Uno degli scrittori che hanno esercitato maggiore influenza sull'idea che molti giovani americani si fanno di Gesù Cristo e del cristianesimo è Jacob Needleman, un filosofo di origine ebraica e studioso di nuovi movimenti religiosi. Needleman annunciò in un suo libro la sua riscoperta di un "cristianesimo perduto", che è stato tenuto nascosto per secoli, e che può essere ritrovato una volta che ci si renda conto che "ci sono diversi livelli di cristianesimo".

I livelli più alti dell'insegnamento di Gesù Cristo, secondo Needleman, sono sempre esistiti, ma la Chiesa a un certo punto ha smesso di trasmetterli, e se ne trovano tracce solo in qualche remoto monastero orientale. Dal punto di vista letterario, il pensiero di Needleman è costruito intorno all'idea che si tratti di insegnamenti trasmessi all'autore da un monaco ortodosso, "Padre Sylvan". Da dove provengano in realtà questi insegnamenti è meno chiaro; quello che è certo è che molti giovani entusiasti del libro di Needleman hanno manifestato delusione quando il filosofo ha confessato che "Padre Sylvan" è soltanto una sua creazione letteraria!

Al di fuori degli ambienti universitari, la tesi viene espressa in termini più brutali. Vita Universale, un nuovo movimento religioso fondato dalla "profetessa" tedesca Gabriele Wittek, diffonde "i grandi insegnamenti cosmici di Gesù di Nazaret dati ai Suoi apostoli e discepoli che erano in grado di comprenderli" (questo il titolo di un suo libro divulgativo). Questi "insegnamenti segreti trasmessi agli apostoli" non sono complementari ma assolutamente contraddittori rispetto agli insegnamenti dei Vangeli: comprendono, per esempio, la reincarnazione e l'idea secondo cui ogni uomo ha in sé una scintilla dell'unico, monistico "principio cosmico che è chiamato Dio".
Se c'è contraddizione, spiega Vita Universale, è perché la Chiesa Cattolica avrebbe manipolato i Vangeli. È quanto, in un altro contesto, assicura anche Shirley MacLaine - ormai quasi più nota come propagandista internazionale del New Age che come attrice - secondo cui gli "insegnamenti segreti" erano originariamente contenuti nella Bibbia, ma poi sarebbero stati tolti durante il secondo Concilio di Costantinopoli, nel 553. L'accusa è formulata in termini allettanti e chiari: gli insegnamenti più autentici di Gesù Cristo sarebbero stati tenuti segreti dalla Chiesa Cattolica, che li avrebbe comunicati originariamente a pochi iniziati; poi, dimenticando la sua missione di trasmetterli, avrebbe finito per perderli del tutto. Nonostante la "perversa volontà della Chiesa" - per dirla con Shirley MacLaine - di "mettere in ceppi l'umanità", gli insegnamenti segreti sono tuttavia sopravvissuti, e oggi si vendono nelle migliori librerie o comunque sono accessibili ai seguaci di una pletora di gruppi neo-religiosi, esoterici, neo-gnostici.

Nella prima parte di questo saggio passeremo brevemente in rassegna i soggetti che diffondono la tesi degli "insegnamenti segreti".
Nella seconda parte esamineremo i principali contenuti che, secondo i sostenitori della tesi, caratterizzerebbero gli insegnamenti che la Chiesa ha cercato di tenere segreti o di sopprimere.
Nella terza parte, ci permetteremo di chiedere ai sostenitori della tesi di quali prove dispongono a sostegno di una teoria che sovverte in modo così radicale l'intera interpretazione del cristianesimo.


I soggetti

La radice gnostica

La tesi degli insegnamenti segreti non è affatto nuova, ed è stata già messa in circolazione dall'antico gnosticismo, un insieme di correnti religiose con radici ebraiche, iraniche e greche che si è presentato come eresia cristiana nei primi secoli della vita della Chiesa. Lo gnosticismo fiorisce soprattutto nel secondo secolo con Basilide, attivo in Alessandria negli anni 117-161; con Marcione, un contemporaneo di Basilide venuto dall'Asia Minore a Roma; e con Valentino, nato probabilmente in Egitto e attivo in Alessandria e poi a Roma fra il 140 e il 165. Duramente combattuto dai Padri della Chiesa, lo gnosticismo declina nel terzo secolo e scompare agli inizi del quarto, pur lasciando tracce che in Occidente arrivano fino alle eresie medioevali dei Catari e degli Albigesi, in Oriente si esprimono nel manicheismo, una religione fondata in Persia da Mani (216-276) e sopravvissuta fino agli inizi del secolo XIV in Cina, quando le ultime comunità manichee vengono travolte dall'avanzata mongola. Un'altra religione medio-orientale che conserva tracce dello gnosticismo antico, quella dei Mandei, mantiene ancora qualche seguace in Iraq. Lo gnosticismo era conosciuto principalmente attraverso le confutazioni dei Padri della Chiesa fino alla scoperta casuale di una intera biblioteca gnostica da parte di un contadino egiziano nel 1945 presso Nag Hammadi. La pubblicazione dei testi di Nag Hammadi ha confermato la rilevanza del tema degli "insegnamenti segreti" nell'antico gnosticismo. Gli gnostici attingevano ai "vangeli apocrifi" - testi che a particolari veri sulla vita di Gesù ne mescolavano altri fantastici e che la Chiesa aveva rigettato al momento della formazione del Canone - e producevano a loro volta altri "vangeli" che avrebbero dovuto contenere gli "insegnamenti segreti". Uno dei testi più tipici, ritrovato a Nag Hammadi, è il Vangelo di Tommaso, che presenta il tema esoterico dell'"androgino". Pietro, nel Vangelo di Tommaso, pensa addirittura che Maria Maddalena debba allontanarsi dal gruppo dei discepoli "perché le donne non sono degne della Vita". E Gesù gli risponde: "In verità la guiderò fino a che diventi maschio... Perché ogni donna che diventerà maschio entrerà nel Regno dei Cieli". Come si vede, non si tratta di femminismo ante litteram, ma piuttosto di un tema esoterico che verrà spesso ritenuto pane degli "insegnamenti segreti" di varie sètte.
Oggi la tesi degli "insegnamenti segreti" è così diffusa da spiegare il grande successo popolare di opere che presentano i "vangeli gnostici". Nel 1979 il volume scritto da Elaine Pagels sull'argomento è diventato rapidamente un best seller. Questo successo è comprensibile in un clima segnato sia da un "neo-gnosticismo" (la ripresa di motivi gnostici da parte di diverse correnti filosofiche e religiose) sia da un "nuovo gnosticismo", espressione con cui mi sembra preferibile designare i nuovi movimenti religiosi e magici (come le diverse "chiese" gnostiche) che si presentano esplicitamente come continuazioni del vecchio gnosticismo.


