Unesco, Israele sospende rapporti dopo risoluzione su Gerusalemme
“Disconosciuti legami storici di ebrei e cristiani con i luoghi santi della Città Vecchia”
- per l'Unesco non ci sono legami storici tra Israele e il muro del Pianto e il Monte del Tempio! -

Il ministro israeliano dell'istruzione Naftali Bennett ha deciso di sospendere da subito ogni rapporto con l’Unesco. In una lettera alla direttrice dell’agenzia dell’Onu Irina Bokova pubblicata via twitter il ministro accus...a l’Unesco di fiancheggiare il terrorismo. Ieri l’Agenzia che ha come missione la tutela dei Beni culturali di valore universale ha approvato una risoluzione che – secondo Israele - disconosce i legami storici di ebrei e cristiani con i luoghi santi della Città Vecchia di Gerusalemme. E lo avrebbe fatto menzionando alcuni luoghi come il Muro del Pianto e il Monte del Tempio esclusivamente con i loro nomi musulmani. L’Unesco ha inoltre condannato l’escalation di aggressioni ai luoghi santi islamici da parte di Israele, definito “potenza occupante”.


Dei 58 paesi membri della Commissione Relazioni Esterne Unesco, 24 hanno votato a favore (Algeria, Bangladesh, Brasile, Ciad, Cina, Repubblica Dominicana, Egitto, Iran, Libano, Malaysia, Mauritania, Messico, Marocco, Mozambico, Nicaragua, Nigeria, Oman, Pakistan, Qatar, Russia, Senegal, Sud Africa, Sudan e Vietnam). Assenti, Serbia e Turkmenistan , in 26 (compresa l’Italia) si sono astenuti mentre solo sei hanno votato contro, e cioè Stati Uniti, Gran Bretagna, Lituania, Paesi Bassi, Germania ed Estonia. L’ambasciatore d’Israele all’Unesco, Carmel Shama-Hacohen, ha sottolineato che “i palestinesi hanno perso il supporto di tutta l’Europa, comprese Francia, Spagna e persino la Svezia. Insieme allo spostamento verso l’astensione di paesi chiave come India e Argentina, il voto costituisce un risultato significativo rispetto alle condizioni di partenza in analoghe votazioni precedenti. Palestinesi e stati arabi – ha spiegato l’ambasciatore – godono di una maggioranza automatica contro Israele in ogni istituzione dell’Onu. L’obiettivo di Israele è quello di erodere questa maggioranza automatica”.


(ANSAmed) - TEL AVIV, 13 OTT - "Il teatro dell'assurdo continua e quella presa oggi è una decisione assurda". Così il premier Benyamin Netanyahu ha definito la Risoluzione adottata oggi dall'Unesco sul Monte del Tempio, come gli ebrei chiamano la Spianata delle Moschee. "Se non vogliono leggere la Bibbia - ha aggiunto - almeno guardino ciò che è raffigurato sull'Arco di Tito a Roma e la Menorah che i romani rubarono a Gerusalemme dal Tempio. Anche l'imperatore Tito faceva propaganda?"."Negare i legami ebraici con il Monte del Tempio - ha concluso - è come negare quelli della Cina con la Grande Muraglia o quegli degli egiziani con le Piramidi". (ANSAmed).

alex

di Deborah Fait

Mi chiedo a che pro noi ebrei abbiamo fatto tanta fatica. In migliaia di anni siamo sopravvissuti alle persecuzioni più atroci, abbiamo perdonato e siamo andati avanti, abbiamo dato al mondo scienza, musica, cultura, abbiamo ricevuto un numero esagerato di premi Nobel tenendo conto del piccolo popolo che siamo. Siamo stati massacrati , infangati, denigrati, nessun popolo della terra è stato tanto perseguitato e maltrattato per centinaia, migliaia d'anni, senza fine. Abbiamo tirato su la testa e siamo andati avanti nonostante tutto. Abbiamo creato dal nulla un paese moderno e democratico, abbiamo lavorato, sudato sangue per farne un giardino. Ci hanno fatto la guerra, i nostri figli sono morti per Israele. Fatica, dolore, lacrime e sangue per millenni fino ad oggi. E adesso? Adesso ecco che della gente che si autoproclama "palestinese", appropriandosi del nome che era degli ebrei fino al 1948, gente inventata nel 1967 dalla fantasia maligna di Arafat e che, in 50 anni di storia, non ha fatto altro che terrorismo, gente che non è stata capace di produrre altro che parassitismo, miseria e violenza, ecco che questa gente ci sta rubando tutto. Non avendo una storia propria, i palestinisti hanno pensato bene di rubare la nostra, complice il mondo intero. Non potendo eliminarci in guerra lo fanno psicologicamente scippando i nostri siti storici, cercando di tranciare di netto le nostre radici millenarie.
  Oggi, cari amici, cari fratelli ebrei, noi siamo diventati, con un colpo di spugna imbevuto d'odio, un popolo senza storia. Ci hanno rubato il Monte del Tempio (dove solo gli ebrei non possono andare a pregare), ci hanno rubato il Kotel chiamandolo come l'asina alata di Maometto, ci hanno rubato tutti i siti dei nostri antenati, la Tomba di Giuseppe, la Tomba di Rachele. Gli ebrei credenti non possono più andare a pregarvi pena la vita o l'arresto. E oggi ecco l'ultimo delirio dell'Unesco, organizzazione mondiale per la tutela della cultura e delle scienze, che ha decretato che Israele non solo non ha nessun diritto su Gerusalemme est, di cui sarebbe forza occupante, ma ha perso ogni diritto sulla Tomba dei Patriarchi e delle Matriarche di Israele, a Hebron. Abramo, Isacco, Giacobbe, Sarah, Rebecca, Leah, Re David, Re Shaul, Re Salomone, non sono più retaggio del Popolo ebraico ma sono diventati, tutti e in un sol colpo, palestinesi, arabi, musulmani, seguaci di Allah e di Maometto suo profeta 2000 anni prima che quest'ultimo nascesse e inventasse l'islam. Stranezze che solo un delirio di odio e di ignoranza può avallare e questo delirio ha avuto luogo in Polonia dove, su 21 stati votanti, 12 sono stati favorevoli, solo 3 contrari e 6 si sono astenuti.
  La formula della risoluzione è stata: "the Cave of the Patriarchs in Hebron is a Palestinian heritage site, it is not a Jewish site and it is in danger." Hebron, la culla del Popolo ebraico, la primissima capitale, il luogo scelto da Abramo per esservi sepolto insieme a Sarah, è stata pugnalata a morte da bugie antisemite. Da Israele i commenti sono stati di orrore e incredulità. "Decisione immorale, antisemita, imbarazzante, una sozzura morale, scandalosa, ridicola… Una risoluzione, ha dichiarato un portavoce degli ebrei di Hebron, che rispecchia l'odio che consuma l'Unesco". Ma non basta. Il giorno prima del voto, l'ambasciatore israeliano presso l'Unesco, Carmel Shama Cohen, aveva chiesto un minuto di silenzio per gli ebrei massacrati ad Auschwitz Birkenau dal momento che il campo della morte si trovava a soli 70 km da Krakovia, sede polacca dell'Unesco. Appena finito il minuto di silenzio per gli ebrei, ha preso la parola un'isterica rappresentante di Cuba che, sbattendo il microfono piena di rabbia, ha chiesto un minuto di silenzio anche per i palestinesi e, mentre tutti si rialzavano in piedi, i rappresentanti dei vari paesi hanno dedicato anche una standing ovation a quella farsa vergognosa. Un minuto di silenzio, con applausi, per i palestinesi? Beh, si, in effetti molti terroristi sono morti, i kamikaze perché esplosi con le loro cinture al tritolo, altri perché uccisi mentre ammazzavano cittadini di Israele.
  L'Unesco, a suo eterno disonore e vergogna, ha dedicato un minuto di silenzio al terrorismo. Cosa non si fa per i soldi e per il petrolio. Cosa non si fa per vigliaccheria. Tornando a Hebron, esiste un sito facebook, Actionaid Italia, che recentemente bombarda il web con questa campagna "Adotta un bambino palestinese di Hebron". Una volta di più si entra nell'immoralità e nella vergogna. Invitare ad adottare un bambino palestinese di Hebron chiedendo soldi significa insultare tutti i bambini che veramente soffrono nel mondo fame, soprusi, stupri, miseria, guerra, pestilenze e genocidi. Vergogna e menzogne per gli sprovveduti e i disinformati al servizio della propaganda palestinista. A questo proposito pubblico la lettera che un'amica ha scritto a questa associazione, lettera già virale sul web e che io trovo molto esplicativa:

