Indice

 

Giobbe. 3

Il prologo. 3

Giobbe accusato da Satana. 3

Giobbe perde i suoi beni e la sua famiglia. 3

Giobbe colpito da un'ulcera maligna. 4

I tre amici di Giobbe. 4

Il lamento di Giobbe. 4

Rimprovero di Elifaz a Giobbe. 5

Elifaz esorta Giobbe ad accettare il suo castigo. 6

Amarezza di Giobbe. 7

Giobbe rileva l'insensibilità dei suoi amici 8

Sofferenza e ribellione di Giobbe. 9

Bildad conferma il castigo per l'empio. 10

Giobbe riconosce il peccato dell'uomo. 11

Giobbe accusa Dio. 12

Giobbe crede di essere colpito da Dio senza motivo. 12

Zofar invita Giobbe ad allontanarsi dall'iniquità. 13

Rimprovero di Giobbe ai suoi amici 14

Giobbe afferma la potenza di Dio. 15

Giobbe vuole difendere la sua causa davanti a Dio. 15

Giobbe descrive la miseria dell'uomo. 17

Elifaz paragona Giobbe a un malvagio. 18

Giobbe si lamenta dei suoi amici 19

Giobbe si lamenta della sua sorte. 19

Giobbe invoca la morte. 20

Bildad invita Giobbe a riconoscere il suo peccato. 21

Giobbe si lamenta, ma egli sa che il suo Redentore è vivente. 22

Zofar parla dell'empio e del suo castigo. 23

Per Giobbe anche i malvagi possono essere felici 24

Elifaz accusa Giobbe e lo invita a ravvedersi 25

Giobbe vorrebbe difendere la sua causa davanti a Dio. 27

Giobbe descrive la via degli empi 28

Per Bildad nessuno è giusto davanti a Dio. 29

Giobbe loda la potenza di Dio. 29

Ultima risposta di Giobbe: egli sostiene la sua innocenza. 30

Il mistero della saggezza divina. 31

Ultima replica di Giobbe: prosperità e felicità del passato. 32

Miseria e umiliazione di Giobbe. 33

Conclusione di Giobbe: non ha nulla da rimproverarsi 34

Eliu condanna Giobbe e i suoi tre amici 36

Eliu annunzia la salvezza di Dio. 37

Eliu proclama la sovranità della giustizia divina. 38

Eliu esorta Giobbe a ricercare Dio. 40

Eliu descrive la sorte dei giusti e dei colpevoli 41

Il Signore risponde a Giobbe descrivendo le sue opere. 43

Dio si prende cura degli animali 44

Giobbe riconosce di essere indegno. 46

L'ippopotamo e il coccodrillo. 46

Giobbe si ravvede e si umilia. 48

Giobbe riacquista la prosperità. 48

 


Giobbe

(Sl 73; Ec 8:14; Gv 9:3; Ro 9:20; 1Co 4:3-5, 9)

Il prologo

Ez 14:14, 20 (Ge 6:8-9; Sl 128:1-4)

 1:1 C'era nel paese di Uz un uomo che si chiamava Giobbe. Quest'uomo era integro e retto; temeva Dio e fuggiva il male.

 1:2 Gli erano nati sette figli e tre figlie;

 1:3 possedeva settemila pecore, tremila cammelli, cinquecento paia di buoi, cinquecento asine e una servitù molto numerosa. Quest'uomo era il più grande di tutti gli Orientali.

 1:4 I suoi figli erano soliti andare gli uni dagli altri e a turno organizzavano una festa; e mandavano a chiamare le loro tre sorelle perché venissero a mangiare e a bere con loro.

 1:5 Quando i giorni della festa terminavano, Giobbe li faceva venire per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva un olocausto per ciascuno di essi, perché diceva: «Può darsi che i miei figli abbiano peccato e abbiano rinnegato Dio in cuor loro». Giobbe faceva sempre così.

 

Giobbe accusato da Satana

1R 22:19-22; Lu 22:31-32

 1:6 Un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al SIGNORE, e Satana venne anch'egli in mezzo a loro.

 1:7 Il SIGNORE disse a Satana: «Da dove vieni?» Satana rispose al SIGNORE: «Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa».

 1:8 Il SIGNORE disse a Satana: «Hai notato il mio servo Giobbe? Non ce n'è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Dio e fugga il male».

 1:9 Satana rispose al SIGNORE: «È forse per nulla che Giobbe teme Dio?

 1:10 Non l'hai forse circondato di un riparo, lui, la sua casa, e tutto quel che possiede? Tu hai benedetto l'opera delle sue mani e il suo bestiame ricopre tutto il paese.

 1:11 Ma stendi un po' la tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non ti rinnega in faccia».

 1:12 Il SIGNORE disse a Satana: «Ebbene, tutto quello che possiede è in tuo potere; soltanto, non stender la mano sulla sua persona». E Satana si ritirò dalla presenza del SIGNORE.

 

Giobbe perde i suoi beni e la sua famiglia

Ec 8:14; Sl 42:7; Gm 5:11; 1:2-4, 12; 1P 1:6-7

 1:13 Un giorno, mentre i suoi figli e le sue figlie mangiavano e bevevano vino in casa del loro fratello maggiore, giunse a Giobbe un messaggero a dirgli:

 1:14 «I buoi stavano arando e le asine pascolavano là vicino,

 1:15 quand'ecco i Sabei sono piombati loro addosso e li hanno portati via; hanno passato a fil di spada i servi; io solo sono potuto scampare per venirtelo a dire».

 1:16 Quello parlava ancora, quando ne giunse un altro a dire: «Il fuoco di Dio è caduto dal cielo, ha colpito le pecore e i servi, e li ha divorati; io solo sono potuto scampare per venirtelo a dire».

 1:17 Quello parlava ancora, quando ne giunse un altro a dire: «I Caldei hanno formato tre bande, si sono gettati sui cammelli e li hanno portati via; hanno passato a fil di spada i servi; io solo sono potuto scampare per venirtelo a dire».

 1:18 Quello parlava ancora, quando ne giunse un altro a dire: «I tuoi figli e le tue figlie mangiavano e bevevano vino in casa del loro fratello maggiore;

 1:19 ed ecco che un gran vento, venuto dall'altra parte del deserto, ha investito i quattro canti della casa, che è caduta sui giovani; essi sono morti; io solo sono potuto scampare per venirtelo a dire».

 1:20 Allora Giobbe si alzò, si stracciò il mantello, si rase il capo, si prostrò a terra e adorò dicendo:

 1:21 «Nudo sono uscito dal grembo di mia madre, e nudo tornerò in grembo alla terra; il SIGNORE ha dato, il SIGNORE ha tolto; sia benedetto il nome del SIGNORE».

 1:22 In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nessuna colpa.

 

Giobbe colpito da un'ulcera maligna

Gb 1:6, ecc. (La 3:37-38; 1P 5:6) Ap 2:10

 2:1 Un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al SIGNORE, e Satana venne anch'egli in mezzo a loro a presentarsi davanti al SIGNORE.

 2:2 Il SIGNORE disse a Satana: «Da dove vieni?» Satana rispose al SIGNORE: «Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa». Il SIGNORE disse a Satana:

 2:3 «Hai notato il mio servo Giobbe? Non ce n'è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Dio e fugga il male. Egli si mantiene saldo nella sua integrità, benché tu mi abbia incitato contro di lui per rovinarlo senza alcun motivo».

 2:4 Satana rispose al SIGNORE: «Pelle per pelle! L'uomo dà tutto quel che possiede per la sua vita;

 2:5 ma stendi un po' la tua mano, toccagli le ossa e la carne, e vedrai se non ti rinnega in faccia».

 2:6 Il SIGNORE disse a Satana: «Ebbene, egli è in tuo potere; soltanto rispetta la sua vita».

 2:7 Satana si ritirò dalla presenza del SIGNORE e colpì Giobbe di un'ulcera maligna dalla pianta dei piedi alla sommità del capo; Giobbe prese un coccio con cui grattarsi, e si sedette in mezzo alla cenere.

 2:8 Sua moglie gli disse: «Ancora stai saldo nella tua integrità?

 2:9 Ma lascia stare Dio, e muori!»

 2:10 Giobbe le rispose: «Tu parli da donna insensata! Abbiamo accettato il bene dalla mano di Dio, e rifiuteremmo di accettare il male?»

In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.

 

I tre amici di Giobbe

Ro 12:15; 1Te 5:14; Gb 6:14

 2:11 Tre amici di Giobbe, Elifaz di Teman, Bildad di Suac e Zofar di Naama, avendo udito tutti questi mali che gli erano piombati addosso, partirono, ciascuno dal proprio paese, e si misero d'accordo per venire a confortarlo e a consolarlo.

 2:12 Alzati gli occhi da lontano, essi non lo riconobbero, e piansero ad alta voce; si stracciarono i mantelli e si cosparsero il capo di polvere gettandola verso il cielo.

 2:13 Rimasero seduti per terra, presso di lui, sette giorni e sette notti; nessuno di loro gli disse parola, perché vedevano che il suo dolore era molto grande.

 

Il lamento di Giobbe

Gr 20:14-18

 3:1 Allora Giobbe aprì la bocca e maledisse il giorno della sua nascita.

 3:2 E cominciò a parlare così:

 3:3 «Perisca il giorno che io nacqui

e la notte in cui si disse: "È stato concepito un maschio!"

 3:4 Quel giorno si converta in tenebre,

non se ne curi Dio dall'alto,

né splenda su di esso la luce!

 3:5 Se lo riprendano le tenebre e l'ombra di morte,

resti su di esso una fitta nuvola,

le eclissi lo riempiano di paura!

 3:6 Quella notte diventi preda di un buio cupo,

non venga contata tra i giorni dell'anno,

non entri nel novero dei mesi!

 3:7 Quella notte sia notte sterile

e non vi si oda grido di gioia.

 3:8 La maledicano quei che maledicono i giorni

e sono esperti nell'evocare il drago.

 3:9 Si oscurino le stelle del suo crepuscolo,

aspetti la luce e la luce non venga,

e non contempli le palpebre dell'alba,

 3:10 poiché non chiuse la porta del grembo che mi portava

e non celò l'affanno agli occhi miei.

 3:11 Perché non morii fin dal seno di mia madre?

Perché non spirai appena uscito dal suo grembo?

 3:12 Perché trovai delle ginocchia per ricevermi

e delle mammelle da poppare?

 3:13 Ora giacerei tranquillo,

dormirei, e avrei così riposo

 3:14 con i re e con i consiglieri della terra

che si costruirono mausolei,

 3:15 con i prìncipi che possedevano oro

e che riempirono d'argento le loro case;

 3:16 oppure, come l'aborto nascosto,

non esisterei,

sarei come i feti che non videro la luce.

 3:17 Là cessano gli empi di tormentare gli altri.

Là riposano gli stanchi,

 3:18 là i prigionieri hanno pace tutti insieme,

senza udir voce d'aguzzino.

 3:19 Piccoli e grandi sono là insieme,

lo schiavo è libero dal suo padrone.

 3:20 Perché dare la luce all'infelice

e la vita a chi ha l'anima nell'amarezza?

 3:21 Essi aspettano la morte che non viene,

la ricercano più che i tesori nascosti.

 3:22 Si rallegrerebbero fino a giubilarne,

esulterebbero se trovassero una tomba.

 3:23 Perché dar vita a un uomo la cui via è oscura,

e che Dio ha stretto in un cerchio?

 3:24 Io sospiro anche quando prendo il mio cibo,

e i miei gemiti si spargono come acqua.

 3:25 Non appena temo un male, esso mi colpisce;

e quel che mi spaventa, mi piomba addosso.

 3:26 Non trovo riposo, né tranquillità,

né pace,

il tormento è continuo!»

 

Rimprovero di Elifaz a Giobbe

(Sl 30:6-7; Eb 12:5, 12) Ga 6:7-8

 4:1 Allora Elifaz di Teman rispose e disse:

 4:2 «Se provassimo a dirti una parola,

ti darebbe fastidio?

Ma chi potrebbe trattener le parole?

 4:3 Tu ne hai ammaestrati molti,

hai fortificato le mani stanche;

 4:4 e le tue parole hanno rialzato chi stava cadendo,

hai rafforzato le ginocchia vacillanti;

 4:5 e ora che il male piomba su di te,

ti lasci abbattere;

ora che è giunto fino a te, sei tutto smarrito.

 4:6 Il tuo timor di Dio non ti dà fiducia,

e l'integrità della tua vita non è la tua speranza?

 4:7 Ricorda: quale innocente perì mai?

Dove furono mai distrutti gli uomini retti?

 4:8 Io per me ho visto che coloro che arano iniquità

e seminano tormenti, ne mietono i frutti.

 4:9 Al soffio di Dio essi periscono,

dal vento della sua ira sono consumati.

 4:10 Spenta è la voce del ruggente,

sono spezzati i denti dei leoncelli.

 4:11 Perisce per mancanza di preda il forte leone,

e restano dispersi i piccini della leonessa.

 

Gb 33:14-18 (Gb 25:4-6; 15:14-16)

 4:12 «Una parola mi è furtivamente giunta,

e il mio orecchio ne ha còlto il lieve sussurro.

 4:13 Tra i pensieri delle visioni notturne,

quando un sonno profondo cade sui mortali,

 4:14 uno spavento mi prese, un tremore,

che mi fece fremer tutte le ossa.

 4:15 Uno spirito mi passò davanti,

e i peli mi si rizzarono addosso.

 4:16 Si fermò, ma non riconobbi il suo sembiante;

una figura mi stava davanti agli occhi

e udii una voce sommessa che diceva:

 4:17 "Può il mortale essere giusto davanti a Dio?

Può l'uomo essere puro davanti al suo creatore?

 4:18 Ecco, Dio non si fida dei suoi servi,

e trova difetti nei suoi angeli;

 4:19 quanto più in quelli che stanno in case d'argilla,

che hanno per fondamento la polvere

e sono schiacciati al pari delle tignole!

 4:20 Fra la mattina e la sera sono infranti;

periscono per sempre, senza che nessuno se ne accorga.

 4:21 La corda della loro tenda è strappata,

e muoiono senza possedere la saggezza".

 

Elifaz esorta Giobbe ad accettare il suo castigo

(Pr 3:33; Gb 4:7, ecc.) Gb 14:1-4

 5:1 «Chiama pure! C'è forse chi ti risponda?

A quale dei santi vorrai tu rivolgerti?

 5:2 No, il cruccio non uccide che l'insensato

e l'irritazione fa morire lo stolto.

 5:3 Io ho visto l'insensato prender radice,

ma ben presto ho dovuto maledire la sua casa.

 5:4 I suoi figli vanno privi di soccorso,

sono oppressi alla porta della città,

e non c'è chi li difenda.

 5:5 L'affamato gli divora il raccolto,

glielo ruba perfino dalle spine;

l'assetato gli trangugia i beni.

 

 5:6 Infatti, la sventura non spunta dalla terra,

né il dolore germina dal suolo;

 5:7 ma l'uomo nasce per soffrire,

come la favilla per volare in alto.

Gb 8:5-7; Sl 107:40-43; Lu 1:51-53

 5:8 «Io però vorrei cercare Dio,

a Dio vorrei esporre la mia causa;

 5:9 a lui, che fa cose grandi,

imperscrutabili,

meraviglie innumerevoli;

 5:10 che sparge la pioggia sopra la terra

e manda l'acqua sui campi;

 5:11 che innalza quelli che erano abbassati

e pone in salvo gli afflitti, in luogo elevato;

 5:12 che sventa i disegni degli astuti,

sicché le loro mani non giungono a eseguirli;

 5:13 che prende gli abili nella loro astuzia,

sicché il consiglio degli scaltri va in rovina.

 5:14 Di giorno essi incorrono nelle tenebre,

a mezzogiorno brancolano come di notte.

 5:15 Ma Dio salva il meschino dalla spada della loro bocca,

e il povero dalla mano del potente.

 5:16 Così per il misero c'è speranza,

mentre l'iniquità chiude la bocca.

 

Sl 94:12-13; 34:6-22; Os 6:1

 5:17 «Beato l'uomo che Dio corregge!