L'esoterismo

Il terna degli "insegnamenti segreti" percorre una parte importante della tradizione dell'esoterismo e dell'occultismo. Entrambi i termini - con qualche prodromo settecentesco - hanno cominciato a essere utilizzati nei senso oggi corrente nell'Ottocento. In genere si ritiene che "occultismo" indichi gli aspetti più pratici e tecnici di un sapere simbolico e misterico chiamato "esoterismo"; ma sull'uso dei termini non vi è certamente accordo neppure fra gli specialisti. Ai nostri fini sembra importante distinguere fra tre fenomeni o livelli diversi:

- l'esoterismo propriamente detto, come pensiero che percorre la storia dell'Europa e dalle sue radici gnostiche, cabalistiche ed ermetiche si manifesta nel pensiero di autori come Jacob Boehme (1575-1624), Louis-Claude de Saint-Martin (1743-1803), René Guénon (1886-19.51), e che ha influenzato la cultura, l'arte e la filosofia occidentale in un modo più profondo di quanto spesso non si creda.

- la magia popolare - l'insieme di credenze che sostiene i maghi, gli indovini, le cartomanti e la loro clientela - che riprende alla lontana, e in forma estremamente semplificata e volgarizzata, alcuni temi della tradizione esoterica;

- in una posizione intermedia, il mondo dei "nuovi movimenti magici", gruppi, società e "ordini" occulti strutturati e organizzati in un modo simile ai nuovi movimenti religiosi, salvo che l'esperienza che propongono non è propriamente religiosa ma, appunto, magica.

A livelli naturalmente diversi il tema degli "insegnamenti segreti" si ritrova, peraltro, in tutti questi mondi. Se la cultura esoterica europea del Settecento rifletteva su presunti "sensi nascosti" della Bibbia, perfino la "Maga Krishna", indovina e cartomante delle televisioni private piemontesi, parlava nel 1992 di "veri insegnamenti di Gesù Cristo, nascosti in archivi segreti". Particolarmente nel mondo dei "nuovi movimenti magici" è all'opera, a proposito degli "insegnamenti segreti", il fenomeno che lo studioso olandese Reender Kranenborg ha chiamato "tradizione cumulativa dell'esoterismo" per cui, dal momento in cui una nuova tesi o dottrina viene presentata come parte degli "insegnamenti segreti", tutti i successivi movimenti magici incominciano a parlarne (mentre non si ritrova nei movimenti precedenti). Così, per esempio, l'idea secondo cui Gesù avrebbe soggiornato in India viene lanciata nel 1894 con l'opera dell'ebreo russo Nicholas Notovitch "Il vangelo buddista della vita di Gesù". "Tutte le storie su Gesù in India - osserva Kranenborg - hanno una data successiva al 1894. A partire da quell'epoca ritroviamo questa tradizione ovunque, e la vediamo comparire in messaggi dell'altro mondo: ma prima dei 1894 non si sapeva nulla di questa idea". In altre parole, ogni nuovo movimento magico che presenta una sua versione degli "insegnamenti segreti" comincia con il presentarne come parte integrante tutti gli elementi che sono stati proposti da movimenti magici precedenti.


