Si avvicina il Natale. Probabilmente molti italiani saranno, come me, impegnati in succulenti e abbondanti libagioni. Non sarà così per molti. Come si potrà leggere più sotto nella notizia ANSA che fa il riepilogo dell'ultimo rapporto della FAO
 
Certo oggi la crisi fa paura, forse dovremmo rinunciare a qualche cellulare, qualche vacanza, a rinnovare il guardaroba, oppure l'automobile. Chissà forse non potremmo acquistare quella TV lcd di ultima generazione, il pc, etc. E che dramma. RECESSIONE, una parola che è l'incubo di Governi ed economisti.
Eppure, parlo da piccolo uomo che per il mondo che abbiamo costruito non è altro che un numero il quale deve nascere, consumare, lavorare e morire, mi chiedo: "possibile che nessuno dei grandi pensatori comprenda che è impossibile aumentare sempre più la produzione, considerato che il Mondo che abitiamo non solo non è infinitamente grande, ma anzi si riduce sempre più?" .
Eppure questo è l'Uomo. Impegnato in politica, economia, filosofia, religione, libri, dottrine, scuole di pensiero. Ognuno con le proprie convinzioni e ragioni ovviamente assolutamente giuste. Eppure, nonostante questo proliferare di "giustizia" quest'anno 40 milioni di persone in più, rispetto all'anno precedente, soffriranno, non la carenza di un cellulare, di una tv, di un abbonamento ad una televisione, ma piuttosto della fame!!!
Questo è l'Uomo. "Sei troppo pessimista" mi dicono alcuni. Forse si, ma non è questa la realtà che abbiamo costruito e continuiamo, cosa peggiore, ad alimentare? E' la storia dell'Uomo che parla dell'Uomo. Nonostante la conoscenza sia aumentata a dismisura il suo cuore è restato tale.
Eppure, eppure non tutto è perduto e non perchè l'Uomo possa risolvere da se il suo problema, che poi è l'egoismo, la cupidigia, l'arroganza, il considerarsi Dio, in una parola il peccato.
C'è una via che non procede dalla creatura bensì dal Creatore:

A pagare la crisi economica saranno i più poveri del mondo. Il numero di coloro che soffrono la fame dal 2007 è aumentato di 40 milioni, passando, da 923 a 963 milioni di persone e con la crisi c'é il rischio di dover rivedere presto questo numero al rialzo.
Questa è la previsione del 'Rapporto sullo stato dell'insicurezza alimentare 2008' presentato oggi alla Fao.

L'obiettivo del Millennio di dimezzare la fame entro il 2015 appare ormai irraggiungibile, se si pensa che proprio la Fao aveva annunciato, pochi mesi fa, che il numero degli affamati, a causa dell'impennata dei prezzi dei prodotti alimentari, era aumentato di 75 milioni tra il 2005 e il 2007, il peggior incremento mai registrato fino a quel momento. "Ci vuole volontà politica per raggiungere l'obiettivo del Millennio - ha detto il direttore generale della Fao Jaques Diouf - sono necessari 30 miliardi di dollari all'anno per raddoppiare la produzione agricola mondiale ed eliminare la crisi, stiamo parlando di un investimento pari all'8% dei finanziamenti destinati all'agricoltura nei Paesi Ocse, se teniamo presente questo paragone mi sento di dire 'yes we can', possiamo farcela". Il tempo però stringe, al 2015 mancano solo sette anni e si sta per raggiungere un nuovo record: un miliardo di persone che soffre la fame e la causa resta sempre l'aumento dei prezzi alimentari. "L'attuale crisi finanziaria ed economica in corso - avverte Diouf, che invita la comunità internazionale a non dimenticare la crisi alimentare, - potrebbe far lievitare ulteriormente la cifra delle persone che soffrono la fame. Invito la comunità internazionale a non interrompere le loro donazioni". Dal vertice internazionale sull'emergenza cibo, tenutosi a giugno si era raggiunta quota 11 miliardi di finanziamenti. "Io non li ho ancora visti - ha aggiunto Diouf - ma sono stati promessi e sono solo una goccia rispetto a quello che il mondo spende ogni anno per le armi o per l'agricoltura nei Paesi sviluppati".

Le conseguenze della crisi, a partire da una domanda ridotta nei Paesi sviluppati, secondo la Fao minaccia i redditi dei Paesi in via di sviluppo attraverso le esportazioni. Sono a rischio le rimesse di denaro, gli investimenti privati e gli aiuti pubblici allo sviluppo. Nei Paesi in via di sviluppo il calo dei prezzi non ha portato il sollievo sperato e non si è rivelato un'opportunità per i produttori. I prezzi dei principali cereali sono calati di oltre il 50% rispetto al picco raggiunto agli inizi del 2008 ma rimangono alti rispetto agli anni precedenti. L'indice Fao dei prezzi alimentari, nell'ottobre 2008 era ancora un 20% più alto rispetto all'ottobre 2006.

E con i prezzi delle sementi e dei fertilizzanti più che raddoppiati rispetto al 2006 i contadini poveri non hanno potuto aumentare la produzione, mentre gli agricoltori più ricchi nei Paesi sviluppati sono riusciti a espandere le semine. La produzione cerealicola dei Paesi sviluppati, infatti, è probabile che aumenti di almeno il 10% nel 2008 ma l'aumento nei Paesi in via di sviluppo potrebbe non essere superiore all'1%. Secondo il rapporto Fao, la maggioranza delle persone sottonutrite vive nei Paesi in via di sviluppo. Nell'Africa sub-sahariana una persona su tre, vale a dire circa 236 milioni é affetta da fame cronica.

La Repubblica Democratica del Congo, da sola, ha guidato l'incremento a causa della situazione di conflitto, facendo aumentare la percentuale delle persone che soffrono la fame nel Paese, dal 29 al 76%.

Notizia ansa del 9 dicembre 2008


 Insieme contro la fame

Inviato da alex il

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