Il valore del battesimo cristiano negli insegnamenti della Parola di Dio e nell'esempio della Chiesa degli apostoli.

di Marco DISTORT

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"Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente" - Gesù

battesimo cristiano

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"Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente" - Gesù
Matteo 28:19-20
 
 

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In merito a questo argomento ho trovato molto condivisibile l'articolo de: "Il Cristiano" del mese di maggio 2008, che riporto di seguito.

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PRINCIPI DELLA CHIESA NEOTESTAMENTARIA:

b. La Chiesa comunità dei salvati: i Simboli

 

Le forme della vita individuale del credente e di quella di ogni chiesa locale sono legate solo a due simboli, indicati dal Signore Gesù, e che non hanno alcun valore sacramentale o magico, ma soltanto un profondo valore spirituale. In molte realtà cosiddette "cristiane" purtroppo questo chiaro insegnamento della Scrittura è stato del tutto annullato, perché alle materie dei simboli (l'acqua, il pane, il vino) è stato attribuito un valore sacramentale. Da qui la necessità di continuare a vivere, con fedeltà e testimonianza, il Modello della Chiesa neotestamentaria.

IL BATTESIMO

Qualcuno si chiederà per quale ragione, nel considerare i princìpi della Chiesa neotestamentaria, si è pensato di iniziare proprio dal battesimo.

La ragione è evidente: nel Nuovo Testamento nessuno dei fondamenti della Chiesa ha un rilievo paragonabile a quello che viene dato al battesimo. Oltre un centinaio di volte, negli Atti e nelle lettere, si parla di battesimo e, molto spesso, se ne parla in relazione diretta con la nascita di chiese locali (Gerusalemme, Samaria, Cesarea, Efeso, Filippi, ecc.).

Sono dunque più che evidenti i legami stretti che esistono fra il battesimo e la struttura della Chiesa.

Parlare di battesimo è quindi una questione di fondamentale importanza e il perché lo si capisce da una semplice considerazione: è la pratica del battesimo dei bambini che porta virtualmente alla formazione di una Chiesa moltitudinista, mentre è la pratica del battesimo degli adulti, che confessano di aver creduto, a portare virtualmente alla formazione di una Chiesa di professanti.

È chiaro quindi che il discorso è basilare: non è in gioco semplicemente la dottrina del battesimo, ma è in gioco la struttura stessa della Chiesa.

È evidente infatti che, se fosse abolito il battesimo dei neonati, crollerebbe l'essere stesso della Chiesa cattolica.

Quindi, se prima di tutto parliamo di battesimo, è perché l'ignoranza o la mancata comprensione di questa dottrina significa, di conseguenza, ignoranza e mancata comprensione della natura stessa della Chiesa del Signore Gesù Cristo.

Cercheremo ora di considerare alcuni aspetti essenziali del battesimo.

Perché battezzare?

Nel Nuovo Testamento leggiamo che il battesimo non è altro che il risultato di un ordine di Gesù (Mt 28:19). Fu Gesù stesso a dare istruzioni precise e insostituibili su come e quando praticarlo e lo ha fatto contemporaneamente all'ordine di predicare l'Evangelo ad ogni creatura (Mr 16:16).

Già da questa relazione è possibile capire perché gli apostoli intesero il battesimo come la testimonianza dell'avvenuto rinnovamento interiore, prodotto da Dio attraverso la fede in Cristo (1P 3:21).

Si tratta di un atto che il Signore stesso ha messo in diretto rapporto con l'essere suoi discepoli (Mt 28:20), per cui non è possibile essere suoi discepoli e, nello stesso tempo, rifiutare il battesimo.

Per questa ragione gli apostoli ordinarono il battesimo a tutti i credenti (At 10:48; 2:38,41). La natura del battesimo è un impegno verso Dio (1P 3:21) ed è una proclamazione pubblica e simbolica della fede in Cristo: ciò lo rende obbligatorio. Nel Nuovo Testamento non c'è alcun accenno a credenti non battezzati: è dunque legittimo pensare che tutti i membri delle chiese locali del primo secolo fossero battezzati.