Tu non disprezzare la lezione dell'Onnipotente;

 5:18 perché egli fa la piaga, ma poi la fascia;

egli ferisce, ma le sue mani guariscono.

 5:19 In sei sciagure egli sarà il tuo liberatore,

e in sette, il male non ti toccherà.

 5:20 In tempo di carestia ti scamperà dalla morte,

in tempo di guerra dai colpi della spada.

 5:21 Sarai sottratto al flagello della lingua,

non temerai quando verrà il disastro.

 5:22 In mezzo al disastro e alla fame riderai,

non temerai le belve della terra;

 5:23 perché avrai per alleate le pietre del suolo,

e gli animali dei campi saranno con te in pace.

 5:24 Saprai al sicuro la tua tenda;

e, visitando i tuoi pascoli, vedrai che non ti manca nulla.

 5:25 Saprai che la tua discendenza moltiplica,

che i tuoi rampolli crescono come l'erba dei campi.

 5:26 Te ne andrai maturo alla tomba,

come i covoni di grano si accumulano a suo tempo.

 5:27 Ecco quel che abbiamo trovato,

riflettendo. Così è.

Tu, ascolta, e fanne tesoro».

 

Amarezza di Giobbe

Gb 16:6-17; 17:7, 11-16

 6:1 Allora Giobbe rispose:

 6:2 «Ah, se il mio travaglio si pesasse,

se le mie calamità si mettessero tutte insieme sulla bilancia!

 6:3 Sarebbero trovati più pesanti della sabbia del mare.

Ecco perché le mie parole sono temerarie.

 6:4 Infatti le saette dell'Onnipotente mi trafiggono,

lo spirito mio ne succhia il veleno;

i terrori di Dio si schierano in battaglia contro di me.

 6:5 L'asino selvatico raglia forse quando ha l'erba davanti?

Muggisce forse il bue davanti alla pastura?

 6:6 Si può forse mangiar ciò che è insipido, senza sale?

C'è qualche gusto in un chiaro d'uovo?

 6:7 Mi rifiuto di toccare una simile cosa,

essa è per me come un cibo ripugnante.

 6:8 Oh, mi avvenisse pure quel che chiedo,

e mi desse Dio quel che spero!

 6:9 Volesse pure Dio schiacciarmi,

stendere la mano e tagliare il filo dei miei giorni!

 6:10 Sarebbe questo un conforto per me,

esulterei nei dolori che egli non mi risparmia;

poiché non ho rinnegato le parole del Santo.

 6:11 Che è mai la mia forza perché io speri ancora?

Che fine mi aspetta perché io sia paziente?

 6:12 La mia forza è come la forza delle pietre?

E la mia carne è forse di bronzo?

 6:13 Non c'è forza in me,

la saggezza è stata allontanata da me.

 

Giobbe rileva l'insensibilità dei suoi amici

(Gb 16:1-5, 20; 19:1-6, 19-22)(Pr 17:17; Gb 32:3)

 6:14 «Pietà deve l'amico a colui che soccombe,

se anche abbandonasse il timor dell'Onnipotente.

 6:15 Ma i fratelli miei si sono mostrati infidi come un torrente,

come l'acqua di torrenti che passa.

 6:16 Il ghiaccio li rende torbidi,

e la neve vi si scioglie;

 6:17 ma passato il tempo delle piene,

svaniscono;

quando sentono il caldo, scompaiono dal loro luogo.

 6:18 Le carovane che si dirigono là,

mutano strada,

s'inoltrano nel deserto, e vi periscono.

 6:19 Le carovane di Tema li cercavano con lo sguardo,

i viandanti di Seba vi contavano su,

 6:20 ma furono delusi nella loro fiducia;

giunti sul luogo, rimasero confusi.

 6:21 Tali siete divenuti voi per me;

vedete uno che fa orrore, e vi prende la paura.

 6:22 Vi ho forse detto: "Datemi qualcosa";

oppure: "Con i vostri beni fate un dono a mio favore";

 6:23 oppure: "Liberatemi dalla stretta del nemico";

oppure: "Scampatemi dalla mano dei prepotenti"?

 6:24 Ammaestratemi, e starò in silenzio;

fatemi capire in che cosa ho errato.

 6:25 Quanto sono efficaci le parole rette!

Ma la vostra riprensione che vale?

 6:26 Volete dunque biasimare delle parole?

Ma le parole di un disperato se le porta il vento!

 6:27 Voi sareste capaci di tirare a sorte l'orfano,

e di vendere il vostro amico!

 6:28 Ebbene, guardatemi pure

e vedete se io vi mento spudoratamente.

 6:29 Ripensateci, non commettete errori!

Ripensateci, la mia giustizia è ancora presente.

 6:30 C'è qualche errore sulla mia lingua?

Il mio palato non distingue più quel che è male?

 

Sofferenza e ribellione di Giobbe

Gb 14 (Sl 102:1-12; Is 38:10-15) Sl 39

 7:1 «La vita dell'uomo sulla terra è come quella di un soldato;

i suoi giorni sono simili ai giorni di un mercenario.

 7:2 Come lo schiavo anela l'ombra,

come l'operaio aspetta il suo salario,

 7:3 così a me toccano mesi di sciagura,

mi sono assegnate notti di dolore.

 7:4 Non appena mi corico, dico: "Quando mi alzerò?"

Ma la notte si prolunga,

e mi sazio di agitazioni fino all'alba.

 7:5 La mia carne è coperta di vermi e di croste polverose,

la mia pelle si richiude, poi riprende a suppurare.

 7:6 I miei giorni se ne vanno più veloci della spola,

si consumano senza speranza.

 7:7 Ricòrdati che la mia vita è un soffio!

L'occhio mio non vedrà più il bene.

 7:8 Lo sguardo di chi ora mi vede non mi potrà più scorgere;

gli occhi tuoi mi cercheranno, ma io non sarò più.

 7:9 La nuvola svanisce e si dilegua;

così chi scende nel soggiorno dei morti non ne risalirà;

 7:10 non tornerà più nella sua casa

e il luogo dove stava non lo riconoscerà più.

 7:11 Io, perciò, non terrò chiusa la bocca;

nell'angoscia del mio spirito io parlerò,

mi lamenterò nell'amarezza dell'anima mia.

 7:12 Sono io forse il mare o un mostro marino

che tu ponga intorno a me una guardia?

 7:13 Quando dico: "Il mio letto mi darà sollievo,

il mio giaciglio allevierà la mia pena",

 7:14 tu mi sgomenti con sogni,

e mi spaventi con visioni;

 7:15 io preferisco soffocare,

a queste mie ossa preferisco la morte.

 7:16 Io mi sto consumando; non vivrò sempre;

ti prego, lasciami stare; i giorni miei non sono che un soffio.

 7:17 Che cos'è l'uomo che tu ne faccia tanto caso,

che tu t'interessi a lui,

 7:18 lo visiti ogni mattina

e lo metta alla prova a ogni istante?

 7:19 Quando cesserai di tenere lo sguardo fisso su di me?

Quando mi darai tempo d'inghiottire la mia saliva?

 7:20 Se ho peccato, che ho fatto a te,

o guardiano degli uomini?

Perché hai fatto di me il tuo bersaglio

a tal punto che sono divenuto un peso a me stesso?

 7:21 Perché non perdoni le mie trasgressioni

e non cancelli la mia iniquità?

Poiché presto giacerò nella polvere;

tu mi cercherai, ma io non sarò più».

 

Bildad conferma il castigo per l'empio

(Gb 34:10-19; 22:21-30; Sl 92:13, ecc.)

 8:1 Allora Bildad di Suac rispose e disse:

 8:2 «Fino a quando terrai questi discorsi

e saranno le parole della tua bocca come un vento impetuoso?

 8:3 Potrebbe Dio pervertire il giudizio?

Potrebbe l'Onnipotente pervertire la giustizia?

 8:4 Se i tuoi figli hanno peccato contro di lui,

egli li ha dati in balìa del loro misfatto;

 8:5 ma tu, se ricorri a Dio

e implori l'Onnipotente,

 8:6 se proprio sei puro e integro,

certo egli sorgerà in tuo favore

e restaurerà la tua giusta dimora.

 8:7 Così sarà stato piccolo il tuo principio,

ma la tua fine sarà grande oltre misura.

 

Gb 20:4-9; Sl 37:16, ecc.

 8:8 «Interroga le passate generazioni,

rifletti sull'esperienza dei padri;

 8:9 poiché noi siamo di ieri e non sappiamo nulla;

i nostri giorni sulla terra non sono che un'ombra;

 8:10 ma quelli certo t'insegneranno,

ti parleranno,

e dal loro cuore trarranno discorsi.

 8:11 Può il papiro crescere dove non c'è limo?

Forse il giunco viene su senz'acqua?

 8:12 Mentre sono verdi ancora, e senza che li si tagli,

prima di tutte le erbe, inaridiscono.

 8:13 Tale è la sorte di tutti quelli che dimenticano Dio;

la speranza dell'empio perirà.

 8:14 La sua baldanza è troncata, la sua fiducia è come una tela di ragno.

 8:15 Egli si appoggia alla sua casa,

ma essa non regge;

vi si aggrappa, ma quella non tiene.

 8:16 Egli verdeggia al sole,

i suoi rami si protendono sul suo giardino,

 8:17 le sue radici s'intrecciano sul mucchio delle macerie,

penetra fra le pietre della casa.

 8:18 Ma divelto che sia dal suo luogo,

questo lo rinnega e gli dice: "Non ti ho mai visto!"

 8:19 Tali sono le delizie che gli procura il suo comportamento!

Dalla polvere, altri dopo lui germoglieranno.

 8:20 No, Dio non respinge l'uomo integro,

né porge aiuto a quelli che fanno il male.

 8:21 Egli renderà ancora il sorriso alla tua bocca,

sulle tue labbra metterà canti d'esultanza.

 8:22 Quelli che ti odiano saranno coperti di vergogna,

la tenda degli empi sparirà».

 

Giobbe riconosce il peccato dell'uomo

(Sl 130:3; Ro 3:19-20)(Sl 147:5; Da 4:34-35, 37) Gb 33:8-13

 9:1 Allora Giobbe rispose e disse:

 9:2 «Sì, certo, io so che è così;

come potrebbe il mortale essere giusto davanti a Dio?

 9:3 Se all'uomo piacesse disputare con Dio,

non potrebbe rispondergli su un punto fra mille.

 9:4 Dio è saggio, è grande in potenza;

chi gli ha tenuto fronte e se n'è trovato bene?

 9:5 Egli trasporta le montagne senza che se ne accorgano,

nel suo furore le sconvolge.

 9:6 Egli scuote la terra dalle sue fondamenta,

e le sue colonne tremano.

 9:7 Comanda al sole, ed esso non sorge;

mette un sigillo sulle stelle.

 9:8 Da solo spiega i cieli,

cammina sulle più alte onde del mare.

 9:9 È il creatore dell'Orsa, d'Orione,

delle Pleiadi,

e delle misteriose regioni del cielo australe.

 9:10 Egli fa cose grandi e imperscrutabili,

meraviglie innumerevoli.

 9:11 Ecco, egli mi passa vicino, e io non lo vedo;

mi scivola accanto e non me n'accorgo.

 9:12 Ecco, afferra la preda, e chi si opporrà?

Chi oserà dirgli: "Che fai?"

 9:13 Dio non ritira la sua collera;

sotto di lui si curvano i campioni della superbia.

 9:14 Io, come farei a rispondergli,

a scegliere le mie parole per discutere con lui?

 9:15 Avessi anche ragione, non gli replicherei,

ma implorerei misericordia al mio giudice.

 9:16 Se io lo invocassi ed egli mi rispondesse,

non per questo crederei che avesse dato ascolto alla mia voce;

 9:17 egli mi piomba addosso dal seno della tempesta,

moltiplica senza motivo le mie piaghe,

 9:18 non mi lascia riprender fiato,

e mi sazia d'amarezza.

 9:19 Se si tratta di forza, ecco, egli è potente;

se di diritto, egli dice: "Chi mi convocherà?"

 9:20 Se io fossi senza colpa, la mia bocca mi condannerebbe;

se fossi innocente, mi dichiarerebbe colpevole.

 

Giobbe accusa Dio

(Ec 9:1-3; 8:14) Sl 73:13-15; Gb 10

 9:21 «Sono innocente? Sì, lo sono!

Di me non mi preme,

io disprezzo la mia vita!

 9:22 Per me è la stessa cosa! Perciò dico:

"Egli distrugge ugualmente l'integro e il malvagio".

 9:23 Se un flagello, a un tratto, semina la morte,

egli ride dello sgomento degli innocenti.

 9:24 La terra è data in balìa dei malvagi;

egli vela gli occhi ai giudici di essa;

se non è lui, chi è dunque?

 9:25 I miei giorni se ne vanno più veloci di un corriere;

fuggono via senz'aver visto il bene;

 9:26 passano rapidi come navicelle di giunchi,

come l'aquila che piomba sulla preda.

 9:27 Io dico: "Voglio dimenticare il mio lamento,

abbandonare questa faccia triste,

e stare allegro".

 9:28 Ma mi spavento per tutti i miei dolori.

Sono certo che non mi considererai innocente.

 9:29 Io sarò condannato;

perché dunque affaticarmi invano?

 9:30 Anche se mi lavassi con la neve

e mi pulissi le mani con il sapone,

 9:31 tu mi tufferesti nel fango di una fossa,

le mie vesti mi avrebbero in orrore.

 9:32 Dio non è un uomo come me,

perché io gli risponda

e perché possiamo comparire in giudizio assieme.

 9:33 Non c'è fra noi un arbitro,

che posi la mano su tutti e due!

 9:34 Dio allontani da me la sua verga;

smetta di spaventarmi con il suo terrore;

 9:35 allora io parlerò senza temerlo,

perché sento di non essere quel colpevole che sembro».

 

Giobbe crede di essere colpito da Dio senza motivo

Gb 23 (Is 50:10; La 3:31-33)

 10:1 «Io provo disgusto della mia vita;

voglio dar libero sfogo al mio lamento,

voglio parlare nell'amarezza dell'anima mia!

 10:2 Io dirò a Dio: non condannarmi!

Fammi sapere perché sei in contesa con me!

 10:3 Ti sembra cosa ben fatta opprimere,

disprezzare l'opera delle tue mani

e favorire i disegni dei malvagi?

 10:4 Hai tu occhi di carne?

Vedi tu come vede l'uomo?

 10:5 Sono i tuoi giorni come i giorni del mortale,

i tuoi anni come gli anni degli esseri umani,

 10:6 che tu investighi tanto la mia iniquità,

che t'informi così del mio peccato,

 10:7 pur sapendo che io non sono colpevole,

e che non c'è chi mi liberi dalla tua mano?

 10:8 Le tue mani mi hanno formato,

m'hanno fatto tutto quanto, eppure mi distruggi!

 10:9 Ricòrdati che mi hai plasmato come argilla,

e tu mi fai ritornare in polvere!

 10:10 Non mi hai colato forse come il latte

e fatto rapprendere come il formaggio?

 10:11 Tu mi hai rivestito di pelle e di carne,

e mi hai intessuto d'ossa e di nervi.

 10:12 Mi hai concesso vita e grazia,

la tua provvidenza ha vegliato sul mio spirito,

 10:13 ed ecco quello che nascondevi in cuore!

Sì, lo so, questo meditavi:

 10:14 se avessi peccato, l'avresti ben tenuto a mente

e non mi avresti assolto dalla mia iniquità.

 10:15 Se fossi stato malvagio, guai a me!

Se giusto, non avrei osato alzar la fronte,

sazio d'infamia, spettatore della mia miseria.

 10:16 Se l'avessi alzata, mi avresti dato la caccia come a un leone,

contro di me avresti rinnovato le tue prodezze;

 10:17 avresti trovato contro di me nuovi testimoni

e avresti raddoppiato il tuo sdegno contro di me;

legioni su legioni mi avrebbero assalito.

 

Gb 3:11-26; 7:7-21

 10:18 «Perché mi hai fatto uscire dal grembo di mia madre?

Sarei spirato senza che occhio mi vedesse!

 10:19 Sarei stato come se non fossi mai esistito,

mi avrebbero portato dal grembo materno alla tomba!

