Oggi è la giornata internazionale della donna.

  • La donna che teme l'Eterno è quella che sarà lodata. (Proverbi 31:30)
  • Giacobbe servì sette anni per Rachele e gli parvero pochi giorni, per l'amore che le portava. (Genesi 29:20)

Le donne che accompagnavano Gesù
Marco 15:40-41 e Luca 8:1
In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio.  Con lui vi erano i dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti maligni e da malattie: Maria, detta Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, l'amministratore di Erode; Susanna e molte altre che assistevano Gesù e i dodici con i loro beni.


Il «Woman's Day» negli Stati Uniti (1908-1909)

Nel VII Congresso della II Internazionale socialista, tenuto a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907, nel quale erano presenti 884 delegati di 25 nazioni - tra i quali i maggiori dirigenti marxisti del tempo, come i tedeschi Rosa Luxemburg, Clara Zetkin, August Bebel, i russi Lenin e Martov, il francese Jean Jaurès - vennero discusse tesi sull'atteggiamento da tenere in caso di una guerra europea, sul colonialismo, sulla questione femminile e sulla rivendicazione del voto alle donne.

Su quest'ultimo argomento il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a «lottare energicamente per l'introduzione del suffragio universale delle donne», senza «allearsi con le femministe borghesi che reclamano il diritto di suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il suffragio delle donne». Due giorni dopo, dal 26 al 27 agosto, fu tenuta una Conferenza internazionale delle donne socialiste, alla presenza di 58 delegate di 13 paesi, nella quale si decise la creazione di un Ufficio di informazione delle donne socialiste: Clara Zetkin fu eletta segretaria e la rivista da lei redatta, Die Gleichheit (L'uguaglianza), divenne l'organo dell'Internazionale delle donne socialiste.

Non tutti condivisero la decisione di escludere ogni alleanza con le «femministe borghesi»: negli Stati Uniti, la socialista Corinne Brown scrisse, nel febbraio del 1908 sulla rivista The Socialist Woman, che il Congresso non avrebbe avuto «alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione». Fu la stessa Corinne Brown a presiedere, il 3 maggio 1908, causa l'assenza dell'oratore ufficiale designato, la conferenza tenuta ogni domenica dal Partito socialista di Chicago nel Garrick Theater: quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, fu chiamata «Woman's Day», il giorno della donna. Si discusse infatti dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne.

Quell'iniziativa non ebbe un seguito immediato, ma alla fine dell'anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali «di riservare l'ultima domenica di febbraio 1909 per l'organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile». Fu così che negli Stati Uniti la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 28 febbraio 1909.

La Conferenza di Copenaghen (1910)

Il lunghissimo sciopero, che vide protagoniste più di 20.000 camiciaie newyorkesi, durato dal 22 novembre 1908 al 15 febbraio 1909, fu considerato, nel Woman's Day tenuto a New York il successivo 27 febbraio, come una manifestazione che univa le rivendicazioni sindacali a quelle politiche relative al riconoscimento del diritto di voto femminile. Le delegate socialiste americane, forti dell'ormai consolidata affermazione della manifestazione della giornata della donna, decisero pertanto di proporre alla seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, tenutasi nella Folkets Hus (Casa del popolo) di Copenaghen dal 26 al 27 agosto 1910 - due giorni prima dell'apertura dell'VIII Congresso dell'Internazionale socialista - di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.

Negli ordini del giorno dei lavori e nelle risoluzioni approvate in quella Conferenza non risulta che le 100 donne presenti in rappresentanza di 17 paesi abbiano istituito una giornata dedicata ai diritti delle donne: risulta però nel Die Gleichheit, redatto da Clara Zetkin, che una mozione per l'istituzione della Giornata internazionale della donna fosse «stata assunta come risoluzione».

Mentre negli Stati Uniti continuò a tenersi l'ultima domenica di febbraio, in alcuni paesi europei - Germania, Austria, Svizzera e Danimarca - la giornata della donna si tenne per la prima volta il 19 marzo 1911 su scelta del Segretariato internazionale delle donne socialiste. Secondo la testimonianza di Aleksandra Kollontaj, quella data fu scelta perché, in Germania, «il 19 marzo 1848 durante la rivoluzione il re di Prussia dovette per la prima volta riconoscere la potenza di un popolo armato e cedere davanti alla minaccia di una rivolta proletaria. Tra le molte promesse che fece allora e che in seguito dimenticò, figurava il riconoscimento del diritto di voto alle donne». In Francia la manifestazione si tenne il 18 marzo 1911, data in cui cadeva il quarantennale della Comune di Parigi[2].