  • Cari Action Aid Italia, se perorate una campagna assurda in nome del "rispetto delle leggi internazionali e del diritto" e parlate di Hebron chiedendo di "adottare un bambino palestinese", commettete una manipolazione della verità, spero in buona fede. Hebron fu divisa in due negli accordi di Oslo, firmati da Arafat e Rabin. Non entrarono gli israeliani con i carri armati costruendo recinzioni. Dividere la città in due in attesa di accordi di pace stabili e confini certi fu un'idea assurda, ma fu firmata dai due rappresentanti all'epoca delle due parti. Gli accordi di Oslo sono consultabili on line, perché non lo fate? Perché fate credere a chi è totalmente disinformato (e si evince dalla maggioranza dei commenti) che fu un'occupazione? La divisione in due ha di fatto bloccato la città, da ambo le parti. Ci rimettono i palestinesi come gli ebrei. Poi, non si capisce che cosa ci dovrebbero fare i bambini palestinesi con i soldi che chiedete in nome loro.
      A Hebron c'è un'università, c'è un Politecnico (Palestine Polytechnic University (PPU) e il Hebron campus of Al Quds Open University; c'è un polo industriale, c'è la manifattura del vetro, delle scarpe. La parte palestinese ha ricevuto da poco 150 milioni di dollari per sviluppare ulteriormente l'economia. L'Amministrazione Palestinese controlla 17000 fabbriche e laboratori. Zamzam produce ogni tipo di borse in plastica, The Royal Plastic Factory ha più di mille lavoratori. Il volume di affari tra Hebron palestinese e Israele è di circa 30 miliardi di dollari annui. Il salario minimo garantito è di 50 sheqel all'ora rispetto ai 30 del resto della West Bank. C'è uno stadio di basket da 4000 posti. Il governo koreano ha recentemente donato 6 milioni di dollari per il Youth Studies Center, che comprende tra l'altro aule di musica e scienze. Ci sono i seguenti poli sanitari: Al Ahli General Hospital, Al-Mezan Speciality Hospital, Abu Hassan Qasim hospital in Yatta, e Bani Naim Maternity Hospital. Si parla di una città sola, eh? Anzi di mezza, di quella sotto controllo palestinese. Ora se vi sembra serio, saputo questo, e facilmente verificabile, chiedere soldi per i bambini palestinesi mentre (tanto per dirne una) in Yemen i bambini stanno morendo di colera, io non dico che siete antisemiti, ma o siete in malafede o veramente dovreste informarvi meglio degli argomenti che trattate."
      Più e meglio di così è difficile dire, nella speranza che, chi si è lasciato sedurre da una propaganda di menzogne e falso vittimismo, ci ripensi e mandi i suoi soldi a bambini veramente bisognosi. L'odio, la pressione psicologica, le menzogne contro Israele si rinnovano ogni giorno e mi chiedo, chiediamoci tutti, fino a quando potremo resistere e come potremmo reagire? Siamo soli, abbiamo di fronte un intero mondo ostile che non sa più cosa inventarsi per colpirci, siamo soli ed è spaventosamente simbolico che questo ultimo segnale di odio e delegittimazione delle nostre radici arrivi proprio dalla Polonia dove 70 anni fa furono massacrati 3 milioni di ebrei. Mai nella storia del mondo, a nessun popolo del mondo è stato fatto tanto male secolo dopo secolo e…la storia continua…

(Osservatorio Sicilia, 8 luglio 2017)
 

 

Hebron nella Bibbia

Esempi:
- Allora Abramo levò le sue tende e venne ad abitare alle querce di Mamre, che sono a Hebron; e là costruì un altare all'Eterno. (Genesi 13:18)
- E Sara morì a Kirjath-Arba, (che è Hebron), nel paese di Canaan; e Abrahamo entrò a far lutto per Sara e a piangerla. (Genesi 23:2)
- Poi Giacobbe venne da Isacco suo padre a Mamre, a Kirjath-Arba, (cioè Hebron), dove Abrahamo e Isacco avevano soggiornato. (Genesi 35:27)
- Allora Giosuè lo benedisse e diede Hebron in eredità a Caleb, figlio di Jefunneh. Per questo Hebron è rimasta proprietà di Caleb, figlio di Jefunneh, il Kenizeo, fino al giorno d'oggi, perché aveva pienamente seguito l'Eterno, il Dio d'Israele. (Giosuè 14:13-14)
- Davide condusse anche gli uomini che erano con lui, ognuno con la propria famiglia, e si stabilirono nelle città di Hebron. (2 Samuele 2:3)
- Il tempo che Davide regnò a Hebron sulla casa di Giuda fu di sette anni e sei mesi. (2 Samuele 2:11)
- In Hebron a Davide nacquero dei figli... Questi nacquero a Davide in Hebron. (2 Samuele 3:2,5)
- Allora tutte le tribù d'Israele vennero da Davide a Hebron e gli dissero: Ecco, noi siamo tue ossa e tua carne. Già in passato, quando Saul regnava su di noi, eri tu che guidavi e riconducevi Israele. L'Eterno ti ha detto: Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai principe sopra Israele. Così tutti gli anziani d'Israele vennero dal re a Hebron e il re Davide fece alleanza con loro a Hebron davanti all'Eterno, ed essi unsero Davide re sopra Israele. Davide aveva trent'anni quando cominciò a regnare e regnò quarant'anni. Hebron regnò su Giuda sette anni e sei mesi; e a Gerusalemme regnò trentatré anni su tutto Israele e Giuda. (2 Samuele 5:1-5)
- Allora tutto Israele si radunò presso Davide a Hebron e gli disse: Ecco noi siamo tue ossa e tua carne; ... Così tutti gli anziani d'Israele vennero dal re a Hebron, e Davide fece alleanza con loro a Hebron davanti all'Eterno; quindi essi unsero Davide re sopra Israele, secondo la parola dell'Eterno pronunciata per mezzo di Samuele. (1 Cronache 11:1,3).