 10:20 Non sono forse pochi i giorni che mi restano? Smetta egli dunque,

mi lasci stare, perché io possa rasserenarmi un poco,

 10:21 prima che me ne vada, per non più tornare,

nella terra delle tenebre e dell'ombra di morte:

 10:22 terra oscura come notte profonda,

dove regnano l'ombra di morte e il disordine,

il cui chiarore è come notte oscura».

 

Zofar invita Giobbe ad allontanarsi dall'iniquità

Gb 32:2-3 (Gb 12; Ro 11:33-36; Sl 94:8-11)

 11:1 Allora Zofar di Naama rispose e disse:

 11:2 «Questa abbondanza di parole rimarrà forse senza risposta?

Basterà quindi essere loquace per aver ragione?

 11:3 Varranno le tue ciance a far tacere la gente?

Farai dunque il beffardo, senza che nessuno ti contesti?

 11:4 Tu dici a Dio: "Quel che sostengo è giusto,

e io sono puro in tua presenza".

 11:5 Ma, oh se Dio volesse parlare

e aprir la bocca per risponderti

 11:6 e rivelarti i segreti della sua saggezza,

poiché infinita è la sua intelligenza!

Vedresti allora come Dio dimentichi parte della tua colpa.

 11:7 Puoi forse scandagliare le profondità di Dio,

arrivare a conoscere appieno l'Onnipotente?

 11:8 Si tratta di cose più alte del cielo;

tu che faresti?

Di cose più profonde del soggiorno dei morti; come le conosceresti?

 11:9 La loro misura è più lunga della terra,

più larga del mare.

 11:10 Se Dio passa, se incarcera,

se chiama in giudizio, chi si opporrà?

 11:11 Egli infatti conosce gli uomini perversi,

scopre senza sforzo l'iniquità.

 11:12 Ma l'insensato diventerà saggio,

quando un puledro d'onagro diventerà uomo.

 

Gb 22:21-30; Is 55:6-7

 11:13 «Tu però, se ben disponi il cuore,

e tendi verso Dio le mani,

 11:14 se allontani il male che è nelle tue mani,

e non alberghi l'iniquità nelle tue tende,

 11:15 allora alzerai la fronte senza macchia,

sarai incrollabile, e non avrai paura di nulla;

 11:16 dimenticherai i tuoi affanni;

te ne ricorderai come d'acqua passata;

 11:17 la tua vita sorgerà più fulgida del pieno giorno,

l'oscurità sarà come la luce del mattino.

 11:18 Sarai fiducioso perché avrai speranza;

ti guarderai bene attorno e ti coricherai sicuro.

 11:19 Ti metterai a dormire e nessuno ti spaventerà;

e molti cercheranno il tuo favore.

 11:20 Ma gli occhi degli empi verranno meno;

non ci sarà più rifugio per loro,

e non avranno altra speranza che esalare l'ultimo respiro».

 

Rimprovero di Giobbe ai suoi amici

(Gb 13:1-5; Sl 123:3-4)(Sl 19:1-4; Ro 1:19-20)

 12:1 Allora Giobbe rispose e disse:

 12:2 «Voi, certo, valete quanto un popolo,

e con voi morirà la saggezza.

 12:3 Ma di senno ne ho anch'io quanto voi,

non vi sono affatto inferiore;

cose come queste chi non le sa?

 12:4 Io dunque dovrei essere il ludibrio degli amici!

Io che invocavo Dio, ed egli mi rispondeva;

il ludibrio io, l'uomo giusto, integro!

 12:5 Il disprezzo per la sventura altrui è nel pensiero

di chi vive nella prosperità;

esso è sempre pronto a colpire,

se uno ha il piede che vacilla.

 12:6 Sono invece tranquille le tende dei ladri;

chi provoca Dio, chi si fa un dio della propria forza, se ne sta al sicuro.

 12:7 Ma interroga un po' gli animali,

e te lo insegneranno;

gli uccelli del cielo, e te lo mostreranno;

 12:8 oppure parla alla terra ed essa te lo insegnerà,

e i pesci del mare te lo racconteranno.

 12:9 Chi non sa, fra tutte queste creature,

che la mano del SIGNORE ha fatto ogni cosa,

 12:10 che egli tiene in mano l'anima di tutto quel che vive,

e lo spirito di ogni carne umana?

 12:11 L'orecchio non discerne forse le parole,

come il palato assaggia i cibi?

 12:12 Nei vecchi si trova la saggezza,

e lunghezza di giorni dà intelligenza.

 

Giobbe afferma la potenza di Dio

Gb 9:4-13; 5:9-16; 42:2

 12:13 «In Dio stanno la saggezza e la potenza,

a lui appartengono il consiglio e l'intelligenza.

 12:14 Egli abbatte, e nessuno può ricostruire.

Chiude un uomo in prigione, e non c'è chi gli apra.

 12:15 Egli trattiene le acque, e tutto inaridisce;

le lascia andare, ed esse sconvolgono la terra.

 12:16 Egli possiede la forza e l'abilità;

da lui dipendono chi erra e chi fa errare.

 12:17 Egli manda scalzi i consiglieri,

colpisce di demenza i giudici.

 12:18 Scioglie i legami dell'autorità dei re

e cinge i loro fianchi di catene.

 12:19 Manda scalzi i sacerdoti,

e rovescia i potenti.

 12:20 Priva della parola i più eloquenti,

e toglie il discernimento ai vecchi.

 12:21 Sparge il disprezzo sui nobili,

e scioglie la cintura ai forti.

 12:22 Rivela le cose recondite, facendole uscire dalle tenebre,

e porta alla luce ciò che è avvolto in ombra di morte.

 12:23 Accresce i popoli e li annienta,

amplia le nazioni e le riconduce nei loro confini;

 12:24 toglie il senno ai capi della terra,

e li fa peregrinare in solitudini senza sentiero.

 12:25 Brancolano nelle tenebre, senza alcuna luce,

e li fa barcollare come ubriachi.

 

Giobbe vuole difendere la sua causa davanti a Dio

Gb 32:3, ecc.; 42:7-8

 13:1 «L'occhio mio tutto questo l'ha visto;

l'orecchio mio l'ha udito e l'ha inteso.

 13:2 Quel che sapete voi lo so anch'io,

non vi sono affatto inferiore.

 13:3 Ma io vorrei parlare con l'Onnipotente,

ci terrei a ragionare con Dio;

 13:4 poiché voi siete inventori di menzogne,

siete tutti quanti medici da nulla.

 13:5 Oh, se faceste silenzio!

Esso vi sarebbe contato come saggezza.

 

 13:6 Ascoltate, vi prego, quel che ho da rimproverarvi;

state attenti alle repliche delle mie labbra!

 13:7 Volete dunque difendere Dio parlando con menzogna?

Sostenere la sua causa con parole di frode?

 13:8 Volete aver riguardo alla sua persona?

E costituirvi difensori di Dio?

 13:9 Sarà un bene per voi quando egli vi scruterà a fondo?

Credete di ingannarlo come s'inganna un uomo?

 13:10 Certo egli vi riprenderà severamente,

se nel vostro segreto avete dei riguardi personali.

 13:11 La sua maestà non vi farà sgomenti?

Il suo terrore non piomberà su di voi?

 13:12 I vostri detti memorabili sono massime di cenere;

i vostri baluardi son baluardi d'argilla.

 

Gb 23; 9:32-35

 13:13 «Tacete, lasciatemi stare; voglio parlare io,

succeda quel che succeda!

 13:14 Perché dovrei prendere la mia carne con i denti?

E trattenere la mia vita con le mie mani?

 13:15 Ecco, mi uccida pure!

Oh, continuerò a sperare.

Soltanto, io difenderò in faccia a lui il mio comportamento!

 13:16 Anche questo servirà alla mia salvezza;

poiché un empio non ardirebbe presentarsi a lui.

 13:17 Ascoltate attentamente il mio discorso,

porgete orecchio a quanto sto per dichiararvi.

 13:18 Ecco, io ho predisposto ogni elemento per la causa;

so che sarò riconosciuto giusto.

 13:19 C'è qualcuno che voglia farmi opposizione?

Se c'è, io taccio e sono pronto a morire.

 13:20 Ma, o Dio, concedimi solo due cose,

e non mi nasconderò dalla tua presenza:

 13:21 ritira da me la tua mano

e fa che i tuoi terrori non mi spaventino più.

 13:22 Poi interrogami e io risponderò;

oppure parlerò io, e tu replicherai.

 13:23 Quante sono le mie iniquità,

quanti i miei peccati?

Fammi conoscere la mia trasgressione, il mio peccato!

 13:24 Perché nascondi il tuo volto

e mi consideri un nemico?

 13:25 Vuoi dunque atterrire una foglia portata via dal vento?

Vuoi forse perseguitare una pagliuzza inaridita?

 13:26 Tu mi condanni a pene così amare,

e mi fai espiare gli sbagli della mia giovinezza;

 13:27 tu metti i miei piedi nei ceppi,

spii tutti i miei movimenti,

e prendi nota delle orme dei miei piedi?

 13:28 Intanto questo mio corpo si disfa come legno tarlato,

come un abito ròso dal tarlo.

 

Giobbe descrive la miseria dell'uomo

Gb 7; Sl 90 (Ec 9:3-6; Gb 19:25-27; Sl 49:14-15)

 14:1 «L'uomo, nato di donna,

vive pochi giorni, ed è sazio d'affanni.

 14:2 Spunta come un fiore, poi è reciso;

fugge come un' ombra, e non dura.

 14:3 E sopra un essere così, tu tieni gli occhi aperti

e mi fai comparir con te in giudizio!

 14:4 Chi può trarre una cosa pura da una impura?

Nessuno.

 14:5 Se i suoi giorni sono fissati, e il numero dei suoi mesi dipende da te,

e tu gli hai posto un termine che egli non può varcare,

 14:6 distogli da lui lo sguardo, perché abbia un po' di tranquillità,

e possa godere come un operaio la fine della sua giornata.

 14:7 Per l'albero almeno c'è speranza;

se è tagliato, rigermoglia

e continua a mettere germogli.

 14:8 Quando la sua radice è invecchiata sotto terra,

e il suo tronco muore nel suolo,

 14:9 a sentir l'acqua, rinverdisce

e mette rami come una giovane pianta.

 14:10 Ma l'uomo muore e perde ogni forza;

il mortale spira, e dov'è egli?

 14:11 Le acque del lago se ne vanno,

il fiume vien meno e si prosciuga;

 14:12 così l'uomo giace, e non risorge più;

finché non vi siano più cieli

egli non si risveglierà né sarà più destato dal suo sonno.

 14:13 Oh, volessi tu nascondermi nel soggiorno dei morti,

tenermi occulto finché l'ira tua sia passata,

fissarmi un termine, e poi ricordarti di me!

 14:14 Se l'uomo muore, può egli tornare in vita?

Aspetterei fiducioso tutti i giorni della mia sofferenza,

finché cambiasse la mia condizione:

 14:15 tu mi chiameresti e io risponderei,

tu vorresti rivedere l'opera delle tue mani.

 14:16 Ma ora tu conti i miei passi,

tu osservi i miei peccati;

 14:17 le mie trasgressioni sono sigillate in un sacco,

e alle mie iniquità, altre ne aggiungi.

 14:18 La montagna frana e scompare,

la roccia è divelta dal suo luogo,

 14:19 le acque consumano la pietra,

le loro inondazioni trascinano via la terra:

così tu distruggi la speranza dell'uomo.

 14:20 Tu lo sopraffai una volta per sempre, ed egli se ne va;

gli muti la sembianza, e lo mandi via.

 14:21 Se i suoi figli salgono in onore,

egli lo ignora;

se cadono in disprezzo, egli non lo vede;

 14:22 questo solo sente: che il suo corpo soffre,

che l'anima sua è in lutto».

 

Elifaz paragona Giobbe a un malvagio

Gb 16:1-5 (Gb 25:4-6; 14:4; Sl 51:5)

 15:1 Allora Elifaz di Teman rispose e disse:

 15:2 «Il saggio risponde forse con vana scienza?

Si gonfia il petto di vento?

 15:3 Si difende con chiacchiere inutili

e con parole che non giovano nulla?

 15:4 Tu, poi, distruggi il timor di Dio,

sminuisci la preghiera che gli è dovuta.

 15:5 La tua iniquità ti detta le parole,

e adoperi il linguaggio degli astuti.

 15:6 Non io, la tua bocca ti condanna;

le tue labbra stesse depongono contro di te.

 15:7 Sei forse tu il primo uomo che nacque?

Fosti tu formato prima dei monti?

 15:8 Hai forse sentito quanto si è detto nel Consiglio di Dio?

Hai forse accaparrato la saggezza tutta quanta per te solo?

 15:9 Che sai tu che noi non sappiamo?

Che conoscenza hai tu che non sia anche nostra?

 15:10 Ci sono fra noi uomini canuti e anche vecchi

più attempati di tuo padre.

 15:11 Fai così poco caso delle consolazioni di Dio

e delle dolci parole che ti abbiam rivolte?

 15:12 Dove ti trascina il cuore,

e che vogliono dire codeste torve occhiate?

 15:13 Come! Tu volgi la tua collera contro Dio,

e ti lasci uscir di bocca tali parole?

 15:14 Chi è mai l'uomo per esser puro,

il nato di donna per esser giusto?

 15:15 Ecco, Dio non si fida nemmeno dei suoi santi,

i cieli non sono puri ai suoi occhi;

 15:16 quanto meno quest'essere abominevole e corrotto,

l'uomo, che tracanna iniquità come acqua!

 

Gb 18:5-21; 20:4-29

 15:17 «Io voglio istruirti; porgimi ascolto

e ti racconterò quello che ho visto,

 15:18 quello che i saggi hanno riferito

senza nulla celare di quel che sapevano dai padri,

 15:19 ai quali soltanto è stato dato il paese;

e in mezzo ai quali non è passato lo straniero.

 15:20 L'empio è tormentato tutti i suoi giorni,

e pochi sono gli anni riservati al prepotente.

 15:21 Sempre ha negli orecchi rumori spaventosi

e in piena pace gli piomba addosso il distruttore.

 15:22 Non ha speranza di uscire dalle tenebre,

e si sente destinato alla spada.

 15:23 Va peregrinando in cerca di pane; dove trovarne?

Egli sa che gli è vicino il giorno tenebroso.

 15:24 Le difficoltà e l'angoscia lo riempiono di paura,

l'assalgono come un re pronto alla battaglia,

 15:25 perché ha steso la mano contro Dio,

ha sfidato l'Onnipotente,

 15:26 gli s'è slanciato audacemente contro,

sotto il folto dei suoi scudi ricurvi.

 15:27 Aveva la faccia coperta di grasso,

i fianchi carichi di pinguedine;

 15:28 si era stabilito in città distrutte,

in case disabitate,

destinate a diventar mucchi di sassi.

 15:29 Egli non si arricchirà, la sua fortuna non sarà stabile;

né le sue proprietà si stenderanno sulla terra.

 15:30 Non potrà liberarsi dalle tenebre,

il vento infocato farà inaridire i suoi germogli

e sarà portato via dal soffio della bocca di Dio.

 15:31 Non confidi nella vanità;

è un'illusione;

poiché avrà la vanità per ricompensa.

 15:32 La sua fine verrà prima del tempo,

i suoi rami non rinverdiranno più.

 15:33 Sarà come vigna da cui si strappi l'uva ancor acerba,

come l'ulivo da cui si scuota il fiore;

 15:34 poiché sterile è la famiglia del profano,

il fuoco divora la tenda dei corrotti.

 15:35 L'empio concepisce malizia e partorisce rovina;

egli prepara l'inganno».

 

Giobbe si lamenta dei suoi amici

Gb 19:1-6; Mt 7:12

 16:1 Allora Giobbe rispose e disse:

 16:2 «Di cose come queste ne ho udite tante!

Siete tutti dei consolatori molesti!

 16:3 Non ci sarà una fine alle parole vane?

Che cosa ti provoca a rispondere?

 16:4 Anch'io potrei parlare come voi,

se voi foste al posto mio;

potrei mettere insieme delle parole contro di voi

e su di voi scrollare il capo;

 16:5 potrei farvi coraggio con la bocca

e il conforto delle mie labbra vi calmerebbe.

