E' vero che noi cristiani dovremmo santificare il Sabato? Alcuni credenti che amano davvero il Signore parlano spesso del fatto che dovremmo santificare il sabato anzichè la domenica.

Ecco cosa dice la Bibbia su questo tema.

Potremmo porre la domanda in maniera diversa: viviamo sotto la legge dell'Antico Testamente o sotto la grazia? In questo modo abbiamo già risposto alla vostra domanda, in quanto è evidente che voi e i vostri amici credenti siete figli di Dio. Il sabato, lo "shabbath", era un segno per i figli di Israele come scritto in Esodo 31:13-17: «Quanto a te, parla ai figliuoli d'Israele e di' loro: Badate bene d'osservare i miei säbati, perchè il sabato è un segno fra me e voi per tutte le vostre generazioni, affinchè conosciate che io sono l'Eterno che vi santifica. Osserverete dunque il sabato, perchè è per voi un giorno santo; chi lo profanerà dovrà esser messo a morte; chiunque farà in esso qualche lavoro sarà sterminato di fra il suo popolo. Si lavorerà sei giorni; ma il settimo giorno è un sabato di solenne riposo, sacro all'Eterno; chiunque farà qualche lavoro nel giorno del sabato dovrà esser messo a morte. I figliuoli d'Israele quindi osserveranno il sabato, celebrandolo di generazione in generazione come un patto perpetuo. Esso è un segno perpetuo fra me e i figliuoli d'Israele; poichè in sei giorni l'Eterno fece i cieli e la terra, e il settimo giorno cessò di lavorare, e si riposò».

La questione del sabato era di grande attualità nelle prime comunità cristiane, composte per la gran parte da ebrei. Essi si trovavano esattamente tra la nuova fede in Gesü e la loro antica tradizione religiosa. Il sabato non era più un tema centrale per coloro che volevano seguire Gesù Cristo!
Egli infatti non dava a questa festività l'importanza che invece gli attribuivano i religiosi del tempo (Giovanni 5:8, 7:23 e 9:14). E nelle lettere dell'apostolo Paolo non ci sono indicazioni in merito alla necessità di osservare il sabato ebraico.

Ad esempio Gesù è resuscitato nel primo giorno della settimana, e questo era il giorno in cui la comunità si riuniva. «Or nella notte del sabato, quando già albeggiava, il primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l'altra Maria vennero a visitare il sepolcro» (Matteo28:l). La tomba era vuota! Con la risurrezione di Gesù era cominciato qualcosa di totalmente nuovo!

«Or la sera di quello stesso giorno, ch'era il primo della settimana, ed essendo, per timore dei Giudei, serrate le porte del luogo dove si trovavano i discepoli, Gesù venne e si presentò quivi in mezzo, e disse loro: Pace a voi!» (Giovanni 20:19).

«E nel primo giorno della settimana, mentre eravamo radunati per rompere il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, si mise a ragionare con loro, e prolungò il suo discorso fino a mezzanotte...»(Atti20:7).

Paolo impartisce ai Corinzi l'ordine di riunirsi il primo giorno della settimana (domenica): «Ogni primo giorno della settimana ciascun di voi metta da parte a casa quel che potrà secondo la prosperità concessagli, affinchè, quando verrò, non ci sian più collette da fare» (l Corinzi 16:2).

Quando Paolo e Barnaba ritornarono dai loro viaggi missionari, si presentarono loro alcuni farisei che avevano abbracciato la fede in Gesù Cristo. Essi però erano ancora attaccati alla tradizione mosaica e non volevano rompere con le antiche abitudini religiose. E' nato cosi un vero e proprio dibattito e questo è stato il risultato della discussione: « Per la qual cosa io giudico che non si dia molestia a quelli dei Gentili che si convertono a Dio; ma che si scriva loro di astenersi dalle cose contaminate nei sacrifici agl'idoli, dalla fornicazione, dalle cose soffocate, e dal sangue» (Atti 15:19-20). Nessun riferimento al sabato!

