Pagine 103; 15 x 21;
Prezzo: €12,00
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Descrizione: "Il Signore non spezzerà la canna rotta!" Quale immagine appropriata per una persona che è ripudiata dal proprio coniuge, dopo aver costruito una famiglia e per lunghi anni aver convissuto in pace con coniuge e figli. Un ripudio senza altro motivo che il capriccio incosciente di uno dei due, caccia l'altro nell'inferno della solitudine e, ancora peggio, lo incatena al divieto di rifarsi una famiglia!
Ma io chiedo qui con forza: è il Signore che vuole realmente questo o è la cecità del nostro farisaismo che lo vuole?
Questa persona ripudiata, non è forse ridotta come una canna rotta, cui sta dinanzi soltanto il destino di essere spezzata definitivamente?
Che cosa fa il Signore a questo riguardo?
Come farà perchè la canna non venga spezzata del tutto? Questo libro intende scrutare le Scritture senza i condizionamenti delle interpretazioni della tradizione, nè quelle di un progressismo forviante, ma con l'intento sincero di accettare serenamente ciò che le Scritture dicono nel loro spirito.
 
Molti di coloro che si avvicinano al Signore ricevono la salvezza e il Dono dello Spirito Santo, facilmente hanno già alle spalle un matrimonio fallito e, purtroppo anche all'interno della chiesa, dei "veri" credenti oggi se non si ha una vera vita di intima comunione e una ricercata consacrazione di Vita finiscono col naufragare nel divorzio a cui in genere fanno seguito delle nuove nozze. Coloro che sono senza il Signore, fanno presto a risolvere questo problema: gli uni non si sposano ma si mettono a convivere pacificamente come se il matrimonio fosse una tradizione superata. Altri divorziano tranquillamente e si risposano senza preoccuparsi minimamente di che cosa ne possa pensare il Signore.
Di fronte alle soluzioni che sono state qui indicate.

Come risolveranno il problema il vero credente,
i pastori e gli anziani stessi? Liquideranno l'argomento chiudendo gli occhi sulla realtà delle cose, pensando semplicemente che, poiché il Signore condanna il divorzio, lo condanniamo assolutamente anche noi. Oppure, rimedieranno pensando che, non essendoci mai stato nessun divorzio e nuove nozze nella nostra chiesa, continuiamo a rifiutarli e a rigettare dalla chiesa chiunque, sia venendo dall'esterno o che si manifestasse nel suo interno, sollevasse questo disgustoso problema, pensando: " Fra di noi non tollereremo mai un simile peccato!"


Oppure riusciranno a pensare anche che forse non hanno mai approfondito sufficientemente lo spirito delle Scritture per capire bene che cosa ci dice realmente il Signore al riguardo?
   
Sull'argomento sono già stati scritti vari libri che personalmente non ho letti, ma del loro contenuto ho sentito parlare, perché l'argomento ormai è una piaga che non si può arginare. E per di più, sono diffusi e manifesti gli atteggiamenti che circolano fra i credenti che sono interessati al problema. Allora non mi si condanni perché parlo di ciò che non ho letto, perché non intendo criticare quei libri. lo desidero parIare soltanto delle tesi che circolano ai nostri giorni sul tema divorzio e nuove nozze", per confrontarle con ciò che dice il Signore nelle scriture.
IL Problema in sostanza è che taluni sostengono senza eccezioni  che Signore permette Il divorzio e le nuove nozze per qualsiasi ragione perché la cosa non costituisce peccato, altri invece sostengono che, essendo il divorzio e le nuove nozze un peccato, concludono che nessun divorzio né nuove nozze saranno mai approvate dal Signore. Se è vero che le posizioni indicate lo sono in termini assoluti, da quanto vedo in pura coscienza nelle Scritture, nessuna delle due tesi indicate è conforme al reale spirito delle Scritture. Molto umilmente e senza la minima presunzione di dire l'ultima parola al riguardo, dico in queste pagine soltanto ciò che vedo onestamente nelle Scritture. Anzi, se qualcuno mi potrà dimostrare dove sto sbagliando, purché non si tratti di opinioni personali o di interpretazioni cavillose delle Scritture, sono pronto ad emendare le mie
convinzioni in favore di quelle del Signore.
 
