La parola di Dio è stata sempre attaccata in passato come nel presente. L'avversario delle nostre anime ha sempre tentato, sia servendosi della persecuzione, sia con false teorie come la cosiddetta "critica biblica", di distruggere la sacra Bibbia. Persino durante l'antico Israele, inducendo parte del popolo di Dio all'apostasia, cercava con ogni sforzo di distruggere il testo sacro. Ancora oggi, la sua tattica non è cambiata, egli tenta di instillare nella mente degli incauti che le Sacre Scritture sono adulterate e amputate al punto che interi libri canonici le sarebbero stati tolti lungo l'arco dei secoli. Sappiamo però, grazie a documenti storici attendibili, senza contare poi di come Iddio stesso ha sicuramente protetto la sua Parola (e di questo siamo sicuri), che la verità è un'altra. Innanzitutto incominceremo ad elencare varie testimonianze, scritti autorevoli, i quali senza paura di smentite, confermano di come sia giusto avere piena fiducia sull'integrità della Bibbia.
Innegabile è costatare che il Vecchio Testamento oggi in nostro possesso, definito anche testo massoretico perché frutto del lavoro di rabbini chiamati appunto massoreti, sia già di per se un'opera straordinaria. Questi copisti israeliti vissuti tra il quinto e il decimo secolo selezionarono con dovizia di particolari i manoscritti più fedeli ed attendibili, e con puntigliosa precisione iniziarono il lavoro di copiatura prestando attenzione al minimo errore, al punto da conteggiare ogni piccola sillaba e addirittura tutte le lettere degli stessi manoscritti in loro possesso. Non c'è ombra di dubbio che questi rabbini fecero di tutto affinché il vecchio testamento in ebraico fosse veramente integro e conservasse pura, intatta e senza la pur minima corruzione, la Parola di Dio. Come se ciò non bastasse, altri documenti delle scritture ebraiche, molto più antiche dello stesso testo massoretico, la cui completa stesura risale al decimo secolo circa, non fanno che confermare la fedeltà di quest'ultimo. 

 

Ora n'elencherò alcuni.

MANOSCRITTI DEL MAR MORTO. Poco dopo la fine della seconda guerra mondiale e precisamente nel 1947, furono scoperti vicino alla città di Gerico, dei rotoli d'inestimabile valore. Questi manoscritti ebraici contenevano molti testi, diversi dei quali erano inclusi nel canone dei 39 libri ispirati del Vecchio Testamento, altri invece erano apocrifi. Paragonando questi documenti, a cominciare dal libro d'Isaia, in perfetto stato di conservazione, con le scritture ebraiche oggi in nostro possesso (testo massoretico), non hanno fatto che confermare la fedeltà di quest'ultimo e il risultato straordinario del lavoro di copiatura rabbinica.

IL PENTATEUCO SAMARITANO. Innanzi tutto questo rotolo porta tale nome perché appunto contiene solamente i primi cinque libri che formano la legge di Mosé. Questa versione è molto antica, infatti, risale a circa quattro secoli prima della nascita di Cristo. Paragonando tale versione con il rotolo massoretico, abbiamo un'ulteriore conferma della sua purezza.