Coloro che credono che sia indispensabile rispettare il sabato, dovrebbero Studiare attentamente l'epistola di Paolo ai Galati, in particolare i versetti 4:10-11 e 5:3. Voler a tutti i costi sostenere questa tesi potrebbe essere qualcosa di legato - anche solo a livello inconcio - al nostro desiderio di compiere al meglio la volontà del nostro Signore Gesù. E questo è proprio il contrario di ciò che Lui ci ha insegnato: «Voi che volete esser giustiflcati per la legge, avete rinunziato a Cristo; siete scaduti dalla grazia» (Galati 5:4).

Comunque alcuni potrebbero obiettare che rispettare il sabato è uno dei dieci comandamenti. Eppure nel nuovo patto non troviamo alcuna indicazione in merito alla necessità di rispettare questa festività. Ricordiamo cosa è scritto in Matteo 12:8: «Perchè il Figliuol dell'uomo è signore del sabato».

Quindi: «Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o al bere, o rispetto a feste, o a noviluni o a sabati, che sono l'ombra di cose che dovevano avvenire; ma il corpo è di Cristo» (Colossesi 2:16-17).

CDM

Argomenti

Ripigliatevi

Senza la domenica non possiamo vivere

a cura di Tommaso Stenico

1. Senza la domenica non possiamo vivere
2. Domenica giorno del Signore il signore dei giorni
3. Domenica pasqua settimanale
4. Domenica giorno dell'Eucaristia
5. Domenica giorno della Chiesa
6. Domenica giorno della missione
7. Domenica giorno di riposo e della gioia
8. Domenica giorno dell'uomo
9. Le celebrazione eucaristica,
cuore della domenica
10. La celebrazione eucaristica domenicale,
sorgente della missione
11. La Struttura della Celebrazione Eucaristica

12. Conclusione

1. Senza la domenica non possiamo vivere

E’ questa la bella testimonianza che i martiri della cittadina africana di Abitene (nell'odierna Tunisia) resero a Cristo durante la persecuzione di Diocleziano, agli inizi del IV secolo. Questi 49 martiri di Abitene, con a capo il prete Saturnino, hanno affrontato coraggiosamente la morte, pur di non rinnegare la loro fede nel Cristo risorto e non venir meno all’incontro con Lui nella celebrazione eucaristica domenicale. Perché? non certamente per la sola osservanza di un “precetto” – visto che solo in seguito la Chiesa stabilirà il precetto festivo. Allora, perché? Perché i cristiani, fin dall’inizio, hanno visto nella domenica e nell’Eucaristia celebrata in questo giorno un elemento costitutivo della loro stessa identità.

Alla luce della testimonianza dei martiri di Abitene acquista maggiore forza quanto scrivono i Vescovi italiani negli Orientamenti pastorali: «Ci sembra fondamentale ribadire che la comunità cristiana potrà essere una comunità di servi del Signore soltanto se custodirà la centralità della domenica, “giorno fatto dal Signore” (Sal 118,24), “Pasqua settimanale”, con al centro la celebrazione dell’Eucaristia, e se custodirà nel contempo la parrocchia quale luogo – anche fisico – a cui la comunità stessa fa costante riferimento»

Il cuore della domenica, infatti, è la celebrazione eucaristica, perché essa è il centro di tutta la vita cristiana per la Chiesa universale, per quella locale e per i singoli fedeli, in quanto in essa si ha il culmine dell'azione con cui Dio santifica il mondo in Cristo, e del culto che gli uomini rendono al Padre adorandolo per mezzo di Cristo Figlio di Dio (Principi e norme per l'uso del Messale Romano, 1).

http://www.tommasostenico.it/04gen/catechgen13a.htm

alex

Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo; perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità; e voi avete tutto pienamente in lui, che è il capo di ogni principato e di ogni potenza; in lui siete anche stati circoncisi di una circoncisione non fatta da mano d'uomo, ma della circoncisione di Cristo, che consiste nello spogliamento del corpo della carne: siete stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti.

Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati; egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l'ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce.
Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o al bere, o rispetto a feste, a noviluni, a sabati, che sono l'ombra di cose che dovevano avvenire; ma il corpo è di Cristo. Nessuno vi derubi a suo piacere del vostro premio, con un pretesto di umiltà e di culto degli angeli, affidandosi alle proprie visioni, gonfio di vanità nella sua mente carnale, senza attenersi al Capo, da cui tutto il corpo, ben fornito e congiunto insieme mediante le giunture e i legamenti, progredisce nella crescita voluta da Dio.
Se siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché, come se viveste nel mondo, vi lasciate imporre dei precetti, quali: «Non toccare, non assaggiare, non maneggiare» (tutte cose destinate a scomparire con l'uso), secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini? Quelle cose hanno, è vero, una parvenza di sapienza per quel tanto che è in esse di culto volontario, di umiltà e di austerità nel trattare il corpo, ma non hanno alcun valore; servono solo a soddisfare la carne.

Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria.
Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria. Per queste cose viene l'ira di Dio sugli uomini ribelli. E così camminaste un tempo anche voi, quando vivevate in esse. Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene.
Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l'ha creato. Qui non c'è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.
Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza.  Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi.

Al di sopra di tutte queste cose rivestitevi dell'amore che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati per essere un solo corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti.

La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente; istruitevi ed esortatevi gli uni gli altri con ogni sapienza; cantate di cuore a Dio, sotto l'impulso della grazia, salmi, inni e cantici spirituali. Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui.
Paoolo ai Colossessi.. e non solo ai Colossesi  Sorriso

Gesù ci benedica in questo... ora!!

Ripigliatevi

Un richiamo alle prime comunità giudeo-cristiane che volevano mantenere alcune tradizioni del passato, o comunque si domandavano se fosse necessario farlo.

E' abbastanza forzato pensare qui come in altri casi di farne una guida "anti eucaristica". Ha fatto filosofia chi ha imposto questa distorsione spazio-temporale. Questo non vuol dire che il passo non sia valido per tutti i tempi, poichè tutti siamo esposti al rischio di una fede fatta di usi e costumi, ma è molto difficile assegnare ai sacramenti istituiti da Cristo la stessa valenza di usi tradizionali. In fondo non era questo nemmeno l'intento originario del protestantesimo che in teoria voleva solo correggere alcuni abusi, poi di fatto ha mutato la sostanza delle cose.

alex

Finalmente, affezionato "RIpigliatevi" un post degno di questo nome. Un tentativo di dialogo. Sono felice che almeno per ora hai lasciato stare le battutine, le frecciatine e gli interventi da "tifoso"... sembrerebbe quasi che vi sia più di una persona, o più di una personalità, della frangia cattolica, che si appropriano di questo "simpatico" nick.... Sorriso

Ebbene hai scritto qualcosa di veramente utile e condivisibile infatti scrivi:

Questo non vuol dire che il passo non sia valido per tutti i tempi, poichè tutti siamo esposti al rischio di una fede fatta di usi e costumi, 

BRAVO!!! E non lo dico per canzonare...

Il rischio è vivissimo. Infatti questo accadde ai religiosi nel tempo di Gesù che, pur avendo la rivelazione di Dio nella prorira storia, nella propria cultura, nella propria religione, furono apostrafati esplicitamente e senza mezzi termini da Gesù in questi termini: 

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d'ossa di morti e d'ogni immondizia. Così anche voi, di fuori sembrate giusti alla gente; ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché costruite i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti e dite: "Se fossimo vissuti ai tempi dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nello spargere il sangue dei profeti!" In tal modo voi testimoniate contro voi stessi, di essere figli di coloro che uccisero i profeti. E colmate pure la misura dei vostri padri! Serpenti, razza di vipere, come scamperete al giudizio della geenna? Perciò ecco, io vi mando dei profeti, dei saggi e degli scribi; di questi, alcuni ne ucciderete e metterete in croce; altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città, affinché ricada su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che voi uccideste fra il tempio e l'altare. Io vi dico in verità che tutto ciò ricadrà su questa generazione.
Matteo 23

Quindi Gesù rimprovera duramente i religiosi del tempo, poichè ipocriti e non solo a conferma di quanto hai scritto Gesù dirà anche:

Allora vennero a Gesù da Gerusalemme dei farisei e degli scribi, e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Poiché non si lavano le mani quando prendono cibo». Ma egli rispose loro: «E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio a motivo della vostra tradizione? Dio, infatti, ha detto: "Onora tuo padre e tua madre"; e: "Chi maledice padre o madre sia punito con la morte". Voi, invece, dite: "Se uno dice a suo padre o a sua madre: 'Quello con cui potrei assisterti è dato in offerta a Dio', egli non è più obbligato a onorare suo padre o sua madre". Così avete annullato la parola di Dio a motivo della vostra tradizione.  Ipocriti! Ben profetizzò Isaia di voi quando disse: "Questo popolo mi onora con le labbra, a il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti d'uomini  Matteo 15

Gesù è categorico, pur se mossi da buoni ideali , almeno apparentemente (avrebbero fatto delle offerte a Dio!!) i farisei avevano contaminato la volontà di Dio con la loro tradizione!!!

