Spesso trascuriamo il fatto che la miglior campagna di evangelizzazione può essere la nostra vita. Infatti, se ci lasciassimo totalmente guidare dallo Spirito Santo che è in noi, la nostra vita produrrebbe un frutto, formato da tanti “spicchi”, che finirebbe per interessare ed attirare le persone a Cristo. Se davvero vivessimo il frutto dello Spirito e la sua potenza, potremmo trasformare il mondo intorno a noi.

Come posso assomigliare a Dio?

Si fa un gran parlare della frutta. Mangiate la frutta! Fa bene alla salute. Aumenta i vostri anticorpi. Supererete alla grande il periodo dell’influenza se mangiate almeno un frutto al giorno…

Tutto verissimo! Ma oggi vogliamo parlare di un frutto particolare. Un frutto senza il quale i credenti non possono fare a meno: il frutto dello Spirito Santo.

Lo Spirito Santo viene donato ai figli di Dio. Nessuno può guadagnarselo o meritare più o meno Spirito Santo. Dio ha deciso nella sua saggezza e misericordia che questo suo Spirito è in dotazione per ogni suo figlio, nessuno escluso. Infatti senza lo Spirito di Dio NON siamo figli di Dio!

Lo Spirito divino si manifesta in tanti modi nella vita del credente. In primo luogo gli fa conoscere Dio e gli fa comprendere delle verità divine che prima gli erano nascoste e incomprensibili. In più lo Spirito di Dio è una guida sicura e infallibile in mezzo al caos totale di questo mondo e un Consolatore tenero e affidabile in tutte le situazioni della nostra vita.

Se lasciamo agire lo Spirito Santo nella nostra vita, Egli produce un frutto prezioso, descritto in Galati 5:22:

“amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo”. Quindi queste caratteristiche contraddistinguono i credenti e li fanno essere una luce in mezzo alle tenebre.

Dio desidera che i suoi figli siano simili a lui. Come ogni padre, è contento quando i figli gli somigliano. La somiglianza al nostro Padre celeste è la più grande sfida che abbiamo!

Com’è possibile per noi esseri umani, finiti e limitati, poter assomigliare al Dio Onnipotente? Semplicemente dando spazio al suo Spirito nella nostra mente, nel nostro cuore e nella nostra anima!

Dato che siamo limitati, anche lo spazio dentro di noi è limitato. Non può entrarci tutto! Non siamo elastici! Quindi dobbiamo decidere noi a cosa diamo spazio e che cosa è bene liquidare! Questo è un compito che spetta a noi. Non sarà Dio a farlo per noi! Lui ci mette a disposizione tutto ciò che ci serve, ci dà i materiali e gli strumenti e si aspetta che noi li usiamo bene e con accortezza.

Ritorniamo alla sfida: devo somigliare a Dio. Le sue caratteristiche devono essere visibili nella mia vita e invogliare gli altri a diventare come me, un figlio di Dio. Tutti gli spicchi del frutto dello Spirito Santo sono presenti nella mia esistenza giornaliera e trasformano il mondo intorno a me. Vero?

Che cosa significa in pratica essere ripieni dello Spirito Santo?

Come si manifestano le varie componenti dello Spirito di Dio nel mio modo di vivere?

 

Il primo spicchio: l’AMORE

Dio è amore. Non lo dice soltanto, lo dimostra continuamente, nel passato, nel presente e lo farà anche in futuro. Tutta la Bibbia è incentrato sull’amore di Dio verso la sua creatura, l’uomo. La Parola di Dio è una lettera d’amore verso gli esseri umani.

Noi non possiamo amare veramente se non apparteniamo a Dio. Solo con il suo amore dentro di noi saremo capaci ad amare gli altri. Dio ci ama non perché siamo amabili, simpatici, carini, teneri e coccoloni! Non siamo nulla di tutto ciò. Dio ci ama perché ha deciso di farlo. Il suo amore non dipende da noi ma ha origine da lui stesso. Lui ci ama malgrado tutto. Lui ci ama nonostante tutto. Il suo amore non è condizionato dal nostro agire. Questo è l’amore di cui parla Galati 5:22! Questo è l’amore che noi abbiamo ricevuto per donarlo agli altri!

Ci rendiamo conto di questo?

Io posso amare nonostante e malgrado tutto. L’amore che io ho ricevuto e che posso donare, non dipende dalla bravura della persona che mi sta di fronte. La posso amare anche se non è amabile, anche se non si dimostra degna del mio amore. Questo amore spezza la legge umana del “Io ti amo se…”. Questo amore è divino, non ha nulla a che fare con la nostra capacità terrena di voler essere carini con tutti a tutti i costi…

La mia vita è caratterizzata da questo amore? Attiro gli altri verso l’amore perfetto di Dio? Gioisco in questo amore perché la mia fonte non si esaurisce mai?