 

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Hebron nel Corano

Esempi:

 

alex

L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura ha definito Israele una "potenza occupante" a Gerusalemme e ha poi assegnato all'islam e ai palestinesi la sovranità della tomba dei patriarchi a Hebron, dove sono seppelliti Isacco, Giacobbe e alcune delle loro mogli, negando i legami con la tradizione ebraica di quello che è considerato il secondo luogo più sacro dell'ebraismo.

di Claudio Cerasa
 

 

Cracovia è una realtà molto importante per il popolo ebraico. La città venne occupata dall'esercito tedesco il 6 settembre del 1939. Pochi giorni dopo i nazisti la dichiararono capitale del governatorato centrale della nuova provincia occupata della Polonia centro orientale. Pochi mesi dopo, il 3 marzo del 1941, l'esercito diede vita a uno dei più importanti ghetti della Polonia, seicento metri per quattrocento. Recintarono il ghetto con un filo spinato. Concentrarono nel ghetto tutti gli ebrei della città e dei vicini villaggi, più o meno 18 mila persone, e nel giro di poco tempo anche da quel ghetto cominciarono a essere deportate migliaia di persone verso il campo di sterminio di Belzec. Il 28 maggio del 1941 ci fu la prima azione, seimila ebrei vennero "trasferiti" e trecento vennero uccisi sul posto. La seconda azione arrivò un anno dopo, il 27 ottobre del 1942, e in quell'occasione vennero deportati 7.000 ebrei, tra Belzec e Auschwitz, e durante il rastrellamento vennero uccise 600 persone, tra cui i malati dell'ospedale, gli anziani della casa di riposo, i bambini dell'orfanotrofio. Cracovia, lo sanno anche i bambini ma non l'Unesco, è una città simbolo dell'Olocausto.
   La Polonia, lo sanno anche i sassi ma non l'Unesco, è uno stato simbolo dello sterminio degli ebrei (durante l'epoca nazista vivevano in questa terra tre milioni di ebrei e in quegli anni il 90 per cento di loro fu sterminato nei campi nazisti). Eppure, proprio in questo stato, proprio in questa città, pochi giorni fa è successo quello che in molti, in troppi, si ostinano a non vedere. L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura, l'Unesco, ha scelto di riunirsi proprio a Cracovia, in una delle più

Una shoah culturale celebrata nell'indifferenza generale in una delle capitali dell'Olocausto. Uno sradicamento ulteriore della storia ebraica in una delle città simbolo dell'annientamento degli ebrei.

grandi tombe a cielo aperto di ebrei del mondo, per indicare "nuovi siti naturalistici e tesori culturali da proteggere". E nel corso di una votazione l'Unesco, la scorsa settimana, ha fatto una scelta importante: ha definito Israele una "potenza occupante" a Gerusalemme e ha poi assegnato all'islam e ai palestinesi la sovranità della tomba dei patriarchi a Hebron, dove sono seppelliti Isacco, Giacobbe e alcune delle loro mogli, negando i legami con la tradizione ebraica di quello che è considerato il secondo luogo più sacro dell'ebraismo. Una shoah culturale celebrata nell'indifferenza generale in una delle capitali dell'Olocausto. Uno sradicamento ulteriore della storia ebraica in una delle città simbolo dell'annientamento degli ebrei. Si potrebbe dire che quello dell'Unesco è stato solo un infortunio, un caso isolato, una gaffe diplomatica, ma i lettori di questo giornale sanno meglio di molti altri che purtroppo non è così. Già un anno fa, quando il Foglio scese in piazza per urlare contro l'Unesco e la complicità mostrata in quell'occasione dal governo italiano, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura decise che il Monte del Tempio e il Muro del Pianto non avevano nulla a che fare con l'ebraismo e lo decise con una risoluzione del comitato esecutivo che sancì un principio semplice e drammatico: quei due luoghi sono sacri solo e soltanto per la religione musulmana. Il tentativo di spazzare via Israele delle carte geografiche, come sognano molti regimi islamisti che dettano i tempi e l'agenda all'Unesco, fa parte di una precisa traiettoria che l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura ha scelto di rappresentare in modo persino coerente. Negare il legame tra Israele e i luoghi sacri dell'ebraismo significa negare la stessa legittimità di Israele di essere Israele e negare la legittimità di Israele significa accettare di essere sottomessi a un pensiero islamicamente corretto che vede nella presenza dello Stato di Israele non un modello possibile per il futuro medio oriente ma un semplice e grave elemento di instabilità.Non difendere fino in fondo Israele in una fase storica complicata come quella che viviamo oggi non è solo un segnale di un antisemitismo latente ma è il segnale di una precisa indifferenza verso quello che dovrebbe essere semplice buon senso. Oggi più che mai, la difesa di Israele, in tutte le sue forme, è una battaglia cruciale. Non è la "loro" battaglia. E' la nostra battaglia. Non ci stancheremo mai di ripetere che difendere la libertà di Israele, oggi più che mai, significa difendere la libertà dell'occidente e non ci stancheremo mai di ricordare che non combattere con tutte le nostre forze ogni tentativo di delegittimare Israele non significa essere neutrali, ma significa essere complici di una nuova e incredibile shoah culturale. Se i membri dell'Unesco volessero davvero cambiare la loro traiettoria e difendere fino in fondo lo Stato di Israele, e tutto ciò che esso rappresenta, dovrebbero fare quello che il Foglio propose un anno fa: dichiarare Israele

Negare il legame tra Israele e i luoghi sacri dell'ebraismo significa negare la stessa legittimità di Israele di essere Israele e negare la legittimità di Israele significa accettare di essere sottomessi a un pensiero islamicamente corretto.