Se qualcuno dice di aver creduto in Gesù e rifiuta di essere battezzato, autorizza a mettere in serio dubbio la realtà della sua fede. Infatti, esaminando i testi che abbiamo nel libro degli Atti, possiamo renderci conto dell'armonia esistente fra l'ordine divino e la pratica degli apostoli.

Quando Pietro alla Pentecoste predicò la morte, la resurrezione e la glorificazione di Gesù, la gente fu toccata nel cuore dal suo messaggio e coloro che si avvicinarono, testimoniando la loro volontà di seguire Cristo, furono battezzati.

E proprio in quell'occasione fu resa evidente la sequenza richiesta dal piano di Dio, cioè: predicazione-ravvedimento-fede-battesimo.

Filippo a Samaria, Filippo con l'eunuco etiope, Pietro in casa di Cornelio, Paolo in casa del carceriere di Filippi: sono tutti episodi che mostrano come l'ordine di Gesù venisse fedelmente praticato dagli apostoli.

Qual è il significato del Battesimo?

Volendo discernere il significato neotestamentario di questo atto simbolico, ordinato dal Signore stesso, appare opportuno rilevare che la Chiesa primitiva usava lo stesso termine "battesimo" per indicare due diverse realtà.

 

• La prima realtà era quella costituita dal battesimo dello Spirito Santo: l'atto con il quale egli introduce i credenti nel corpo di Cristo (1Co 12:13), e che si realizza nel momento in cui l'uomo pone la sua fede personale in Cristo. La Pentecoste fu di fatto il giorno natale della Chiesa (At 2 e 11:15-17), proprio in virtù della gloriosa manifestazione del battesimo dello Spirito Santo: quel battesimo attraverso il quale ogni credente è unito a Cristo e al suo Corpo.

Se noi leggiamo attentamente Atti 1:5: "Perché Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo fra non molti giorni", possiamo capire che Gesù ha chiaramente identificato il battesimo dello Spirito con quanto accadde nel giorno della Pentecoste.

Si tratta perciò di un avvenimento unico nella storia della salvezza. Quindi gli avvenimenti del giorno della Pentecoste hanno un valore unico e straordinario per i credenti del nuovo patto, ma non hanno assolutamente un valore normativo.

Dobbiamo infatti tenere ben presente che i discepoli hanno vissuto in tre periodi essenziali della storia della salvezza: sono infatti vissuti nel vecchio patto, hanno poi vissuto con Gesù il periodo di transizione e, infine, a partire dalla Pentecoste hanno vissuto la realtà del nuovo patto. Da quel momento nessun cristiano ha percorso lo stesso cammino e ha vissuto le stesse esperienze. Quindi è assolutamente necessario che noi sappiamo distinguere ciò che è unico da ciò che è normativo.

È chiaro quindi che attendere nuove Pentecosti o invocare la discesa sull'uomo di colui che è già disceso nella storia e nella vita dell'umanità, significa porsi al di fuori dell'insegnamento degli Apostoli. Lo Spirito Santo è già disceso fra gli uomini e, ogni volta in cui una persona si abbandona fiduciosa nelle mani di Gesù, egli si impossessa della sua vita e l'unisce ai fratelli e alle sorelle per servire insieme il Signore.

 • Chiusa questa digressione, importante e necessaria, veniamo alla seconda realtà indicata nel Nuovo Testamento con la parola "battesimo" e cioè il battesimo d'acqua.

Questo viene presentato nel Nuovo Testamento, come del resto abbiamo già accennato, come segno visibile ed esteriore del rinnovamento prodotto dallo Spirito Santo nella vita di un uomo o di una donna. Il fatto però che venga usata la stessa parola per indicare questi due momenti, sta a mostrarci lo stretto legame che deve esistere fra la realtà spirituale e il segno esteriore e visibile che lo testimonia.