 

Giobbe si lamenta della sua sorte

(La 3:1-20; Gb 19:6-12)(Gb 23:1-17; 32:8-14)

 16:6 «Se parlo, il mio dolore non ne sarà lenito;

se cesso di parlare, che sollievo ne avrò?

 16:7 Ora, purtroppo, Dio m'ha ridotto senza forze,

ha desolato tutta la mia casa;

 16:8 m'ha coperto di grinze e questo testimonia contro di me,

la mia magrezza si leva ad accusarmi apertamente.

 16:9 La sua ira mi lacera, mi perseguita,

digrigna i denti contro di me,

il mio nemico aguzza gli occhi su di me.

 16:10 Aprono larga contro di me la bocca,

mi percuotono per oltraggio le guance,

si metton tutti insieme a darmi addosso.

 16:11 Dio mi dà in balìa degli empi,

mi getta in mano dei malvagi.

 16:12 Vivevo in pace ed egli m'ha scosso con violenza,

m'ha preso per la nuca, m'ha frantumato,

m'ha posto per suo bersaglio.

 16:13 I suoi arcieri mi circondano,

egli mi trafigge i reni senza pietà,

sparge a terra il mio fiele.

 16:14 Apre sopra di me breccia su breccia,

mi corre addosso come un guerriero.

 16:15 Mi sono cucito un cilicio sulla pelle,

ho prostrato la mia fronte nella polvere.

 16:16 Il mio viso è rosso di pianto,

sulle mie palpebre si stende l'ombra di morte.

 16:17 Eppure, le mie mani non commisero mai violenza,

e la mia preghiera fu sempre pura.

 

Giobbe invoca la morte

(Gb 12:4-5; 13:4-13)

 16:18 «O terra, non coprire il mio sangue

e non vi sia luogo dove si fermi il mio grido!

 16:19 Già fin d'ora, ecco, il mio Testimone è nel cielo,

il mio Garante è nei luoghi altissimi.

 16:20 Gli amici mi deridono;

ma a Dio si volgono piangenti gli occhi miei;

 16:21 sostenga egli le ragioni dell'uomo presso Dio,

le ragioni del figlio d'uomo contro i suoi compagni!

 16:22 Poiché, pochi anni ancora

e me ne andrò per una via senza ritorno.

 17:1 «Il mio soffio vitale si spegne,

i miei giorni si estinguono,

il sepolcro m'aspetta!

 17:2 Sono attorniato da schernitori

e non posso chiudere occhio a causa delle loro parole amare.

 17:3 O Dio, deposita la mia cauzione presso di te;

se no, chi altro vorrebbe porgermi la mano?

 17:4 Poiché tu hai chiuso il cuore di costoro alla ragione,

perciò non li farai trionfare.

 17:5 Chi denunzia un amico perché diventi preda altrui,

vedrà accecare gli occhi dei suoi figli.

 17:6 Egli mi ha reso la favola dei popoli,

e sono divenuto uno a cui si sputa in faccia.

 17:7 L'occhio mio si oscura dal dolore,

le mie membra non sono più che un'ombra.

 17:8 Gli uomini retti ne sono colpiti di stupore,

l'innocente si sdegna contro l'empio;

 17:9 ma il giusto si attiene saldo alla sua via,

e chi ha le mani pure si fortifica sempre più.

 

(Gb 10:20-22; 19:10)

 17:10 Quanto a voi tutti, tornate pure,

fatevi avanti,

ma fra voi non troverò un saggio.

 17:11 I miei giorni passano; i miei disegni,

i disegni cari al mio cuore, sono distrutti;

 17:12 e costoro pretendono che la notte sia giorno,

che la luce sia vicina, quando tutto è buio!

 17:13 Se aspetto come casa mia il soggiorno dei morti,

se già mi sono fatto il letto nelle tenebre,

 17:14 al sepolcro dico: "Tu sei mio padre",

e ai vermi: "Siete mia madre e mia sorella".

 17:15 Dov'è dunque la mia speranza?

Questa speranza mia chi la può scorgere?

 17:16 Essa scenderà alle porte del soggiorno dei morti,

quando nella polvere troveremo riposo assieme».

 

Bildad invita Giobbe a riconoscere il suo peccato

(Gb 15:17-35; 20)

 18:1 Allora Bildad di Suac rispose e disse:

 18:2 «Quando porrete fine alle parole?

Riflettete, e poi parleremo.

 18:3 Perché siamo considerati come bestie

e perché siamo agli occhi vostri degli esseri impuri?

 18:4 O tu, che nel tuo cruccio laceri te stesso,

dovrà la terra, per causa tua, essere abbandonata

e la roccia esser rimossa dal suo luogo?

 18:5 Sì, la luce dell'empio si spegne,

e la fiamma del suo fuoco non brilla.

 18:6 La luce si oscura nella sua tenda,

e la lampada che gli sta sopra si spegne.

 18:7 I passi che faceva nella sua forza si raccorciano,

i suoi disegni lo conducono a rovina.

 18:8 Poiché i suoi piedi lo traggono nel tranello,

va camminando sulle reti.

 18:9 Il laccio l'afferra per il tallone,

la trappola lo ghermisce.

 18:10 Sta nascosta in terra per lui un'insidia,

sul sentiero lo aspetta un agguato.

 18:11 Paure lo atterriscono tutto intorno,

lo inseguono, gli stanno alle calcagna.

 18:12 La sua forza viene meno dalla fame,

la calamità gli sta pronta al fianco.

 18:13 Gli divora a pezzo a pezzo la pelle,

gli divora le membra il primogenito della morte.

 18:14 Egli è strappato dalla sua tenda che credeva sicura,

è fatto scendere verso il re degli spaventi.

 18:15 Nella sua tenda abita chi non è dei suoi,

la sua casa è cosparsa di zolfo.

 18:16 In basso s'inaridiscono le sue radici,

in alto sono tagliati i suoi rami.

 18:17 La sua memoria scompare dal paese,

più non si ode il suo nome per le campagne.

 18:18 È scacciato dalla luce nelle tenebre,

è bandito dal mondo.

 18:19 Non lascia tra il suo popolo né figli, né nipoti,

nessun superstite dov'egli soggiornava.

 18:20 Quelli di occidente sono stupiti della sua sorte,

quelli di oriente ne sono inorriditi.

 18:21 Certo, sono tali le dimore dei perversi,

tale è il luogo di chi non conosce Dio».

 

Giobbe si lamenta, ma egli sa che il suo Redentore è vivente

Gb 16; Sl 88; 102:4-12

 19:1 Allora Giobbe rispose e disse:

 19:2 «Fino a quando mi affliggerete

e mi tormenterete con i vostri discorsi?

 19:3 Sono già dieci volte che m'insultate

e non vi vergognate di malmenarmi.

 19:4 Ammesso pure che io abbia sbagliato,

il mio errore concerne me solo.

 19:5 Ma se proprio volete insuperbire contro di me

e rimproverarmi la vergogna in cui mi trovo,

 19:6 allora sappiatelo: chi m'ha fatto torto

e m'ha avvolto nella sua rete è Dio.

 19:7 Ecco, io grido: "Violenza!" E nessuno risponde;

imploro aiuto, ma non c'è giustizia!

 19:8 Dio mi ha sbarrato la via e non posso passare,

ha coperto di tenebre il mio cammino.

 19:9 Mi ha spogliato della mia gloria,

mi ha tolto dal capo la corona.

 19:10 Mi ha demolito pezzo per pezzo,

e io me ne vado.

Ha sradicato come un albero la mia speranza.

 19:11 Ha acceso la sua ira contro di me,

mi ha considerato come suo nemico.

 19:12 Le sue schiere sono venute tutte insieme,

si sono spianate la strada fino a me,

hanno posto il campo intorno alla mia tenda.

 19:13 Egli ha allontanato da me i miei fratelli,

i miei conoscenti sono diventati degli estranei per me.

 19:14 Mi hanno abbandonato i miei parenti,

gli intimi miei mi hanno dimenticato.

 19:15 I miei domestici e le mie serve mi trattano come un estraneo;

ai loro occhi io sono un intruso.

 19:16 Chiamo il mio servo e non risponde,

devo supplicarlo con la mia bocca.

 19:17 Il mio fiato ripugna a mia moglie,

faccio pietà a chi nacque dal grembo di mia madre.

 19:18 Perfino i bimbi mi sprezzano;

se cerco di alzarmi, mi deridono.

 19:19 Tutti gli amici più stretti mi hanno in orrore,

quelli che amavo si sono rivoltati contro di me.

 19:20 Le mie ossa stanno attaccate alla mia pelle e alla mia carne,

non m'è rimasta che la pelle dei denti.

 19:21 Pietà, pietà di me, voi, amici miei,

poiché la mano di Dio mi ha colpito.

 19:22 Perché perseguitarmi come fa Dio?

Perché non siete mai sazi della mia carne?

 

(Mt 5:8; 1Gv 3:2-3) Gv 11:23-27

 19:23 «Oh, se le mie parole fossero scritte!

Se fossero impresse in un libro!

 19:24 Se con lo scalpello di ferro e con il piombo

fossero incise nella roccia per sempre!

 19:25 Ma io so che il mio Redentore vive

e che alla fine si alzerà sulla polvere.

 19:26 E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo,

senza la mia carne, vedrò Dio.

 19:27 Io lo vedrò a me favorevole;

lo contempleranno i miei occhi,

non quelli d'un altro;

il cuore, dal desiderio, mi si consuma!

 19:28 Se voi dite: "Come lo perseguiteremo?"

- Mentre la radice della tribolazione è già dentro di me -

 19:29 temete invece per voi stessi la spada!

Perché furiosi sono i castighi della spada,

affinché sappiate che c'è una giustizia».

 

Zofar parla dell'empio e del suo castigo

(Gb 8:8-15; 15:17, ecc.; 18:5, ecc.) Sl 37:32-38

 20:1 Allora Zofar di Naama rispose e disse:

 20:2 «Per questo i miei pensieri mi spingono a risponderti

e, a causa di ciò, c'è questa fretta dentro di me.

 20:3 Ho udito rimproveri che mi fanno oltraggio;

ma lo spirito mio darà una risposta assennata.

 20:4 Non lo sai tu che in ogni tempo,

da che l'uomo è stato posto sulla terra,

 20:5 il trionfo dei malvagi è breve;

la gioia degli empi non dura che un istante?

 20:6 Anche se la sua altezza giungesse fino al cielo,

il suo capo toccasse le nubi,

 20:7 l'empio perirà per sempre come lo sterco suo;

quelli che lo vedevano diranno: "Dov'è?"

 20:8 Se ne volerà via come un sogno,

non si troverà più;

si dileguerà come una visione notturna.

 20:9 L'occhio che lo guardava cesserà di vederlo

e la sua casa più non lo scorgerà.

 20:10 I suoi figli si raccomanderanno ai poveri,

le sue mani restituiranno la sua ricchezza.

 20:11 Il vigore giovanile che gli riempiva le ossa

sarà nella polvere con lui.

 20:12 Il male è dolce alla sua bocca,

se lo nasconde sotto la lingua,

 20:13 lo conserva, non lo lascia andar giù,

lo trattiene sotto al suo palato:

 20:14 ma il cibo gli si trasforma nelle viscere,

gli diventa in corpo veleno d'aspide.

 20:15 Ha trangugiato ricchezze e le vomiterà;

Dio stesso gliele ricaccerà dal ventre.

 20:16 Ha succhiato veleno d'aspide,

la lingua della vipera l'ucciderà.

 

 20:17 Non godrà più la vista d'acque perenni,

né di rivi fluenti di miele e di latte.

 20:18 Renderà i suoi frutti, e non li mangerà;

saranno pari alla ricchezza dei suoi guadagni,

e non ne godrà.

 20:19 Perché ha oppresso e abbandonato il povero,

si è impadronito di case che non aveva costruite;

 20:20 perché la sua ingordigia non conobbe limiti,

egli non salverà nulla di ciò che ha tanto desiderato.

 20:21 La sua voracità non risparmiava nulla,

perciò il suo benessere non durerà.

 20:22 Nel colmo dell'abbondanza, si troverà in miseria;

la mano di chiunque ebbe a soffrir tormenti si alzerà contro di lui.

 20:23 Quando starà per riempirsi il ventre,

Dio manderà contro di lui la sua ira ardente;

gliela farà piovere addosso per servirgli da cibo.

 20:24 Se scampa alle armi di ferro,

lo trafigge l'arco di bronzo.

 20:25 Si strappa la freccia, essa gli esce dal corpo,

la punta sfolgorante gli viene fuori dal fiele,

lo assalgono i terrori della morte.

 20:26 Buio profondo è riservato ai suoi tesori;

lo consumerà un fuoco non attizzato dall'uomo,

che divorerà quel che resta nella sua tenda.

 20:27 Il cielo rivelerà la sua iniquità,

la terra insorgerà contro di lui.

 20:28 Le rendite della sua casa se ne andranno,

portate via nel giorno dell'ira di Dio.

 20:29 Tale la parte che Dio riserva all'empio,

tale l'eredità che Dio gli destina».

 

Per Giobbe anche i malvagi possono essere felici

Sl 73; 49; Ec 8:11

 21:1 Allora Giobbe rispose e disse:

 21:2 «Porgete bene ascolto alle mie parole,

sia questa la consolazione che mi date.

 21:3 Sopportatemi, lasciate che io parli,

e quando avrò parlato tu mi potrai deridere.

 21:4 Mi lamento forse di un uomo?

E come farei a non perder la pazienza?

 21:5 Guardatemi, stupite,

mettetevi la mano sulla bocca.

 21:6 Quando ci penso, ne sono smarrito,

e la mia carne è presa da un brivido.

 21:7 Perché mai vivono gli empi?

Perché arrivano alla vecchiaia e anche crescono di forze?

 21:8 La loro discendenza prospera sotto i loro sguardi intorno ad essi,

i loro germogli fioriscono sotto gli occhi loro.

 21:9 La loro casa è in pace, al sicuro da spaventi,

la verga di Dio non li colpisce.

 21:10 Il loro toro monta e non sbaglia,

la loro vacca figlia senz'abortire.

 21:11 Mandano fuori come un gregge i loro piccini,

e i loro figli saltano e ballano.

 21:12 Cantano al suono del timpano e della cetra,

si rallegrano al suono della zampogna.

 21:13 Passano felici i loro giorni

poi scendono in un attimo nel soggiorno dei morti.

 21:14 Eppure, dicevano a Dio: "Ritìrati da noi!

Noi non ci curiamo di conoscere le tue vie!

 21:15 Che cos'è l'Onnipotente perché lo serviamo?

Che guadagneremo a pregarlo?"

 21:16 Ecco, non hanno essi in mano la loro felicità?

(Lungi da me il consiglio degli empi!)

 21:17 Quando mai la lampada degli empi si spegne,

e piomba loro addosso la rovina

e Dio, nella sua ira, li retribuisce con castighi?

 21:18 Quando mai sono essi come paglia al vento,

come pula portata via dall'uragano?

 21:19 "Dio", mi dite, "tiene in serbo il castigo per i figli dell'empio".

Ma punisca lui stesso! Che lo senta lui,

 21:20 che veda con i propri occhi la sua rovina,

e beva egli stesso l'ira dell'Onnipotente!

 21:21 Che importa all'empio della sua famiglia dopo di lui,

quando il numero dei suoi mesi è ormai compiuto?

 21:22 S'insegnerà forse a Dio la scienza?

A lui che giudica quelli di lassù?

 21:23 L'uno muore in mezzo al suo benessere,

quand'è pienamente tranquillo e felice,

 21:24 ha i secchi pieni di latte,

e fresco il midollo delle ossa.

 21:25 L'altro muore con l'amarezza nel cuore,

senz'aver mai gustato il bene.

 21:26 Entrambi giacciono ugualmente nella polvere,

e i vermi li ricoprono.

 21:27 Ah! Li conosco i vostri pensieri,

i piani che formate per abbattermi!

 21:28 Voi dite: "Dov'è la casa del potente?

Dov'è la tenda che ospitava gli empi?"

