Il vittimismo: sostantivo maschile - Inclinazione blanda o accentuata (fino a sconfinare in un atteggiamento nevrotico) a considerarsi osteggiato e danneggiato o perseguitato dalla sfortuna e o dalle persone e di conseguenza, all'autocommiserazione e alla ricerca di simpatia.

Non poche volte ci ritroviamo vittime di ingiustizie considerato che nel mondo "Non c'è nessun giusto, nemmeno uno" - Dolori, patimenti e si anche preghiere, suppliche, intercessioni. Insomma l'occasione di mettere in pratica la fede in coLui che detiene la giustizia e che è il remuneratore di ogni cosa, in bene ed in male.
Che grande pace poter confidare il Lui!

Eppure si insidia un pericolo in un processo di guarigione dal sentirsi vittima che nasce da questa urgente considerazione: lo siamo veramente? 
Tralasciando l'argomentazione di come affrontare una prova, più volte affrontata in queste pagine, qui ci soffermiamo sul pericolo di sentirsi vittima cioè quando non c'è stata aggressione, per così dire, se non dalla nostra mente e, in sostanza, dal nostro peccato
Entriamo in dettaglio e, in particolare, nella sperimentazione vincente, operativa, della fede applicata alla nostra mente, nelle nostre scelte. Di seguito alcuni appunti che siete liberi di sviluppare, approfondire, sperimentare.
Dio ci benedica. Da uno scambio con il fratello M.T.

Ti trasferisco questa scoperta che ho fatto. Forse ci vuole qualche giorno per comprenderla con un po' di sperimentazione.

Un elemento per progredire è il coraggio, la fede che agisce contro le prove, i cambiamenti. gli impedimenti, le distrette, le dipendenze,  la pigrizia. 
Ma da cosa vengono alimentati questi aspetti negativi che si esprimono verbalmente attraverso la lamentela? Può accadere che vengano alimentati da un profondo sentimento umano negativo, tra i molti, che si chiama: vittimismo.

Il peccato ci fa sentire vittime e quando uno è vittima reagisce e non agisce, la vittima vive di riflesso. Non accetta di essere leader di se stesso o padrone di se, della fede.
Colui che cade vittima di se stesso tradisce poi mendica e poi accusa ed è sempre colpa di qualcuno. 
Normalmente colui che tiene a bada la mente attraverso una fede costruittiva, vive la comunione con Dio, afferra le promesse, vive la santità e reagisce attraverso uno spirito propositivo piuttosto che con la lamentela con cui invece la vittima cerca sempre un colpevole, qualcuno da cui far dipendere le sue difficoltà, i fallimenti e le deficienze emotive.

Abbiamo un esempio lampante, troppo spesso relegato a semplice fatto storico: Il popolo d'Israele, uscito dall'Egitto, dopo le grandi manifestazioni di potenza di Dio, cosa ha fatto?
Si è messo a lamentarsi e ad accusare Mose' e quindoo indirettamente L'Eterno per le difficoltà del momento, invece di sentirsi nella gloria e dimenticando le appena vittoriose e gloriose manifestazioni. Vittime? Se si, di chi? Di cosa?

Applicazioni:

  • ogni tanto chiediamoci dopo aver fatto qualche pensiero: ho pensato da vittima?
  • Mi sento una vittima?
  • Faccio la vittima?
  • Se si, vittima di chi, di cosa?
  • Scelgo di essere una vittima? Si, no?
  • Decido di no? Bene vai con lo Spirito d'iniziativa:
  • che posso fare adesso?
  • Come si comporterebbe un leader o un padrone di se stesso?



 

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Inviato da alex il

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