Interessante documentazione realizzata dagli alunni della classe 5B della scuola elementare "Silvani" di Bologna. Anno scolastico 2000 / 2001 ---

In collaborazione con l'aula didattica del Museo Ebraico abbiamo cercato di scoprire le testimonianze ebraiche a Bologna; gli aspetti della loro religiosità e le loro tradizioni.
Il primo incontro è avvenuto fuori dal museo: abbiamo percorso tutte le strette strade dell'antico ghetto ebraico e alcune strade fuori da esso: via Goito e via S. Stefano perché ci sono due palazzi che testimoniano la presenza a Bologna di due famiglie ebraiche molto importanti.
Siamo andati poi al museo civico Medioevale per fotografare le lapidi provenienti dall'antico cimitero ebraico di via Orfeo.
Gli altri incontri si sono svolti nell'aula didattica del museo e visitando il museo stesso.

Il "Museo Ebraico" di Bologna si trova in via Valdonica 1/5.
Si può visitare da domenica a giovedì dalle 10 alle ore 18; il venerdì dalle 10 alle ore 16.
E' chiuso il sabato e nelle festività ebraiche.
La dottoressa Morelli Annalina organizza e segue le scolaresche nell'aula didattica del museo proponendo percorsi didattici per la conoscenza della cultura ebraica e la loro presenza a Bologna e in Emilia-Romagna.
Se volete, potete contattarla al numero 051/2911280.
Con noi è stata molto disponibile e paziente, ha reso semplice e chiaro tutto ciò che ci ha spiegato.

La presenza Ebraica a Bologna

Bologna é stata una città di forte ed importante insediamento ebraico.
Nella seconda metà del XIV secolo vi giunse una comunità di ebrei che si inserirono subito nel mercato locale perché erano specializzati soprattutto nell'attività bancaria.
Era un'attività tra le più praticate: a Piazza Maggiore e nella zona di Piazza di Porta Ravegnana, intorno alle due torri e davanti all'attuale Piazza della Mercanzia.
Un'altra area ereditizia era Piazza S. Stefano dove si trovava la casa della famiglia Sforno.
Gli ebrei si affermarono anche nel campo della medicina: la laurea gli veniva rilasciata dal pontefice.
Gli ebrei esercitavano vari mestieri: cocchiere, pittore, musico, oste e numerosi stracciaioli.
Importante fu anche la tipografia. Nel 1482 nella bottega di Josef Anraham Caravita si stampò il primo libro: il Pentateuco o Torah.
Nel XVI secolo gli ebrei crearono un intenso scambio culturale, una prova ci è data dall'accademia di Achille Bocchi.
Durante la signoria dei Bentivogli e sotto la dominazione pontificia, gli ebrei ebbero ottime relazioni cittadine: erano molto richiesti dai governi comunali per svolgere attività lavorative.
Con la bolla (documento ufficiale) del 1555 del Pontefice Paolo IV che stabiliva la costruzione dei ghetti per gli Ebrei, questa convivenza tra cristiani ed ebrei si interruppe.  

Il ghetto di Bologna

A Bologna il ghetto sorse in una zona dove già da tempo vivevano stabilmente molti membri della comunità ebraica. Era delimitato dall'attuale via Zamboni e via Oberdan. Via dell'Inferno era l'arteria principale del ghetto verso la quale si confluiva in un intreccio di stradine.
La bolla pontificia del 1555 stabiliva che gli ebrei abitassero assolutamente nello stesso quartiere e separati dalle abitazioni dei cristiani.
Due erano le porte di chiusura che si trovavano all'imbocco di via dei Giudei e di via Oberdan in corrispondenza dell'arcone su vicolo Tubertini. A mezzanotte i portoni del ghetto dovevano essere chiusi. All'interno del perimetro definito da pennellate bianche si trovano 50 case e 8 stalle.
Il ghetto fu realmente organizzato solo 11 anni dopo l'emanazione dell'ordine del pontefice poiché non fu semplice stabilire accordi tra i proprietari delle case e i nuovi affittuari: c'era il problema di allontanare da queste case i cristiani che le abitavano.
La vita della comunità si svolgeva tutta dentro al ghetto; c'era la casa della sinagoga dove gli ebrei si riunivano a pregare in via dell'Inferno 16.
Nel 1593 novecento ebrei lasciarono la città e per oltre due secoli non fu permesso ad un gruppo ebraico organizzato di vivere in città.
Se qualche viandante ebreo passava per Bologna poteva soggiornare solo all'osteria del "Cappello Rosso" (in via dei Fusari n. 9 esiste ancora un albergo con questo nome) così denominata per il cappello che gli ebrei erano costretti a portare come segno di riconoscimento.
Solo tra il 1859 e 1860 le comunità ebraiche riconquistarono la libertà.
Nel 1870 fu costruita a Bologna una piccola sinagoga. Nel 1928 fu inaugurato il tempio israelitico in via dei Gombruti n. 9. Il tempio fu danneggiato nel 1943 da una bomba ed è stato ricostruito nel 1954. Ospita oggi anche la sede della comunità ebraica.

In allegato gli interessanti lavoretti e ricerche dei bambini

 

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