 21:29 Non avete dunque interrogato quelli che hanno viaggiato?

Voi non vorrete negare quello che attestano;

 21:30 che, cioè, il malvagio è risparmiato nel dì della rovina,

che nel giorno dell'ira egli sfugge.

 21:31 Chi gli rimprovera in faccia la condotta?

Chi gli rende quel che ha fatto?

 21:32 Egli è portato alla sepoltura con onore,

e veglia egli stesso sulla sua tomba.

 21:33 Lievi sono a lui le zolle della valle;

dopo, tutta la gente segue le sue orme;

e, anche prima, una folla immensa fu come lui.

 21:34 Perché dunque mi offrite consolazioni vane?

Delle vostre risposte altro non resta che falsità».

 

Elifaz accusa Giobbe e lo invita a ravvedersi

(Gb 4:7-11; 32:3)(Gb 29:11-17; 31:13-23)

 22:1 Allora Elifaz di Teman rispose e disse:

 22:2 «Può l'uomo recare qualche vantaggio a Dio?

No; il savio non reca vantaggio che a sé stesso.

 22:3 Se sei giusto, ne viene forse qualche vantaggio all'Onnipotente?

Se sei integro nella tua condotta,

ne trae egli un guadagno?

 22:4 È forse per la paura che ha di te che egli ti castiga

o viene con te in giudizio?

 22:5 La tua malvagità non è forse grande,

e le tue iniquità non sono infinite?

 22:6 Tu, per un nulla, prendevi pegno dai tuoi fratelli,

spogliavi delle loro vesti gli ignudi.

 22:7 Allo stanco non davi da bere l'acqua,

all'affamato rifiutavi il pane.

 22:8 La terra apparteneva al più forte,

l'uomo influente vi piantava la sua casa.

 22:9 Rimandavi a vuoto le vedove,

le braccia degli orfani erano spezzate.

 22:10 Ecco perché sei circondato di lacci,

spaventato da improvvisi terrori.

 22:11 O non vedi le tenebre che ti avvolgono,

la piena d'acque che ti sommerge?

 

Ge 6:1-13; 7:10, ecc.

 22:12 «Dio non è forse lassù nei cieli?

Guarda lassù le stelle eccelse, come stanno in alto!

 22:13 E tu dici: "Dio che sa?

Può egli giudicare attraverso il buio?

 22:14 Fitte nubi lo coprono e nulla vede;

egli passeggia sulla vòlta dei cieli".

 22:15 Vuoi dunque seguir l'antica via

per cui camminarono gli uomini malvagi,

 22:16 che furono portati via prima del tempo,

e il cui fondamento fu come un torrente che scorre?

 22:17 Essi dicevano a Dio: "Allontànati da noi!

Che ci può fare l'Onnipotente?"

 22:18 Eppure Dio aveva riempito le loro case di beni!

Ah, lungi da me il consiglio degli empi!

 22:19 I giusti, vedendo la loro rovina,

ne gioiscono,

e l'innocente si fa beffe di loro:

 22:20 "Vedete se non sono distrutti gli avversari nostri!

La loro abbondanza l'ha divorata il fuoco!"

 

Gb 8:5-7; 11:13-19

 22:21 «Riconcìliati dunque con Dio; avrai pace,

ti sarà resa la prosperità.

 22:22 Ricevi istruzioni dalla sua bocca,

riponi le sue parole nel tuo cuore.

 22:23 Se torni all'Onnipotente,

se allontani l'iniquità dalle tue tende,

sarai ristabilito.

 22:24 Getta l'oro nella polvere,

l'oro di Ofir tra i ciottoli del fiume,

 22:25 e l'Onnipotente sarà il tuo oro,

egli ti sarà come l'argento acquistato con fatica.

 22:26 Allora l'Onnipotente sarà la tua delizia,

e alzerai la faccia verso Dio.

 22:27 Lo pregherai, egli ti esaudirà,

e tu scioglierai i voti che avrai fatti.

 22:28 Quello che intraprenderai,

ti riuscirà;

sul tuo cammino risplenderà la luce.

 22:29 Se viene l'umiliazione, tu pregherai per essere rialzato:

Dio soccorre chi ha gli occhi a terra;

 22:30 libererà anche chi non è innocente,

egli sarà salvo per la purezza delle tue mani».

 

Giobbe vorrebbe difendere la sua causa davanti a Dio

(Gb 32:2; 33:8-13) Gb 9 (Sl 18:21-23; 143:1-2; 1Co 4:3-4)

 23:1 Allora Giobbe rispose e disse:

 23:2 «Anche oggi il mio lamento è una rivolta,

per quanto io cerchi di contenere il mio gemito.

 23:3 Oh, sapessi dove trovarlo!

Potessi arrivare fino al suo trono!

 23:4 Esporrei la mia causa davanti a lui,

riempirei d'argomenti la mia bocca.

 23:5 Saprei quel che mi risponderebbe,

capirei quello che avrebbe da dirmi.

 23:6 Impiegherebbe tutta la sua forza per combattermi?

No, egli mi ascolterebbe!

 23:7 Là troverebbe un uomo retto a discutere con lui,

e sarei dal mio giudice assolto per sempre.

 23:8 Ma, ecco, se vado a oriente,

egli non c'è;

se a occidente non lo trovo;

 23:9 se a settentrione, quando vi opera,

io non lo vedo;

si nasconde egli a sud, io non lo scorgo.

 23:10 Ma la via che io batto egli la conosce;

se mi mettesse alla prova, ne uscirei come l'oro.

 23:11 Il mio piede ha seguito fedelmente le sue orme,

mi sono tenuto sulla sua via senza deviare;

 23:12 non mi sono scostato dai comandamenti delle sue labbra,

ho custodito nel mio cuore le parole della sua bocca.

 23:13 Ma la sua decisione è una;

chi lo farà mutare?

Quello che desidera, lo fa;

 23:14 egli eseguirà quel che di me ha decretato;

di cose come queste ne ha molte in mente.

 23:15 Perciò davanti a lui io sono atterrito;

quando ci penso, ho paura di lui.

 23:16 Dio mi ha tolto il coraggio,

l'Onnipotente mi ha spaventato.

 23:17 Questo mi annienta; non le tenebre,

non la fitta oscurità che mi ricopre.

 

Giobbe descrive la via degli empi

(Ec 4:1; 8:11-14)(Gr 12:1-3; Sl 37; 73)

 24:1 «Perché non sono dall'Onnipotente fissati dei tempi in cui renda la giustizia?

Perché quelli che lo conoscono non vedono quei giorni?

 24:2 Gli empi spostano i confini,

rapiscono greggi e le conducono al pascolo;

 24:3 portano via l'asino dell'orfano,

prendono in pegno il bue della vedova;

 24:4 mandano via dalla strada i bisognosi,

i poveri del paese si nascondono tutti insieme.

 24:5 Eccoli, che come onagri del deserto

escono al loro lavoro in cerca di cibo;

solo il deserto dà pane ai loro figli.

 24:6 Raccolgono nei campi la loro pastura,

racimolano nella vigna dell'empio;

 24:7 passano la notte nudi, senza vestito,

senza una coperta che li ripari dal freddo.

 24:8 Bagnati dagli acquazzoni di montagna,

per mancanza di rifugi, si stringono alle rocce.

 24:9 Ce n'è di quelli che strappano dalla mammella l'orfano,

che prendono pegni dai poveri!

 24:10 E questi se ne vanno, nudi,

senza vestiti;

hanno fame, e portano i covoni.

 24:11 Fanno l'olio nel recinto dell'empio;

calcano l'uva nel tino e patiscono la sete.

 24:12 Sale dalle città il gemito dei moribondi;

i feriti implorano aiuto,

e Dio non si cura di queste infamie!

 24:13 Ce ne sono di quelli che si ribellano alla luce,

non ne conoscono le vie,

non ne battono i sentieri.

 24:14 L'assassino si alza sul far del giorno;

ammazza il misero e il povero;

e la notte fa il ladro.

 24:15 L'occhio dell'adultero spia il crepuscolo,

dicendo: "Nessuno mi vedrà!"

e si copre con un fazzoletto il volto.

 24:16 I ladri, di notte, sfondano le case;

di giorno, si tengono rinchiusi;

non conoscono la luce.

 24:17 Il mattino è per essi come ombra di morte;

appena lo scorgono provano i terrori del buio.

 24:18 Voi dite: "L'empio è un fuscello sulla faccia delle acque;

la sua parte sulla terra è maledetta;

non prenderà più la via delle vigne".

 24:19 Come la siccità e il calore assorbono le acque della neve,

così il soggiorno dei morti inghiotte chi ha peccato.

 24:20 Il grembo che lo portò,

lo dimentica;

i vermi ne fanno il loro pasto delizioso,

nessuno più lo ricorda.

L'iniquo sarà troncato come un albero:

 24:21 egli che divorava la sterile,

priva di figli,

e non faceva del bene alla vedova!

 24:22 Invece, Dio con la sua forza prolunga i giorni dei prepotenti,

i quali risorgono, quand'ormai disperavano della vita.

 24:23 Dà loro sicurezza, fiducia,

e i suoi occhi vegliano sul loro cammino.

 24:24 Salgono in alto, poi scompaiono a un tratto;

cadono, sono mietuti come gli altri mortali;

sono falciati come le spighe del grano maturo.

 24:25 Se così non è, chi mi smentirà,

chi annienterà il mio dire?»

 

Per Bildad nessuno è giusto davanti a Dio

Gb 4:17-21; 15:14-16

 25:1 Allora Bildad di Suac rispose e disse:

 25:2 «A Dio appartiene il dominio e il terrore:

egli fa regnare la pace nei suoi luoghi altissimi.

 25:3 Le sue legioni si possono forse contare?

Su chi non si leva la sua luce?

 25:4 Come può dunque l'uomo essere giusto davanti a Dio?

Come può essere puro il nato di donna?

 25:5 Ecco, la luna stessa manca di chiarore,

e le stelle non sono pure agli occhi di lui;

 25:6 quanto meno l'uomo, che è un verme,

il figlio d'uomo che è un vermiciattolo!»

 

Giobbe loda la potenza di Dio

Gb 9:4-10; 11:7-9; Sl 104:1-9; Is 40:12-28

 26:1 Allora Giobbe rispose e disse:

 26:2 «Come hai ben aiutato il debole!

Come hai sorretto il braccio senza forza!

 26:3 Come hai ben consigliato chi è privo di saggezza!

E che abbondanza di sapere tu gli hai comunicato!

 26:4 Ma, a chi ti credi di aver parlato?

E di chi è lo spirito che parla per mezzo tuo?

 26:5 Davanti a Dio tremano le ombre

disotto alle acque e ai loro abitanti.

 26:6 Davanti a lui il soggiorno dei morti è nudo,

l'abisso è senza velo.

 26:7 Egli distende il settentrione sul vuoto,

sospende la terra sul nulla.

 26:8 Rinchiude le acque nelle sue nubi,

e le nubi non scoppiano per il peso.

 26:9 Nasconde l'aspetto del suo trono,

vi distende sopra le sue nuvole.

 26:10 Ha tracciato un cerchio sulla superficie delle acque

là dove la luce confina con le tenebre.

 26:11 Le colonne del cielo sono scosse,

tremano alla sua minaccia.

 26:12 Con la sua forza egli solleva il mare,

con la sua intelligenza ne abbatte l'orgoglio.

 

 26:13 Al suo soffio il cielo torna sereno,

la sua mano trafigge il drago fuggente.

 26:14 Ecco, questi non sono che gli estremi lembi della sua azione.

Non ce ne giunge all'orecchio che un breve sussurro.

Ma il tuono delle sue potenti opere chi può comprenderlo?»

 

Ultima risposta di Giobbe: egli sostiene la sua innocenza

Gb 34:5, ecc.; Sl 26; 109

 27:1 Giobbe riprese il suo discorso e disse:

 27:2 «Come vive Dio che mi nega giustizia,

come vive l'Onnipotente che mi amareggia la vita,

 27:3 finché avrò fiato

e il soffio di Dio sarà nelle mie narici,

 27:4 le mie labbra, no, non diranno nulla d'ingiusto,

la mia lingua non proferirà falsità.

 27:5 Lungi da me l'idea di darvi ragione!

Fino all'ultimo respiro non mi lascerò togliere la mia integrità.

 27:6 Ho preso a difendere la mia giustizia e non cederò;

il cuore non mi rimprovera uno solo dei miei giorni.

 27:7 Sia trattato da malvagio il mio nemico,

da perverso chi si erge contro di me!

 27:8 Quale speranza rimane mai all'empio

quando Dio gli toglie,

gli rapisce la vita?

 27:9 Dio presterà orecchio al grido di lui,

quando gli piomberà addosso l'angoscia?

 27:10 Potrà egli trovare piacere nell'Onnipotente?

Invocare Dio in ogni tempo?

 

(Gb 21:13-21; 20:4, ecc.) Is 3:11

 27:11 «Io vi mostrerò il modo di agire di Dio,

non vi nasconderò i disegni dell'Onnipotente.

 27:12 Ma queste cose voi tutti le avete osservate,

perché dunque vi perdete in vani discorsi?

 27:13 Ecco la parte che Dio riserva all'empio,

l'eredità che l'uomo violento riceve dall'Onnipotente.

 27:14 Se ha figli in gran numero sono per la spada;

la sua discendenza non avrà pane da sfamarsi.

 27:15 I superstiti sono sepolti dalla morte,

e le vedove loro non li piangono.

 27:16 Se accumula l'argento come polvere,

se ammucchia vestiti come fango,

 27:17 li ammucchia, sì, ma se ne vestirà il giusto;

e l'argento l'avrà come sua parte l'innocente.

 27:18 La casa che si costruisce è come quella del tarlo,

come il capanno che fa il guardiano della vigna.

 27:19 Va a letto ricco, ma per l'ultima volta;

apre gli occhi e non è più.

 27:20 Terrori lo sorprendono come acque;

nel cuore della notte lo rapisce un uragano.

 27:21 Il vento d'oriente lo porta via,

ed egli se ne va;

lo spazza in un turbine dal luogo suo.

 27:22 Dio gli scaglia addosso le sue frecce, senza pietà,

per quanto egli tenti di scampare ai suoi colpi.

 27:23 La gente batte le mani quando cade,

fischia dietro a lui quando lascia il luogo dove stava.

 

Il mistero della saggezza divina

(Pr 2:1-6; 3:13-20; 8) Ec 12:15

 28:1 «Ha una miniera l'argento,

e l'oro un luogo dove lo si affina.

 28:2 Il ferro si cava dal suolo,

e la pietra fusa dà il rame.

 28:3 L'uomo ha posto fine alle tenebre,

egli esplora i più profondi recessi,

per trovare le pietre che sono nel buio, nell'ombra di morte.

 28:4 Scava un pozzo lontano dall'abitato;

il piede più non serve a quelli che vi lavorano;

sono sospesi, oscillano lontano dai mortali.

 28:5 Dalla terra esce il pane,

ma, nelle sue viscere, è sconvolta come dal fuoco.

 28:6 Le sue rocce sono la sede dello zaffiro,

e vi si trova la polvere d'oro.

 28:7 L'uccello rapace non conosce il sentiero che vi conduce,

né l'ha mai scorto l'occhio del falco.

 28:8 Le fiere superbe non vi hanno messo piede,

il leone non c'è passato mai.

 28:9 L'uomo stende la mano sul granito,

rovescia dalle radici le montagne.

 28:10 Pratica trafori dentro le rocce,

e l'occhio suo scorge quanto c'è di prezioso.

 28:11 Frena le acque perché non gemano

e le cose nascoste trae fuori alla luce.

 28:12 Ma la saggezza, dove trovarla?

Dov'è il luogo dell'intelligenza?

 28:13 L'uomo non ne sa la via,

non la si trova sulla terra dei viventi.

 28:14 L'abisso dice: "Non è in me";

il mare dice: "Non sta da me".

 28:15 Non la si ottiene in cambio d'oro,

né la si compra a peso d'argento.

 28:16 Non la si acquista con l'oro di Ofir,

con l'ònice prezioso e con lo zaffiro.

 28:17 L'oro e il vetro non reggono al suo confronto,

non la si dà in cambio di vasi d'oro fino.