Qui alcuni testi che hanno un approccio diverso all'argomento:
 
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Fabio_d

Cari fratelli, sono d'accordo con voi. Nell'affrontare questa questione si sbaglia spesso approccio. In aggiunta a quello che diceva il fratello Elia, voglio dire che molte volte si ha l'ambizione di essere giudici e di creare una vera e propria dottrina. In altre parole, noto che alcune volte si voglia fare come la Chiesa Cattolica che si interpone tra il credente e Dio. Ma sappiamo benissimo che tra Dio e il credente c'è solo Gesù. Questo filo diretto è un vero e proprio diritto che il credente ha. Inoltre, il credente ha anche il diritto/dovere di essere responsabile in prima persona di fronte Dio: Dio sa cosa c'è nel cuore del credente che è stato lasciato ingiustamente e che non ha colpe.. e saprà lui cosa dire al cuore di quel credente.. e il credente si regolerà di conseguenza.. lasciamo fare a Dio! Chi siamo noi per impedire divorzi (NECESSARI, es. veniva picchiata) e seconde nozze (ad es. di quella che ha divorziata perchè picchiata)? Sono d'accordo anche con il fratello Alex. Approcciando il tema del matrimonio, siamo convinti che il matrimonio parta dal "si", ma in realtà possiamo leggere numerosissimi consigli bliblici che ci indicano gli "ingredienti" per un buon matrimonio. Infatti, il matrimonio è una lunga strada che passa anche per il si, ma che in realtà inizia dai paramentri con cui ci si sceglie la fidanzata e, ancor prima, dal nostro approccio a Dio, il nostro stato di salute della fede, eccetera. Quando fu chiesto a Gesù, dai farisei: "E' lecito lasciare la moglie?".. Gesù non si schierò nè dalla parte dei divorzisti e nè per l'altra fazione opposta (ricordo il contesto della famosa diatribba sulla legge di Mosè). In quel contesto Gesù ribadì l'origine del disegno di Dio sul matrimonio. Cioè, Gesù sposta il problema da un piano "legislativo" al piano della fede. In altre parole, se ci si pone questo problema vuol dire che qualcosa è andato storto... "si sono induriti i cuori"... Se i credenti divorziano e si risposano vuol dire che è fallito tutto il percorso a cui alludevo precedentemente... i credenti comincerebbero a credere in un altro dio (quello che i cuori induriti dei farisei si sono creati). Poi è ovvio, come dicevo prima, che ci sono i casi limite tra credenti, situazioni di prime e seconde nozze avvenute prima della conversione:lasciamo sempre fare a Dio perchè il VERO CREDENTE sa come essere graditi a Dio senza malizie o trasporti sentimentalisti personali. La comunità guidi questa persona, la informi, si accerti della buona fede tenendo presente che la decisione finale spetta alla persona che è personalmente responsabile di fronte Dio. La persona che si vuole risposare preghi, legga la Scrittura, si faccia un approfondito esame di coscienza onesto e si interroghi nella massima trasparenza: sto veramente facendo ciò per capriccio? sto rompendo un'unione che sento sulla mia pelle? Sto, infine, assoggentando la lettura della Bibbia ad un mia privata esigenza (2Pt 1, 20)? Per le situazioni "ereditate" vi voglio lasciare con il verso 15 della prima lettera ai Corinzi capitolo 7 : "Ma se il non credente vuol separarsi, si separi; in queste circostanze il fratello o la sorella non sono soggetti a servitù". tra credenti non ci si dovrebbe lasciare.. dato il progetto di Dio del matrimonio a cui ho accennato prima.. ma è veramente convertito nel cuore colui che picchia la propria moglie? Si comporta da credente? Si è mai convertito a Dio se non cerca la rinconciliazione e non si scusa per un momento di tribolazione come dice Paolo? Si è mai veramente convertito o ha solo fatto finta o ha frainteso la sua conversione se non segue più la Parola o che comunque è arrivato a metterne in dubbio la Sua leggittimità? Scusate la lunghezza e vi ringrazio per la vostra disponibilità.. spero di avervi lasciato diversi spunti di riflessioni. Saluti nel Signore. Fabio

Fabio_d

Per completezza vorrei segnalarvi gli Studi dottrinali del fratello Antonino Gervasi reperibili su Evangelici.net (tra cui uno sul matrimonio) che secondo me offre (lo studio sul matrimonio) degli spunti interessanti.