Le "sette" cristiane

La parola "setta" è oggi piuttosto inflazionata, e senz'altro inadeguata per descrivere tutta la lussureggiante varietà dei nuovi movimenti religiosi. Viene tuttavia di solito conservata, anche nella letteratura scientifica, per identificare un gruppo particolare di movimenti religiosi di origine recente: quelli che, partendo da un retroterra cristiano, se ne allontanano, creando "nuove tradizioni religiose". Benché le principali "sette" di origine cristiana siano nate nell'Ottocento, gruppi simili che a un retroterra cristiano aggiungono elementi estranei e nuove rivelazioni - sono apparsi anche nel nostro secolo, e ancora negli ultimi decenni, come è il caso del già citato movimento Vita Universale. Non tutte le "sette" cristiane si servono del tema degli "insegnamenti segreti". Molti (come i Testimoni di Geova) dichiarano di affidarsi alla Bibbia, naturalmente interpretata (e spesso manipolata) sulla base delle loro convinzioni [e dei testi della Torre di Guardia, ndr]. In altri casi, invece, il tema degli "insegnamenti segreti" è presente. Nella maggiore "setta" cristiana per numero di aderenti - la Chiesa Mormone, che ha superato nel 1992 gli otto milioni di membri - il tema assume un profilo peculiare. L'ottavo "articolo di fede" della Chiesa Mormone recita: "Noi crediamo che la Bibbia è la parola di Dio, per quanto tradotta correttamente [...]". "Credo nella Bibbia - affermava il fondatore del Mormonismo, Joseph Smith (180.5-1844) com'era uscita dalla penna degli autori originari. Traduttori ignoranti, copisti sbadati o preti maliziosi e corrotti hanno commesso molti errori". Per il fondatore del Mormonismo era "evidente che molti punti importanti che riguardano la salvezza degli uomini erano stati tolti dalla Bibbia, o perduti prima della compilazione".
Ritorna qui il tema degli "insegnamenti segreti" in quanto, secondo il "profeta" mormone, parole ed eventi necessari per la salvezza potrebbero "non essere stati annotati del tutto nei tempi antichi" o comunque "non essere mai stati trascritti nella Bibbia". È in questo senso, secondo il maggiore specialista mormone dell'argomento, Robert J. Matthews, che Smith menzionava, accanto agli elementi "tolti dalla Bibbia", gli altri "perduti prima della compilazione". Joseph Smith si accinse, in parte, a ricostruire gli "insegnamenti perduti" attraverso la straordinaria impresa a una nuova "traduzione" della Bibbia, che non deve tuttavia essere intesa come un lavoro di studio o filologico. L'opera - rimasta incompiuta e pubblicata originariamente da un gruppo mormone scismatico, la Chiesa Riorganizzata, ma oggi accolta anche dalla Chiesa Mormone maggioritaria - non era neppure "una registrazione semplice e meccanica di un dettato divino, ma piuttosto un processo di studio e di meditazione, accompagnato e favorito da una rivelazione del Signore". Nel Mormonismo contemporaneo - che conta nelle sue fila specialisti universitari di Sacre Scritture piuttosto preparati e agguerriti sul piano tecnico - il concetto di "traduzione" (da cui nascono vari testi sacri rivelati dal loro profeta) è del resto sempre "dinamico", e sta a metà fra la semplice riflessione e il recupero di una tradizione perduta grazie a una nuova rivelazione dall'Alto. Così, il rapporto con la Bibbia non è soltanto letterale, e presso i Mormoni, come presso altre "sette cristiane" ritorna il tema degli "insegnamenti segreti", sia pure con un profilo diverso rispetto all'esoterismo.


I gruppi orientali

Nel secondo dopoguerra l'idea secondo cui Gesù avrebbe trasmesso agli apostoli una serie di "insegnamenti segreti" (particolarmente in tema di reincarnazione) è stata diffusa da una serie di nuovi movimenti religiosi di origine orientale. Tra i imovimenti di origine indiana la tesi degli "insegnamenti segreti" si ritrova, per esempio, nella Self-Realization Fellowship di Paramahansa Yogananda (1893-1952), fra gli Hare Krishna, fra i cosiddetti "arancioni" (anche se hanno ora abbandonato le vesti di questo colore) di Bhagwan Shree Raineesh (1931-1990) e fra i seguaci di Sathya Sai Baba.
Un'analisi dei testi di questi movimenti ci convince tuttavia rapidamente che non si tratta di spunti tipicamente indiani, ma di importazioni dalla letteratura esoterica occidentale. È vero che il tema della formazione di Gesù in India e degli "insegnamenti segreti" era stato diffuso nel subcontinente indiano dal movimento scismatico islamico Ahmadiyyat, fondato da Mirza Ghulam Ahmad (1835 o 1839-1908); ma è probabile che Ahmad conoscesse e ripetesse le storie su Gesù in India del "vangelo buddista" di Notovitch. Gesù è "uno fra i tanti maestri" nella storia dell'umanità anche per alcune delle vivaci nuove religioni che vengono dal Giappone, fra cui Sukyo Mahikari, fondata da Kotama Okada (1901-1974). Per quest'ultimo movimento - secondo una rivelazione che ha indotto Mahikari a riconsiderare una tradizione giapponese - Gesù Cristo non si sarebbe formato in India, ma in Giappone; sfuggito alla crocifissione (al suo posto sarebbe stato crocifisso il fratello minore!) e tornato in Giappone sarebbe morto all'età di 118 anni e sarebbe seppellito a Herai. Per Mahikari "non c'è dubbio che la Bibbia sia un libro sacro e valido che contiene alcuni insegnamenti di Gesù Cristo" ma "è altrettanto chiaro che la Bibbia contiene pure molti errori che sono stati introdotti, volontariamente o meno, da altre persone durante i secoli". "Gran parte del messaggio originario di Gesù non è stato trascritto del tutto nella Bibbia" ma "a poco a poco negli ultimi due secoli gli studiosi hanno raccolto frammenti di racconti e opinioni su Gesù che contraddicono i dogmi della Chiesa così come ci sono più noti oggi". Benché le origini di questa leggenda giapponese siano più difficili da determinare con precisione, sembra che essa abbia cominciato a diffondersi dopo le speculazioni di Notovitch e di altri su Gesù in India, e in ogni caso Mahikari è stato influenzato, su vari punti, da movimenti esoterici occidentali.


Il New Age

Il New Age non è una "setta" o un movimento unitario a cui si "aderisca", ma è piuttosto un network o una costellazione di gruppi diversi uniti dall'attesa di un'epoca nuova di grandi trasformazioni e da alcune credenze comuni, fra cui la natura ultimamente "divina" dell'uomo e la reincarnazione. Il New Age è emerso agli inizi degli anni Sessanta - prima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti - come movimento di risveglio all'interno di una specifica tradizione magico-esoterica, quella della Società Teosofica, fondata nel 1875 a New York da Helena Blavatsky (1831-1891), e dei suoi scismi, in particolare lo scisma guidato da Alice Bailey (1880-1949). Giacché il tema degli "insegnamenti segreti" di Gesù era stato accennato dalla Blavatsky e figurava in modo prominente negli insegnamenti della Bailey - in particolare nell'opera From Bethlehem to Calvary del 1937 - non e sorprendente che riemerga anche nel New Age.
Più in generale il New Age è il luogo di confluenza di una serie di tendenze e di influenze diverse - dalla nuova religiosità orientale alla Teosofia, dall'occultismo a temi tipici dei nuovi movimenti religiosi di origine cristiana - e molte di queste fonti accennano o sviluppano il tema degli "insegnamenti segreti". Il New Age si è incaricato di renderlo estremamente popolare, moneta corrente - sia pure in versioni spesso semplificate e rozze - negli ambienti giovanili di molti paesi.