Il battesimo, secondo il Nuovo Testamento, non è che un atto di ubbidienza al Signore ed una pubblica confessione della fede personale in lui, come "Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo". Attraverso il battesimo il credente s'impegna, davanti alla Chiesa e davanti al mondo, a seguire Cristo come Signore.

È dunque evidente che il peccato non è cancellato dal battesimo, ma dalla fede che attraverso esso viene testimoniata. Potremmo qui sciorinare una lunga serie di testi biblici che legano la salvezza alla fede in Cristo Gesù (Gv 3:16; 5:24; 6:47; 11:25; Ro 3:23; 5:1-2 ecc...) e che escludono qualsiasi potere salvifico delle opere e dei riti (Ef 2:8).

Il battesimo non produce quindi la nuova nascita, ma annunzia che essa è già avvenuta nella vita della persona che chiede di essere battezzata. Esso non perde nulla del suo valore, se viene spogliato da quelle virtù sacramentali che alcune "confessioni cristiane" gli attribuiscono; anzi, proprio in questo spogliamento esso acquista il suo vero valore: cioè quello che gli viene attribuito dalla Parola di Dio e che fu insegnato dal Signore e dagli apostoli!

Nel battesimo, che è un'immersione di tutto il corpo nell'acqua, vengono riassunti simbolicamente la sostanza e il fondamento della fede cristiana: la morte dell'uomo vecchio e il suo seppellimento (simboleggiati dall'immersione) e la nascita dell'uomo nuovo per la fede in Cristo (raffigurata dall'emersione). Chi è battezzato testimonia quindi la sua morte, con Cristo, al peccato e alla sua resurrezione, sempre con Cristo, a nuova vita (Ro 6:3-11).

Quindi la persona che chiede e riceve il battesimo compie un atto attraverso il quale testimonia la sua fede in Cristo, il suo desiderio-impegno di essere sottomessa ad ogni suo comandamento, la sua gioia di poter essere unita alla Chiesa.

Chi è battezzato dimostra che le esperienze di Gesù sono divenute, per mezzo della fede, le sue stesse esperienze: la sua crocifissione, la sua morte e il suo seppellimento, la sua resurrezione (Ga 3:27). Morto al peccato (Ro 6:2), morto al proprio io (Ga 2:20) morto alla legge (Ro 7), morto al mondo (Ga 6:14), il credente annuncia di essere "vivente a Dio in Cristo Gesù" (Ro 6:4).

È evidente che il battesimo dei neonati non può, nella maniera più assoluta, esprimere la bellezza di tutte queste realtà spirituali. Gli apostoli praticavano, come unico principio nella forma del battesimo e proprio per non stravolgerne il significato, l'immersione degli adulti che avevano in piena coscienza accettato, per la fede, la salvezza offerta per la grazia di Dio, manifestata in Cristo Gesù.

Orientarsi in modo diverso da quanto hanno insegnato gli apostoli significherebbe uscire dal campo dei princìpi della Chiesa neotestamentaria.


Come battezzare?

La parola greca "baptizo", dalla quale viene il nostro "battezzare", è un derivato del verbo greco "bapto" che si trova circa ottanta volte nel Nuovo Testamento e che significa: immergere, sommergere.

Come la parola "ekklesia" è stata generalmente tradotta con "Chiesa" invece che con il suo significato letterale di "assemblea", così la parola "baptizo" è stata tradotta con "battesimo" invece che con "immersione".

L'insegnamento del Signore Gesù e le testimonianze e gli scritti degli apostoli lasciano intendere, per il battesimo, una immersione completa (At 8:38; Ro 6:3-5 ecc.).

Ogni e qualsiasi altro metodo sostitutivo (abluzione, infusione, aspersione) svuoterebbe il simbolo del suo reale significato.