Non fu però ripetuta tutti gli anni, né celebrata in tutti i paesi: in Russia si tenne per la prima volta a San Pietroburgo solo nel 1913, il 3 marzo, su iniziativa del Partito bolscevico, con una manifestazione nella Borsa Kalašaikovskij, e fu interrotta dalla polizia zarista che operò numerosi arresti. In Germania, dopo la celebrazione del 1911, fu ripetuta per la prima volta l'8 marzo 1914, giorno d'inizio di una «settimana rossa» di agitazioni proclamata dai socialisti tedeschi, mentre in Francia si tenne con una manifestazione organizzata dal Partito socialista a Parigi il 9 marzo 1914.

L'8 marzo 1917

Le celebrazioni furono interrotte dalla Prima guerra mondiale in tutti i paesi belligeranti, finché a San Pietroburgo, l'8 marzo 1917 (il 23 febbraio secondo il calendario giuliano allora in vigore in Russia) le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra: la fiacca reazione dei cosacchi inviati a reprimere la protesta incoraggiò successive manifestazioni di protesta che portarono al crollo dello zarismo, ormai completamente screditato e privo anche dell'appoggio delle forze armate, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l'inizio della «Rivoluzione russa di febbraio». Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima dell'apertura del III congresso dell'Internazionale comunista, fissò all'8 marzo la «Giornata internazionale dell'operaia».

In Italia la Giornata internazionale della donna fu tenuta per la prima volta soltanto nel 1922, per iniziativa del Partito comunista d'Italia, che volle celebrarla il 12 marzo, in quanto prima domenica successiva all'ormai fatidico 8 marzo. In quei giorni fu fondato il periodico quindicinale Compagna, che il 1º marzo 1925 riportò un articolo di Lenin, scomparso l'anno precedente, che ricordava l'8 marzo come Giornata internazionale della donna, la quale aveva avuto una parte attiva nelle lotte sociali e nel rovesciamento dello zarismo.

La connotazione fortemente politica della Giornata della donna, l'isolamento politico della Russia e del movimento comunista e, infine, le vicende della Seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l'8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l'incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori, in gran parte giovani donne immigrate dall'Europa. Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti verificatesi a Chicago, a Boston o a New York.

Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe tra la fine degli anni settanta e gli ottanta abbiano dimostrato l'erroneità di queste ricostruzioni, le stesse sono ancora diffuse sia tra i mass media che nella propaganda delle organizzazioni sindacali.

La mimosa

Nel settembre del 1944 si creò a Roma l'UDI, Unione Donne in Italia, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro e fu l'UDI a prendere l'iniziativa di celebrare, l'8 marzo 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell'Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all'ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, secondo un'idea di Teresa Noce, Rita Montagnana e di Teresa Mattei.

Nei primi anni Cinquanta, anni di guerra fredda e del ministero Scelba, distribuire in quel giorno la mimosa o diffondere Noi donne, il mensile dell'Unione Donne Italiane (UDI), divenne un gesto «atto a turbare l'ordine pubblico», mentre tenere un banchetto per strada diveniva «occupazione abusiva di suolo pubblico». Nel 1959 le parlamentari Pina Palumbo, Luisa Balboni e Giuliana Nenni presentarono una proposta di legge per rendere la giornata della donna una festa nazionale, ma l'iniziativa cadde nel vuoto.

Il clima politico migliorò nel decennio successivo, ma la ricorrenza continuò a non ottenere udienza nell'opinione pubblica finché, con gli anni settanta, in Italia apparve un fenomeno nuovo: il movimento femminista.

Fonte: WIKIPEDIA

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alex

Sicuramente oggi al centro di tanti acquisti più o meno guidati, ci saranno le donne. Uomini che compreranno un fiore o altro per dire alle donne che sono importanti per loro e che hanno un valore, con tutte le polemiche che poi seguiranno uguali e sempre più articolate a quelle dell’anno precedente. «Non vogliamo essere festeggiate solo oggi... Che senso ha questa festa? È solo commerciale... trattami con cura e rispetto ogni giorno e non solo l’8 marzo...». E via di seguito.
In questo testo, invece, è riportata una verità che nessuna crema antirughe, nessun lifting e nessun ritrovato botulinico può confutare: la bellezza, l’avvenenza passano. Puoi tentare di rallentare l’invecchiamento, ma fino ad oggi, nessuna casa farmaceutica o di cosmesi è riuscita a fermare il passare inesorabile del tempo.
La donna che teme l’Eterno, cioè che vive riconoscendo la maestà di Dio e ubbidendo alla sua Parola sarà invece lodata e sembra che non vi sia una scadenza temporale!