 28:18 Non si parli di corallo, di cristallo;

la saggezza vale più delle perle.

 28:19 Il topazio d'Etiopia non può starle a confronto,

l'oro puro non ne controbilancia il valore.

 28:20 Da dove viene dunque la saggezza?

Dov'è il luogo dell'intelligenza?

 28:21 Essa è nascosta agli occhi di ogni vivente,

è celata agli uccelli del cielo.

 28:22 L'abisso e la morte dicono:

"Ne abbiamo avuto qualche sentore".

 28:23 Dio solo conosce la via che vi conduce,

egli solo sa il luogo dove risiede,

 28:24 perché il suo sguardo giunge fino alle estremità della terra,

perch'egli vede tutto quello che è sotto i cieli.

 28:25 Quando regolò il peso del vento

e fissò la misura delle acque,

 28:26 quando diede una legge alla pioggia

e tracciò la strada al lampo dei tuoni,

 28:27 allora la vide e la rivelò,

la stabilì e anche l'investigò.

 28:28 E disse all'uomo:

"Ecco, temere il Signore, questa è saggezza,

fuggire il male è intelligenza"».

 

Ultima replica di Giobbe: prosperità e felicità del passato

(Sl 1:1-3; 112; 128) Gb 31:16-21, 31-32; Is 58:10-12

 29:1 Giobbe riprese il suo discorso e disse:

 29:2 «Oh, potessi tornare come ai mesi d'una volta,

come nei giorni in cui Dio mi proteggeva,

 29:3 quando la sua lampada mi risplendeva sul capo

e alla sua luce io camminavo nelle tenebre!

 29:4 Oh, fossi com'ero ai giorni della mia maturità,

quando Dio vegliava amico sulla mia tenda,

 29:5 quando l'Onnipotente stava ancora con me

e avevo i miei figli intorno a me;

 29:6 quando mi lavavo i piedi nel latte

e dalla roccia mi fluivano ruscelli d'olio!

 29:7 Se uscivo per andare alla porta della città

e mi facevo preparare il seggio sulla piazza,

 29:8 i giovani, al vedermi, si ritiravano,

i vecchi si alzavano e rimanevano in piedi;

 29:9 i notabili cessavano di parlare

e si mettevano la mano sulla bocca;

 29:10 la voce dei capi diventava muta,

la lingua si attaccava al loro palato.

 29:11 L'orecchio che mi udiva mi diceva beato;

l'occhio che mi vedeva mi rendeva testimonianza,

 29:12 perché salvavo il misero che gridava aiuto

e l'orfano che non aveva chi lo soccorresse.

 29:13 Scendeva su di me la benedizione di chi stava per perire,

facevo esultare il cuore della vedova.

 29:14 La giustizia era il mio vestito e io il suo;

la rettitudine era come il mio mantello e il mio turbante.

 29:15 Ero l'occhio del cieco,

il piede dello zoppo;

 29:16 ero il padre dei poveri,

studiavo a fondo la causa dello sconosciuto.

 29:17 Spezzavo la ganascia al malfattore,

gli facevo lasciare la preda che aveva fra i denti.

 29:18 Dicevo: "Morirò nel mio nido,

moltiplicherò i miei giorni come la sabbia;

 29:19 le mie radici si stenderanno verso le acque,

la rugiada passerà la notte sui miei rami;

 29:20 la mia gloria sempre si rinnoverà,

l'arco rinverdirà nella mia mano".

 29:21 I presenti mi ascoltavano fiduciosi,

tacevano per udire il mio parere.

 29:22 Quando avevo parlato, non replicavano;

la mia parola scendeva su di loro come una rugiada.

 29:23 Mi aspettavano come si aspetta la pioggia;

aprivano larga la bocca come a un acquazzone di primavera.

 29:24 Io sorridevo loro quand'erano sfiduciati;

non potevano oscurare la luce del mio volto.

 29:25 Quando andavo da loro, mi sedevo come capo;

ero come un re tra le sue schiere,

come un consolatore in mezzo agli afflitti.

 

Miseria e umiliazione di Giobbe

Gb 19:13-19; 29

 30:1 «Ora servo da zimbello ai più giovani di me,

i cui padri non avrei reputato degni di stare

fra i cani del mio gregge!

 30:2 A che mi sarebbe servita la forza delle loro mani?

Gente incapace a raggiungere l'età matura,

 30:3 smunta dalla miseria e dalla fame,

ridotta a brucare nel deserto

la terra da tempo nuda e desolata,

 30:4 strappando erba salsa presso i cespugli,

ed avendo per pane radici di ginestra.

 30:5 Sono scacciati di mezzo agli uomini,

la gente grida loro dietro come dietro al ladro,

 30:6 abitano in burroni orrendi,

nelle caverne della terra e fra le rocce;

 30:7 ragliano fra i cespugli,

si sdraiano alla rinfusa sotto i rovi;

 30:8 gente da nulla, razza senza nome,

cacciata via dal paese a bastonate.

 30:9 Ora io sono il tema delle loro canzoni,

il soggetto dei loro discorsi.

 30:10 Mi detestano, mi fuggono,

non si trattengono dallo sputarmi in faccia.

 30:11 Non hanno più ritegno, mi umiliano,

rompono ogni freno in mia presenza.

 30:12 Questa gentaglia insorge alla mia destra, m'incalzano,

e si appianano le vie contro di me per distruggermi.

 30:13 Hanno sovvertito il mio cammino,

traggono vantaggio dalla mia rovina,

essi che nessuno vorrebbe soccorrere!

 30:14 Avanzano come attraverso un'ampia breccia,

si precipitano davanti in mezzo alle rovine.

 30:15 Terrori mi si rovesciano addosso;

il mio onore è portato via come dal vento,

è passata come una nube la mia felicità.

 

(Gb 23:1-12; 29:11-17; 42:1-7)(Sl 7:3-5; 17:1-5)(Sl 88; 102:3-11)

 30:16 «Ora mi consumo,

mi hanno colto i giorni dell'afflizione.

 30:17 La notte mi trafigge, mi stacca le ossa,

e i dolori che mi rodono non hanno sosta.

 30:18 Per la gran violenza del mio male la mia veste si sforma,

mi si serra addosso come una tunica.

 30:19 Dio m'ha gettato nel fango,

e rassomiglio alla polvere e alla cenere.

 30:20 Io grido a te, ma tu non mi rispondi;

ti sto davanti, ma tu non mi consideri!

 30:21 Ti sei mutato in nemico crudele verso di me;

mi perseguiti con la potenza della tua mano.

 30:22 Mi alzi per aria, mi fai portar via dal vento,

e mi annienti nella tempesta.

 30:23 Infatti, lo so, tu mi conduci alla morte,

alla casa di convegno di tutti i viventi.

 30:24 Forse chi sta per perire non protende la mano

e nell'angoscia sua non grida aiuto?

 30:25 Non piangevo io forse per chi era nell'avversità

e non ero io angustiato per il povero?

 30:26 Speravo il bene, ma è venuto il male;

aspettavo la luce, ma è venuta l'oscurità!

 30:27 Le mie viscere bollono e non hanno riposo,

sono venuti per me giorni d'afflizione.

 30:28 Me ne vado tutto annerito,

ma non dal sole;

mi alzo in mezzo all'assemblea e grido aiuto;

 30:29 sono diventato fratello degli sciacalli,

compagno degli struzzi.

 30:30 La mia pelle è nera e cade a pezzi;

le mie ossa sono calcinate dall'arsura.

 30:31 La mia cetra non dà più che accenti di lutto,

e la mia zampogna voce di pianto.

 

Conclusione di Giobbe: non ha nulla da rimproverarsi

(Gb 23:1-12; 29:1-17; 42:1-7)(Sl 7:3-5; 17:1-5)

 31:1 «Io avevo stretto un patto con i miei occhi;

io non avrei fissato lo sguardo sopra una vergine.

 31:2 Che parte mi avrebbe assegnato Dio dall'alto,

quale eredità mi avrebbe data l'Onnipotente dai luoghi eccelsi?

 31:3 La sventura non è forse per il perverso,

e le sciagure per quelli che fanno il male?

 31:4 Dio non vede forse le mie vie?

Non conta tutti i miei passi?

 31:5 Se ho camminato insieme alla menzogna,

se il piede mio si è affrettato dietro alla frode

 31:6 (Dio mi pesi con bilancia giusta

e riconoscerà la mia integrità),

 31:7 se i miei passi hanno deviato dalla retta via,

se il mio cuore è andato dietro ai miei occhi,

se qualche sozzura mi si è attaccata alle mani,

 31:8 che io semini e un altro mangi,

e quanto è cresciuto nei miei campi sia sradicato!

 31:9 Se il mio cuore si è lasciato sedurre da una donna,

se ho spiato la porta del mio prossimo,

 31:10 che mia moglie giri la macina a un altro,

e che altri abusino di lei!

 31:11 Poiché quella sarebbe una scelleratezza,

un misfatto punito dai giudici,

 31:12 un fuoco che consuma fino a perdizione,

e che avrebbe distrutto fin dalle radici ogni mia fortuna.

 31:13 Se ho disconosciuto il diritto del mio servo e della mia serva,

quando erano in lite con me,

 31:14 che farei quando Dio si alzasse per giudicarmi,

e che risponderei quando mi esaminasse?

 31:15 Chi fece me nel grembo di mia madre non fece anche lui?

Non ci ha formati nel grembo materno uno stesso Dio?

 31:16 Se ho rifiutato ai poveri quanto desideravano,

se ho fatto languire gli occhi della vedova,

 31:17 se ho mangiato da solo il mio pezzo di pane

senza che l'orfano ne mangiasse la sua parte,

 31:18 io che fin da giovane l'ho allevato come un padre,

io che fin dal grembo di mia madre sono stato guida alla vedova,

 31:19 se ho visto uno soffrire per mancanza di vesti

o il povero senza una coperta,

 31:20 se non mi hanno benedetto i suoi fianchi,

ed egli non si è riscaldato con la lana dei miei agnelli,

 31:21 se ho alzato la mano contro l'orfano

perché mi sapevo sostenuto alla porta della città,

 31:22 che la mia spalla si stacchi dalla sua giuntura,

il mio braccio si spezzi e cada!

 31:23 In effetti mi spaventava il castigo di Dio,

ero trattenuto dalla maestà di lui.

 31:24 Se ho riposto la mia fiducia nell'oro,

se all'oro fino ho detto: "Tu sei la mia speranza",

 31:25 se mi sono rallegrato che le mie ricchezze fossero grandi

e la mia mano avesse molto accumulato,

 31:26 se, contemplando il sole che risplendeva

e la luna che procedeva lucente nella sua corsa,

 31:27 il mio cuore, in segreto, si è lasciato sedurre

e la mia bocca ha posato un bacio sulla mano

 31:28 (misfatto anche questo punito dai giudici,

perché avrei difatti rinnegato il Dio che sta lassù),

 31:29 se mi sono rallegrato della sciagura del mio nemico

e ho esultato quando gli è piombata la sventura

 31:30 (io che non ho permesso alle mie labbra di peccare

chiedendo la sua morte con imprecazione),

 31:31 se la gente della mia tenda non ha detto:

"Chi è che non si sia saziato della carne delle sue bestie?"

 31:32 (Lo straniero non passava la notte fuori;

le mie porte erano aperte al viandante),

 31:33 se, come fanno gli uomini,

ho coperto i miei errori

celando nel petto la mia iniquità,

 31:34 perché avevo paura della folla

e del disprezzo delle famiglie,

al punto da starmene tranquillo e non uscir di casa...

 31:35 Oh, avessi pure chi m'ascoltasse!

Ecco qua la mia firma!

L'Onnipotente mi risponda!

Scriva l'avversario mio la sua querela

 31:36 e io la porterò attaccata alla mia spalla,

me la cingerò come un diadema.

 31:37 Gli renderò conto di tutti i miei passi,

a lui mi avvicinerò come un principe!

 31:38 Se la mia terra mi grida contro,

se tutti i suoi solchi piangono,

 31:39 se ne ho mangiato il frutto senza pagarla,

se ho fatto sospirare chi la coltivava,

 31:40 che invece di grano mi nascano spine,

invece d'orzo mi crescano zizzanie!»

Qui finiscono i discorsi di Giobbe.

 

Eliu condanna Giobbe e i suoi tre amici

Gb 33:1-12; 42:1-8 (Ec 12:13; At 26:25; 2Ti 2:15)

 32:1 Quei tre uomini cessarono di rispondere a Giobbe, perché egli si credeva giusto.

 32:2 Allora l'ira di Eliu, figlio di Baracheel il Buzita, della tribù di Ram, si accese.

 32:3 La sua ira si accese contro Giobbe, perché questi riteneva che la propria giustizia fosse superiore a quella di Dio; si accese anche contro i tre amici di lui perché non avevano trovato che rispondere, sebbene condannassero Giobbe.

 32:4 Ora, siccome quelli erano più anziani di lui,

 32:5 Eliu aveva aspettato a parlare a Giobbe; ma quando vide che dalla bocca di quei tre uomini non usciva più risposta,

si accese d'ira.

 32:6 Eliu, figlio di Baracheel il Buzita,

rispose e disse:

«Io sono giovane d'età e voi siete vecchi;

perciò mi sono tenuto indietro

e non ho ardito esporvi il mio pensiero.

 32:7 Dicevo: "Parleranno i giorni,

il gran numero degli anni insegnerà la saggezza".

 32:8 Ma quel che rende intelligente l'uomo è lo spirito,

è il soffio dell'Onnipotente.

 32:9 Non quelli di lunga età sono saggi,

né i vecchi sono quelli che comprendono il giusto.

 32:10 Perciò dico: "Ascoltatemi;

vi esporrò anch'io il mio pensiero".

 32:11 Ecco, ho aspettato i vostri discorsi,

ho ascoltato i vostri argomenti,

mentre andavate cercando altre parole.

 32:12 Vi ho seguito attentamente,

ed ecco, nessuno di voi ha convinto Giobbe,

nessuno ha risposto alle sue parole.

 32:13 Non avete dunque ragione di dire: "Abbiamo trovato la saggezza!

Dio soltanto lo farà cedere;

non l'uomo!"

 32:14 Egli non ha diretto i suoi discorsi contro di me,

e io non gli risponderò con le vostre parole.

 32:15 Eccoli sconcertati! Non rispondono più,

non trovano più parole.

 32:16 Ho aspettato che non parlassero più,

che tacessero e non rispondessero più.

 32:17 Ma ora risponderò anch'io per mio conto,

esporrò anch'io il mio pensiero!

 32:18 Perché sono pieno di parole,

lo spirito che è dentro di me mi stimola.

 32:19 Ecco, il mio intimo è come vino rinchiuso,

è simile a otri pieni di vino nuovo,

che stanno per scoppiare.

 32:20 Parlerò dunque e mi sentirò meglio,

aprirò le labbra e risponderò!

 32:21 Lasciate che io parli senza riguardi personali,

senza adulare nessuno;

 32:22 poiché adulare io non so;

se lo facessi, il mio Creatore presto mi toglierebbe di mezzo.

 

Eliu annunzia la salvezza di Dio

(Gb 32:2; 34:1-11) Pr 12:26

 33:1 «Ma pure, ascolta, o Giobbe,

il mio dire,

porgi orecchio a tutte le mie parole!

 33:2 Ecco, apro la bocca,

la lingua parla dentro il mio palato.

 33:3 Nelle mie parole è la rettitudine del mio cuore;

le mie labbra diranno sinceramente quello che so.

 33:4 Lo Spirito di Dio mi ha creato,

e il soffio dell'Onnipotente mi dà la vita.

 33:5 Se puoi, rispondimi;

prepara le tue ragioni, fatti avanti!

 33:6 Ecco, io sono uguale a te davanti a Dio;

anch'io fui tratto dall'argilla.

 33:7 Spavento di me non potrà quindi coglierti,

e il peso della mia autorità non ti potrà schiacciare.

 33:8 Davanti a me tu dunque hai detto

(e ho udito bene il suono delle tue parole):

 33:9 "Io sono puro, senza peccato;

sono innocente, non c'è iniquità in me;

 33:10 ma Dio trova contro me degli appigli ostili,

mi considera suo nemico;

 33:11 mi mette i piedi nei ceppi,

spia tutti i miei movimenti".