patrimonio dell'Umanità. Per essere iscritti nella Lista del patrimonio mondiale, dice l'Unesco, "occorre presentare un eccezionale valore universale e soddisfare almeno uno dei dieci criteri di selezione illustrati nelle Linee guida per l'applicazione della Convenzione del patrimonio mondiale", e tra questi criteri ce ne sono diversi che solo l'Unesco può sostenere che non abbiano nulla a che fare con Israele. "Mostrare un importante interscambio di valori umani, in un lungo arco temporale o all'interno di un'area culturale del mondo, sugli sviluppi nell'architettura, nella tecnologia, nelle arti monumentali, nella pianificazione urbana e nel disegno del paesaggio". "Essere testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa". "Costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico, o di un paesaggio, che illustri una o più importanti fasi nella storia umana". Sospettiamo che nulla di tutto ciò verrà fatto e che come al solito l'ennesima fatwa contro Israele sarà ignorata dall'opinione pubblica. Eppure mai come in questa fase storica, in cui Israele rappresenta più che mai il simbolo di quello che l'occidente dovrebbe essere nell'ambito della lotta al terrorismo e del rispetto della libertà d'espressione, della democrazia e della libertà religiosa, sarebbe bene farsi sentire e dimostrare che l'occidente non ha intenzione di essere complice di questa nuova shoah culturale. Il governo italiano, su diverse decisioni dell'Unesco, dopo la campagna del Foglio ha scelto di cambiare fortunatamente posizione e di votare contro (e non più solo di astenersi) le risoluzioni antisemite. Ma vista la gravità e lo scempio registrato a Cracovia sarebbe il caso che anche l'Italia facesse qualcosa di più. Dopo l'ultima votazione dell'Unesco, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha deciso di tagliare un altro milione di dollari dei fondi stanziati alle Nazioni Unite e ha ordinato di trasferirli per istituire un nuovo museo del patrimonio ebraico a Kiryat Arba e Hebron e per nuovi progetti relativi al patrimonio di Hebron. L'Italia, se avesse un po' di coraggio, dovrebbe fare altrettanto. Tagliare i fondi che lo stato versa ogni anno alle Nazioni Unite sarebbe un primo e importante passo. Ma per dimostrare di esseri sensibili davvero al tema sarebbe opportuno aspettarsi qualcosa di più. Sarebbe opportuno che i ministri di questo governo, i loro collaboratori, e i grandi intellettuali italiani mostrassero gli attributi davvero, firmando lo stesso appello che nel 1974, un anno dopo la guerra del Kippur, scelsero di sottoscrivere alcuni pezzi grossi della cultura italiana. In ballo, oggi come ieri, c'era il rapporto tra Israele e Unesco, e come ricordato dal nostro Giulio Meotti nel suo bellissimo libro pubblicato due anni fa per Rubbettino, "La brava gente che odia gli ebrei", quell'appello lo firmarono in tanti. Ignazio Silone, Vittorio Zevi, Silvio Bertoldi, Valentino Bompiani, Carlo Casalegno, Arnoldo Foà, Vittorio Gassman, Franco Lucentini, Eugenio Montale, Giovanni Raboni, Leonardo Sciascia, Mario Soldati, Giorgio Strehler e Franco Zeffirelli. L'appello era questo.

  • "L'Unesco è un organismo delle Nazioni Unite che ha per compito quello di difendere l'educazione, la scienza, e la cultura. Quanto è avvenuto rappresenta una perversione: uno stravolgimento del suo ruolo. I sottoscritti rifiutano di collaborare a questo organismo sino a che non abbia provato nuovamente, nei riguardi di Israele di essere fedele ai propri fini". Quell'appello oggi lo riproponiamo di nuovo sul nostro giornale. E non è un appello di circostanza. E' un appello per evitare che vada a segno quello che è l'obiettivo neppure troppo mascherato dell'Unesco di oggi: cancellare lo Stato ebraico, a partire dalla sua storia".

(Il Foglio, 10 luglio 2017)

alex

Fonte: http://www.ilvangelo-israele.it/


Unesco, l'ira della comunità ebraica: "Grave l'astensione dell'Italia"

L'Ucei dopo la risoluzione su Gerusalemme: ci riporta fuori della storia

di Alessandro Di Matteo.

Per gli ebrei è il «Monte del tempio», per i musulmani è luogo dal quale Maometto fu assunto in cielo, per i cristiani il luogo della sepoltura di Gesù: l'area sacra di Gerusalemme è da sempre un luogo simbolo per tutte e tre le religioni monoteiste, ma ieri l'Unesco ha deciso con una risoluzione di ricordare solo il nome arabo di quel fazzoletto di terra che ospita in pochi metri quadrati moschee, chiese e muro del Pianto. Scelta che ha scatenato l'inevitabile reazione di Israele e che ha aperto anche un 'caso Italia', visto che il documento presentato dai palestinesi insieme ad Egitto, Algeria, Marocco, Libano, Oman, Qatar e Sudan, è stato approvato con il voto contrario di Usa, Germania, Gb, Lituania, Estonia, Olanda e con l'astensione del rappresentante italiano.
   Nella risoluzione, che condanna Israele su vari temi, si utilizza la terminologia araba di «Moschea di Al-Aqsa» e di «Haram al-Sharif» ma non il termine ebraico Har HaBayit. Il Muro del Pianto, poi, è descritto usando la dizione araba. «Assurdo - ha detto Benyamin Netanyahu - è come dire che la Cina non ha legami con la Grande Muraglia». E anche la direttrice generale dell'Unesco Irina Bokova ha criticato la decisione : «Negare, nascondere o voler cancellare una o l'altra delle tradizioni ebraica, cristiana o musulmana significa mettere in pericolo l'integrità del sito».
   Ma l'astensione italiana ha provocato anche la reazione indignata di Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane nata a Gerusalemme. «E' gravissimo che questo accada senza l'opposizione dell'Italia, la cui politica estera non può certo essere dettata dal caso, dalla superficialità o, peggio ancora, dall'opportunismo. Non ci meravigliamo allora se il domani porta con sé atti e fatti di odio e sangue». Una durezza finora mai usata dalla Di Segni, che ha una storia di sinistra, nei confronti del governo italiano. «L'Unesco si pone fuori dalla storia e scrive, con pesanti responsabilità dell'Italia e gli altri Paesi astenuti e favorevoli, una delle pagine più gravi della storia».
   Un chiarimento al governo lo chiede anche il dem Emanuele Fiano: «Non ha senso negare l'ebraicità del muro del Pianto. Chiederò a Renzi e Gentiloni di parlare della questione, sono certo che si cercherà il modo per tornare indietro da questa posizione». Anche per Maurizio Lupi (Ap) la mozione è «assurda e grave ed è grave che l'Italia non si sia opposta». Maurizio Gasparri, Fi, chiede: «Ma Renzi e Gentiloni che hanno da dire?». Il quotidiano il Foglio, intanto, ha promosso una manifestazione per mercoledì prossimo [questo mercoledì, cioè oggi, non il prossimo, ndr] sotto la sede romana dell'Unesco: «Sarà il nostro muro del Pianto».

(La Stampa, 19 ottobre 2016)
 


Mala tempora

di David Meghnag

Se non fosse per le implicazioni, potenzialmente devastanti, verrebbe da ridere amaramente all'idea che una votazione dell'Unesco - nata per tutelare i beni comuni dell'umanità -, la storia possa essere cancellata con un trattino a uso e consumo di stati autoritari e totalitari in cui l'habeas corpus non esiste nemmeno.
Che gli stati europei, nella loro stragrande maggioranza si astengano e non si oppongano apertamente, a questa nuova e grave deriva dell'antisemitismo, è un segno dei tempi, su cui riflettere.

