Premessa Ringraziato sia il Signore che ha voluto mandare a noi, gli ultimi, i più miseri, la Sua Parola, la Verità. La Sacra Scrittura dice che soltanto la verità ci rende liberi e chi vuole essere liberato dalle catene del peccato e della morte ha bisogno della Verità, Gesù: la Parola di Dio.
06.06.2011 - Perché Israele spara sui 'poveri dimostranti'
Inviato da alex il Lun, 06/06/2011 - 22:40
Morte, guerra, spari, odio, certamente motivi di dispiacere. E' utile, comunque, riportare anche notizie differenti da tutte quelle che, la quasi totalità anche in Italia, additano Israele sempre, e per ogni occasione, come la colpevole, senza merito di appello, di ogni momento critico che la riguarda...
Il gioco è facile, e questo ovviamente non avviene solo nel caso d'Israele, è sufficiente sottolineare con maggior enfasi qualche frase, utilizzata magari inopportunamente, e l'agredito diventa l'agressore, la vittima diviene il carnefice.... etc...
Il gioco è facile, e questo ovviamente non avviene solo nel caso d'Israele, è sufficiente sottolineare con maggior enfasi qualche frase, utilizzata magari inopportunamente, e l'agredito diventa l'agressore, la vittima diviene il carnefice.... etc...
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Ma perché non li fate passare, i poveri "manifestanti", come dice il
Corriere? Perché non li lasciate "dimostrare"? E, già che ci siete, perché non fate passare la povera flottiglia, che vuol solo "portare aiuti umanitari" ai palestinesi?
Già, perché? Ci sono motivi legali: la legge internazionale è chiara e un po' cinica, un blocco navale è legale finché vale per tutti, se si fanno preferenze, anche per i bravi "volontari" della flottiglia, non è più un blocco, non vale più.

Già, perché? Ci sono motivi legali: la legge internazionale è chiara e un po' cinica, un blocco navale è legale finché vale per tutti, se si fanno preferenze, anche per i bravi "volontari" della flottiglia, non è più un blocco, non vale più.
Ci sono motivi politici: è chiaro che Assad sta cercando di distogliere l'attenzione dalle sue stragi, mandando dei disgraziati male armati (non disarmati, si sono visti fucili e usate bombe molotov) sui campi minati e contro un confine sorvegliato militarmente.
Ma soprattutto, c'è una necessità esistenziale di bloccare i bravi manifestanti. Se i 60 milioni di italiani decidessero di "riprendersi" la Slovenia (2 milioni), che è stata tutta territorio italiano fra le due guerre, mandando folle a forzare la frontiera fra Trieste e Gorizia, secondo voi come reagirebbero i pacifici sloveni? E se decidessimo che il Ticino è italiano, perché parla la nostra lingua, e facessimo "pressione" di massa (Michele Giorgio sul

Ma c'è di più. Lo svantaggio strategico principale di Israele è di essere uno stato molto piccolo (grande poco più del Piemonte), abitato da 7 milione di persone, in mezzo a paesi molto più grandi, con centinaia di milioni di abitanti. Gli manca ogni "profondità strategica". Tutti i confini sono vicini alle grandi città. Non è possibile una risposta elastica. E se funzionasse anche solo un po' la tattica di mandare folle più o meno disarmate a invaderlo, che adesso tentano i nemici di Israele, sarebbe facile mandare milioni di egiziani o di iracheni o di algerini a sommergerlo e distruggerlo.
Perché l'obiettivo è proprio questo, sempre quello dal 1948, distruggere lo Stato ebraico, ricacciare in mare (cioè ammazzare) gli israeliani. Non costruire uno Stato palestinese, che non importa nemmeno ai palestinesi (


Ultima considerazione: avete visto una reazione europea a una palese e premeditata violazione dei confini israeliani, a un chiaro attacco alla sua esistenza? Niente, zero. C'è stata una dichiarazione dell'amministrazione americana, che si dice "turbata" e invita "le due parti" a mostrare ritegno, insomma a non rompere. Punto. Si può sentire Israele difeso dalla comunità internazionale? Può sentirsi sicuro a far la pace con un governo (quello dell'Autorità Palestinese) che ha organizzato le stesse manifestazioni a Gerusalemme? E' chiaro che no. Diciamolo una volta per tutte. Israele è sola, la sua sicurezza è affidata alla forza delle sue armi, alla determinazione dei suoi cittadini e governanti. E alla nostra solidarietà.
(Informazione Corretta, 6 giugno 2011)
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E' di questi giorni la notizia, molto discussa, di voler trasferire l'ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Si parla di Stati Uniti, come ampiamente risaputo, e in particolare delle disposizioni del presidente Trump. La curiosità è che nella disinformazione in cui viviamo, sembra un paradosso per i nostri tempi, molti credono che gli USA abbiano deciso, in questo modo, di fare di Gerusalemme la capitale d'Israele. Non è così. Gerusalemme è la capitale d'Israele, li vi si riunisce il parlamento nell'unica democrazia di quei luoghi.
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Era il 28 ottobre 1.965 quando Il Concilio Vaticano II assolve il popolo ebraico tutto dall’aver ucciso Gesù Cristo. Sono passati “solo” 760 anni dalla condanna di Papa Innocenzo III.....
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Si celebra a partire da sabato sera. storia di un mancato sterminio
Purim è una festa molto particolare per il calendario ebraico. Si distingue da tutte le altre per il suo carattere conferitogli dalle generazioni successive, ma sopratutto per la sua fonte principale, la Meghillà di Ester stessa. -
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Commenti
Celebrare le sconfitte? di
di Donatella Di Cesare
Tanto più che la sconfitta è stata l'esito di una guerra non subita ma, al contrario, inflitta. Nella Guerra dei Sei giorni - occorre ricordarlo - Israele fu attaccato dagli Stati arabi: Egitto, Siria, Giordania, Iraq. E fu costretto a vincere. Si trovò improvvisamente nel Sinai e a Gaza, sulle alture del Golan, in Cisgiordania, a Gerusalemme. In sei giorni mutò in modo radicale il paesaggio geopolitico del Medio Oriente.
Le notizie degli scontri lungo i confini dello Stato di Israele - notizie che rattristano profondamente chi guarda con speranza alla pace - pongono molti interrogativi. E in primo luogo fanno pensare a un ruolo decisivo della Siria il cui regime dittatoriale ha molto da guadagnare distogliendo l'attenzione dai problemi interni e indirizzandola verso la frontiera con Israele. Gli scontri, un dramma in cui si consuma un uso politico dei palestinesi, sembrano però anche voler rimarcare i confini del '67 gettando l'ombra di un ritiro forzato.
In tutto ciò resta un punto decisivo da cui non si può prescindere. Israele è uno Stato sovrano, la cui sovranità deve essere esercitata, purtroppo, anche nella difesa delle frontiere. Che cosa farebbe uno Stato europeo se fosse attaccato?
Le notizie che vengono fornite in questi giorni, dalla stampa italiana, ma anche da quella europea, sono spesso introdotte da preamboli inaccettabili: «il giorno della rabbia palestinese…», «David contro Golia» (Golia sarebbe Israele), ecc. Piuttosto che riassumere gli eventi, riandare al passato, offrire il contesto storico, quello della Guerra dei sei giorni, si inseriscono giudizi che tradiscono l'intolleranza verso lo Stato di Israele la cui sovranità sembra di fatto non essere riconosciuta. Questa disinformazione, inconsapevole o strategica, non passa senza lasciare danni. E ha la responsabilità di contribuire ai conflitti.
(Notiziario Ucei, 6 giugno 2011)