 33:12 Ecco, io ti rispondo: "In questo non hai ragione";

poiché Dio è più grande dell'uomo.

 33:13 Perché contendi con lui?

Egli non rende conto dei suoi atti.

 

Ge 20; Sl 32:8-9

 33:14 «Dio parla una volta, e anche due,

ma l'uomo non ci bada;

 33:15 parla per via di sogni, di visioni notturne,

quando un sonno profondo cade sui mortali,

quando sui loro letti essi giacciono assopiti;

 33:16 allora egli apre i loro orecchi

e dà loro in segreto degli ammonimenti,

 

 33:17 per distogliere l'uomo dal suo modo di agire

e tenere lontano da lui la superbia;

 33:18 per salvargli l'anima dalla fossa,

la vita dalla freccia mortale.

 

Sl 107:17-22; 6; 116; Is 38:9, ecc.

 33:19 «L'uomo è anche ammonito sul suo letto, dal dolore,

dall'agitazione incessante delle sue ossa;

 33:20 quand'egli ha in avversione il pane

e lo ripugnano i cibi più squisiti;

 33:21 la carne gli si consuma e sparisce,

mentre le ossa, prima invisibili,

gli escon fuori;

 33:22 egli si avvicina alla fossa,

e la sua vita a quelli che infliggono la morte.

 33:23 Ma se, presso di lui, c'è un angelo, un interprete,

uno solo tra i mille,

che mostri all'uomo il suo dovere,

 33:24 Dio ha pietà di lui e dice:

"Risparmialo, che non scenda nella fossa!

Ho trovato il suo riscatto".

 33:25 Allora la sua carne diviene più fresca di quella di un bimbo;

egli torna ai giorni della sua giovinezza;

 33:26 implora Dio, e Dio gli è propizio;

gli dà di contemplare il suo volto con gioia

e lo considera di nuovo come giusto.

 33:27 Ed egli canterà tra la gente e dirà:

"Avevo peccato, pervertito la giustizia,

e non sono stato punito come meritavo.

 33:28 Dio ha riscattato l'anima mia dalla fossa,

e la mia vita si schiude alla luce!"

 33:29 Ecco, tutto questo Dio lo fa

due, tre volte, all'uomo,

 33:30 per salvarlo dalla fossa,

perché su di lui splenda la luce della vita.

 33:31 Sta' attento, Giobbe, dammi ascolto;

taci, e io parlerò.

 33:32 Se hai qualcosa da dire, rispondimi,

parla, perché io vorrei poterti dar ragione.

 33:33 Se no, tu dammi ascolto,

taci, e t'insegnerò la saggezza».

 

Eliu proclama la sovranità della giustizia divina

(Gb 27:2; 16:12-17)

 34:1 Eliu riprese a parlare e disse:

 34:2 «Voi savi, ascoltate le mie parole!

Voi che siete intelligenti, prestatemi orecchio!

 34:3 Poiché l'orecchio giudica i discorsi,

come il palato assapora le vivande.

 34:4 Scegliamo quello che è giusto,

riconosciamo tra noi quello che è buono.

 34:5 Giobbe ha detto: "Sono giusto,

ma Dio mi nega giustizia;

 34:6 ho ragione e passo da bugiardo;

la mia ferita è incurabile e sono senza peccato".

 34:7 Dov'è l'uomo che al pari di Giobbe

tracanni gli empi scherni come l'acqua,

 34:8 cammini in compagnia dei malfattori,

e vada assieme con gli scellerati?

 34:9 Infatti ha detto: "All'uomo non giova a nulla

avere la benevolenza di Dio".

 

(De 32:4; Ge 18:25; Sl 89:14; 145:17; Gr 32:19)(Sl 39:11; 94:10, 12; 118:18)

 34:10 «Ascoltatemi dunque, uomini di senno!

Lungi da Dio il male,

lungi dall'Onnipotente l'iniquità!

 34:11 Poich'egli rende all'uomo secondo le sue opere,

fa trovare a ognuno il salario della sua condotta.

 34:12 No, di certo Dio non commette ingiustizie!

L'Onnipotente non perverte il diritto.

 34:13 Chi gli ha dato il governo della terra?

Chi ha affidato l'universo alla sua cura?

 34:14 Se egli non si curasse che di sé stesso,

se ritirasse a sé il suo Spirito e il suo soffio,

 34:15 ogni carne perirebbe all'improvviso

e l'uomo ritornerebbe in polvere.

 34:16 Se tu sei intelligente, ascolta questo,

porgi orecchio alla voce delle mie parole.

 34:17 Uno che odiasse la giustizia potrebbe governare?

Osi tu condannare il Giusto, il Potente,

 34:18 che chiama i re "uomini da nulla!"

E i prìncipi "scellerati"?

 34:19 Egli non porta rispetto all'apparenza dei grandi,

non considera il ricco più del povero,

perché sono tutti opera delle sue mani.

 34:20 In un attimo, essi muoiono;

nel cuore della notte, la gente del popolo è scossa e scompare,

i potenti sono portati via, senza mano d'uomo.

 34:21 Perché Dio tiene gli occhi aperti sulle vie dei mortali,

e vede tutti i loro passi.

 34:22 Non ci sono tenebre, non c'è ombra di morte,

dove possa nascondersi chi opera iniquamente.

 34:23 Dio non ha bisogno di osservare a lungo un uomo

per portarlo davanti a lui in giudizio.

 34:24 Egli fiacca i potenti, senza inchiesta;

e ne stabilisce altri al loro posto;

 34:25 poich'egli conosce le loro azioni.

Li abbatte nella notte, e sono fiaccati;

 34:26 li colpisce come dei malvagi,

in presenza di tutti,

 34:27 perché si sono sviati da lui

e non hanno posto mente ad alcuna delle sue vie.

 34:28 Hanno fatto salire a lui il gemito del povero,

ed egli ha dato ascolto al gemito degli infelici.

 34:29 Quando Dio dà riposo, chi lo condannerà?

Chi potrà contemplarlo quando nasconde il suo volto

a una nazione ovvero a un individuo,

 34:30 per impedire all'empio di regnare,

per allontanare dal popolo le insidie?

 34:31 Quell'empio ha forse detto a Dio:

"Io porto la mia pena, non farò più il male,

 34:32 mostrami tu quel che non so vedere;

se ho agito perversamente, non lo farò più?"

 

Gm 4:7, 10; Sl 73:15

 34:33 «Dovrà forse Dio render la giustizia a modo tuo,

perché tu lo critichi? Ti dirà forse: "Scegli tu, non io,

quello che sai, dillo"?

 34:34 Le persone assennate, e ogni uomo saggio che mi ascolta, mi diranno:

 34:35 "Giobbe parla senza giudizio,

le sue parole sono irragionevoli".

 34:36 Ebbene, sia Giobbe provato sino alla fine,

poiché le sue risposte sono quelle dei malvagi,

 34:37 poiché al suo peccato aggiunge la ribellione,

batte le mani in mezzo a noi,

e moltiplica le sue parole contro Dio».

 

Eliu esorta Giobbe a ricercare Dio

(Gb 22:2-4, 12; 34:12-19)(Mi 7:7-10; Is 8:17)

 35:1 Poi Eliu riprese il discorso e disse:

 35:2 «Credi tu d'aver ragione

quando dici: "La mia giustizia è superiore a quella di Dio"?

 35:3 Infatti hai detto: "Che mi giova?

Che guadagno io di più a non peccare?"

 35:4 Io ti darò la risposta:

a te e agli amici tuoi.

 35:5 Considera i cieli, e vedi!

Guarda le nuvole, come sono più in alto di te!

 35:6 Se pecchi, quale inconveniente gli procuri?

Se moltiplichi i tuoi misfatti, che danno gli arrechi?

 35:7 Se sei giusto, che gli dai?

Che riceve egli dalla tua mano?

 35:8 La tua malvagità non nuoce che al tuo simile,

e la tua giustizia non giova che ai figli degli uomini.

 35:9 Si grida per le molte oppressioni,

si alzano lamenti per la violenza dei grandi;

 35:10 ma nessuno dice: "Dov'è Dio,

il mio Creatore,

che nella notte ispira canti di gioia,

 35:11 che ci fa più intelligenti delle bestie dei campi

e più saggi degli uccelli del cielo?"

 35:12 Là gridano, ma egli non risponde,

a motivo della superbia dei malvagi.

 35:13 Certo, Dio non dà ascolto a lamenti vani;

l'Onnipotente non ne fa caso;

 35:14 E tu, quando dici che non lo scorgi,

la tua causa gli sta davanti;

sappilo aspettare!

 35:15 Ma ora, perché la sua ira non punisce,

perché egli non prende rigorosa conoscenza delle trasgressioni,

 35:16 Giobbe apre vanamente le labbra

e accumula parole irragionevoli».

 

Eliu descrive la sorte dei giusti e dei colpevoli

(Sl 145:17-20; 146:5-9) Is 1:18-20

 36:1 Poi Eliu seguitando disse:

 36:2 «Aspetta un po', io t'istruirò:

perché c'è altro da dire in favore di Dio.

 36:3 Io trarrò la mia scienza da lontano

e renderò giustizia a colui che mi ha fatto.

 36:4 Per certo, le mie parole non sono bugiarde;

ti sta davanti un uomo dotato di perfetta scienza.

 36:5 Dio è potente, ma non respinge nessuno;

è potente per la forza della sua intelligenza.

 36:6 Egli non lascia vivere l'empio

e fa giustizia agli afflitti.

 36:7 Non allontana il suo sguardo dai giusti,

ma li pone con i re sul trono,

ve li mette seduti per sempre, e così li innalza.

 36:8 Se gli uomini sono talvolta stretti da catene,

se sono presi nei legami dell'afflizione,

 36:9 Dio fa loro conoscere il loro comportamento,

le loro trasgressioni, poiché si sono insuperbiti;

 36:10 egli apre così i loro orecchi agli ammonimenti

e li esorta ad abbandonare il male.

 36:11 Se l'ascoltano, se si sottomettono,

finiscono i loro giorni nel benessere,

e i loro anni nella gioia;

 36:12 ma, se non l'ascoltano, periscono trafitti dalle frecce,

muoiono nel loro accecamento.

 36:13 Gli empi di cuore si abbandonano alla collera,

non implorano Dio quando egli li incatena;

 36:14 così muoiono nel fiore degli anni

e la loro vita finisce come quella dei dissoluti;

 36:15 ma Dio libera l'afflitto mediante l'afflizione,

e gli apre gli orecchi mediante la sventura.

 36:16 Te pure egli vuole liberare dalle fauci della distretta,

metterti al largo, dove non è più angustia,

e coprire la tua mensa di cibi succulenti.

 36:17 Ma, se giudichi le vie di Dio come fanno gli empi,

il suo giudizio e la sua sentenza ti piomberanno addosso.

 36:18 Bada che la collera non ti trasporti alla bestemmia,

la grandezza del riscatto non ti spinga a deviare!

 36:19 Egli dà forse importanza alle tue ricchezze?

Non hanno valore per lui, né l'oro,

né tutto il fasto della ricchezza.

 36:20 Non anelare a quella notte

che porta via i popoli dal loro luogo.

 36:21 Guàrdati bene dal volgerti all'iniquità,

tu che sembri preferirla all'afflizione!

 

(Gb 37:11-16; 38:22-38)(Sl 29; 65:8, ecc.)

 36:22 «Vedi, Dio è eccelso nella sua potenza;

chi può insegnare come lui?

 36:23 Chi gli prescrive la via da seguire?

Chi osa dirgli: "Tu hai fatto male"?

 36:24 Pensa piuttosto a lodare le sue opere;

gli uomini le celebrano nei loro canti,

 36:25 tutti le ammirano,

il mortale le contempla da lontano.

 36:26 Sì, Dio è grande e noi non possiamo conoscerlo;

incalcolabile è il numero dei suoi anni.

 36:27 Egli attira in alto le gocce d'acqua;

dai vapori che egli ha formato stilla la pioggia.

 36:28 Le nubi la spargono,

la rovesciano sulla folla dei mortali.

 36:29 Chi può capire lo spiegamento delle nubi,

i fragori che scoppiano nel suo padiglione?

 36:30 Ecco, ora egli diffonde intorno a sé la sua luce,

ora copre le profondità del mare.

 36:31 Con tali mezzi egli punisce i popoli

e dà loro cibo in abbondanza.

 36:32 Si riempie di fulmini le mani

e li lancia contro gli avversari.

 36:33 Il rombo del tuono annunzia che egli viene,

gli animali lo presentono vicino.

 37:1 «A tale spettacolo il mio cuore trema

e balza fuori dal suo posto.

 37:2 Udite, udite il fragore della sua voce,

il rombo che esce dalla sua bocca!

 37:3 Egli lo lancia sotto tutti i cieli

e il suo lampo guizza fino alle estremità della terra.

 37:4 Dopo il lampo, una voce rugge;

egli tuona con la sua voce maestosa;

quando si ode la voce, il fulmine non è già più nella sua mano.

 37:5 Dio tuona con la sua voce in modo prodigioso;

grandi cose egli fa che noi non comprendiamo.

 37:6 Dice alla neve: "Cadi sulla terra!"

Lo dice alla pioggia, alla pioggia torrenziale.

 37:7 Rende inerte ogni mano d'uomo,

perché tutti i mortali, che sono opera sua, imparino a conoscerlo.

 37:8 Le bestie selvagge vanno nel covo

e stanno accovacciate entro le tane.

 37:9 Dal sud viene l'uragano,

il freddo viene dal nord.

 37:10 Al soffio di Dio si forma il ghiaccio

e si contrae la distesa delle acque.

 37:11 Egli carica pure le nubi di umidità,

disperde lontano le nuvole che portano i suoi lampi

 37:12 ed esse, da lui guidate, vagano nei loro giri

per eseguire i suoi comandi

sopra la faccia di tutta la terra;

 37:13 e le manda come flagello, oppure come beneficio alla sua terra,

o come prova della sua bontà.

 

(Gb 36:22, ecc.; 37:1-13)(Sl 104:24; 107:43)(Gb 9:10; Sl 139:17; 145:3)

 37:14 «Porgi l'orecchio a questo,

Giobbe;

férmati e considera le meraviglie di Dio!

 37:15 Sai tu come Dio le diriga

e faccia guizzare il lampo dalle sue nubi?

 37:16 Conosci tu l'equilibrio delle nuvole,

le meraviglie di colui la cui scienza è perfetta?

 37:17 Sai come mai i tuoi abiti sono caldi

quando la terra si assopisce sotto il soffio dello scirocco?

 37:18 Puoi tu, come lui, distendere i cieli

e farli solidi come uno specchio di metallo?

 37:19 Insegnaci tu che cosa dirgli!

Nelle nostre tenebre, noi siamo senza parole.

 37:20 Gli si annunzierà forse che io voglio parlare?

Ma chi mai può desiderare di essere inghiottito?

 37:21 Nessuno può fissare il sole che sfolgora nel cielo,

quando c'è passato il vento a renderlo limpido.

 37:22 Dal settentrione viene l'oro;

Dio è circondato da una maestà terribile;

 37:23 l'Onnipotente noi non lo possiamo scoprire.

Egli è grande in forza,

in equità, in perfetta giustizia;

egli non opprime nessuno.

 37:24 Perciò gli uomini lo temono;

egli non degna d'uno sguardo chi si crede saggio».

 

Il Signore risponde a Giobbe descrivendo le sue opere

(Gb 39:34-38; 40:1-2)(Sl 104:1-13, 24; Pr 8:22-30)(Is 40:12, ecc.; Gr 10:12-13; Ro 11:33-36)

 38:1 Allora il SIGNORE rispose a Giobbe dal seno della tempesta, e disse:

 38:2 «Chi è costui che oscura i miei disegni

con parole prive di senno?

 38:3 Cingiti i fianchi come un prode;

io ti farò delle domande e tu insegnami!

 38:4 Dov'eri tu quando io fondavo la terra?

Dillo, se hai tanta intelligenza.

 38:5 Chi ne fissò le dimensioni, se lo sai,

o chi tirò sopra di essa la corda da misurare?