Contenuti

Cristologia

Che cosa contengono gli "insegnamenti segreti"? Ogni gruppo, ogni movimento, ogni conventicola esoterica naturalmente ha una sua versione diversa. Emergono, tuttavia, alcuni tratti comuni. La cristologia rivisitata dagli "insegnamenti segreti" si arricchisce, così, di elementi di fatto e di dottrina. Da un punto di vista fattuale, gli "insegnamenti segreti" - come già i vangeli apocrifi - cercano di ricostruire artificiosamente gli anni della vita di Gesù di cui i Vangeli non ci parlano, fra l'infanzia e l'inizio della missione pubblica. In genere - sulla scia di Notovitch e di altri autori ottocenteschi - collocano, come abbiamo visto, questi anni in Oriente: in India, in Tibet, in Giappone. Giacché le versioni "indiane" sono più conosciute - e insieme proposte da movimenti che, negli ultimi anni, appaiono in declino - vale la pena di dare ancora qualche cenno sulla versione "giapponese" diffusa fra i nuovi movimenti religiosi del Sol Levante sulla base dei cosiddetti "documenti Takenouchi" (una collezione di documenti raccolti dalla famiglia Takenouchi, esponenti della quale hanno occupato posizioni di rilievo nella gerarchia sacerdotale shintoista). Secondo questa versione, Gesù Cristo sarebbe nato nel 37 a.C., forse in Palestina, ma si sarebbe formato in India e in Cina prima di sbarcare in Giappone dove avrebbe ricevuto la formazione definitiva presso santuari shintoisti. L'imperatore Suinin (29 a.C. - 70 d.C.) gli avrebbe conferito la missione di portare la verità dell'Oriente agli Ebrei. Come abbiamo accennato Gesù - condannato a morte dai Romani che non comprendevano le dottrine giapponesi di cui era portatore - non sarebbe morto sulla croce, perché il fratello Isukiri si sarebbe sacrificato al suo posto. Sfuggito ai Romani, avrebbe intrapreso un lungo viaggio attraverso l'Africa, l'Asia centrale, la Cina, la Siberia, l'Alaska e le Americhe prima di ritornare in Giappone, dove sarebbe morto a Herai all'età di 118 (secondo altri 116) anni, lasciando anche un testamento che sarebbe stato scoperto nel 1934.

Naturalmente, altri giurano che Gesù Cristo non è mai stato in Giappone, ma si è formato in India ed è sepolto non a Herai, ma nel Kashmir.
La cristologia degli "insegnamenti segreti" non si limita, peraltro, a elementi di fatto. Comprende anche una rielaborazione di quanto Gesù Cristo avrebbe insegnato su se stesso, che ruota attorno alla distinzione fra tre figure diverse e non coincidenti: "il Cristo", Gesù Cristo e il "Cristo futuro". "Il Cristo" non sarebbe una persona, ma "un principio interiore" che si trova in ogni uomo come scintilla interiore divina che si tratta di riscoprire e coltivare. Questa scintilla, della stessa natura divina dell'Unità ultima dell'universo, costituisce il "Cristo Cosmico" (che - insegnano alcuni movimenti - si può decidere di chiamare "Buddha interiore": e una questione di mera preferenza culturale, giacché si tratta ultimamente dello stesso principio). Sorge, naturalmente, il quesito su quale relazione questo Cristo-principio abbia con il concreto e storico Gesù di Nazareth. La risposta dei sostenitori degli "insegnamenti segreti" è che Gesù di Nazareth, con il suo presunto magistero esoterico, ha mostrato agli uomini "il Cristo" in modo incomparabile ed eminente. Contraddicendo le Sacre Scritture, costoro affermano che Gesù di Nazareth non avrebbe affatto preteso di essere Dio, se non nel senso in cui tutti "siamo Dio", e non avrebbe neppure insegnato di essere "il Cristo", ma si sarebbe semplicemente presentato come qualcuno che "dimostra" il Cristo in modo speciale. Infine, Gesù avrebbe anche annunciato un "Cristo futuro", un Maestro Universale che doveva venire [Gesù l'ha realmente annunciato, ma l'ha chiamato falso Cristo, e Anticristo, ndr]. Questa annunciata "seconda venuta del Cristo" non sarà, tuttavia, una riapparizione sulla terra di Gesù di Nazareth, ma piuttosto la discesa di un maestro della stessa statura di Gesù e di Buddha che tornerà per fare da levatrice al parto di un'era nuova.
Questa idea risale alla Società Teosofica, ed è stata largamente diffusa dalla teosofa scismatica Alice Bailey nel suo volume The Reappearance of the Christ del 1948.

Sulla scia di questo volume della Bailey molti fedeli degli "insegnamenti segreti" nel contemporaneo New Age attendono una prossima manifestazione del "Cristo" o, come altri dicono, del "Cristo-Maitreya" (giustapponendo in modo sincretistico il linguaggio cristiano e buddhista).

