Quando leggiamo la Bibbia e ci soffermiamo alla nostra vita pratica lo facciamo sempre in base all’età che abbiamo, cioè da adulti, ma cosa pensa il Signore riguardo ai bambini, e col termine “bambini” mi riferisco dal concepimento al momento in cui capiscono la fede. La Bibbia dice qualche cosa riguardo ai neonati o ai bambini che ancora non possono arrivare alla fede? Questo è un argomento che tocca anche i feti che sono stati abortiti, dove vanno a finire questi?
I problemi di chi lavora fra i bambini e le soluzioni di Dio
Uno stralcio dal libro di Sam Doherty, disponibile presso la sede
U.E.B.
Noi tutti siamo coinvolti in problemi di varia natura.
Diversi di questi, sono presenti anche nella vita di tanti servitori di Dio, spiritualmente ricchi e fedeli.
Generalmente, quando sopraggiunge una difficoltà nella nostra vita non rimaniamo passivi, ma cerchiamo di mettere in atto diverse strategie per affrontare e risolvere il problema. È molto frequente il caso in cui, dopo aver provato una o più soluzioni, il problema è ancora lì, più grande che mai e ci sentiamo nell'impossibilità di uscirne fuori.
Diventiamo amareggiati e ribelli e il più delle volte ci domandiamo: "Perché è successo proprio a me?" Con il nostro atteggiamento, influenziamo le persone attorno a noi e tentiamo di fuggire dal problema con il risultato negativo di scaturirne degli altri. Qual è dunque la causa principale che ci porta ad adottare determinati comportamenti ostili, come rabbia e disperazione, di fronte alle difficoltà? Alla base di ogni nostro disturbo o preoccupazione esiste un problema ancora più grande: siamo egocentrici ed egoisti. Tutti noi rimaniamo spesso in questo stato, anche dopo aver confidato in Gesù Cristo come nostro Salvatore. Guardiamo continuamente a 'noi stessi, ai nostri interessi, alle nostre difficoltà, al nostro lavoro, al futuro e alla nostra salute.
Tutto è filtrato dal nostro egocentrismo.
Pensiamo a quante volte usiamo le parole "me", "mio", "noi", "nostro", quando preghiamo, questo dimostra quanto i nostri pensieri sono concentrati nella direzione sbagliata. Su noi e non su Dio.
Ciò che siamo, il modo con il quale:
- preghiamo,
- adoriamo,
- evangelizziamo,
- viviamo
- e risolviamo le nostre questioni,
dipende interamente dalla concezione e dalla comprensione che abbiamo di Dio. Tutto ciò che ci viene in mente, quando pensiamo a Lui, determinerà inevitabilmente il nostro rapporto con il Padre. Un giusto concetto di Dio è alla base della vita pratica di un credente, perciò lo scopo primario nello studio della Bibbia, è conoscere Dio come Egli è, questo è il fondamento di tutto ciò che segue. In genere quando leggiamo la sua Parola lo facciamo in modo egocentrico: cerchiamo una promessa che possa aiutarci nel momento contingente o la soluzione di un problema che stiamo vivendo.
Il nostro atteggiamento nella lettura biblica non dovrebbe essere quello di trovare qualcosa per noi stessi, ma di scoprire le verità su Dio: ricercare, vedere e conoscere la sua Persona.
Solo attraverso una conoscenza più profonda di Dio, saremo pronti al passo successivo: cambiare il nostro modo di pensare! Cosa significa?
Imparare a rivolgere lo sguardo non al problema, ma a Dio.
Se ci concentriamo su di Lui, Egli farà una delle due cose:
- o eliminerà il problema,
- o come accade spesso ci darà la forza per affrontarlo.
Se diventiamo teocentrici (mettiamo Dio al centro), nella meditazione della sua Parola, nella nostra vita di preghiera, nel nostro servizio in mezzo ai tanti problemi, Dio ci benedirà in un modo speciale.
Conoscere Dio è la meta più importante che Egli ha stabilito per noi e bisogna che sia la priorità su cui basare la nostra esistenza. Leggiamo in Geremia 9:23-24: "Così parla il Signore: il saggio non si glori della sua saggezza, il forte non si glori della sua forza, il ricco non si glori della sua ricchezza: ma chi si gloria si glori in questo: che ha intelligenza e conosce me che sono il Signore."
Quando si arriva a comprendere e credere agli attributi di Dio, come la sua sovranità, si vive nella fiducia di poter lasciare ogni cosa nelle sue mani. Egli è sovrano e nulla sfugge al suo controllo. Perché dovremmo preoccuparci o agitarci se abbiamo un Dio così potente?
Anche il nostro pregare sarà ben diverso se Lo vediamo come Egli è, e ci concentriamo sulla sua Persona.
Il compito più alto e la responsabilità più grande che spetta al credente è adorare Dio.
Come possiamo adorare Dio se non lo conosciamo veramente?
L'adorazione non awiene soltanto in base allo Spirito, ma si fonda nella verità della sua Parola (Giovanni 3:23-24). La persona che è disposta a cambiare il proprio modo di pensare e la sua egocentrica filosofia di vita, la persona che si impegna a conoscere Dio sa come concentrare i suoi pensieri su di Lui e non su se stesso e saprà fronteggiare i problemi in modo da glorificare Dio.
La conoscenza dell'Onnipotente non è riservata solo a noi. Per questa stessa ragione, il primo scopo nell'insegnamento della Bibbia rivolto ai bambini dovrebbe essere soprattutto il mostrare loro ciò che Dio è. Questa è la naturale conclusione di quanto finora è stato scritto. Abbiamo bisogno di essere Dio centrici non soltanto nella nostra vita, ma anche nel ministero con i bambini. Salmo 29:2.
L'utile libro è acquistabile, tra le varie fonti anche su:
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