Vedete quale amore il Padre ha profuso su di noi, facendoci chiamare figli di Dio. La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui. Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è ancora stato manifestato ciò che saremo; sappiamo però che quando egli sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è.
 
E chiunque ha questa speranza in lui, purifichi se stesso, come egli è puro. 1Giovanni 3:1-3
 
Scoprire un mondo nuovo: milioni di persone aspirano a questo sogno di pace, di giustizia, di felicità.
Tutto era buono al principio, allorché il mondo uscì dalle mani del Creatore. Tutto era così buono prima della maledizione del peccato (Genesi 1:31)!

Come sarà la vita eterna nel paradiso ritrovato, nessuno lo sa. Si tocca qui l'insondabile. La Scrittura ci dice che sono cose che non sono salite in cuor d'uomo (1Corinzi 2:9). Sembra peraltro che il testo biblico s'interessi più della mancanza di dolori che del godimento di qualche delizia. Restiamo quindi nell'ambito della Scrittura che, a proposito dell'immensa folla che sta dinanzi al trono di Dio, dichiara che «non avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il sole, né alcuna arsura... E Dio asciugherà ogni lacrima dagli occhi loro; e la morte non sarà più, non ci sarà più né grido né dolore... E non ci sarà più alcuna cosa maledetta... E non ci sarà più notte...» (Apocalisse 21:4, 22:3, 5)

Proviamo lo stesso a riconsiderare alcuni elementi positivi.
Vedere Dio. Credo che sia questo l'apice della felicità eterna. Quando Gesù nella sua preghiera chiede al Padre di dare la vita eterna a tutti i suoi, precisa: «È questa la vita eterna, che conoscano Te, il solo vero Dio» (Giovanni 17:3).

Ci ricorda la sesta beatitudine: «Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Iddio» (Matteo 5:8). Gli apostoli sono anch'essi chiari: «Ora -dice San Paolo -vediamo in modo oscuro, ma allora vedremo faccia a faccia» (1Corinzi 13:12). "Allora": cioè al momento della sua manifestazione, «poiché -dice San Giovanni -lo vedremo com'Egli è» (1Giovanni 3:2).
Contemplazione e felicità infinite. Quaggiù noi amiamo Dio senza conoscerlo; noi lo vediamo soltanto nelle sue opere. Ma in fondo, resta il Dio sconosciuto (Atti 17:23).

Come dev'essere bello, quindi, trovarsi alla presenza di Dio! Un posticino vicino a Lui, da dove posso contemplarlo! Lo so, il concetto d'infinito resterà sempre inaccessibile a noi esseri creati, ma che m'importa se vedo Dio! Non posso fare a meno di amarlo con tutto il mio cuore, affrancato dai miei tradimenti e dalle mie indifferenze. Con lui posso dedicarmi ai miei cari con un affetto senza fine, purificato, ardente come il sole -li ho amati così male sinora! Niente più egoismi, timori, delusioni.
 
L'infinita tenerezza nell'infinita felicità. La gioia profonda del sentirsi purificati. Il buono, il vero, il bene: respireremo l'aria pura delle colline eterne. Il male non verrà più a inquinare le nostre dimore, il fango non macchierà più il verde immacolato delle pianure.
 
È la felicità che consiste nel fare l'esame personale e di non trovarvi che purezza!
E la pace, la pace dappertutto, nei cuori, nelle nazioni. La pace nella natura, poiché il lupo abiterà con l'agnello (Isaia 11:6) . La giustizia di Dio a lungo schernita, ora è in tutto il suo splendore. E i suoi piani, fino a quel momento oscuri, sconosciuti, incompresi, ora finalmente saranno palesi!
E saremo in piena attività.

In mezzo a una natura paradisiaca, finalmente gli eletti realizzeranno quel che avranno sempre desiderato, svilupperanno tutte le loro facoltà, realizzeranno il loro destino. Nessuna fatica, nessuno scoraggiamento. Nessun limite sarà posto alla loro attività. Vi saranno sempre nuove cime da ascendere, nuove scoperte che manderanno in estasi.
Infine, si realizzeranno mille altre cose ineffabili che un tempo abbiamo considerato come un ideale impossibile e di cui i nostri cuori hanno soltanto un vago presentimento.
E soprattutto, l'amore perenne, l'armonia. Dio tutto in tutti e questo per sempre, per sempre...

Il mio cuore viene meno. Ho provato queste felicità intense, come attraverso un lampo. Mi apparivano fragili e questo le rendeva grandemente oscure.
 
Ma il paradiso del mio Dio non avrà mai fine.
 
N. Hugedé, "Cristo questo sconosciuto" - Edizioni AdV
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