Comunque sono ancora d'accordo con Ela (scusa non Elia, errore mio). Bisogna veramente stare attenti a dettare un linea netta, bianca o nera: si rischia sempre di giocare con la vita concreta delle persone giocando con degli studi teorici (che peraltro dimostrano tutto e il contrario). Come ho già detto per me si trasla tutto ad un livello di fede e bisogna sempre rifarsi al rapporto che ognuno di noi ha personalmente con Dio, proprio quel Dio incontrato di persona, che ha cambiato le nostre vite.. sicuramente, se nel frattempo non l'abbiamo sinceramente rinnegato, saprà dirci quale direzione prendere.. E anche se sbagliamo, possiamo sempre confidare nel perdono di nostro Signore: Lui ci ha già perdonato quando aprimmmo il nostro cuore...

Ela

Caro fratello Fabio, di fatto se un credente picchia la moglie mi verrebbero numerosi dubbi riguardo alla sua fede, dato che in tal caso può trattarsi tranquillamente di un apostata o nel migliore dei casi di uno sviato. E l'apostolo Paolo è chiaro quando dice che tali persone devono essere trattate COME I PUBBLICANI. In pratica tali e quali ai pagani. Una cosa va indubbiamente capita: il matrimonio NON E' una questione puramente teorica, ha a che fare con la PRATICA, ove non solo ci sono bianco e nero, ma spesso c'è troppo di grigio e anche di colorato. E sfortunatamente abbiamo a che fare più spesso di quanto vorremmo con persone che pur fratelli nella fede di vita pratica non ne capiscono un'acca (non è un'offesa, mancare di logica non è un peccato, attenzione, ma mettersi semmai a insegnare al di fuori di ogni logica può causare grossi danni). Vero è che a causa della licenziosità dei nostri tempi si tende a pensare al divorzio per capriccio, ma sfortunatamente si legge -altri siti evangelici- che alcuni, volendo apparire troppo santi -quei fratelli usano l'espressione del volere essere più santi di Dio- mettono pesi che sulla Bibbia non ci sono . Se sappiamo leggerla bene troveremo i casi in cui divorzio e nuove nozze sono permessi e sono i casi non per capriccio ma quelli davvero gravi. Basta saper leggere senza commettere l'errore che logica e fede siano nemiche. Non sono nemiche: la logica è il punto (indispensabile) di partenza, mentre la fede è il punto finale, quella che arriva dove la logica non arriva. Il fatto che la logica umana sia limitata non significa che sia sbagliata (commettere errori logici non significa che la logica sia un errore in sè e per sè, attenzione, significa che abbiamo sbagliato noi ad argomentare finendo fuori dalla logica), limitato ed erroneo non sono sinonimi. Dopotutto Dio ci ha dato un cervello per ragionare (alla luce della Bibbia). Dove noi non arriviamo dobbiamo chiederGli di illuminarci, ecco che arriva la fede. 

Fabio_d

Caro fratello,

grazie per la tua risposta.

sono d'accordo con te e, forse, hai un pò completato ciò che volevo dire.

Il tuo intervento mi ha fatto venire in mente diversi episodi biblici nei quali Gesù rimprovera i farisei proprio per una cieca interpretazione della legge.

Ad esempio quando dice che i farisei hanno posto sulle spalle dei fedeli pesi insostenibili, oppure sul sabato: "Il sabato è fatto per gli uomini, non gli uomini per il sabato"  e se ne potrebbero citare in quantità industriali.

Mi vengono in mente anche le parole di Giovanni il Battista al capitolo 3:

[31]Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla della terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti.