Ecclesiologia

Gesù Cristo avrebbe fornito anche una serie di "insegnamenti segreti" sulla Chiesa, e avrebbe stabilito due gerarchie parallele: una exoterica, affidata a san Pietro, e una esoterica, affidata a san Giovanni. Sul destino della Chiesa "giovannea" i sostenitori degli "insegnamenti segreti", peraltro, si dividono fra loro. Secondo alcuni la Chiesa "giovannea" si sarebbe perpetuata in segreto, di iniziato in iniziato, fino ai giorni nostri. Secondo altri sarebbe scomparsa ma avrebbe fatto in tempo a lasciare dei documenti scritti, dei "vangeli segreti" sulla base dei quali sarebbe possibile "risvegliarla" e continuarne, almeno su un piano ideale, la filiazione. Era questa la tesi della Chiesa Gioannita, fondata agli inizi del secolo scorso da Bernard-Raymond Fabré-Palaprat (1773-1838), il quale asseriva di essere venuto casualmente in possesso di due documenti dell'antica Chiesa di san Giovanni, l'Evangelicon e il Leviticon, trasmessi segretamente all'interno di famiglie nobili francesi, scomparsi nella tempesta della rivoluzione e miracolosamente ritrovati.
La Chiesa Gioannita - che non esiste più nella forma originaria, ma è confluita nella Chiesa Gnostica, alcune derivazioni della quale sono ancora esistenti - comincia a presentare un tema che non lascerà più la "tradizione cumulativa" dell'esoterismo: la Chiesa di san Giovanni sarebbe arrivata, di filiazione segreta in filiazione segreta, fino ai Templari, e sarebbe poi stata trasmessa segretamente in una prosecuzione occulta, ristretta ad alcune famiglie nobili, del disciolto Ordine del Tempio. Non manca neppure una versione più femminista di questa curiosa ecclesiologia: secondo la Ecclesia Gnostica Mysteriorum, diretta a Palo Alto (California) da un "vescovo" donna, Rosa Miller, gli insegnamenti di san Giovanni sarebbero stati affidati a Maria Maddalena, da cui originerebbe - di trasmissione in trasmissione - una linea segreta, tutta femminile, che arriverebbe fino ad alcune misteriose iniziate francesi che la avrebbero appunto trasmessa alla stessa Rosa Miller. Quella che è comune in tutte queste versioni, è l'idea che Gesù Cristo avrebbe fondato due Chiese: una puramente esteriore - la Chiesa che tutti conosciamo - e una "interiore", depositaria dei "veri insegnamenti" tenuti segreti.


Antropologia

Gli "insegnamenti segreti" conterrebbero - se si prescinde da una serie di prolissi quanto generici richiami all'amore e alla pace universale - due presunte "verità fondamentali" sull'uomo, che la Chiesa avrebbe consapevolmente nascosto. La prima "verità" è che l'uomo, letteralmente, è Dio. In un quadro monistico e panteistico ognuno di noi è portatore di una scintilla divina - "il Cristo" - che è della stessa natura e sostanza di Dio. Non tutti, naturalmente, sono consapevoli di essere di natura divina: la funzione delle Chiese "interiori" e dei gruppi esoterici (come delle antiche scuole gnostiche) è proprio quella di richiamare l'uomo alla sua vera natura, "dimostrando" il Cristo-principio così come aveva fatto Gesù. Il secondo "insegnamento segreto" si riferisce al destino dell'uomo e consiste nella dottrina della reincarnazione. Qui, come abbiamo già accennato, la posizione di chi aderisce alla tesi degli "insegnamenti segreti" è radicale: Gesù Cristo e gli apostoli hanno insegnato la reincarnazione; se nei Vangeli ne rimangono poche tracce è perché la Chiesa li avrebbe modificati ed "espurgati". Come prova si adduce da una parte che molti fra i primi Cristiani sarebbero stati sostenitori della reincarnazione, dall'altra che il Concilio di Costantinopoli l'avrebbe condannata solo nel 523, prova che per i precedenti cinque secoli sarebbe stata tranquillamente insegnata. Da un punto di vista storico queste tesi sono semplicemente assurde, ma vengono costantemente ripetute in una vastissima letteratura popolare; qualche volta trovano credito anche presso cattolici poco informati. San Paolo ha comunque posto sul loro cammino una pietra d'inciampo veramente difficile da superare, assicurando che "è stabilito per gli uomini che muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio" (Eb. 9,27). Per tutti i primi secoli della Chiesa sono frequenti
le denunce dei Padri contro la dottrina della reincarnazione insegnata (anche se con un ruolo meno prominente nel loro sistema di quanto oggi spesso si creda) dagli gnostici. A fronte di questa testimonianza continua, unanime dei Padri contro la reincarnazione, l'ambiguità di alcuni testi isolati non costituisce neppure un indizio contrario - tanto meno una prova - e del resto può essere agevolmente spiegata nel contesto complessivo dell'opera dei Padri della Chiesa in questione.
Quanto al Concilio di Costantinopoli (II) del 523, non si è occupato affatto della reincarnazione. È vero che in occasione - o forse ai margini - di quel Concilio ci si è occupati di dottrine discutibili di Origene, ma queste riguardavano la preesistenza delle anime, una tesi che si trova spesso insegnata insieme a quella della reincarnazione, ma ne rimane logicamente distinta. Nel caso di Origene, poi, accanto a brani ambigui - e riportati diversamente da fonti diverse - sulla preesistenza delle anime, ne troviamo altri chiarissimi che condannano la reincarnazione. Le prove sono dunque schiaccianti: le Scritture, i primi cristiani, i Padri si sono espressi ripetutamente contro la reincarnazione nel loro insegnamento pubblico. Per sostenere qualche cosa di diverso bisogna, ancora una volta, tornare all'ipotesi di "insegnamenti segreti" privati che non completino, ma contraddicano gli insegnamenti pubblici anche su questo punto essenziale.


Dove sono le prove?

