Gesù mi ha cambiato la vita. Faccio parte degli Atleti di Cristo, ma per favore basta dire che siamo una setta». E' un Davide Dionigi sereno, pacato, quello che parla della sua fede. Un argomento che fa brillare gli occhi all'allenatore della Cremonese. Il movimento si dichiara svincolato da sindacati sportivi e da qualsiasi interesse politico, e si propone come scopo la diffusione del messaggio evangelico attraverso lo sport. Gli Atleti di Cristo sono tantissimi nel mondo del calcio e non solo. Da Hernanes a Kakà, da Legrottaglie a Falcao. Con i colori grigiorossi, oltre al tecnico, ci sono anche il vice allenatore Lorenzo Sibilano e il posturologo Antonio Le Pera nello staff tecnico e Elvis Abbruscato tra i giocatori.
 
Come ti sei avvicinato a questo gruppo? «Sono sempre stato credente. Come tanti ero un cattolico non praticante. Al primo anno a Taranto da giocatore nel 2007 la domestica che aiutava mia moglie nelle faccende di casa mi ha fatto una domanda che mi ha spaesato. ‘Sei un credente, ma hai mai letto la Bibbia?'. Lì per lì non ci ho fatto troppo caso, ma la cosa mi ha affascinato. Ho iniziato a sfogliarla e da allora non ho più smesso. E' il documento tangibile della parola di Dio. La considero la più bella lettera d'amore mai scritta».
 
Sei sposato con una ex letterina, Cristina Cellai, un po' lo stereotipo del giocatore... «Non ho nulla contro il mondo dello spettacolo. Ho conosciuto Cristina prima di abbracciare la fede. Quando ci siamo messi insieme lei ha quasi subito lasciato quel mondo. Una volta rimasta incinta ha deciso di dedicarsi alla famiglia e a fare la mamma. Un anno dopo di me ha incontrato la fede in Dio. Condividiamo lo stesso amore per il Signore e per la famiglia».

Fabrizio Barbieri
La Provincia

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Fonte: atletidiCristo

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