Il matrimonio coinvolge inevitabilmente anche Dio, il quale "unisce in un'unica carne".. per l'uomo è un mistero: non sa come avviene questa unione e, riflettendoci, è anche un mistero il fatto che questa "unione di carni" cessi, quasi misteriosamente, dopo la morte (ci si aspetterebbe il contrario se non fosse indicato nelle Scrittue). Non saremo mai in grado, data la nostra natura umana e limitata, di carpire completamente questo fatto. Possiamo solo avvicinarci, studiarlo e capire molte cose, ma mai tutto.

Scusatemi il passaggio al limite del metafisico.. era per dire che, anche a livello teorico, non si può pretendere di dettare una precisa dottrina, nè essere conoscenti quanto Dio e nè santi quanto Dio (come hai detto tu la fede ci viene incontro aiutandoci ad essere più santi e per svelarci misteri non del tutto comprensibili con la logica umana.. e comunque non siamo tenuti a conoscere tutto in questa vita perchè la cosa più importante è la salvezza...).

a livello pratico, sono d'accordo con te e aggiungo: si rischia di creare una cerchia di "perfetti, puri e casti", la cui fortuna è stata una vita lineare e liscia.. di fatto come avviene nella Chiesa cattolica..

Sono certo che "Dio odia il divorzio" (Michea), che bisogna arginare l'epidemia di separazioni superficiali e che matrimoni felici sono da auspicare e dovrebbero essere la norma. D'altro canto vivo con mia madre (non evangelica) che ha dovuto divorziare per motivi gravissimi, si risposerà ed è felicissima (in poche parole se fosse rimasta con mio padre, noi figli saremmo stati rovinati psicologicamente).. Studio il matrimonio biblico con la massima oggettività possibile. Senza coinvolgimenti emotivi, molti hanno affermato che non si può pretendere di farla tornare con il suo primo marito (peraltro un marito che ci ha rinnegato come figli) e nè chiamarla adultera: semplicimente quel matrimonio o non era valido o comunque, essendo un umano limitato, dico che non si possono gettare dei pesi insostenibili come facevano i farisei (famosi per essere pefettini fuori, e incoerenti dentro).. se poi un credente, abbandonato, si sente legato e vincolato e così "solo una carne" con suo/a ex a tal punto da vivere una vita "solitaria" (sicuramente con i suoi frutti e lati positivi).. il succo del discorso è che non bisogna biasimare nessuno: sono sempre scelte dolorose e il Signore sicuramente avrà parlato al cuore di tutti coloro che passano per queste situazioni prima della propria scelta (come so che ha fatto con mia madre che essendo molto credente e cattolica si è posta in maniera seria la questione).. 

e si sbaglia, Dio saprà sicuramente perdonare..

Buona giornata nel Signore a tutti. 

