La forza dell'amore è incommensurabile ed è questa che ha cambiato la storia dell'umanità. L'amore di Dio è troppo grande per essere spiegato con parole umane, perché esprime la Sua natura divina, ma possiamo prendere spunto dalla Parola di Dio e leggere che: "Dio è amore" (1 Giovanni 4:8, 16). Lo Spirito Santo ci rivela che l'amore è l'essenza del carattere di Dio e di conseguenza della Sua opera

 

La vita di ogni essere umano è caratterizzata da continue decisioni: alcune semplici, altre impegnative. Volenti o nolenti ci troviamo in ogni istante della nostra esistenza a dover decidere.

Ma che nesso c'è allora tra le decisioni da prendere e l'amore?

Siamo forse comandati ad amare?

Indubbiamente sì, anche se amare Dio, il prossimo, la moglie, il marito o il nemico, presuppone un atto volontario.

Se l'amore fondamentalmente fosse soltanto un sentimento, non si potrebbe ubbidire a questo comandamento. I sentimenti non sono soggetti a comando. In effetti, come si può amare il prossimo su comando?

Per comprendere ed ubbidire al comandamento, dobbiamo perciò prima conoscere la natura dell'amore.

Amare non è un invito, ma è un comando divino!

La forza dell'amore, quello di Dio, è incommensurabile ed è questa che ha cambiato la storia dell'umanità.

L'amore di Dio è troppo grande per essere spiegato con parole umane, ma può essere sperimentato.

La parola "debito" deriva dal verbo latino "debere" che significa "essere obbligato, dovere". Per debito, infatti, siamo soliti intendere ciò che è dovuto ad altri. Se abbiamo ottenuto un prestito, infatti, abbiamo contratto un debito che ci impone un obbligo economico e morale nei confronti di chi, dandoci fiducia, ci ha fatto credito.

Un fatto è certo: un debito è spesso un macigno del quale la persona desidera liberarsi il prima possibile, proprio perché il pensiero di sapere che qualcuno vanta un credito nei nostri confronti può arrivare a schiacciarci così tanto da toglierci il sonno. Esiste però un debito "speciale, unico", che differisce da tutti gli altri, contratto da colui "che è nato di nuovo": un debito d'amore.

 

QUALCUNO HA PAGATO

Si racconta la storia di un re che un giorno indisse un bando nel suo paese, per stabilire chi fosse l'uomo più forte del regno.

Si presentarono in diversi ed ognuno mostrava la sua forza in maniera differente: chi sollevava pesi, chi mostrava muscoli, chi manifestava la sua arte guerriera; ognuno di essi impressionava sempre di più sia il re che la sua corte.

Infine si presentò un uomo mingherlino, con abiti strappati che disse: "Io voglio mostrarti la mia forza!"

"Cos'hai da mostrarmi?" disse il re.

"Una volta avevo una bella casa, una splendida famiglia, dei meravigliosi figli; un giorno le tue truppe sono giunte nei pressi di casa mia: l'hanno devastata, hanno distrutto i miei raccolti, hanno ucciso mia moglie e miei figli e mi hanno ridotto in grande povertà; ma io sono qui, oh re, per dirti: ti perdono!"

Ebbene, era quello l'uomo più forte del regno!

La forza dell'amore è incommensurabile ed è questa che ha cambiato la storia dell'umanità.

L'amore di Dio è troppo grande per essere spiegato con parole umane, perché esprime la Sua natura divina, ma possiamo prendere spunto dalla Parola di Dio e leggere che: "Dio è amore" (1 Giovanni 4:8, 16).

Lo Spirito Santo ci rivela che l'amore è l'essenza del carattere di Dio e di conseguenza della Sua opera.

Nel Nuovo Testamento vediamo come "agapan", uno dei significati della parola amore, venga trasformato ed ampliato in modo particolare e unico; se originariamente, infatti, voleva significare: "Trattare con gentilezza", vediamo come esso si trasforma

in "amore verso chi per natura non merita e non è desiderabile". Possiamo dunque comprendere meglio come Dio ama tutti gli uomini, indifferentemente.

Il Suo amore è

più che un semplice sentimento: "In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che Egli ha amato noi, e ha mandato Suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati" (1 Giovanni 4:10).

In questo verso non viene data alcuna spiegazione teorica dell'amore, né è contenuto alcun principio, ma semplicemente vi è l'annunzio di un evento storico divenuto poi eterno: il dono di Cristo Gesù.

L'apostolo parla dell'amore in generale: "In questo è l'amore...", ma non aggiunge alcuna specificazione, come se l'uomo non fosse capace di alcun sentimento degno di essere chiamato "amore" dinanzi a Dio. Nel Nuovo Testamento, infatti, si legge come l'uomo non sia in grado di amare in modo puro e disinteressato e pertanto di piacere a Dio: "Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente" (1 Corinzi 13:3). Dio non è amore teorico, ma concreto: "Dio mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi" (Romani 13:3).