(moked, 19 ottobre 2016)
 


L'Italia spieghi il suo silenzio sull'Unesco

di Claudio Cerasa

Il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri dovrebbero spiegare perché il rappresentante italiano si è astenuto sulla pazzesca mozione dell'Unesco che pretende di cancellare dalla storia di Gerusalemme la millenaria presenza ebraica. Stati Uniti e Germania hanno votato contro, quindi non vale nemmeno la scusa che non ci si voleva distinguere dagli alleati tradizionali. Se il rappresentante italiano si è consultato con la Farnesina o con qualche altro organismo governativo, è questo che ne deve rispondere. se invece ha deciso di testa sua va rimosso immediatamente da un incarico che gestisce con tanta superficialità, per non dire di peggio.
   Non si tratta dell'unico caso in cui la rappresentanza italiana si comporta in modo che appare contrario all'orientamento del governo o almeno a quello che il governo fa intendere. Poche settimane fa c'è stato un voto in sede europea su una risoluzione che giustificava la pratica dell'utero in affitto, che in Italia è vietata. I rappresentanti del Partito democratico hanno votato a favore, ma poi, fortunatamente, il documento è stato bocciato dalla maggioranza. In questo caso non c'entra direttamente il governo, ma il partito di cui Matteo Renzi è segretario. Pur con tutte le crepe che attraversano quel partito, sembra incredibile che nessuno abbia sentito l'esigenza di conformare la scelta di voto su una questione così delicata all'orientamento del governo, del partito, persino della legislazione in vigore.
   Il governo punta ad accentuare il ruolo giocato dall'Italia nelle relazioni internazionali, si vanta di aver ottenuto in questo campo risultati eccezionali. Sarà, ma episodi come quelli citati sembrano contraddire questa tesi. Si nota, come minimo, disattenzione e confusione, assenza di una regia che porti a conformare i comportamenti che si tengono nelle sedi internazionali a un orientamento solido. Anche su questo si basa il giudizio sulla serietà e l'attendibilità dell'Italia. Il voto all'Unesco, del quale non è stata data alcuna spiegazione anche dopo le giustificate proteste della comunità ebraica (e quella organizzata dal nostro Foglio) è stato un errore vergognoso, che non può restare senza conseguenze.
   Un governo che ha sempre sostenuto che "chi sbaglia paga" ha il dovere morale di assumersi la responsabilità di questo incomprensibile comportamento, se la responsabilità è sua, o chiedere conto con fermezza a chi ce l'ha, traendone le ovvie conseguenze. Partecipare a questa damnatio memoriae della storia ebraica, rendendosi complici pilateschi di un antisemitismo intollerabile, è una vergogna per l'Italia, che già deve farsi perdonare le ignobili leggi razziali del 1948. La Germania se ne è resa conto, l'Italia no, e questo è davvero insopportabile.

(Il Foglio, 19 ottobre 2016)
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L'Unesco ratifica la vergogna: «Il Muro del Pianto è arabo»

Confermato a maggioranza l'antistorico voto di giovedì scorso. E l'Italia contribuisce astenendosi. È un falso evidente come quello di chi nega la realtà dell'Olocausto.

di Fiamma Nirenstein

E un bagno di realtà il voto di ieri all'Unesco, in cui si è stabilito che secondo la maggioranza del mondo gli asini volano, che Roma non è mai stata la sede del papato, ovvero che la luna è fatta di formaggio, cioè che Gerusalemme è un sito solo musulmano e in particolare lo è il monte del Tempio col Muro del Pianto, chiamato nella risoluzione votata solo «complesso della Moschea»: la risoluzione, purtroppo reale, che è stata votata ci dice infatti che le decisioni e le opinioni espresse dall'Onu e dai suoi succedanei su Israele sono pura menzogna, veleno distillato sui principi stessi della conoscenza, negazionismo pari a quello della negazione della Shoah, distruzionismo pari a quello dell'Isis su Palmira. Da questo momento dunque, per chi ha un cervello, forse ci sarà più attenzione a non bersi senza discutere le mille risoluzioni contro Israele dell' Assemblea dell'Onu, del Consiglio di Sicurezza, del Consiglio per i Diritti Umani. La maggioranza che vota è sempre la stessa; gli stessi sono i Paesi occidentali che non sanno dire di no a un' assurdità come quella che ieri è stata statuita.
   Ma che cosa può avere portato la Russia e la Cina a votare per l'arabizzazione di Gerusalemme se non la fame di potere e l'interesse? Che cosa ha condotto l'Italia, che ospita a Roma l'arco di Tito con i bassorilievi degli ebrei in catene con la Menorah, prova provata della loro appartenenza a Gerusalemme; che cosa ha spinto la Grecia, che mai vorrebbe veder discussa la sua eredità storica, ad astenersi? Ma tant'è: 24 nazioni spudorate, per la maggior parte islamiche, hanno votato a favore; 26 pusillanimi fra cui l'Italia si sono astenute; 6 coraggiose hanno votato contro, Stati Uniti, Gran Bretagna, Lituania, Olanda, Germania, Estonia. Si cerca qualche consolazione nell'idea che oggi il voto è meno unanime di quello che sarebbe stato in passato. Ma è poca roba. Le polemiche che lo hanno accompagnato vedono il gesto notevole dell'ambasciatore del Messico Andres Roemer che ha lasciato la sala e ha tentato di cambiare il voto negativo del suo Paese, ed è stato poi licenziato; il tentativo del presidente tedesco del direttivo Michael Worbs che ha espresso opposizione e ha tentato di posporre il voto e poi è stato costretto a autosospendersi; e infine il capo dell'Unesco Irina Bokova, che si era espressa contro e che ha ricevuto quindi minacce di morte e il rafforzamento della scorta.
   È un paradigma indispensabile: la violenza accompagna sempre il furioso odio antisraeliano e anticristiano. Le minacce di morte vengono insieme alla difesa di Israele e dei cristiani. Gesù Cristo è l'icona perfetta della storia ebraica a Gerusalemme: era ebreo, anche lui non c'è mai stato per l'Unesco? O ha salito lo scalone del Tempio di Erode e ha predicato ai mercanti? Flavio Giuseppe ha descritto minuto per minuto la presa di Gerusalemme da parte dei Romani, nei secoli fino a Beniamino di Tudela, Mark Twain, Winston Churchill, chi non ha testimoniato l'amore totale del suo popolo per quel luogo? Persino Giuseppe Verdi l'aveva ben capito, come si canta in «Va' pensiero».
   L'aggressione dell'Unesco non è nuova, esso è sempre stato uno dei corpi più estremisti e corrotti delle Nazioni Unite. Ma stavolta la sua funzione può essere utile. Questo è di prima categoria: si tratta della distruzione culturale di un pilastro della storia, quello della fondazione delle religioni monoteiste. L'attacco agli ebrei ha sempre avuto il segno della distruzione del Mondo Occidentale, della guerra, del terrorismo. Non c'è nulla di strano nel fatto che i Paesi occidentali si siano astenuti nella buona parte: si sono sempre girati dall'altra parte di fronte all'odio degli ebrei accompagnata dalla denigrazione di Israele.