Quando battezzare e chi battezzare?
Dopo aver considerato la necessità, il significato e la forma del battesimo, è opportuno ribadire che il presupposto del battesimo è la fede. Abbiamo già fatto accenno a questa verità ma, considerando la confusione che regna fra i tanti movimenti che in un modo o nell'altro si richiamano a Cristo, non saranno mai abbastanza le volte in cui occorrerà ribadire con chiarezza che solo chi ha creduto può essere battezzato (Mr 16:16; At 2:41).

Non si possono biblicamente stabilire altri aspetti (limite d'età ecc...), ma si deve affermare con convinzione e sicurezza che una persona, prima di essere battezzata, deve aver creduto personalmente nel Signore Gesù. Il cristianesimo vero e puro è fede personale e non ammette terze persone che s'impegnino a garantire davanti a Dio la fede di altri.

È un fatto innegabile che, secondo la Chiesa neotestamentaria, la fede doveva precedere il battesimo e che in quella Chiesa, modello per la Chiesa di ogni tempo e di ogni luogo, si battezzavano soltanto i credenti. Infatti, se togliamo il presupposto della fede e della conversione di colui che è battezzato, crolla ogni significato di questo simbolo e resta aperta la porta alle idee sacramentaliste.

Alcuni pedobattisti vogliono vedere nel battesimo una specie di surrogato della circoncisione. Ma questo non lo troviamo scritto nella Parola di Dio.

Il Nuovo Testamento ci insegna che il battesimo è per ambo i sessi (mentre la circoncisione era solo per i maschi), e che anche i Giudei che ci si convertivano, benché già circoncisi, venivano battezzati. Timoteo, benché fosse già battezzato, fu anche circonciso (At 16:3); Tito, essendo di origine non ebraica, non era circonciso, ma era battezzato e il fatto che alcuni cristiani giudaizzanti facessero molta pressione perché egli fosse circonciso (Ga 2:3), sta a provare che il battesimo non era in alcun modo considerato un surrogato della circoncisione.

Se veramente nella Chiesa neotestamentaria il battesimo fosse stato visto come l'equivalente della circoncisione, i giudaizzanti non avrebbero cercato di imporre la circoncisione ai convertiti non ebrei e gli apostoli non avrebbero avuto alcuna difficoltà a risolvere il quesito sollevato nella riunione di Gerusalemme (At 15); sarebbe stato infatti sufficiente dichiarare che la circoncisione era stata sostituita dal battesimo.

È pur vero che alcune Chiese pedobattiste si definiscono come Chiese di professanti, dal momento che fanno del battesimo dei bambini una specie di presentazione, d'iniziazione nella vita della Chiesa, richiedendo poi un'altra formalità (confermazione o altro) per ammettere i battezzati, giunti in età cosciente, a partecipare ai diversi aspetti della vita della Chiesa stessa. Ma non possiamo fare a meno di denunciare ugualmente il loro venir meno a uno dei princìpi fondamentali della Chiesa neotestamentaria.

Per quanto riguarda altre confessioni "cristiane" dove si dà al rito praticato sui bambini il valore di un vero e proprio battesimo e dove si trascende nella visione sacramentalista di questo simbolo, non c'è alcun dubbio che ci troviamo davanti a "Chiese" moltitudiniste, nelle quali i credenti e non credenti godono la stessa natura di membri, con tutte le conseguenze disastrose che è facile immaginare.

Le Chiese del Nuovo Testamento, quelle fondate sull'insegnamento degli apostoli, non erano moltitudiniste; in esse infatti si battezzavano e si ammettevano come membri di Chiesa soltanto coloro che confessavano di essere nati di nuovo e di avere riposto la loro fede in Cristo.

Testo preparato per l’incontro Anziani 1984, a cura di fratelli delle Assemblee di Anghiari, Città di Castello e Perugia

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