Dio ci ha amato e ha donato Gesù per il perdono dei nostri peccati. Ecco la prova dell'infinità del Suo amore per l'uomo!

Tutto questo era necessario per l'impossibilità dell'uomo di acquistarsi il favore divino. Solamente per Grazia, la debole e fragile creatura, può aspirare a godere del dono di una natura trasformata, che gli permetterà di amare secondo il comandamento divino.

Gesù ha pagato al posto nostro il debito del nostro peccato ed è a Lui che ogni giorno

chiediamo di "rimetterci i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori" (Matteo 6:12).

Ma siamo veramente disposti a pagare il debito dell'amore?

 

UN DEBITO CONTRATTO

La vita di ogni essere umano è caratterizzata da continue decisioni: alcune semplici, altre impegnative. Volenti o nolenti ci troviamo in ogni istante della nostra esistenza a dover decidere.

Ma che nesso c'è allora tra le decisioni da prendere e l'amore?

Ebbene, attraverso la Sua parola, Dio ci comanda di amare e di vivere in funzione dell'amore stesso: "Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua e con tutta la tua mente" (Matteo 22:37). Ai mariti Gesù comandò: "Mariti, amate le vostre mogli" (Efesini 5:25) e ai Suoi discepoli chiese di amare i loro nemici.

Comandati ad amare?

Indubbiamente sì, anche se amare Dio, il prossimo, la moglie, il marito o il nemico, presuppone un atto volontario.

Se l'amore fondamentalmente fosse soltanto un sentimento, non si potrebbe ubbidire a questo comandamento. I sentimenti non sono soggetti a comando.

In effetti, come si può amare il prossimo su comando?

Come si fa ad amare un coniuge diventato il peggiore nemico?

Per comprendere ed ubbidire al comandamento, dobbiamo perciò prima conoscere la natura dell'amore. Contrariamente a ciò che pensano molti, l'amore non è un oceano di emozioni, non è qualcosa che ti "cattura" improvvisamente. L'amore vero non è un'emozione poiché col tempo le emozioni scompaiono, di contro: "L'amore non verrà mai meno" (1 Corinzi 13:8). Quando Gesù ci dice di amare i nostri nemici, Egli non desidera che ci sediamo davanti a loro aspettando, fino a quando nascano nel nostro cuore sentimenti benevoli nei loro confronti!

Amare non è un invito, ma è un comando divino e per questo dobbiamo farlo, ci piaccia oppure no!

Dobbiamo amare anche la persona più antipatica, pure se non ci sentiamo di farlo!

Consideriamo i termini in cui Dio parla dell'amore: "Dio ha tanto amato il mondo da dare... Egli mi ha amato, ed ha dato Se stesso per me.... Mariti, amate le vostre mogli come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato Se stesso per lei...".

Notiamo quindi come il comune denominatore dell'amore biblico sia "dare e darsi".

Dare è qualcosa che si decide di fare volontariamente, senza un secondo fine, se non quello dell'amore.

 

UN DEBITO CHE SI RINNOVA

Se un tuo nemico dovesse aspettare che sorgano in te amorevoli sentimenti prima di poterlo amare, dovrebbe aspettare un'intera vita, poiché per l'uomo è umanamente impossibile riuscire ad amare da sé, infatti, leggiamo: "Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore" (1 Giovanni 4:8).

Solo Dio può e vuole metterci in condizione di amare, fornendoci attraverso l'opera dello Spirito Santo ciò di cui abbiamo bisogno. Egli ci mette in grado di amare e sovvenire al bisogno altrui; Paolo ci dice: "L'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato" (Romani 5:5).

Quando Cristo decise di farti oggetto del Suo amore, non era perché eri amabile. Egli lo fece proprio quando eri Suo nemico, venendo incontro al tuo disperato bisogno.

Il tuo amore deve riflettere l'amore di Cristo: "Noi Lo amiamo, perché Egli ci ha amati per primo" (1 Giovanni 4:19).

Pensiamo allora a quella persona non amabile che Dio vuole che amiamo. L'apostolo Paolo affermava di essere "debitore ai greci quanto ai barbari" (Romani1:14), senza alcun tipo di discriminazione.

Iniziamo oggi a dare, chiedendo al nostro Signore di infondere il Suo amore nei nostri cuori.

Amare è la decisione che Dio vuole che noi prendiamo sempre.

Indebitiamoci d'amore: "Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri" (Romani 13:8).

 

Domenico Modugno

 

Tratto da "CRISTIANI OGGI" Ottobre 2009

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