(il Giornale, 19 ottobre 2016)
 


II Muro del Pianto simbolo dell'ebraismo, Ma l'Unesco lo nega

Lettera al Giornale

Sono rimasto disgustato dall'approvazione della mozione preliminare dell'Unesco che nega ogni rapporto storico del Muro del Pianto con l'ebraismo; in poche parole si afferma che il Muro del Pianto non è un simbolo ebraico. Ma sono ancora più disgustato dal fatto che tra le nazioni che si sono astenute vi sia anche l'Italia. La diplomazia italiana non è nuova a questi atti di codardia, per questo grido: «vergogna Italia, vergogna Renzi, vergogna Mattarella». Spero che le comunità ebraiche italiane facciano sentire la loro voce, perché il Muro del Pianto non riguarda soltanto Israele, ma gli ebrei di tutto il mondo.

Aldo Saccaro

 


(il Giornale, 19 ottobre 2016)
 

 


Il nostro (e vostro) Muro

Negare e falsare la storia non è solo uno sfregio agli ebrei, cari amici cristiani. La risoluzione dell'Unesco ci chiama in causa. O vogliamo morire di vergogna e tedio, inseguendo le manfrine dell'islamo-gauchismo?

di Vittorio Robiati Bendaud

Ridicolo e tragico vanno talvolta a braccetto, drammaticamente. È il caso della recentissima e vergognosa risoluzione Unesco circa Gerusalemme. Vergognosa anche per noi, cittadini italiani, dato che l'Italia ha deciso, con grande viltà, di astenersi. Come spesso accade, è più complicato e faticoso spiegare l'impostura, specie se colma di omissioni, rispetto al rendere ragione della verità. Ed è esattamente pensata ed argomentata in un'ottica simile la risoluzione in questione. Un documento internazionale che affermi e sancisca il valore simbolico di Gerusalemme per i tre monoteismi sarebbe da salutare con entusiasmo. Tuttavia, dopo le righe introduttive, i toni cambiano e, in relazione al Monte del Tempio, i nomi divengono solo arabi e l'importanza religiosa unicamente islamica. Ricorrendo alla strategia dell'omissione, si nega ogni rapporto tra l'ebraismo e il Monte del Tempio e il Muro Occidentale (noto ai più come "Muro del Pianto"), denominato non "Kòtel", secondo l'originale ebraico -dato che le pietre che lo compongono alla base sono di epoca erodiana -, ma soltanto con il lemma arabo "al-Burak". Bel programma di convivenza! E bella opposizione a tale programma, scellerato e inevitabilmente guerrafondaio, hanno sostenuto, astenendosi e astraendosi dalla questione, alcuni Stati europei, Italia inclusa.
  Nel corso della risoluzione - che non è la prima di tal fatta - si fa poi unilateralmente riferimento alle violenze inflitte dagli ebrei, più o meno fanatici, senza però alcun minimo accenno ai fanatici musulmani, ai terroristi islamici e alle continue violenze di cui sono vittime da decenni ebrei e israeliani. Anche in questo caso, distorsione programmatica del reale e omissioni. Le violenze sarebbero i check-point, i controlli, le richieste di documenti da esibire e, non da ultimo, gli scavi biblici-archeologici sul Monte del Tempio e lungo le fondamenta erodiane, da cui - chissà perché! - emergono reperti inerenti alla storia ebraica o comprove circa alcune narrazioni bibliche. Vi è un'altra violenza a cui si fa riferimento: i militari israeliani che controllano la Spianata. Dimenticando che, non di rado, dalle terrazze della Spianata vengono insultati gli ebrei oranti al Muro, lanciate pietre contro di loro e che sulla Spianata, la preghiera è permessa solo ai musulmani - salvo particolari momenti di turbolenza -, mentre invece gli ebrei hanno restrizioni e il divieto di pregarvi. E così, affinché alcuni ebrei potessero accedervi, è stato necessario tutelarli con una presenza militare.
  Gli israeliani, in queste ultime decadi, sono stati perversamente e pervasivamente dipinti come colonizzatori "fuori tempo massimo", divenuti, dopo essere stati vittime, spietati "carnefici", responsabili di aver "destabilizzato" l'intero Medio Oriente. Adesso, persino la storia ebraica, biblica e non solo, è negata e, quindi, dichiarata falsa.
  La risoluzione è stata depositata dal Sudan, stato retto da un regime islamico non estraneo a nefandezze di ogni genere. Tra i firmatari figurano molti Stati islamici, tra cui spiccano Qatar, Egitto, Libano, Iran, Pakistan, Nigeria. Sunniti e sciiti, altrimenti in guerra tra loro, stavolta in comunione di intenti. Vorrei che rileggeste questi nomi. Vogliamo parlare di come vivono i cristiani in Nigeria, anzi, più esattamente, di come "muoiono"? Vogliamo discorrere della tutela dei diritti umani in Pakistan, cominciando da quello religioso dei cristiani di professare liberamente la loro fede o da quelli femminili? Vogliamo affrontare il tema, ben nutrito, Qatar e sovvenzioni continue al terrorismo islamico? Oppure preferiamo parlare dell'Iran e dei gay penzolanti democraticamente dalle gru, come in Arabia Saudita? I voti di questi Stati - o di altri par loro - possono decidere di Israele, che non è fortunatamente par loro, a meno di negare che il sole sorga ogni giorno (e, ahimé, lo si può fare).

 Erano altri intellettuali
  Riecheggiano tetre e angosciose le parole del Nobel per la medicina André Lwoff: «La maggior parte degli Stati che compongono la maggioranza dell'Onu sono paesi per i quali la Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo è lettera morta». È vero! Per quanto noi occidentali irresponsabilmente si faccia finta di nulla, in molti di questi paesi vige la Dichiarazione Islamica dei diritti umani, che è ben altra cosa per normativa, intenti e fondamenti. Ed è esattamente questo che rende questa scempiaggine non solo ridicola, ma anche pericolosa.
  L'Unesco dichiarò guerra a Israele, con molti soggetti che ricompaiono anche oggi, già nel '74. Gli intellettuali tuonarono contro l'organizzazione Onu: da Aron ad Argan, da Jemolo a Montale, da Sciascia a Soldati, da Mirò a Ionesco. Ma erano altri intellettuali! Anche Papa Paolo VI fece pressioni a favore di Israele… eh già, perché, se gli ebrei non hanno legami spirituali con Gerusalemme, il Monte del Tempio e il Kòtel, beh, anche i cristiani dovrebbero sentirsi un tantino in difficoltà.

