" Se risponde insistendo che è per merito delle sue azioni, difficilmente egli si è affidato a Cristo come Salvatore, e coloro che si affidano ad un’altra salvezza non sono affatto fratelli nella fede.
Come interpretare la Bibbia
Uno dei principi che storicamente ha separato il Protestantesimo dal Cattolicesimo è stata l’insistenza dei Protestanti che qualunque redente, guidato dallo Spirito, può interpretare la Bibbia. La ragione sta in gran parte nel fatto che, quando un brano non indica il contrario, non deve essere interpretato allegoricamente, ma secondo ciò che veramente dice. Chi crede il contrario, di solito, è costretto a ricorrere all’interpretazione che ne dà qualche autorità sia essa il papa, un pastore, o il capo di qualche setta perché per molti passi le possibili interpretazioni allegoriche sono quasi infinite.
Dio avverte: "Guardate che non vi sia alcuno che faccia di voi sua preda con la filosofia e con vanità ingannatrice secondo la tradizione degli uomini, gli elementi del mondo, e non secondo Cristo" (Col. 2:8).
È importante anche non basare le dottrine su versetti tolti dal loro contesto, ma leggere sempre i versetti che precedono e quelli che seguono confrontandoli anche con i passi corrispondenti in altre parti della Bibbia. La Bibbia, usata onestamente, è il fondamento da cui nascerà la sana dottrina.
Come non interpretare la Bibbia
Spesso si è tentati di usare a fin di bene dei mezzi che non sono affatto graditi a Dio. Un credente spesso minacciava la figlia dicendole che, se non gli avesse ubbidito, l’avrebbe mandata in collegio. Era una bugia bella e buona, perché egli non aveva la minima intenzione di mandarcela, ma ciò convinceva la ragazza ad ubbidire.
Dio però, avverte: "Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri" (Efesini 4:25).
Molti non direbbero mai delle bugie ai figli, ma i problemi sorgono quando la
tentazione si presenta in un campo più "spirituale". Come fare quando la Bibbia
insegna qualcosa che è in contrasto con un personale concetto di spiritualità? È lecito cambiare la Scrittura o divorziarla dal suo contesto per fingere che va d’accordo con un particolare punto di vista? Ebbene, se non si riesce ad insegnare ciò che essa dice, è meglio evitare del tutto l’insegnamento su quell’argomento anziché dire "no" quando Dio dice "sì". Ci si potrebbe trovare in lotta con Lui.
"Ma"
È diventato quasi una moda, per incoraggiare l’uso delle "lingue" nella chiesa, citare un passo soltanto fino al "ma" il che cambia tutto il suo significato.
"Io ringrazio Dio che parlo in altre lingue più di tutti voi" (1 Corinzi 14:18). Non si contano le volte che si sente citare queste parole fin qui, ma, in verità, questa non è che la metà della frase. La parola che segue è "ma" e, fingendo che vi sia invece un punto seguito dalla maiuscola di una nuova frase si capovolge completamente l’insegnamento. Leggendo soltanto questa metà della frase, si può con facilità utilizzarla per incoraggiare la ricerca del dono delle lingue nell’assemblea, ma, letta per intero, risulta chiaro, invece, che l’intento è di scoraggiarlo nel modo più assoluto. Infatti la proposizione intera è: "Io ringrazio Dio che parlo in altre lingue più di tutti voi; ma nell’assemblea preferisco dir cinque parole intellegibili per istruire anche gli altri, che dirne diecimila in altra lingua" (1 Corinzi 14:18-19). Come regola, se si dubita che un passo sia stato usato onestamente, si guardi se è seguito da un
"ma".
È necessario pregare che il Signore ci dia la forza di essere così onesti, nell’usare la Sua Parola, da essere pronti a cambiare le proprie opinioni per seguire la Bibbia anziché camuffarla per adattarla alle proprie convinzioni. Chi vuole essere creduto nelle cose che afferma, non dovrebbe usare le Sacre Scritture in modo disonesto.