Il secondo spicchio: la GIOIA

La gioia della quale si parla qui è permanente. Non dipende da un fattore esterno o da una situazione particolare. Tutti sentiamo gioia per un evento particolarmente bello, quando si sono avverati certi nostri sogni e quando tutto fila liscio come l’olio. La gioia divina però non si fissa a degli eventi terreni, è ancorata invece saldamente in Dio stesso. Questa gioia non cambia. Rimane uguale in tutte le circostanze della vita e ci fa dire anche nel pianto di essere gioiosi in Dio!

Certo, per il mondo siamo proprio pazzi! Eppure la nostra gioia attira enormemente la gente in cerca di vere soddisfazioni. Dio vuole usare la gioia che ci ha dato per far vedere alle persone vuote che esiste una Vita degna di essere vissuta e una gioia immensa che non finirà mai. La mia vita esprime tutto questo?

Il terzo spicchio: la PACE

Il mondo dice di volere la pace ma non è capace neanche di vivere in pace in famiglia! Si fanno le marce per la pace e per strada si litiga e ci si aggredisce per delle sciocchezze. È questa la pace di cui ci parla la parola di Dio? Assolutamente no!!

In primo luogo non possiamo vivere in pace con gli altri se non viviamo in pace con noi stessi. E non possiamo vivere in pace con noi stessi se non siamo in pace con il nostro Creatore, Dio. La pace è un dono divino, non uno sforzo umano! Nulla di cui essere orgogliosi!

Dio ci ha proposto la pace nell’opera di Gesù Cristo alla croce. Io posso fare pace con Dio attraverso la fede in Cristo e allora ho questa pace dentro di me e la posso rendere operante e efficiente.

La pace divina esclude risentimenti, pensieri di vendetta, disprezzo, critica vuota, litigi, maldicenze ed altre cose spiacevoli che così spesso fanno parte delle nostre giornate terrene.

Vivo la pace con Dio, con me stesso, con i miei familiari, con i miei vicini, con i miei fratelli in fede, con i miei colleghi di lavoro...?

Faccio vedere attraverso il mio modo di vivere che ho una pace che il mondo non conosce ma che Dio vuole offrire a tutti?

Il quarto spicchio: la PAZIENZA

“La pazienza non è il mio forte”: parole sante!

La pazienza sembra una cosa estinta da tempo come i dinosauri! Per noi esseri umani questa parola potrebbe esistere solo come esclamazione di esasperazione o di rassegnazione…

Infatti la pazienza è divina. Dio mostra una pazienza immensa verso l’uomo. Dio mostra una pazienza enorme verso me, ogni giorno!!! E Dio mette proprio questa caratteristica nell’intimo di ogni suo figlio e gli dice: “Usala”. E già, la pazienza non serve a niente se non si usa! E usarla è pesante! Non ci piace neanche aspettare il fila davanti alle casse del supermercato…

Ma Dio chiede a noi di essere pazienti come lo è lui. Pazienti nelle circostanze, pazienti verso gli altri, pazienti nelle prove, pazienti verso noi stessi…

La pazienza non è un optional per noi credenti. Senza questa caratteristica il frutto dello Spirito Santo non è completo, è sgonfio, gli manca qualcosa.

Il quinto spicchio: la BENEVOLENZA

La benevolenza o la gentilezza non è certamente un segno dei nostri tempi! Significa avere una buona disposizione verso una persona, essere indulgente verso i difetti degli altri e non sbandierarli ai quattro venti. La benevolenza è l’amore di amicizia che Dio ha per primo offerto all’uomo e che ora si aspetta che anche noi offriamo alle persone intorno a noi.

Questa gentilezza divina si esprime in ogni nostro rapporto sociale, in famiglia, al lavoro, al volante (!), in chiesa, nel condominio, a scuola… La nostra cortesia non finta deve essere la nostra fama, il nostro marchio di appartenenza. Un credente litigioso, aggressivo e irritabile dimostra al mondo un’immagine distorta del Suo Padre celeste!

Il sesto spicchio: la BONTÀ

Gesù, sentendosi chiamare “Maestro buono”, replicò e chiese: “Perché mi chiami buono? Uno solo è buono, Dio Padre”. Questo per sottolineare che la bontà non fa parte delle caratteristiche innate dell’uomo. Dio è il buon Padre, il buon Pastore. Dio è buono per eccellenza. In lui non esiste il male.

Noi invece, dopo l’entrata del peccato nella nostra natura, non siamo buoni, neanche un po’! Chi ci vuol far credere che sotto sotto siamo tutti buoni, si sbaglia di brutto. Per essere buoni dobbiamo attingere da Dio. L’unico modo di esercitare la bontà è diventare un figlio di Dio e condividere con lui la sua natura, l’eredità genetica! Se siamo figli di Dio non lo siamo solo di nome ma anche di fatto! E la bontà è uno dei segni della nostra appartenenza al nostro Padre.