Ela

Caro fratello Fabio, secondo studi biblici dobbiamo infatti stare attenti davvero a non usare singoli versetti in maniera pretestuosa (lo dico in generale, vale per tutti noi, attenzione, ho capito che anche tu stai ponendo attenzione ma purtroppo c'è chi non lo fa, tra cui una delle sette più farisaiche dei nostri tempi che purtroppo sta imperversando online mietendo vittime), se non facciamo uso della concordanza biblica (interpretando in accordo armonico con il resto della Bibbia se no si rischia di mettere in piedi dottrine farisaiche o di altro genere se non addirittura settarie-vedi i testimoni di Geova-) possono essere guai. Vero è che Dio odia il divorzio (Michea), ma che genere di divorzio? Dobbiamo leggere Michea in contesto. Guardiamo a es. il caso che si è presentato post diaspora in cui il figlio di un sacerdote ha divorziato non certo per motivi gravi ma per sposare la figlia di Samballat il samaritano, che arrivava con una dote cospicua. E' lampante che Dio odia quel genere di divorzio così come ogni altro per motivi  futili. E purtroppo alcune etiche che alla fine finiscono per presentarsi come tradizione consolidata più che dottrine bibliche accomunano in una unico fascio futilità e gravità.  Sappiamo anche che nel caso in cui un uomo in Israele tornasse a casa costantemente ubriaco e iniziasse a prendere a botte i familiari fino a ucciderli la sua fine sarebbe stata la pena di morte. Se qualcuno si comportava in una certa maniera faceva una brutta fine. Per questo in alcuni casi non si parlava di divorzio , es. il fedifrago veniva lapidato lasciando lasciando dietro di sè una persona vedova, ora, anche se viviamo sotto la legge della grazia non significa affatto avallo del crimine e comportarci come ci pare. Anche se dobbiamo mostrare misericordia non significa affatto dover consigliare a una donna (evangelica o cattolica o atea che sia) di rimanere assieme a un marito manesco fin quando la polizia non la trovi  assassinata. Dobbiamo saper leggere anche facendo, ove compatibile, riferimento al Vecchio Testamento, di cui Gesù ha spiegato il vero significato MA NON LO HA ABOLITO. La grazia ha sostituito la legge si, ma se nulla, proprio nulla del Vecchio Testamento può essere nostro referente non dovrebbe neppure far parte della Bibbia, così come gli apocrifi. Stiamo attenti a leggere: quando leggiamo "ciò che Dio ha unito l'uomo non separi" facciamolo con attenzione: Dio non unisce una donna a qualcuno che la riempie di botte tornando a casa ubriaco, frequentando pessime compagnie e quant'altro! Nei paesi musulmani non è Dio che unisce una ragazzina di 13 anni a un uomo di 40 che la maltratta dopo averla sequestrata a scopo di matrimonio (e giuridicamente un matrimonio del genere è nullo in qualunque paese civile e in tal caso nullità legislativa non significa discordanza biblica, anzi facciamo bene attenzione perchè se diciamo che Dio ha unito tali persone corriamo il rischio di mentire nei peggiori modi e forse pure di bestemmiare). Se Gesù ha permesso poi il divorzio e le nuove nozze del coniuge tradito non si può ricamarci sopra affermando che il punto è valido solo durante il fidanzamento (da quando in qua il fidanzamento è più importante del matrimonio? e da quando in qua dunque un fidanzamento vincola al punto da costringere al successivo matrimonio quando non può più proseguire es. perchè il fidanzato/la fidnzata decide per una vita mondana o a non fidanzarsi mai più? dico solo quest'altra per abbreviare altrimenti mi viene fuori una filippica, che il pastore della chiesa che frequento ci insegna che nessuno è obbligato a riprendersi il fedifrago e a non risposarsi -se siamo pratici capiremo che c'è pure il rischio di contrarre una malattia, aids compresa, che il fedifrago si può portare a casa, per non parlare della grossa difficoltà di dividere la camera da letto come se niente fosse, per non parlare di eventuali figli nati da una relazione adulterina -perchè costringere il coniuge innocente ad una famiglia allargata che non ha richiesto?- perchè perdono e riconciliazione non sono sinonimi. il coniuge innocente deve essere lasciato libero e non costretto. perdonare si, è doveroso, ma per riprendere la relazione ogni caso è a sè stante, non si può generalizzare nè prendere una decisione  neppure "perchè la società si aspetta la decisione tal dei tali" . la società e le sue tradizioni spesso hanno fatto danni. Che il Signore ci illumini tutti, dobbiamo chiedere sapienza a Dio. buona domenica nel Signore

Anonymous

Caro fratello,

sono pienamente d'accordo con il tuo intervento, non ho nulla da aggiungere.

Penso che questa discussione sia edificante perchè ha posto l'accento su varie problematiche attuali e ha aperto molti spunti di riflessione. Inoltre, penso che questo sia stato possibile perchè abbiamo esposto la nostra opinione senza pregiudizi, sentito dire, senza prenderla sul personale, ma anzi cercando di essere il più obiettivi possibile.

Penso che sia difficile trattare questo problema nelle Chiese per vari motivi.