Anna Brandoli

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alex

  • Sii come Sara, l'età non è importante, ma la potenza e la volontà di Dio si compirà secondo i suoi tempi, credi nelle promesse di Dio - (Gn 17: 19);
  • Sii come Lea, non dimenticare mai, la vera bellezza è nella tua personalità (Gn 29: 17);
  • Sii come Ruth, leale nelle relazioni, fai un miglio in più e non tornare indietro quando incontri chi è nel bisogno (Rt 1);
  • Sii come Debora, una mamma apprensiva nel popolo di Dio (Gd 5: 7);
  • Sii come Abigail , una donna saggia nelle decisioni proprie e altrui (1 Sam 25: 3);
  • Sii come Ester, intercedi con perseveranza e vedrai l'intervento di Dio (Ester 5: 1-3);
  • Sii come Elisabetta, non importa come Dio agisce, credi nell'Iddio dei miracoli (Lc 1: 5-7);
  • Sii come Anna, non smettere mai di pregare. Non sarà mai inutile (Lc 2: 36-37);
  • Sii come Maria Maddalena, non lasciare che i pregiudizi di altre persone, ti impediscano di servire il Signore con gioia (Lc 8: 2);
  • Sii come Maria, stai ai piedi di Gesù (Lc 10: 39);
  • Sii come Tabita, fai sempre opere buone alla Gloria di Dio (Atti 9: 36-41);
  • Sii come Lidia, ascolta attentamente la voce di Dio e mettila in pratica. (Atti 16: 14-15);
  • Sii te stessa, ma temi Dio e fuggi il male (Pv 3: 7);
  • La donna virtuosa "tende le palme al misero, e porge le mani al bisognoso" (Pv 31: 20);

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alex

Negli ultimi anni la Festa della Donna sembra riscuotere più successo rispetto al passato e ciò può essere spiegato dalla spasmodica ricerca delle donne di una loro identità spesso confusa con la "parità dei sessi" che non può certo essere risolta dedicando una giornata dell'anno a festeggiamenti di vario genere.

L'errore più grave, frutto della disobedienza "civile" che il "sistema uomo" ha messo in atto, con la "sapiente" opera del nemico delle nostre anime,  nei confronti del Dio Salvatore e compassionevole è ignorare questo:

da quello che comprendiamo dalla Bibbia per il Signore vi sono diversità di ruoli in una ugualianza di valori davanti ai Suoi occhi.
Confondere questi ruoli in nome di una fantomatica libertà ci rende invece più schiavi di legami che hanno origine e fine nei luoghi tenebrosi.

Per quanto riguarda il tema della “libertà della donna”, ci si rende conto di quanto Gesù con il suo comportamento e modo d’agire sia stato un grande “rivoluzionario” per una cultura così chiusa come quella nella quale Lui viveva.

Fin dal principio del Nuovo Testamento, alle donne viene dato un posto di equità e importanza pari agli uomini che non ha precedenti. Questa nuova posizione, pur nella diversità dei ruoli, viene illustrata per la prima volta in Matteo 1 quando l’evangelista ricostruisce la genealogia di Gesù, menzionando non solo uomini ma anche tre importanti donne: Tamar, Raab e Ruth. Il fatto poi che Raab fosse una prostituta la dice lunga sulla grazia di Dio e sul Suo non riguardare alla qualità delle persone!

La seguente solenne dichiarazione culturale è evidenziata quando l’angelo Gabriele appare per la prima volta non a Giuseppe o al padre di Maria, ma direttamente a lei che probabilmente non doveva avere più di 14 o 15 anni.

E di esempi ce ne sarebbero davvero tanti: dalla donna al pozzo a Priscilla e Aquila e a Maria che aveva scelto la parte migliore.

Gesù, in una cultura che professava:

Benedetto Colui che non mi ha creato Gentile
Benedetto Colui che non mi ha creato donna
Benedetto Colui che non mi ha creato schiavo

O che nel Talmud diceva: Cento donne valgono meno di due uomini

ha portato un vero e proprio terremoto culturale!!

C'è quindi qualcosa di più bello e più prezioso per il quale festeggiare e non solo l'8 marzo ma ogni giorno della nostra vita perchè:
...non c'è nè Giudeo nè greco, non c'è nè schiavo nè libero, non c'è nè maschio nè femmina, perchè tutti siete uno in Cristo Gesù (Galati 3:28).

Inviato da alex il

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