Più della diplomazia, poté la fatica. E quella voglia incredibile di sedersi da qualche parte. E così finisce che quel posto in realtà sia quello riservato al nemico numero uno dello Stato che rappresenti. Poi basta che qualche delegato presente al momento scatti una foto storica e il gioco è fatto. La polemica è servita. Per non parlare dell'imbarazzo.

I fatti. In uno dei tanti vertici all'Agenzia internazionale dell'energia atomica è presente anche Ali Ashgar Soltanieh, il delegato iraniano permanente dell'Aiea. Al margine di un lungo incontro che ha avuto luogo a fine settembre, Soltanieh si mette a discutere con il collega irlandese, Paese che presiede il comitato di sicurezza dell'Agenzia, e cubano. Complice la fatica, l'esponente iraniano si siede di fianco. Ignorando il cartellino con la scritta "Israel". Non è il solo. Perché anche gli uomini dietro, entrambi iraniani, non notano che quel posto è stato riservato in precedenza allo Stato ebraico. O, come preferiscono chiamarlo dalle parti di Teheran, l'«entità sionista».

Qualcuno non ci pensa su un secondo e scatta una foto con un telefonino. La invia a Colum Lynch, curatore del blog «Turtle bay» dove il giornalista scrive dei lavori delle Nazioni Unite per conto di Foreign Policy. E da lì la notizia esplode. In Israele i giornali hanno ironizzato sulla scena. «Ma come, dite che non esistiamo e poi vi sedete sulle nostre sedie?», scrivono alcuni quotidiani. Dall'Iran, invece, non è arrivata nessuna reazione. Anche se qualcuno scommette che Soltanieh, da sei anni inviato all'Aiea, rischi il posto. E tutto per una semplice distrazione. E una foto. E il web.

(Falafel Cafè, 8 ottobre 2011)

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