1) i più "conservatori ed intransigenti"  cercano di difendere la propria Chiesa dall'invasione del mondo e quindi tenta, mediante ragionamenti biblici stringenti (a volte anche troppo), di non far entrare il diavolo in Chiesa.  Ma la Chiesa non si difende così, a colpi di dottrine e versetti biblici, ma bisogna puntare sulla formazione e sulla responsabilizzazione dei credenti nonchè sulla genuinità e sulla crescita della fede di ognuno (ogni credente dovrebbe farlo da sè e quindi la Chiesa deve essere di supporto e non fare il cavallo che traina la carrozza.

2) Come hai detto anche tu, nelle Chiese ci sono questi casi e allora non si riesce a mettere sù una discussione serena e pacifica perchè qualcuno potrebbe sentirsi preso in causa personalmente. Inoltre, alcuni si portano dietro tradizioni proprie e tutte cose che non centrano nè con la Bibbia e nè sono edificanti. Penso che, se qualcuno si senta con il fucile puntato, sia anche un pò colpa di chi propone queste discussioni, cioè ponendosi dall'alto, da perfetto, da colui che non ha mai sbagliato ed è il prediletto di Dio. E, invece,bisognerebbe discutere tutti allo stesso livello con la consapevolezza che oguno di noi può sbagliare e che, sopratutto, ad ognuno di noi possono capitare situazioni del genere..

 3) Nelle Chiese si inizia a discutere del matrimonio con la pretesa di enunciare una dottrina che, qualsiasi essa sia, pone qualcuno in una situazione di "torto" o "irregolarità" o di "non allineamento".. Errore, a parer, mio non abbiamo fatto noi. Bisogna valutare tutti gli aspetti del caso invece molte volte si segue questo schema : problema matrimonio -> stabilire ciò che è vero e ciò che è falso -> gli evangelici cercano la verità nella Bibbia -> cosa dice la Bibbia? -> enunciazione di una dottrina o di verità.

Come puoi vedere, i passaggi sono troppo stringenti e non lasciano a spazio a considerazioni generali.. il risulto di questo processo è molto simile a un rullo compressore che travolge tutto e tutti senza considerare le singole persone.

Mi fermo qui, mi complimento con la tua Chiesa perchè si vede che "siete avanti", e Vi saluto nel Signore.

Ela

dalla mie letture della Bibbia sul punto (letto e riletto) e susseguenti meditazioni, più commentari cristiani a riguardo, ho finito con il vederla esattamente come te. Divorzio per qualsiasi ragione è ovvio che no e chi segue questa impostazione farebbe prima a rivederla alla luce delle Scritture. Ma la teoria opposta rischia di fare altrettanti danni della prima. E temo che sia seguita perchè oramai fa parte di una tradizione consolidata nelle chiese. Non in tutte, ma mi sembra che tendi a formarsi in ambienti permeati di cattolicesimo, ove con la conversione al vangelo la tendenza è abbandonarne la dottrina ma a mantenerne la bioetica. Non a caso nei paesi ove il cattolicesimo non ha mai messo radici come nel sud dell'Europa non si tende ad ascoltare che Dio non permette divorzio e nuove nozze in alcun caso, come accade di sentire tra chi, pur convertito, proviene da un background cattolico. Quantomeno è così in linea di massima, senza voler fare di tutta l'erba un fascio. Per non parlare poi della necessità di dover distinguere, nel tema matrimonio, le situazioni comuni, sul punto, da quelle che fuoriescono dall'"ordinaria amministrazione". Senza dilungarmi, dovremmo essere in grado di guardare ben al di fuori del nostro orticello per guardare le realtà ove si trovano apputo gli avvenimenti che fuoriescono dall'ordinario, che basti saper leggere la Bibbia con una lettura che vada oltre la superficie per trovarli. Punti da non sottovalutare. Non aggiungo altro per ora altrimenti mi verrebbe fuori una filippica di quelle infinite, ma posso dire di essere contenta di trovare persone credenti non legate nè a una impostazione troppo liberale nè a una troppo farisaica. Sia l'una che l'altra fanno danni incalcolabili. Infine neppure io intendo avere la presunzione di dire l'ultima parola a riguardo, l'ultima parola è del Signore.  Che Dio ci illumini tutti

alex

Ciao Ela, condivido pienamente la tua esposizione, giustamente cauta e, comunque, sobria. Un pò come cerca di essere il libro stesso..