Lo psichiatra svizzero Théodore Flournoy (1854-1920), che agli inizi del nostro secolo pubblicò un famoso resoconto (scettico ma benevolo) sui fenomeni medianici di Catherine-Élise Muller (1821-1929), nascosta sotto lo pseudonimo di "Hélène Smith" - tra i primi, fra l'altro, dove si parli di extraterrestri - enunciava una sua versione del "principio di Laplace": "il peso delle prove deve essere proporzionato alla stranezza dei fatti".
Hic Rhodus; hic salta; la "stranezza" degli "insegnamenti segreti" gioca ultimamente la sua credibilità sulla possibilità di offrire prove - qualunque sia la loro natura - del fatto stesso che Gesù Cristo abbia trasmesso insegnamenti ulteriori e diversi rispetto a quelli contenuti nella Scrittura e nella tradizione, e che il contenuto di questi insegnamenti sia effettivamente quello che oggi ci viene presentato. I sostenitori degli "insegnarnenti segreti" offrono, sostanzialmente, tre tipi di prove.


Documenti

Benché spesso i gruppi esoterici disprezzino il metodo storico e i documenti, le loro tesi non mancano di riferimenti piuttosto concreti. Come abbiamo visto, le teorie su Gesù in Giappone riposano sui "documenti Takenouchi". L'Ordine della Rosacroce AMORC - il maggiore fra i numerosi gruppi "rosicruciani" in concorrenza fra loro - sostiene che gli "insegnamenti segreti" di Gesù Cristo diffusi dal fondatore del movimento, Harvey Spencer Lewis (1883-1939), si troverebbero negli archivi dell'Ordine a San José, in California, dove - ci si dice - sarebbero contenuti un gran numero di documenti della massima importanza sulla storia segreta del mondo dagli Egizi ai giorni nostri. Notovitch insisteva sul fatto che l'originale del suo Vangelo buddista esisterebbe tuttora presso un remoto monastero tibetano. E così via. Qual è il valore di questi "archivi" e di questi "documenti"? La risposta deve essere radicale: nessuno. Per esprimersi in termini giuridici, l'onere della prova incombe su chi afferma l'esistenza di "insegnamenti segreti". Non è la Chiesa a dover provare che gli "insegnamenti segreti" non esistono; è chi afferma la loro esistenza a doverla dimostrare. Il principio è del tutto ovvio, ma in un mondo che soffre di preoccupanti carenze quanto allo studio della logica rischia di essere rovesciato. Nei tribunali, come nella ricerca scientifica seria, un documento non esiste finché non viene messo a disposizione di chi intende esaminano. I "documenti Takenouchi", i testi su Gesù Cristo contenuti negli archivi dell'AMORC, il manoscritto "tibetano" di Notovitch non sono a disposizione degli studiosi che vogliano esaminarli criticamente. Nel caso di documenti dell'AMORC o del manoscritto di Notovitch si ha tutto il diritto di supporre che non esistano: spetta ai loro sostenitori dimostrare il contrario, non viceversa. Naturalmente - come è forse il caso di aggiungere a beneficio dei più ingenui - il fatto che l'AMORC o Notovitch abbiano pubblicato degli "estratti" dai documenti di cui sarebbero stati o sarebbero in possesso non prova nulla; potrebbe trattarsi di pura finzione letteraria, come nel caso degli insegnamenti di "Padre Sylvan" che, come abbiamo visto, Jacob Needleman ha ammesso di avere inventato. Per quanto riguarda i documenti giapponesi Takenouchi, anche i loro sostenitori più convinti ci parlano di una serie di manoscritti posteriori di parecchi secoli - in qualche caso di oltre un millennio - agli eventi che dovrebbero descrivere. Quanto alle "tombe" di Gesù Cristo in Kashmir, a Herai o altrove, non ne è mai stata dimostrata neppure l'origine antica; manca una documentazione archeologica professionale sugli eventuali resti umani che potrebbero contenere e sulla loro antichità; quando pure fosse dimostrato che si tratta di tombe antiche, nulla proverebbe che l'uomo che vi è sepolto è effettivamente Gesù Cristo.


Interpretazioni

Un altro tipo di "prove" cerca di convincere il cristiano partendo da un dato che condivide con il suo interlocutore "esoterico": la convinzione che i Vangeli - i quattro Vangeli canonici - siano effettivamente documenti attendibili sugli insegnamenti di Gesù Cristo. Gli "insegnamenti segreti" sarebbero lì, nascosti fra le righe dei testi per chi sappia interpretarli. Ora, è certamente vero che i Vangeli sono aperti a una
pluralità di letture. È anche vero che la Chiesa ha sempre parlato di un "senso spirituale e simbolico della Scrittura". Il problema, tuttavia, è se l'interpretazione può essere infinita: se un testo - per dirla con Umberto Eco - "è un universo aperto dove l'interprete può scoprire infinite connessioni" e chiunque può "sovrapporre la propria intenzione di lettore all'irraggiungibile e perduta intenzione dell'autore". Il problema è se le interpretazioni di un testo siano così illimitate da permetterci di sostenere anche che afferma il contrario di quello che, secondo la sua interpretazione più normale, vuole dire.
San Paolo afferma che si nasce e si muore una volta sola. Possiamo esercitarci in molti tipi di esegesi su questa affermazione: ma se la trasformiamo nel suo contrario, sostenendo che il testo nasconde esotericamente l'opposto di quello che dice, cioè la dottrina della reincarnazione, siamo usciti dall'interpretazione e ci muoviamo, più che in una "semiosi ermetica", in una lettura impazzita che, se applicata al linguaggio comune, distruggerebbe le possibilità di comunicare fra gli uomini, precisamente come avviene in certe forme di malattia mentale.
Non si tratta, quindi, di scoraggiare le ricerche sul "senso spirituale e simbolico" della Scrittura (che maliziosamente, in chiave razionalista, si pretende talora di confondere con le aberrazioni della "semiosi ermetica"), ma di rendersi conto - molto semplicemente - che se i testi (e il linguaggio) possono essere interpretati all'infinito, possono dire tutto e il contrario di tutto, scompare la possibilità di comunicare, ma scompare anche la possibilità di fornire "prove" delle proprie tesi. Neppure questa strada sembra quindi particolarmente promettente per chi tenta di offrirci "prove" degli "insegnamenti segreti".


