Per ogni persona c’è, ogni giorno, un motivo di lamentela. C’è chi si lamenta perché piove e non può stendere i panni, chi si lamenta perché non piove e le coltivazioni si rovinano, c’è chi si lamenta perché fa freddo, chi perché fa caldo, insomma ognuno ha sempre un buon motivo per lamentarsi. Viviamo sempre un po’ scontenti, o almeno non pienamente soddisfatti. Siamo come i bambini con il giocattolo nuovo, la gioia della novità dura cinque minuti.
 
Forse sarà perché non ci rendiamo conto di ciò che abbiamo, o forse perché ci manca la cosa più importante, e abbiamo paura che per ottenerla dobbiamo rinunciare a troppe altre cose.
 
Siamo un po’ come il giovane ricco che andò da Gesù a mostrare il suo zelo, domandandogli cosa doveva fare per avere la vita eterna (Mt 19:16-21): “Ed ecco, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro buono, che devo fare di buono per avere la vita eterna?». Ed egli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non uno solo, cioè: Dio. Ora, se tu vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Egli gli disse: «Quali?». Gesù allora disse: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, onora tuo padre e tua madre e ama il tuo prossimo come te stesso». Quel giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza; che mi manca ancora?». Gesù gli disse: «Se vuoi essere perfetto, va', vendi ciò che hai, dallo ai poveri e tu avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi»”: e quando Gesù gli rispose che doveva abbandonare i suoi beni e seguirlo, preferì rimanere con le sue certe ricchezze che fidarsi del Signore. Guardiamo e impariamo da Davide che mise la sua vita nelle mani di Dio e poté dire (Salmo 23:1) : Il Signore è il mio pastore: nulla mi manca”.
 
Davide comprese la cosa più importante per l’uomo: stare con il Dio Creatore non ci fa mancare nulla e quindi non avremo niente di cui lamentarci. Pensate ai primi martiri cristiani che venivano dilaniati dai leoni nel Colosseo; ci sono testimonianze storiche che riferiscono che andavano incontro alle belve cantando inni di lode a Dio.
 
Riflettiamo profondamente, possibilmente senza “lamentele”. Chi ha orecchi per udire, oda,
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Gianfry1

Spero che Dio rischiari totalmente il mio cuore e la mia mente. Ultimamente so solo lamentarmi, forse ne avrò motivo umanamente parlando, ma cristianamente penso proprio di no. Confido nell'eterno affinchè mi dia intendimento in merito, solo lui può trasformare le persone. Il mondo dice: se nasci quadro non potrai morire tondo, per Dio tutto è possibile, allora chiedo "Gesù trasformami , solo tu puoi farlo, la tua parole in Matteo <20:32> dice: <Che volete io vi faccia?>, fammi simile a te, un  tuo imitatore o mio signore"
Inviato da alex il

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