"Il mio cuore ardeva dentro di me; mentre meditavo, un fuoco s'è acceso; allora la mia lingua ha parlato" (Salmo 39:3)
Gesù definì Giovanni una "lampada ardente e splendente" per mostrare quanto fu fervente in pietà e santità e "pieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre" (Luca 1:15, 16). Il suo cuore ardeva d'amore per Gesù.
 
Infatti, fu "l'amico dello sposo" che si rallegrava per la Sua venuta e manifestò il desiderio che Cristo crescesse e che egli stesso diminuisse (Giovanni 3:23-30).
 
Giovanni fu animato da un santo zelo nell'opera del ministero, luminoso esempio per ogni credente e per ogni ministro della Parola.
Ma cosa significa essere una lampada ardente?
Il cuore di Giovanni Battista era pieno di santo ardore, così come deve essere quello di ogni credente nato di nuovo. La vera grazia non è mai fredda, pigra e fiacca; piuttosto, è una realtà potente, caratterizzata da uno straordinario ardore.
Il vero credente ha un cuore che arde per Dio!
 
Tutti i frutti della grazia sono caratterizzati da quest'ardore:
  • la fede,
  • l'impegno,
  • la testimonianza,
  • lo zelo.
Tutto ciò scaturisce dalla presenza dell'amore divino nel cuore, che è una santa fiamma che brucia nell'anima!
Per questa ragione il credente è una lampada ardente: la sua anima arde d'amore per Cristo e per il desiderio di vedere il progresso del Suo Regno!
 

LAMPADA ARDENTE: IL SERVIZIO

Giovanni Battista fu una lampada ardente e splendente anche nel modo in cui visse.
Rinunciò ai piaceri del mondo; si dedicò alla chiamata ricevuta con grande diligenza e laboriosità; proclamò la Parola di Dio con imparzialità e senza fare distinzioni di sorta tra le persone; si mostrò umile, rallegrandosi che l'onore di Cristo aumentasse e che la sua fama diminuisse, proprio come la luce della stella mattutina svanisce, mentre il sole comincia a sorgere; fu fedele e coraggioso nel predicare la verità anche a costo della vita. È così che la sua luce illuminò gli uomini.
 
Anche il credente deve sentire il forte desiderio di servire il Signore. Siamo stati salvati da Dio per servirLo, pertanto la domanda che deve essere costantemente impressa nel nostro cuore e nella nostra mente è: "Signore, che cosa vuoi che io faccia"?
 
Questo è il santo ardore che caratterizza sempre una genuina esperienza di nuova nascita.
Alcuni, talvolta, hanno la tentazione di tirarsi indietro, perché pensano che gli altri sono più capaci. Non lasciamoci influenzare dall'apparenza: non tutto è come sembra. Basti pensare a quando Samuele doveva ungere il successore del re Saul. Per un attimo si soffermò su Eliab, conquistato dal suo aspetto esteriore, ma Dio gli ricordò che Egli guarda al cuore (1 Samuele 16:11-13).
 
Eliab era un bell'uomo, così appariscente da convincere, seppur per pochi istanti, un uomo d'esperienza come Samuele.
La Scrittura non tace intorno al vero sentimento di Eliab, geloso e dal temperamento violento (1 Samuele 17:28, 29). Per questa ragione fu scelto Davide, l'uomo secondo il cuore di Dio (Atti 13:21, 22).
 
Dio guarda al cuore dell'uomo e non all'apparenza, che per Lui non è di alcuna importanza. Ciò che per l'uomo è importante, non lo può essere per Dio, per il Quale è importante solo la disposizione del cuore dell'uomo.
Saul era bello d'aspetto, ma Dio lo rigettò (1 Samuele 9:1, 2).
Anche Absalom era un uomo di bell'aspetto, ma Dio lo rigettò (2 Samuele 14:25, 26).
 
Gli esempi potrebbero essere innumerevoli a testimoniarci che Dio non guarda all'apparenza, ma al cuore. Egli sa che un cuore umile e arreso nelle Sue mani vale molto di più di un cuore colto, preparato e superbo, perché l'umiltà va davanti alla gloria. Nessuno di noi è completo in se stesso, ma si completa in Cristo: serviamoLo con tutto il nostro cuore (1 Corinzi 1:25-29).
Giovanni Battista non ha uno speciale "curriculum vitae" da presentare, ma il suo cuore arde per Dio, il Quale gli rivolge la Sua gloriosa Parola (Luca 3:2-18).
Quello che Dio chiede da noi è la disponibilità.
 

LAMPADA ARDENTE: LA FRANCHEZZA

La franchezza del Battista fece di lui una lampada ardente. Non si tirò indietro nel denunciare la condotta peccaminosa della folla (Luca 3:7), dei religiosi (Matteo 3:5-10) e di Erode (Matteo 14:3-5).
 
La vera franchezza non è un atteggiamento arrogante e oppressivo verso gli altri;
  • non è quell'atteggiamento crudo,
  • rude,
  • privo di sensibilità che viene presentato come franchezza-autorevolezza, ma che in realtà è solo una manifestazione dell'orgoglio.
  • La vera franchezza non è l'essere bigotti e dogmatici.
Un "bigotto" è una persona che pensa di avere sempre ragione e il dogmatismo è l'atteggiamento di colui che vuole convincere gli altri delle proprie opinioni, senza poter provare ciò che dice.
 
La vera franchezza non si misura dal "volume" o dal tono della voce.
 
La vera franchezza consiste
  • nella libertà di essere onesti,
  • di parlare in verità con gli altri nel timore di Dio,
  • di dire le cose come stanno.
  • È quel modo di parlare che non teme quello che succederà dopo, ma è caratterizzato dal coraggio diretto, che giunge direttamente al punto.
Dobbiamo essere trasparenti e onesti con gli altri, non dobbiamo cadere nell'errore di essere imprecisi o confusi per paura di quello che ci diranno.
 
Nei momenti di crisi economica, sociale, morale, religiosa, spirituale, sono necessari credenti disposti a rispondere alla chiamata del Signore per poter essere "lampade ardenti e splendenti" in questo mondo di tenebre.

Domenico Modugno

Tratto da RISVEGLIO PENTECOSTALE Gennaio 2013
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Inviato da alex il

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