Serpenti e veleno
Nei più vecchi manoscritti mancano gli ultimi versetti che si leggono nel vangelo di Marco e quindi non si è sicuri se essi siano genuini o siano stati aggiunti in epoca posteriore; è meglio perciò usare altri passi per formulare le dottrine. Questo brano, comunque, dice che i credenti sarebbero accompagnati dai seguenti segni: cacciare i demoni, parlare in altre lingue, prendere i serpenti in mano e berne il veleno rimanendo incolumi. La Bibbia racconta come la maggioranza di questi segni si ebbero veramente al tempo degli apostoli, ma i suddetti versetti sono spesso usati per affermare che ancora oggi si deve parlare in lingue. Non ci si deve chiedere, però, se è onesto scegliere dall’elenco una cosa soltanto, cercarla con tutto il cuore, e buttar via tutte le altre? Perché le lingue sì e il veleno no?
Un gruppo di chiese pentecostali, che negli Stati Uniti usa questo passo per insegnare la ricerca delle "lingue", vuole essere più onesto, accettando non soltanto ciò che gli fa comodo. Infatti, durante il culto, tutti i membri del gruppo si passano l’un l’altro dei serpenti velenosi e ottengono molta pubblicità perché ogni tanto, qualcuno muore a causa dei morsi! Da quel che si conosce però nessuno beve il veleno.
Che deve fare allora il credente che si trova di fronte a coloro che danno insegnamenti non fedeli alla Bibbia? Quando quelli che lo fanno sono i testimoni di Geova, li riprende, ma quando si tratta di evangelici rispettati, spesso, si vergogna di farlo. Bisogna stare attenti, però, nel seguire persone che usano la Bibbia in modo disonesto perché, se esse lo fanno deliberatamente, non sono degne di lealtà, se invece lo fanno per ignoranza, accadrà che prima o poi, come ciechi che seguono i ciechi, cadranno: "Fratelli, non siate fanciulli per senno; siate pur bambini quanto a malizia, ma quanto a senno, siate uomini fatti" (1 Corinzi 14:20).
Una delle ragioni per cui molti non entrano a far parte del movimento carismatico è l’uso inesatto della Scrittura. Orbene, fratelli, non è necessario ricorrere a passi travisati per sostenere un insegnamento che è veramente biblico, perché ci sono altri passi più chiari che lo spiegano; quando, al contrario, la dottrina che si vuol sostenere non è biblica, ci si deve astenere dall’insegnarla.
L’immaginazione scatenata?
Oltre ai travisamenti più comuni e largamente accettati della Scrittura, ce ne sono moltissimi altri ancora e di ogni specie. Il colmo, comunque, di tante distorsioni della Parola si trova in un articolo stampato prima su un giornale in lingua inglese, poi tradotto e ristampato in due giornali italiani. Fra le sue sette ragioni addotte per parlare in "lingue", quasi tutte un po’ disoneste, il gioiello era questo: "In tutte le circostanze (eccetto una) in cui il libro degli Atti parla di quelli che erano riempiti di Spirito Santo, vediamo che i credenti parlavano in altre lingue. E nell’unica eccezione, non possiamo logicamente concludere che non parlarono in lingua, sebbene non espressamente detto".
È vero che, in Atti, i ripieni dello Spirito parlarono sempre in lingue come quest’autore afferma? Il termine "riempito dello Spirito Santo" si trova nove volte nel libro degli Atti e, delle nove, soltanto in una la Bibbia dice che i discepoli parlarono in lingue quando erano ripieni dello Spirito Santo, ed esattamente il giorno della Pentecoste (Atti 2:4). Tutte le altre volte no!
Se l’autore sia stato un bugiardo o se abbia in buona fede ripetuto ciò che aveva sentito da altri, non si sa, ma, il fatto che tali errori vengano pubblicati in stimati giornali evangelici, sottolinea la necessità che ogni credente ha di studiare la Scrittura, controllando tutto ciò che gli viene presentato alla luce della Parola della Verità.
Dunque Satana veramente si trasforma in angelo di luce e cerca di sedurre gli eletti. Se ha tentato il Signore, non lo farà con i servi? E tanto più quando si tratta di membri appartenenti ad un movimento che ha strappato tanti dal controllo del principe di questo mondo per portarli nel regno di Dio! Ha tentato il Signore in un modo che sembrava essere spirituale, completo di riferimenti biblici usati male.
Possano i carismatici e pentecostali italiani ricevere la grazia di conservare tutto il loro amore per Dio e l’entusiasmo nel servirLo, insieme con un nuovo coraggio e più profondo discernimento per combattere qualsiasi corrente antibiblica mandata dal nemico per sviare l’efficacia stessa del movimento.
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