Oggi c'è ancora questo pericolo. Il pericolo della religiosità, il pericolo della ritualità, tanto che nessuno può ritenersi immune dal pericolo di contaminare la volontà di Dio, insegnandola e convincendosi della sua bontà ma aggiungendo proprie tradizioni ritenute buone, proprio come le offerte a Dio dei farisei, quando non ritenute, addiritura, divinamente ispirate.

Oggi il pericolo è più che mai vivo tanto che è scritto:
Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli. Atti 20

E ancora: 

Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi l'apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza. 2° Timoteo

E in questi tempi dove si ha sete di "miracolismo" il perico loè ancora più infido tanto che è scritto:

Allora, se qualcuno vi dice: "Il Cristo è qui", oppure: "È là", non lo credete;  perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti. Ecco, ve l'ho predetto. Matteo 24

Etc, etc...

Insomma il quadro è questo.
Un tempo c'erano dei religiosi convinti di avere la ragione assoluta, snobbando chi non apparteneva a loro (LUCA18:11). Religiosi che pur avendo avuto mandato da Dio, (Leviti, sacerdoti e tutte le derivazioni) sono stati dal Dio incarnato rimprovertati duramente. Il sacerdozio fu tolto a loro per darlo a tutti quelli che credono in Gesù, non essendo più necessario il sacrificio per il popolo, avendo Cristo sacrificato se stesso per tutti quelli che hanno fede in Lui....

Oggi ci sono religioni che hanno nel proprio vessillo Cristo, eppure ne hanno rinnegato il nome. Nel nome di Cristo hanno commesso delitti efferati e continuano a commetterli...
Vi sono stati, vi sono, vi saranno religiosi così potenti, carismatici e dalle sembianze di "angeli", che faranno potenti segni da "rapire" se possibile, anche gli eletti (cioè quelli di Cristo)....

Come districarsi da tale  situazione?
Abbandonando la tradizione, abbandonando la faziosità, umiliarsi davanti a Dio, cercando la Sua faccia, cercando la Sua mano... riconciliarci con Dio per mezzo di Cristo, un Cristo che è vivente e vuole esserlo nei cuori. Non un rituale, ma un posto d'onore nel nostro cuore per il Re dei Re...
Per evitare di cadere in inganni, essere traviasti, sballottati qua e la da dottrine che Dio non ha imposto, divulgato, seminato abbiamo una sola armatura...

Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza.  Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere. State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno.  Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio

Analizziamo quello in cui crediamo alla luce della Bibbia, analiziamo ciò che siamo di fronte a Cristo, questo è il mezzo per evitare di cadere nell'errore dei Farisei, Gesù ci benedica in questo... ora!!

Gianni57

Il sabato nel N.T. è citato solo due volte (Col. 2:16; Ebr. 4:4) per indicarne il significato spirituale e tipologico. Questi due passi non dicono che dovremmo osservarlo, ma vedere in esso un'immagine del riposo della fede che abbiamo in Cristo. Sotto la nuova Alleanza tutto il nostro tempo appartiene a Dio. Cosi nessuno dev'essere giudicato per l`osservanza d'una festa, d'un novilunio o di sabati (Col. 2:16). Nei primi anni della Chiesa cristiana, certi credenti facevano ancora distinzioni di giorni, mentre altri li consideravano tutti uguali (Rom. 14:5);

Paolo non vuole che queste divergenze nuocciano allo spirito fraterno. Tuttavia era normale che l'osservanza legale del settimo giorno cedesse il posto al riposo costante in Cristo, di cui il riposo settimanale era un'ombra (Col. 2:17). Quelli che credono, entrano in questo riposo (Ebr. 4:3,9,10); giacchè non sono più essi che agiscono, è il Signore che agisce in essi ed attraverso di essi, e ciò tutti i giorni della settimana.