 Gerusalemme "città aperta"
  La strategia della cancellazione non è estranea a culture dominanti, divenute maggioritarie, che hanno sottomesso antiche maggioranze, conquistate e condotte a uno status minoritario. Si pensi, per fare un esempio, alla sistematica cancellazione della memoria armena (culturale, artistica, architettonica, cimiteriale e archeologica) nelle vastissime aree della Turchia e dell'Azerbaigian, entrambi paesi islamici - il primo sunnita, il secondo sciita -, ma non solo. E questo è perdurato sino a pochi anni fa o, drammaticamente, è ancora in corso in alcune aree remote, ma ricche di vestigia armene. La memoria storica ebraica nella maggioranza dei paesi arabi, arretrante per lo più a prima dell'islamizzazione di quegli stessi territori, è stata spesso spezzata nel corso della storia, per divenire via via completamente divelta negli ultimi 150 anni. In Israele - e a Gerusalemme in particolare - gli ebrei non negano la storia cristiana o quella islamica. E, a differenza della risoluzione Unesco, persino i nomi di ogni singola strada compaiono in tre lingue: ebraico, arabo e inglese. Indicativo, no?
  Ma torniamo all'Unesco e alla sua delibera. Il Monte del Tempio (Muro incluso) sarebbe davvero un sito solo islamico? La guida religiosa della moschea di Al-Aqsa, Muhammad Ahmad Hussein, devoto del defunto Haij Amin Al-Hussein - il Muftì filonazista di Gerusalemme, successivamente rifugiatosi in Egitto, e "padre" di molto islamismo contemporaneo - ha pubblicamente sostenuto che non mai è esistito il Beth ha-Miqdash (il Santuario) sul Monte del Tempio, ma unicamente una moschea, sin dall'origine del mondo. La logica è la medesima: una negazione (non è mai esistito) e una sostituzione (la moschea e i soli diritti islamici su quel luogo). Con buona pace di Salomone, Nabucodonosor che distrusse il Primo Santuario, Ezra e Neemia che vi tornarono, i Maccabei che lo riconsacrarono, Erode che lo ampliò, Simeone e Gesù di Nazareth di cristiana memoria che vi pregarono, Yochanan ben Zakkai e, infine, dei romani che lo distrussero per la seconda e definitiva volta. E gli ebrei che quotidianamente pregano facendo riferimento spaziale e simbolico tre volte al giorno, da almeno venti secoli, proprio a quel Luogo, alla "Casa Eletta", come è definito dai Maestri di Israele? E che dire, ancora, dei diritti dei discendenti di coloro che per secoli, nonostante le avversità e la dispersione, facevano di tutto e a ogni costo per recarsi a pregare sulle pietre e sulle mura di quel Monte? Negando la memoria ebraica, si nega inevitabilmente anche la memoria cristiana, che viene scippata via e recisa anch'essa, checché qualcuno possa ancora pensare di tergiversare ad assumere questo dato.
  È risaputo che Gerusalemme, quando è stata nella storia in mano cristiana o musulmana, è spesso divenuta città interdetta per le restanti due confessioni religiose. Con tutte le difficoltà, contraddizioni e limiti, è tornata a essere davvero, almeno parzialmente, "città aperta" per i fedeli di tutte le fedi solo da quando c'è lo Stato di Israele. E questo è un dato incontrovertibile, che anche i cristiani dovrebbero tenere a mente, visto purtroppo cosa ne è dei loro luoghi di culto in vaste aree del variegato mondo islamico.
  Negare, ricorrendo all'omissione, la storia ebraica antica, significa negare la storia ebraica (e cristiana) presente. Ma vi è di più, ossia l'affermazione di un principio teologico. Secondo la tradizione teologica islamica, la Bibbia è erronea e la sua rivelazione alterata, dato che gli ebrei ne avrebbero modificato la lettera. E così si mette, da parte islamica, un'ipoteca enorme su cristianesimo ed ebraismo. E ne consegue, ad esempio, che, con ricadute pratiche e specifiche su Gerusalemme, la legatura di cui si narra in Genesi XXII non avrebbe riguardato Isacco ma Ismaele e al Tempio, sorto proprio su quel luogo, viene così sostituita, indipendentemente da ogni evidenza storica e archeologica, la favoleggiata moschea.
  A rendere ancora più desolante e preoccupante questo tetro panorama è l'ignavia di alcuni Stati europei, vittime del loro suicidio culturale e religioso, dell'antisemitismo da cui non sono mai guariti nonostante le tediose manfrine dei politici di tutti gli schieramenti alla Giornata della Memoria, del devastante e dilagante islamo-gauchismo, ammiccante peraltro a molta sinistra cristiana innamorata di utopie stucchevoli. A ciò si aggiungano le vaste fette di popolazione islamica che popolano per immigrazione molti paesi europei e i loro umori, come pure i ricatti economici enormi che quotidianamente le nostre economie subiscono da parte di questi stati, e il letale cocktail è servito.

 Basta buonismo irenista
  Reagiranno i cristiani? L'Occidente smetterà di svendersi e di avere in odio il lascito dell'opera dei propri padri come pure il futuro libero dei suoi figli? Servirà il dialogo ebraico-cristiano a riequilibrare tutto ciò, con consapevolezza e raziocinio? Oppure anche questo dialogo, così prezioso e ancora agli albori, verrà spazzato via dal buonismo irenista e generalista prima e dall'antisemitismo - anche di matrice islamica - poi? Riusciremo, insomma, ad avere il coraggio di dire che "un gatto è un gatto" e che, pur dispiacendo a molti benpensanti, il "gatto non è diversamente cane"?

(Tempi, 19 ottobre 2016)
 


Unesco: cancellata la storia, gli ebrei non sono mai esistiti

PARIGI, 18 ottobre 2016 - L'Unesco ha definitivamente adottato la controversa risoluzione su Gerusalemme e il Monte del Tempio osteggiata da Israele. Il testo e' stato adottato questa mattina intorno alle "11.30", ha confermato all'ANSA l'ufficio stampa dell'organismo Onu con sede a Parigi. (ANSA)