Il pericolo esiste, infatti potremmo rinchiuderci in una ortodossia senza compromessi rischiando di ignorare casi come: violenza fisica, soppruso, schiavitù, pedofilia e temi simili.... Da l'altra, però, oggi la maggior parte dei matrimoni finiscono per noia o perchè "non ti amo più"...

E, quindi, abbandonando la volontà del Signore, in fondo, per nostri capricci o pruriti, insomma il peccato. E parlaimo di realtà in seno alle nostre comunità!

Davvero le chiese hanno bisogno di molta sagezza spirituale per discepolare, accompagnare, sostenere le famiglie in un mutuo soccorso spirituale, sopratutto in questi tempi in cui tutto si sta addormentando e non si riconosce più dove inizia la chiesa o il mondo...

Teniamo duro, restiamo alla croce.
Sopportiamo, amiamo, crediamo. Lasceremo tutto qui, non porteremo nulla con noi se non i tesori che durano per sempre, spesso frutto di sacrifici e sopportazioni, per amore del Signore, anche quando dobbiamo far morire una parte di noi.

Benedizioni da Gesù, il vincitore!
https://www.evangelici.info/fireproof-mai-lasciare-indietro-il-tuo-comp…

 

Ela

grazie Alex Gio, effettivamente quando ho accennato alla necessità dell' "uscita dal nostro orticello" (se non ricordo male mi sembra di averlo scritto perchè è un'esperessione che ritengo appropriata per spiegare quanto segue), che poi, a beneficio di ogni lettore vorrei sottolineare che non vuole minimamente trattarsi di un'espressione offensiva, intendevo riferirmi ad una dimenticanza che mi sembra di aver notato più spesso di quanto desiderassi: per quanto riguarda l'etica sul matrimonio si tende a considerare, per quel che ho potuto capire e/o constatare, unicamente quel che accade all'interno del nostro orticello, ove per orticello intendo la realtà comunissima dei nostri paesi occidentali, vale a dire continente europeo e continente americano, ma anche Australia e Nuova Zelanda, ove certamente non accadono gli scempi dei paesi africani e asiatici. E tali dimenticanze non posso considerarle colpevoli (non voglio puntare il dito contro nessuno che sia in assoluta buona fede) perchè sono il frutto dei contatti con l'ambiente in cui si vive in cui le aberrazioni che accadono oltreconfine non le abbiamo quotidianamente sotto i nostri occhi, perciò è normale considerare il nostro tipico caso della coppia che si lascia per capriccio. Perchè questo avviene appunto nei paesi occidentali. Ma il mondo è sempre più globalizzato e personalmente non riesco a ignorare le notizie che arrivano da fuori (ma anche sempre più da dentro). Prendiamo il caso dei paesi musulmani in cui costringono una ragazzina a sposare un vecchio manesco con la forza. Nei nostri paesi occidentali, senza fare di tutta l'erba un fascio, non si accenna a tali problematiche. Che prima o poi si presenteranno al pastore/predicatore di turno che magari fa parte dell'ala conservatrice "divorzio in nessun caso -oppure forse si  ma men che mai nuove nozze-". Che a seconda del consiglio che darà potrebbe causare danni incalcolabili. E questo mi preoccupa non poco. Secondo il diritto un caso del genere configura niente meno se non un matrimonio NULLO. Non annullabile, ma nullo ex tunc. E può finanche configurare il reato di riduzione in schiavitù. E per quanto si possa rispondere che il diritto degli uomini non sempre corrisponde al diritto emanato da Dio, se andiamo a scavare nella Bibbia non troveremo un'apologia dei maltrattamenti. E per giunta sappiamo che Gesù non venne certamente a istituire nuove schiavitù. Se non stiamo attenti a come interpretiamo la Bibbia, possiamo cacciarci in un mare di guai, il che vale per me come per tutti. Anche per questo in un passo di Giacomo c'è scritto che qualcuno di noi manca di sapienza la chieda a Dio, che non la rifiuterà. Per cui non dimentichiamo di chiedere che il Signore ci illumini. Dio ti benedica

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