E` desiderabile che al fine di avere il tempo libero per frequentare il culto (Ebr. 10:25) e per un buon equilibrio fisico, i cristiani non lavorino la domenica. Non è però quest'inattività che permette loro d'osservare cristianamente il quarto comandamento. La vera obbedienza a quest'ordine di Dio consiste nel vivere tutti i giorni nel riposo spirituale della fede descritto in Ebr. capp. 3 e 4.

Renè Pache

Gianni57

Domenica (lat. dominicus dies, giorno del Signore), giorno commemorativo della resurrezione di Gesù Cristo avvenuta all'indomani del sabato che aveva fatto seguito alla crocefissione (Matt. 28:1). Esso richiama alla mente la nuova creazione operata in Cristo e l'ingresso nella dispensazione della grazia.

Il primo giorno della settimana Gesù si mostrò di nuovo vivente ai discepoli (Giov. 20:19), apparve una settimana dopo a Tommaso (v. 26), creò la Chiesa mandando lo Spirito Santo alla Pentecoste (Atti 2:1 - si trattava in effetti del cinquantesimo giorno, dopo i sette sabati della festa delle settimane - Lev. 23:15,16).

Il primo giorno della settimana i cristiani di Troas si riunivano per rompere il pane (Atti 20:7) ed i fedeli di Corinto erano esortati a mettere da parte per tale giorno le loro Offerte volontarie (l Cor. 16:2). L'osservanza della domenica si diffuse molto rapidamente fra i primi cristiani; i giudei-cristiani stessi hanno smesso l'osservanza del sabato dopo la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C.

Come è avvenuto il passaggio dal sabato ebraico alla domenica?

Il sabato era legato all'antica creazione, alla legge e ad Israele (Es. 20:8-11; 31:12-17; Ebr. 4:4). Sotto la legge l'uomo doveva lavorare per sei giorni con sforzi per arrivare al riposo del settimo giorno.

Sotto la grazia cominciamo dal primo giorno, dal riposo in Cristo datoci dalla sua opera perfettamente compiuta; quindi noi adempiamo quotidianamente le opere preparate già per noi, nella potenza della resurrezione (Ef. 2:5,6,10). Il riposo che conta per noi non è quello del settimo giorno (ne quello del primo), ma quello che abbiamo in Cristo mediante la fede. Notate a questo proposito i tre riposi ai quali fa allusione il passo di Ebr. capp. 3,4:

1.
Il riposo di Dio il settimo giorno dopo la creazione, riprodotto nel sabato ebraico (v. 4; Es. 20:11).

2. Il riposo della terra promessa del quale si privarono per incredulità gli Israeliti usciti dall'Egitto (Ebr. 3:7-11,17-19).

3.
II riposo spirituale riservato al popolo di Dio attuale (secondo la profezia di Davide) e nel quale entriamo mediante la fede in Cristo (4:7-11):

Avendo il Signore compiuto tutto, noi ci riposiamo su di lui per quel che riguarda la nostra salvezza e le opere ch'egli ci aiuterà a praticare. Oramai l'osservanza d'un giorno piuttosto che un altro non ha importanza ai fini della salvezza.

 

Come i primi cristiani, noi riserviamo liberamente il primo giorno della settimana, ma non in una maniera legalista, per sostituirlo all'antico sabato. Fra tutte le cose necessarie che si esigevano dai pagani convertiti, secondo Atti 15:28,29, non viene menzionato nessun giorno speciale. Paolo dichiara in maniera formale: « Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o al bere, o rispetto a feste, o a noviluni o a sabati, che sono l'ombra di cose che dovevano avvenire; ma il corpo è di Cristo » (Col. 2:16,17).

 L'apostolo si preoccupa per i Galati che, dopo aver cominciato per fede, si mettono nuovamente sotto la legge: « Voi osservate giorni e mesi e stagioni ed anni. lo temo, quanto a voi, d'essermi invano affaticato per voi » (Gal. 4:10,11).

 

Il cristiano è quindi assolutamente libero nei confronti dell`antico sabato, e la domenica non è per lui un'altra legge. Sono i deboli nella fede a fermarsi dinanzi a tali cose: « L'uno stima un giorno più d'un altro; l'altro stima tutti i giorni uguali; sia ciascuno pienamente convinto nella propria mente » (Rom. 14:5).

Renè Pache

Inviato da Gianni57 il

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