La polarizzazione è uno dei fenomeni più insidiosi del nostro tempo.
Non si tratta semplicemente di opinioni contrapposte, ma di un processo sociologico profondo che penetra nelle strutture cognitive, affettive e morali della collettività. Essa trasforma il dissenso in ostilità, l’identità in appartenenza esclusiva, il confronto in scontro.
 
Nelle società moderne, dove l’informazione è continua e frammentata, la polarizzazione agisce come un filtro invisibile: rafforza ciò che già crediamo, isola ciò che ci disturba, e crea “bolle” dove l’altro non è più un interlocutore ma una minaccia.
Così, il tessuto sociale si lacera lentamente, sostituito da un mosaico di tribù digitali e ideologiche che vivono di eco e di sospetto.
 
Ma questa deriva non risparmia nemmeno i credenti.
Anche nel mondo della fede, la logica del “noi contro loro” si insinua nei rapporti, nelle teologie, nelle comunità. La diversità, che dovrebbe essere ricchezza, diventa divisione; l’unità, che dovrebbe essere dono, si trasforma in sospetto.
 
La polarizzazione è il sintomo di una crisi più ampia: la difficoltà di riconoscere l’altro senza sentirsi minacciati.
Eppure, senza questo riconoscimento, né la società né la chiesa potranno mai tornare a essere luoghi di incontro, di ascolto e di riconciliazione.
Giancarlo Farina

 

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Inviato da alex il

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