Nuove rivelazioni

Se dunque a sostegno degli "insegnamenti segreti" non vi sono né prove storiche né prove esegetiche, rimane la possibilità di cambiare radicalmente le carte in tavola, o forse di rovesciare il tavolo. I fedeli degli "insegnamenti segreti" possono sempre ispirarsi a René Guénon e alla sua negazione di ogni valore delle "prove" di carattere storico. Secondo Guénon occorre condannare formalmente "ogni tentativo d'applicazione del metodo storico a tutto quanto abbia carattere metafisico: la prospettiva metafisica stessa si oppone in modo radicale al punto di vista storico, o cosiddetto storico, e in tale opposizione è da vedere non una mera questione di metodo, ma anche e soprattutto, che è molto più grave, una vera questione di principio".
Da un punto di vista pastorale quando si ha a che fare con i sostenitori degli "insegnamenti segreti" occorre sempre tenere presente che per molti di loro, paradossalmente, l'assenza di "prove" nel senso moderno del termine costituisce una "prova" che ci si trova di fronte a dottrine che, per loro natura, si sottraggono alla presa del mondo moderno positivista e "scientifico" e meritano quindi attenzione e rispetto. Queste affermazioni non significano però che ci si affidi a semplici affermazioni "gratuite" (che, secondo l'adagio scolastico, potrebbero essere rifiutate altrettanto gratuitamente, e che comunque potrebbero coesistere con altre affermazioni gratuite di segno opposto).
Anche il più accanito dispregiatore delle "prove" di tipo storico o "scientifico" si fida di qualcosa - o di qualcuno. Se ci si fida di un maestro che propone le tesi degli "insegnamenti segreti" sulla base di una "tradizione" o di una interpretazione della Scrittura, si ritorna - nonostante le proteste in senso contrario - ai due casi precedenti. Sarà lecito chiedere al maestro dove sono i documenti che attestano il carattere antico e "tradizionale" degli insegnamenti che presenta, e chiedergli le ragioni della sua esegesi. Diversamente si avrà tutto il diritto di non prestargli fede, per quanto si possa trattare di un personaggio carismatico o affascinante. Ma in realtà, nella maggior parte dei casi, la "prova" consiste in una vera e propria nuova rivelazione al maestro o al fondatore del movimento. Questi personaggi affermano che Gesù Cristo aveva trasmesso ai discepoli una serie di insegnamenti segreti; giacché questi sono andati perduti - o le tracce che ne rimangono sono troppo scarse - Dio (o "il Cristo") li rivela di nuovo a un interprete privilegiato, a cui assicura - sempre per rivelazione - che si tratta proprio di quegli stessi "insegnamenti segreti" che Gesù aveva trasmesso agli apostoli quasi duemila anni fa.
È questo il caso degli "insegnamenti segreti" diffusi da Vita Universale: sono gli stessi, ci si assicura, che Gesù aveva dato agli apostoli, ma li conosciamo perché Dio, quasi giorno per giorno, li rivela direttamente oggi a Gabriele Wittek, la "profetessa" tedesca che ha fondato il movimento.
Così, nella Chiesa dell'Unificazione, la verità sui Vangeli viene restaurata non tramite una ricognizione esegetica del loro significato, ma tramite un intervento diretto di Dio che si rivela al reverendo Sun Myung Moon. E oggi - che a parlare siano Dio, la Madonna, "il Cristo", Gesù, gli angeli o gli extraterrestri - le nuove rivelazioni sorgono a getto continuo, dovunque: e molto spesso si presentano come strumento per ricostruire gli "insegnamenti segreti". Le "nuove rivelazioni", beninteso, richiedono soprattutto un atto di "fede": o ci si crede o non ci si crede. Ai non cristiani si può soltanto raccomandare prudenza, ricordando che - se la fede supera ultimamente la ragione - può e deve essere concessa o negata a
partire da preamboli razionali, che rendono l'atto di fede almeno non irragionevole. Si deve esaminare ogni nuova rivelazione nel suo contesto, nel carattere morale di chi la propone, nella sua coerenza interna, nei suoi frutti.
Per chi, invece, è cristiano il problema si pone in termini diversi. Se la "nuova rivelazione" - come avviene quando evoca gli "insegnamenti segreti" - contraddice la Rivelazione di Dio, sappiamo già con certezza che non può venire da Lui. "Se anche noi stessi o un angelo dal Cielo vi predicasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema" (Gal. 1,8). [Qui la chiesa cattolica dovrebbe applicare senza ipocrisia il principio biblico anche alle sue "rivelazioni private", dalle apparizioni di Fatima o di Lourdes alle visioni ed esperienze di santi canonizzati, che essa riconosce e perfino raccomanda. Trattandosi di insegnamenti extrabiblici, ricevuti peraltro tramite canali che la stessa Scrittura condanna, la Chiesa Cristiana fedele solo a Dio non li accoglie ma anzi li rigetta su base scritturale, ndr].
L'unicità della Rivelazione pubblica è un segno caratteristico e distintivo del cristianesimo, a cui non si può rinunciare senza rinunciare al cristianesimo stesso. D'altro canto, il fatto stesso che si debbano invocare nuove rivelazioni mostra nel modo più evidente l'assenza totale di "prove" - nel senso tecnico e proprio - sia del contenuto che si vorrebbe attribuire agli "insegnamenti segreti", sia dell'esistenza stessa di tali insegnamenti.


