Prendere la propria croce - Cosa significa?
Anche al tempo dei Romani questa era la sorte di un condannato a morte.
Ma cosa significa quest'espressione per noi credenti?
Non vuol dire, come verrebbe da pensare, accettare con rassegnazione le sofferenze e le prove della vita.
No; Gesù si serve di quest'immagine per farci comprendere una verità diversa e molto importante.
"Prendere la propria croce" vuol dire mettere a morte il nostro "io" che:
- così facilmente si offende,
- che prova invidia e rancore,
- che rifiuta di riconoscere i propri torti,
- che è duro nei confronti degli altri
- ed è soddisfatto di se stesso;
- questo "io" che tuttavia può anche apparire religioso, capace di difendere una certa moralità, di fare delle opere buone, ma che è sempre pronto a manifestare i suoi aspetti negativi, e questo anche nella vita del credente.
Ma come fare per realizzarlo nella pratica?
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In questo studio desideriamo esaminare, dal punto di vista della Parola di Dio, quali siano le caratteristiche, le cause e le conseguenze delle prove e delle tentazioni.Chi di noi è immune da questo genere di realtà? Chi di noi può affermare di non aver mai vissuto un periodo di difficoltà o di non aver mai dovuto affrontare una tentazione?
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Sono diverse le “vie” che siamo chiamati a percorrere nel nostro pellegrinaggio sulla terra. La loro diversità è dovuta allo scorrere del tempo (giovinezza e vecchiaia) o alle situazioni interiori (dubbio, tentazione, insicurezza) ed esteriori (afflizione, persecuzione) in cui veniamo a trovarci. Dio ci esorta a percorrere ognuna di queste “vie” con il canto sulle labbra. Per ogni figlio di Dio, è questa la vera arma di vittoria!
Un consiglio unico ed insolito
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Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà. Che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l'anima sua? O che darà l'uomo in cambio dell'anima sua?
Perché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo l'opera sua.
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Il Signore Gesù, prima di lasciare i Suoi discepoli, rivolse loro queste parole: "Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, Io ho vinto il mondo" (Giovanni 16:33).
Qual era in quel momento lo stato d'animo dei discepoli? -
Nella vita può succederci di trovarci davanti ad ostacoli umanamente difficili da superare, così come apparivano insuperabili le mura di Gerico agli occhi di Giosuè.
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