LA BIBBIA DEI SETTANTA. Questo documento non è altro che la traduzione in greco di tutte le scritture ebraiche risalente addirittura al secondo secolo avanti Cristo. Essendo solo una traduzione, vista in ogni modo la sua antichità, è stata molto utile usarla come pietra di paragone, o meglio di confronto, con il rotolo massoretico (Vecchio Testamento), il quale anche questa volta ha superato ampiamente l'esame confermandosi incorrotto e attendibile.
Tenendo conto dei fatti mostrati, possiamo dire senza paura di smentite che il Vecchio Testamento (o testo massoretico) oggi in nostro possesso, a parte qualche discrepanza marginale dovuta a trascurabili errori di copisti, è lo stesso delle origini. Ora passerò a descrivere com'ed in che modo sono stati trasmessi a noi i 27 libri delle scritture cristiane. Per quanto riguarda il Nuovo Testamento, ci sono decine di migliaia di manoscritti in greco e latino per non parlare delle citazioni in greco fatte dai padri della chiesa che possono confermare la piena integrità dei ventisette libri che compongono le scritture cristiane. Addirittura alcuni di questi testi risalgono all'inizio del secondo secolo.
Elencherò ora alcuni dei più importanti, mediante i quali si è potuto verificare di come i vangeli, gli atti e le lettere degli apostoli e l'apocalisse di Giovanni sono arrivati a noi incorrotti. Il codice Alessandrino. Questo testo risale al quinto secolo dopo Cristo. In esso è incluso quasi tutto il nuovo testamento, oltre all'antico. Il Codice Sinattico. Esso contiene tutto il nuovo testamento e risale al quarto secolo dopo Cristo.

Il Codice Vaticano. Tale testo è del quarto secolo.

Di fronte a questi fatti, a tali testimonianze, le quali non fanno che DIMOSTRARE la piena attendibilità della Bibbia oggi in nostro possesso, non possiamo far altro che ringraziare il Signore per aver protetto la sua Parola durante l'arco di millenni, nonostante gli innumerevoli tentativi di distruggerla da parte di tanti uomini scellerati e apostati presenti siano tra il popolo ebreo che quel cristiano. Altra idea da confutare riguarda la corruzione del canone. Secondo tale tesi, non pochi libri canonici sarebbero andati interamente distrutti e perduti. Vedremo che non è così. Articolerò le mie domande e risposte nei seguenti punti.

DOMANDE.

1) Qual è il significato della parola canone?

2) Come si determina il canone?

3) Gli ebrei potevano stabilire senza pericolo d'errori il canone del Vecchio Testamento?

4) Apocrifi delle scritture ebraiche.

 

RISPOSTE.

1) Il termine "CANONE" ha origine dal greco, e il suo significato è: "Riga che serve per misurare". Tale parola è utilizzata anche nel nuovo testamento ed in particolar modo per indicare i limiti dell'apostolato di San Paolo 2 Cor.10,13.15-16; ed anche per indicare il limite della dottrina cristiana la quale non può essere oltrepassato, insegnando eresie.

2) Per sapere con sicurezza se un libro biblico è canonico, in altre parole Parola di Dio, esso deve essere ispirato. Difatti lo sono tutti i 39 libri che formano la Bibbia ebraica. Il Signore stesso rende i suoi servi capaci di discernere se un libro viene da lui o meno, o se contiene realmente il suo messaggio. A questo riguardo sono molto interessanti le parole di Gesù in Giovanni 10,3-4: "A lui apre il portinaio, e le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori. Quando ha messo fuori tutte le sue pecore, va davanti a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce". Si. Coloro che appartengono a Dio, riconoscono, capiscono se è lui a parlare, sia dal suono della sua voce, sia dal contenuto delle sue parole.

3) Il Signore ha reso gli ebrei fedeli in grado di distinguere i libri ispirati o canonici, da quelli che non lo erano. In Romani capitolo 3, verso 2 è scritto: "Grande in ogni maniera; prima di tutto perché gli oracoli di Dio furono affidati a loro" (Nuova Diodati). E' vero che durante la storia d'Israele ci sono stati molti periodi d'apostasia, ma anche nelle situazioni peggiori, Jahveh ha avuto sempre un rimanente che gli è rimasto ubbidiente. Si legga nelle scritture ciò che successe durante il regno d'Acab e in particolare soffermiamoci su 1 Re 19,18. Al vero Israele Iddio ha dato le sue rivelazioni veterotestamentarie come afferma anche Romani 9,4: "Essi sono Israeliti, Dio li ha scelti come figli e a essi ha manifestato la sua gloriosa presenza. Con loro, Dio ha concluso i suoi patti e a loro ha dato la *legge, il culto e le promesse." Parola del Signore". E' ovvio che l'Onnipotente diede loro pure l'illuminazione e la forza necessaria per discernere e proteggere gli scritti sacri senza aggiungere ad essi nulla di non ispirato, selezionando con dovizia i libri ispirati da quelli apocrifi fino a metterne insieme 39 i quali poi costituiscono il testo massoretico. In caso contrario l'Eterno non avrebbe mai affidato loro i suoi "oracoli", sapendo che poi li avrebbero danneggiati, adulterati e amputati gravemente. Un'ulteriore prova della piena attendibilità del Vecchio testamento ha due importanti discorsi d'autorevoli ebrei del I secolo, quella dello storico ebreo Giuseppe del primo secolo dopo Cristo nella sua opera: Contro Apione 1,8; e la testimonianza di Filone vissuto al tempo degli apostoli, scritta in Eusebio, Preparazione Evangelica 6,6.