Conclusione

Se le prove della tesi contraria mancano completamente - si sarebbe tentati di dire clamorosamente - la conclusione si impone: la Chiesa Cristiana non ha nascosto agli uomini nessun "insegnamento segreto" di Gesù Cristo. Gli "insegnamenti segreti" che di tanto in tanto compaiono nei luoghi più diversi sono semplicemente delle contraffazioni prodotte per stuzzicare la curiosità della gente. Gesù stesso, del resto, aveva affermato: "Non ho mai detto nulla di nascosto" (Gv 18,20), e proprio questa sua affermazione va intesa nel senso più letterale.
Se il cristianesimo si riduce ai soli elementi simbolici - come vogliono gli adepti degli "insegnamenti segreti" - degenera in gnosticismo. Il cristianesimo autentico, quello biblico, propone invece ancora oggi il suo messaggio di salvezza, senza segreti, agli uomini e alle donne di tutto il mondo, affinché ciascuno possa conoscere e incontrare personalmente, nella propria vita, quel Dio che il mondo cerca come a tastoni nel buio. "Poiché non vi è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti" (Mt 10, 26-27).





GESÙ IN INDIA ?

di Gregory Koukl



In questi tempi assistiamo al dilagare delle più diverse e contrastanti idee di sapore esoterico sulla vita di Gesù, idee che pur non provenendo dalla Bibbia vengono accolte prontamente da molte persone.

Una delle tante congetture in voga riguarda i cosiddetti "anni perduti" di Gesù, ossia gli anni della sua infanzia e adolescenza con la sua famiglia, sui quali la Bibbia non ritiene necessario parlare a lungo. Secondo alcuni, Gesù sarebbe andato in viaggio in India e da lì sarebbe ritornato con un messaggio improntato al pensiero religioso orientale.

Vediamo allora i fatti:

1. Non esiste alcuna informazione storica di alcun tipo che collochi Gesù in India.

L'idea, in realtà, si basa solo su messaggi medianici - come il cosiddetto "Vangelo Acquariano di Gesù Cristo" e i libri del medium Edgar Cayce -, che oltre ad essere di provenienza occulta (dunque condannati dalla Legge di Dio in quanto di origine spiritica), sono in contrasto l'uno con l'altro.

Lev. 19:31 "Non vi rivolgete agli spiriti, né agli indovini; non li consultate, per non contaminarvi a causa loro. Io sono l'Eterno vostro Dio."

L'unica "conferma storica" a sostegno dell'idea di Gesù in India è quella che Nicolas Notovich sostenne di aver esaminato nel 1887 in un monastero in Tibet: si tratta di presunti scritti del "profeta Issa". Ma questi scritti non sono mai stati visti da nessuno, e gli stessi monaci che li avrebbero dovuti avere in custodia, hanno spiegato di averne mai sentito parlare.

2. I Vangeli insegnano che Gesù è vissuto in Israele.

Le migliori fonti storiche sostengono con forza che Gesù è stato con la sua famiglia per l'intera durata della sua crescita, come un qualunque altro giovane Ebreo.

Matteo 2:23 "...e venne ad abitare in una città detta Nazaret, affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti, che egli sarebbe stato chiamato Nazareno."

Luca 2:51,52 "Poi discese con loro, andò a Nazaret, e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini."

Entrambi i resoconti sono immediatamente seguiti dal battesimo operato da Giovanni Battista, implicando che il battesimo di Gesù fu il successivo evento più importante in ordine di tempo. Se Gesù fosse andato in viaggo verso l'Est, si sarebbe trattato di un evento critico dal punto di vista teologico e se ne parlerebbe sicuramente in qualche testo dell'epoca. Il precedente viaggio di Gesù in Egitto quand'era in fasce (Matt. 2:13-15) è infatti narrato. Altri riferimenti ci dicono che la gente di Nazareth restava meravigliata dalla saggezza espressa da Gesù mentre predicava.

Luca 4:22 "Tutti gli rendevano testimonianza, e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: "Non è costui il figlio di Giuseppe?"

Essi lo riconoscevano come uno cresciuto tra di loro come qualsiasi altro Ebreo. Le persone erano anche stupefatte dall'enfasi messianica del suo ministerio. Si trattava di un elemento assolutamente nuovo.

Matteo 13:54-56 "Recatosi nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga, così che stupivano e dicevano: Da dove gli vengono tanta sapienza e queste opere potenti? Non è questi il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte tra di noi? Da dove gli vengono tutte queste cose?" (*)

3. Il costo e la distanza rendono estremamente improbabile un suo viaggio in India.

Si sarebbe trattato di un viaggio quasi impossibile da affrontare per un giovane. Le distanze da coprire sarebbero state assurde per chiunque a quel tempo, adulto o bambino che fosse. Inoltre, Gesù proveniva da una famiglia molto povera e dunque non avrebbe potuto permettersi le spese di un simile viaggio.

4. La cultura dei Gentili (i non-ebrei) era ripugnante per gli Ebrei.

In quanto Ebreo, Gesù avrebbe tollerato ben poco di vivere in mezzo ai Gentili adoratori di idoli che vivevano in India, e tanto meno avrebbe potuto ricevere le loro dottrine pagane e portarle in Israele.

5. Gesù ha insegnato il Giudaismo, non l'Induismo.

Dal punto di vista teologico, l'insegnamento di Gesù è completamente antitetico alla concezione del mondo sostenuta dalle religioni orientali. La Sua teologia è profondamente radicata sul concetto Ebraico di Dio e sulla sua realtà. Gesù continuò a riferirsi sempre all'Antico Testamento, indicando il suo pieno rispetto per la Legge di Dio, i suoi Profeti, e per il Dio d'Israele. Infatti, Egli osservò tutta la Legge in modo impeccabile. Egli non fece mai alcun riferimento né allusione ai Veda (i testi Indù).


Conclusione

Ogni frammento di prova esistente colloca Gesù in Israele per l'intero arco della sua vita, tranne che per il breve soggiorno in Egitto quando Egli era in fasce (evento che è stato attentamente raccontato dalla Bibbia - ad esempio cfr. cap. 2 di Matteo).

Fonte: http://camcris.altervista.org

Inviato da alex il

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