Il settimo spicchio: la FEDELTÀ

Mano sul cuore: se sentiamo nominare la fedeltà, ci vengono in mente i cani! Questo perché l’essere fedeli apparteneva semmai ad epoche remote in cui il libro “Cuore” era ancora il codice da seguire. Ora non si parla più di fedeltà.

E infatti i risultati si vedono. Nessun rapporto sociale è più considerato permanente; c’è sempre la possibilità di poter recedere, cambiare, svincolarsi da responsabilità o legami diventati troppo stretti e limitanti.

Dio non ragiona così: lui è fedele! Il rapporto che egli ha deciso di avere con gli esseri umani, è basato sulla sua fedeltà divina. Lui non annulla il “contratto di amore” con noi, anche se noi siamo per la maggior parte del tempo inadempienti! La fedeltà di Dio è la nostra salvezza. Meno male che Dio non ragiona come noi!

Noi però possiamo ragionare come Dio. Lui ci ha dato il Suo Spirito, ci dona la fedeltà e noi, come figli suoi, non abbiamo scuse se rimaniamo infedeli. I nostri rapporti devono essere caratterizzati dalla fedeltà, le nostre parole devono poter essere prese sul serio e il nostro modo di agire deve avere come modello Dio, nostro Padre fedele.

Non facciamoci superare dai... cani!

L’ottavo spicchio: la MANSUETUDINE

Essere mansueti è noioso. È da smidollati. Solo chi non ha spina dorsale è mansueto. Oggigiorno bisogna essere ben determinati a dimostrare quanto valiamo;la nostra opinione va imposta e non c’è spazio per le smancerie. Neanche la parola “mansueto” è più di moda. Fra un po’ sparisce dai nostri dizionari o risulterà solo con il segno “antico” a lato.

E invece la mansuetudine è una caratteristica preziosa che Gesù stesso ci ha dimostrato. Lui era mansueto durante il suo percorso terrestre. La dua natura è mansueta: “ Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore, e voi troverete riposo alle anime vostre” (Mt 11:29).

Il vero riposo alle nostre anime lo troviamo solo se impariamo da Gesù! Lui conosce il cuore umano e sa di cosa abbiamo bisogno per essere felici! Lui dice che i mansueti sono beati perché erediteranno la terra. Quindi non chi si sa imporre con maggiore forza è felice ma chi impara da Gesù: chi accetta il frutto dello Spirito divino ed è mansueto può dire davvero di esserlo.

La mia mansuetudine controcorrente fa una differenza nella vita delle persone intorno a me?

Il nono spicchio: l’AUTOCONTROLLO

Noi umani siamo davvero buffi ( per non usare altri termini meno simpatici...). Sappiamo controllare macchinari complicatissimi e non siamo in grado di controllare noi stessi!

Si rimane sconcertati dal basso livello di autocontrollo dimostrato da personaggi famosi e di vista. Il mondo politico e dello spettacolo è caratterizzato dalla completa mancanza di autocontrollo. Non si riesce a controllare le proprie reazioni, le proprie parole e azioni. Non ci sono freni che tengano. Ormai parolacce, reazioni violente e smisurate, scenate e altro sono considerati normali, anzi addirittura divertenti! La gente ride di fronte a tutto ciò! Perché se i famosi si comportano così, vuol dire che anche il pinco pallino qualunque può continuare tranquillamente a fare altrettanto!

Eh no! Questa regola non vale per i figli di Dio. Per noi l’autocontrollo è fondamentale. Dio ce lo dà e si aspetta da noi che lo usiamo. Non qualche volta, in determinate occasioni, ma sempre. Ciò significa sapersi controllare nei pensieri, nelle parole, a tavola, nelle azioni (viste e non viste dagli altri). Riuscire a controllare noi stessi è una vittoria immensa, una vittoria che Dio mette a disposizione ai suoi figli. Dio sa molto bene che non ne siamo capaci, che combiniamo guai a non finire. Lui ha deciso che abbiamo bisogno dell’autocontrollo divino.

Basta con la scusa: “È più forte di me!” Dimostriamo al mondo di avere una marcia in più! Questa marcia si chiama: potenza dello Spirito Santo!

I credenti hanno ricevuto in dotazione un armamentario eccezionale. Peccato che lo usiamo così poco! Se usassimo tutto il frutto dello Spirito Santo con diligenza e costanza ogni momento della nostra vita, potremmo cambiare il mondo intorno a noi!

Pensate a cosa succederebbe se esercitassimo SEMPRE amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine e autocontrollo! Questa è la sfida di ogni vero figlio e figlia di Dio. Buon lavoro!!!

Pia Vogel Bassetti

(Assemblea di Perugia, via Pellas)
 
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