4) La maggior parte dei libri apocrifi del Vecchio Testamento, sono inseriti nella traduzione greca del Vecchio Testamento dei "SETTANTA". Ora li elenchiamo:
1 e due Maccabei, Tobia, Giuditta, Baruc, Ecclesiastico o Siracide e Sapienza, più delle aggiunte apocrife a libri ispirati, come: aggiunte ad Ester, Lettera di Geremia, aggiunte a Daniele (preghiera d'Azaria, il cantico dei tre giovani, Susanna e i due giudici e Bel ed il drago). La Chiesa romana erroneamente considera tali scritture ispirate classificandole fra i deuterocanonici ed inserendoli nel "suo canone", contraddicendo non solo gli ebrei, ma anche il pensiero di molti "Padri della Chiesa" (cristiani autorevoli vissuti agl'inizi del cristianesimo). Ora n'elencheremo diversi. Gregorio Nazianzeno, Atanasio, Ilario di Poitiers, Cirillo di Gerusalemme, Gregorio Magno, il quale secondo la chiesa di Roma è stato papa, ecc. Tutti questi "padri" considerano i "deuterocanonici" non ispirati: In modo particolare, ha grande importanza l'opinione di Girolamo. Questi nel Prologus a Graziano afferma che bisogna accettare come scrittura ispirata solo i libri che formano il canone palestinese, ossia i 39 delle scritture ebraiche, senza i deuterocanonici per non parlare anche di tutti gli altri apocrifi presenti nella Bibbia dei settanta e no. L'elenco potrebbe continuare.
La "SETTANTA" include anche altri libri apocrifi. III e IV Esdra, III e IV Maccabei, le odi e i salmi di Salomone e la preghiera di Manasse. Altre scritture classificate dagli "amministratori degli oracoli di Dio" (leggi risposta n°3) come non ispirate, a parte pochi versetti di alcune d'esse inseriti nella Bibbia e che non si trovano nella Settanta ma menzionati dalla stessa Parola di Dio sono: Il Libro delle Guerre dell'Eterno (Num.21: 14), le Memorie del profeta Iddio (2 Cr.13:22), il Libro di Hozai (2 Cr. 33,19), il Libro del Giusto (Gios.10,13; 2 Sam:1:18), da Laodicea (Col:4:16), il Libro di Nathan il profeta (2 Cr. 9,29), gli Atti di Salomone (1 Re 11:41), il Libro di Samuele il veggente (1 Cr.29:29), il Libro di Nathan il profeta (2 Cr. 9:29), agli Efesini (Ef. 3:3); il Libro del patto (Es.24:7) le Storie del profeta Shemaiah (2 Cr.12,15), , la Storia di Jehu (2 Cr. 20,34), il Libro d'Enoc (Giuda 1,14), epistole ai Corinzi (1 Cor:5:9), e di Giuda (Giuda 3). Veramente dobbiamo ringraziare Jahveh, il quale non ha permesso che questi ed altri rotoli apocrifi fossero aggiunti a quelli canonici.

 

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