di Deborah Fait

E così è finita. La mozione negazionista del popolo ebraico presentata a suo tempo dai palestinisti e dalla Giordania è stata definitivamente approvata. La ratifica è stata fatta oggi a Parigi e tutto è stato confermato. L'unico ad opporsi è stato l'ambasciatore ebreo del Messico che il 13 ottobre, dopo la prima votazione, era uscito dall'aula per protesta e sostituito all'istante. In seguito il Messico si è dimostrato dubbioso e pensava di cambiare il voto ma, udite udite, sono stati i paesi occidentali a dissuaderlo e a fare pressione affinché confermasse il voto dato in precedenza.
  I paesi occidentali, capite! Significa che le "democrazie" europee hanno fatto il giochetto iniquo dell'astensione per permettere alle 24 dittature e teocrazie di vincere. Non hanno avuto nemmeno il coraggio di dichiarare apertamente il loro obiettivo di cancellare Israele e di eliminare gli ebrei", si sono accordati sul "... se ci asteniamo non facciamo la figura di essere antisemiti e il NO agli ebrei vincerà comunque....". Vigliacchi, spregevoli vigliacchi ipocriti e disonesti.
  "Under pressure from Western states, Mexico backed away from its initial intention to call for a new vote on the resolution so that it could withdraw its support from the resolution. " "In seguito alla pressione degli stati occidentali il Messico abbandona la sua intenzione di chiedere una nuova votazione in modo da ritirare il proprio sostegno alla risoluzione" L'astensione dal voto della maggior parte dei paesi europei ha decretato che la storia ebraica è una leggenda, no nemmeno una leggenda, semplicemente non è mai avvenuta, che non esiste nessun legame tra ebrei e Gerusalemme, che non è mai esistito il Tempio di Gerusalemme e che il Kotel, l'unico muro del Tempio di Salomone rimasto in piedi dopo la distruzione romana, d'ora in poi si chiamerà Al Buraq Palza, cioè piazza dell'asino Buraq.
  Nemmeno i nazisti sono stati capaci di pensare una cosa del genere, volevano la fine del Popolo ebraico, sono riusciti ad ammazzarne 6 milioni , hanno usato il sangue, il gas e il fuoco, hanno scelto la barbarie. Contro la barbarie però si può combattere, infatti, solamente 3 anni dalla fine della guerra, Israele è stato rifondato sulla sua terra avita. Goebbels, padre della propaganda nazista e dell'idea che una menzogna ripetuta alla fine viene creduta come verità, sarebbe ammirato e deliziato da tanta delirante ipocrisia. L'Unesco e le sue dittature arabo/ islamiche/nazicomuniste, appoggiate dall'occidente codardo, nel loro desiderio di annichilire Israele e il suo popolo, sono stati molto più raffinati del terzo Reich e , consapevoli di non poter distruggere gli ebrei ammazzandoli con le guerre e il terrorismo, hanno usato il voto, lo hanno pagato, si sono serviti della viltà dei partecipanti, della paura, dell'eterno odio antisemita e, in poche ore, hanno delegittimato l'esistenza di Israele e messo in discussione la vita stessa degli ebrei in quanto tali. I valori dell'Occidente sono stati gettati nel cesso ancora una volta, la storia di un intero popolo, uno dei popoli più antichi del mondo, cancellata e, quello che a me fa male, molto male, è l'immutata astensione di un'abominevole e pusillanime Italia.
  In meno di una settimana si sono sprecate le minacce di morte per chiunque volesse cambiare il voto, la stessa Direttrice generale dell'Unesco, Irina Bokova, è stata minacciata per aver osato mettere in dubbio la giustezza della risoluzione. Questa sarà la nuova politica mondiale islam-stile, usare la democrazia per imporre la dittatura. La ratifica di oggi però non è stato che l'ultimo atto di una politica antisemita portata avanti negli anni: l'Unesco, come già scritto, aveva cancellato negli anni tutti i siti sacri agli ebrei che si trovano in Giudea-Samaria e trasformato i loro nomi originali dall'ebraico all'arabo, L'Unesco era arrivata a "convertire" all'Islam persino il filosofo medico ebreo Maimonide, trasformandolo in "Moussa Ben Maimoun" , l'Unesco oggi ha cancellato l'Antico Testamento e i Vangeli in un sol colpo di spugna. Voglio vedere adesso cosa faranno nelle scuole durante l'ora di religione o nelle chiese durante la messa domenicale, come faranno a parlare di Gesù nel Tempio? Come faranno a leggere i passi degli apostoli in cui lo chiamano "Rabbi"? Come faranno a negare che la Famiglia di Gesù si recava ogni anno al Tempio di Gerusalemme per la Pasqua ( che all'epoca era solo ebraica)? Come faranno a negare la vita ebraica di Gesù? Lo chiameranno imam? Il problema è che all'epoca non esisteva ancora l'islam, dovevano passare altri 622 anni per arrivare all'egira di Maometto e dei primi musulmani.
  Beh, certo, questo non è un problema per chi servilmente obbedisce alla legge suprema dell'islam. Che ci vuole, si riscrivono i Vangeli ed è fatta, non se ne accorgerà nessuno. Vi ricordate il Papa recitar messa a Betlemme sotto a un gigantesco ritratto di Gesù bambino in kefiah? Chi ha protestato? Nessuno. Tutto è parso normale ai cristiani il cui cervello è già stato lavato e risciacquato a dovere nei secoli. Sarà interessante, oltre che deprimente, vedere come riscriveranno la religione cristiana. Per noi ebrei non è un problema di identità , nessuna risoluzione antisemita ci cancellerà, siamo esistiti, esistiamo ed esisteremo sempre, siamo un POPOLO e nulla al mondo potrà annientarci, nessuno ci è riuscito finora ma per chi ha solo un'identità religiosa e se la vede sgretolare sotto gli occhi, come farà? Cosa dirà il signor Papa? Finora non ho sentito una sola dichiarazione, silenzio....parla l'islam... silenzio! Ho letto su Il Foglio che il 19 ottobre a Roma vi sarà una grande manifestazione contro l'Unesco ma io mi auguro che in ogni località d'Italia dove esista un solo ebreo, ma anche dove non siamo più presenti, si vada in piazza per manifestare contro questo scempio indegno! E' nell'interesse di tutti, non solo degli ebrei, è nell'interesse dei cristiani, della Verità , della Giustizia, della Storia.
  Ribelliamoci a questo sfacelo della civiltà, ribelliamoci al massacro di ogni tipo di valore e al funerale della cultura occidentale. Ebrei, sollevatevi, alzatevi in piedi, gridate, protestate, fate sentire la vostra voce. Questo è un pericoloso tentativo islamico/comunista di cancellarci, di farci scomparire come Popolo, di arrivare all'annientamento spirituale e fisico di Israele. Non ci riusciranno ma le nostre proteste sono doverose perché è stato attaccato il diritto di un popolo e i diritti fondamentali dell'occidente come ha detto Jean Gerad, ambasciatrice americana all'Unesco.
  Amici Ebrei, abbiamo patito ogni tipo di persecuzione, ci hanno infilzati con i forconi, ci hanno messo sui roghi, ci hanno disumanizzati e portati nei lager, ci hanno gasati e bruciati vivi nelle sinagoghe d'Europa e nei forni. Hanno ammazzato i nostri figli, stuprato e fatto a pezzi le nostre donne, ci hanno gettati ancora vivi nelle fosse comuni, ci hanno fatto sbranare dai loro cani, adesso è il capitolo finale, vogliono cancellare la nostra storia, renderci invisibili e ridurci alla rassegnazione per impadronirsi del nostro Paese e cancellarci dalla memoria del mondo. Ebrei, tutti in piedi a testa alta, sventoliamo con orgoglio la nostra bandiera, non permettiamo a nessuno di violentarci e di scaraventarci nell'inferno di un' esistenza dimenticata, vadano loro all'inferno, non permettete che ci derubino della nostra storia per darla a chi non è ha diritto perché non è la "sua" storia. Noi, tutti insieme, mettiamoci a gridare, a urlare il più forte possibile "Am Israel Chai" "Il popolo di Israele vive" e vivrà per sempre!

(Inviato dall'autrice, 18 ottobre 2016)

Inviato da alex il

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