 38:6 Su che furono poggiate le sue fondamenta,

o chi ne pose la pietra angolare,

 38:7 quando le stelle del mattino cantavano tutte assieme

e tutti i figli di Dio alzavano grida di gioia?

 38:8 Chi chiuse con porte il mare

balzante fuori dal grembo materno,

 38:9 quando gli diedi le nubi come rivestimento

e per fasce l'oscurità,

 38:10 quando gli tracciai dei confini,

gli misi sbarre e porte?

 38:11 Allora gli dissi: "Fin qui tu verrai,

e non oltre;

qui si fermerà l'orgoglio dei tuoi flutti".

 38:12 Hai tu mai, in vita tua, comandato al mattino,

o insegnato il suo luogo all'aurora,

 38:13 perché essa afferri i lembi della terra,

e ne scuota via i malvagi?

 38:14 La terra si trasfigura come creta sotto il sigillo

e appare come vestita di un ricco manto;

 38:15 i malfattori sono privati della luce loro,

e il braccio, alzato già, è spezzato.

 38:16 Sei tu penetrato fino alle sorgenti del mare?

Hai tu passeggiato in fondo all'abisso?

 38:17 Le porte della morte sono state da te scoperte?

Hai tu veduto le porte dell'ombra di morte?

 38:18 Hai tu abbracciato con lo sguardo l'ampiezza della terra?

Parla, se la conosci tutta!

 38:19 Dov'è la via che guida al soggiorno della luce?

Le tenebre dove hanno la loro sede?

 38:20 Le puoi tu guidare verso i loro domini

e conosci i sentieri per ricondurle a casa?

 38:21 Lo sai di sicuro! Perché tu eri allora già nato,

e il numero dei tuoi giorni è grande!...

 38:22 Sei forse entrato nei depositi della neve?

Li hai visti i depositi della grandine,

 38:23 che io tengo in serbo per i giorni della sciagura,

per il giorno della battaglia e della guerra?

 38:24 Per quali vie si diffonde la luce

e si sparge il vento orientale sulla terra?

 38:25 Chi ha aperto i canali all'acquazzone

e segnato la via al lampo dei tuoni,

 38:26 perché la pioggia cada sulla terra inabitata,

sul deserto dove non sta nessun uomo,

 38:27 e disseti le solitudini desolate,

sicché vi germogli e cresca l'erba?

 38:28 Ha forse la pioggia un padre?

Chi genera le gocce della rugiada?

 38:29 Dal seno di chi esce il ghiaccio,

e la brina del cielo chi la dà alla luce?

 38:30 Le acque, divenute come pietra,

si nascondono,

e la superficie dell'abisso si congela.

 38:31 Puoi tu stringere i legami delle Pleiadi,

o potresti sciogliere le catene d'Orione?

 38:32 Puoi tu, al suo tempo, far apparire le costellazioni

e guidare l'Orsa maggiore insieme ai suoi piccini?

 38:33 Conosci le leggi del cielo?

Regoli il suo dominio sulla terra?

 38:34 Puoi alzare la voce fino alle nubi

e far in modo che piogge abbondanti ti ricoprano?

 38:35 I fulmini partono forse al tuo comando?

Ti dicono essi: "Eccoci qua"?

 38:36 Chi ha messo negli strati delle nubi saggezza,

o chi ha dato intelletto alla metèora?

 38:37 Chi conta con saggezza le nubi?

Chi versa gli otri del cielo,

 38:38 quando la polvere stemperata diventa una massa in fusione

e le zolle dei campi si saldano fra loro?

 

Dio si prende cura degli animali

(Sl 104:18-31; 147:5, 9-10; 148:10, 13)

 38:39 «Sei tu che cacci la preda per la leonessa,

che sazi la fame dei leoncelli,

 38:40 quando si appiattano nelle tane

e si mettono in agguato nella macchia?

 38:41 Chi provvede il pasto al corvo

quando i suoi piccini gridano a Dio

e vanno peregrinando senza cibo?

 39:1 «Sai quando figliano le camozze?

Hai osservato quando le cerve partoriscono?

 39:2 Conti i mesi della loro pregnanza

e sai il momento in cui devono sgravarsi?

 39:3 Si accosciano, fanno i loro piccini,

e sono subito liberate dalle loro doglie;

 39:4 i loro piccini si fanno forti, crescono all'aperto,

se ne vanno, e non tornano più alle madri.

 39:5 Chi manda libero l'onagro

e chi scioglie i legami all'asino selvatico?

 39:6 A lui ho dato per dimora il deserto

e la terra salata per abitazione.

 39:7 Egli si beffa del frastuono della città

e non ode grida di padrone.

 39:8 Percorre le montagne della sua pastura

e va in cerca di ogni filo di verde.

 39:9 Il bufalo vorrà forse servirti

o passar la notte presso la tua mangiatoia?

 39:10 Legherai il bufalo con una corda perché faccia il solco?

Erpicherà egli le valli dietro a te?

 39:11 Ti fiderai di lui perché la sua forza è grande?

Lascerai a lui il tuo lavoro?

 39:12 Conterai su di lui perché ti porti a casa il raccolto

e ti ammucchi il grano sull'aia?

 39:13 Lo struzzo batte allegramente le ali;

ma le sue penne e le sue piume sono forse di cicogna?

 39:14 No, poich'esso abbandona sulla terra le proprie uova,

le lascia scaldare sopra la sabbia.

 39:15 Egli dimentica che un piede le potrà schiacciare,

che le bestie dei campi le potranno calpestare.

 39:16 Tratta duramente i suoi piccini,

quasi non fossero suoi;

la sua fatica sarà vana, ma ciò non lo turba,

 39:17 perché Dio l'ha privato di saggezza,

non gli ha impartito intelligenza.

 39:18 Ma quando si muove e prende lo slancio,

si beffa del cavallo e di chi lo cavalca.

 39:19 Sei tu che dai al cavallo la forza?

Che gli vesti il collo di una fremente criniera?

 39:20 Sei tu che lo fai saltare come la locusta?

Il fiero suo nitrito incute spavento.

 39:21 Raspa la terra nella valle ed esulta della sua forza;

si slancia incontro alle armi.

 39:22 Disprezza la paura, non trema,

non indietreggia davanti alla spada.

 39:23 Gli risuona addosso la faretra,

la folgorante lancia e la freccia.

 39:24 Con fremente furia divora la terra.

Non sta più fermo quando suona la tromba.

 39:25 Come ode lo squillo, dice: "Aha!"

E fiuta da lontano la battaglia,

la voce tonante dei capi, e il grido di guerra.

 39:26 È la tua intelligenza che allo sparviere fa spiccare il volo

e spiegare le ali verso il sud?

 39:27 È forse al tuo comando che l'aquila si alza in alto

e fa il suo nido nei luoghi elevati?

 39:28 Abita nelle rocce e vi pernotta;

sta sulla punta delle rupi, sulle vette scoscese;

 39:29 di là spia la preda

e i suoi occhi mirano lontano.

 39:30 I suoi piccini si abbeverano di sangue,

e dove sono i corpi morti, là essa si trova».

 

Giobbe riconosce di essere indegno

(Gb 38:1-3; 42:1-6)

 40:1 Il SIGNORE continuò a rispondere a Giobbe e disse:

 40:2 «Il censore dell'Onnipotente vuole ancora contendere con lui?

Colui che censura Dio ha una risposta a tutto questo?»

 40:3 Allora Giobbe rispose al SIGNORE e disse:

 40:4 «Ecco, io sono troppo meschino;

che ti potrei rispondere?

Io mi metto la mano sulla bocca.

 40:5 Ho parlato una volta, ma non riprenderò la parola,

due volte, ma non lo farò più».

 

L'ippopotamo e il coccodrillo

(Gb 42:1-6; 9:1-15)(Sl 9:20; 8:4)

 40:6 Il SIGNORE allora rispose a Giobbe dalla tempesta, e disse:

 40:7 «Cingiti i fianchi come un prode;

ti farò delle domande e tu insegnami!

 40:8 Vuoi proprio annullare il mio giudizio?

Condannare me per giustificare te stesso?

 40:9 Hai un braccio pari a quello di Dio,

o una voce che tuoni come la sua?

 40:10 Su via, adórnati di maestà, di grandezza,

rivèstiti di splendore, di magnificenza!

 40:11 Dà libero sfogo ai furori della tua ira;

scruta tutti i superbi e abbassali!

 40:12 Scruta tutti i superbi e umiliali!

Schiaccia gli empi dovunque stanno!

 40:13 Seppelliscili tutti assieme nella polvere,

copri di bende la loro faccia nel buio della tomba!

 40:14 Allora, anch'io ti loderò,

perché la tua destra ti avrà dato la vittoria.

 

(Gb 39:8-28)

 40:15 «Guarda l'ippopotamo che ho fatto al pari di te;

esso mangia l'erba come il bue.

 40:16 Ecco la sua forza è nei suoi lombi,

il suo vigore nei muscoli del ventre.

 

 40:17 Stende rigida come un cedro la coda;

i nervi delle sue cosce sono intrecciati insieme.

 40:18 Le sue ossa sono tubi di bronzo;

le sue membra, sbarre di ferro.

 40:19 Esso è il capolavoro di Dio;

colui che lo fece l'ha fornito di falce,

 40:20 perché i monti gli producono la pastura;

là tutte le bestie dei campi gli scherzano intorno.

 40:21 Si sdraia sotto i loti,

nel folto dei canneti, in mezzo alle paludi.

 40:22 I loti lo coprono della loro ombra,

i salici del torrente lo circondano.

 40:23 Straripi pure il fiume, esso non trema;

rimane calmo, anche se avesse un Giordano alla gola.

 40:24 Potrebbe qualcuno impadronirsene assalendolo di fronte,

o prenderlo con le reti per forargli il naso?

 40:25 Prenderai forse il coccodrillo all'amo?

Gli assicurerai la lingua con la corda?

 40:26 Gli passerai un giunco per le narici?

Gli forerai le mascelle con l'uncino?

 40:27 Ti rivolgerà esso molte suppliche?

Ti dirà delle parole dolci?

 40:28 Farà esso alleanza con te,

perché tu lo prenda per sempre al tuo servizio?

 40:29 Scherzerai con lui come fosse un uccello?

Lo attaccherai a un filo per divertire le tue ragazze?

 40:30 Ne trafficheranno forse i pescatori?

Lo spartiranno essi fra i negozianti?

 40:31 Gli coprirai la pelle di frecce

e la testa di ramponi?

 40:32 Mettigli un po' le mani addosso!

«Ti ricorderai del combattimento e non ci tornerai!

 41:1 Ecco, è vana la speranza di chi lo assale;

basta scorgerlo e uno soccombe.

 41:2 Nessuno è tanto ardito da provocarlo.

E chi dunque oserà starmi di fronte?

 41:3 Chi mi ha anticipato qualcosa perché io glielo debba rendere?

Sotto tutti i cieli, ogni cosa è mia.

 41:4 E non voglio tacere delle sue membra,

della sua gran forza e della bellezza della sua armatura.

 41:5 Chi l'ha mai spogliato della sua corazza?

Chi è penetrato fra la doppia fila dei suoi denti?

 41:6 Chi gli ha aperti i due battenti della gola?

Intorno alla chiusura dei suoi denti sta il terrore.

 41:7 Superbe sono le file dei suoi scudi,

strettamente uniti come da un sigillo.

 41:8 Uno tocca l'altro,

tra loro non passa l'aria.

 41:9 Sono saldati assieme,

si tengono stretti, sono inseparabili.

 41:10 I suoi starnuti danno sprazzi di luce;

i suoi occhi sono come le palpebre dell'aurora.

 41:11 Dalla sua bocca partono vampate,

ne sprizzano fuori scintille di fuoco.

 41:12 Dalle sue narici esce un fumo,

come da una pentola che bolle o da una caldaia.

 41:13 L'alito suo accende i carboni,

una fiamma gli esce dalla gola.

 41:14 Nel suo collo risiede la forza,

davanti a lui si fugge terrorizzati.

 41:15 Compatte sono in lui le parti flosce della sua carne,

gli stanno salde addosso, non si muovono.

 41:16 Il suo cuore è duro come il sasso,

duro come la macina di sotto.

 41:17 Quando si rizza, tremano i più forti,

e dalla paura sono fuori di sé.

 41:18 Invano lo si attacca con la spada;

a nulla valgono lancia, giavellotto,

corazza.

 41:19 Il ferro è per lui come paglia;

il rame, come legno tarlato.

 41:20 La figlia dell'arco non lo mette in fuga;

le pietre della fionda si mutano per lui in stoppia.

 41:21 Stoppia gli pare la mazza

e ride del fremere della lancia.

 41:22 Il suo ventre è armato di punte acute,

lascia come tracce d'erpice sul fango.

 41:23 Fa bollire l'abisso come una caldaia,

del mare fa come un gran vaso da profumi.

 41:24 Si lascia dietro una scia di luce;

l'abisso pare coperto di bianca chioma.

 41:25 Non c'è sulla terra chi lo domi;

è stato fatto per non aver paura.

 41:26 Guarda in faccia tutto ciò che è eccelso,

è re su tutte le belve più superbe».

 

Giobbe si ravvede e si umilia

Gb 39:34-38 (Is 6:1-5; 57:15) Da 4:34-37

 42:1 Allora Giobbe rispose al SIGNORE e disse:

 42:2 «Io riconosco che tu puoi tutto

e che nulla può impedirti di eseguire un tuo disegno.

 42:3 Chi è colui che senza intelligenza offusca il tuo disegno?

Sì, ne ho parlato; ma non lo capivo;

sono cose per me troppo meravigliose e io non le conosco.

 42:4 Ti prego, ascoltami, e io parlerò;

ti farò delle domande e tu insegnami!

 42:5 Il mio orecchio aveva sentito parlare di te

ma ora l'occhio mio ti ha visto.

 42:6 Perciò mi ravvedo, mi pento

sulla polvere e sulla cenere».

 

Giobbe riacquista la prosperità

(Ge 20:7, 17; Gm 5:16-18)(Gm 4:10; 5:11; 1:12) Sl 30:5

 42:7 Dopo che ebbe rivolto questi discorsi a Giobbe, il SIGNORE disse a Elifaz di Teman: «La mia ira è accesa contro di te e contro i tuoi due amici, perché non avete parlato di me secondo la verità, come ha fatto il mio servo Giobbe.

 42:8 Ora dunque prendete sette tori e sette montoni, andate a trovare il mio servo Giobbe e offriteli in olocausto per voi stessi. Il mio servo Giobbe pregherà per voi e io avrò riguardo a lui per non punire la vostra follia, poiché non avete parlato di me secondo la verità, come ha fatto il mio servo Giobbe».

 42:9 Elifaz di Teman e Bildad di Suac e Zofar di Naama se ne andarono e fecero come il SIGNORE aveva loro ordinato; e il SIGNORE ebbe riguardo a Giobbe.

 42:10 Quando Giobbe ebbe pregato per i suoi amici, il SIGNORE lo ristabilì nella condizione di prima e gli rese il doppio di tutto quello che già gli era appartenuto.

 42:11 Tutti i suoi fratelli, tutte le sue sorelle e tutte le sue conoscenze di prima vennero a trovarlo, mangiarono con lui in casa sua, lo confortarono e lo consolarono di tutti i mali che il SIGNORE gli aveva fatto cadere addosso; e ognuno di loro gli diede un pezzo d'argento e un anello d'oro.

 42:12 Il SIGNORE benedì gli ultimi anni di Giobbe più dei primi; ed egli ebbe quattordicimila pecore, seimila cammelli, mille paia di buoi e mille asine.

 42:13 Ebbe pure sette figli e tre figlie;

 42:14 e chiamò la prima, Colomba; la seconda, Cassia; la terza, Cornustibia.

 42:15 In tutto il paese non c'erano donne così belle come le figlie di Giobbe; e il padre assegnò loro un'eredità tra i loro fratelli.

 42:16 Giobbe, dopo questo, visse centoquarant'anni e vide i suoi figli e i figli dei suoi figli, fino alla quarta generazione.

 42:17 Poi Giobbe morì vecchio e sazio di giorni.