E' di questi giorni la notizia, molto discussa, di voler trasferire l'ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Si parla di Stati Uniti, come ampiamente risaputo, e in particolare delle disposizioni del presidente Trump. La curiosità è che nella disinformazione in cui viviamo, sembra un paradosso per i nostri tempi, molti credono che gli USA abbiano deciso, in questo modo, di fare di Gerusalemme la capitale d'Israele. Non è così. Gerusalemme è la capitale d'Israele, li vi si riunisce il parlamento nell'unica democrazia di quei luoghi.

Quindi si tratta del riconoscimento di un fatto già in atto. Questo ha scatenato le ire dei nemici storici d'Israele. Purtroppo le considerazioni che essi sviluppano trovano molto eco anche in occidente che, spesso, dimentica con chi confina Israele, e le problematiche che affrontano gli ebrei. Solo quando si ripetono in Europa fatti tragici con cui quotidianamente Israele vive  ci ritroviamo, per un tempo, a comprendere e condividere il dolore e la preoccupazione di atti terroristici in mezzo alla nostra gente.

Ed ecco le decisioni dell'ONU, che sembrano susseguirsi, contrarie ad Israele. Così oggi l’Assemblea generale dell'Onu ha approvato a larghissima maggioranza la risoluzione presentata da Yemen e Turchia che condanna il riconoscimento di Gerusalemme capitale di Israele da parte dell'amministrazione Trump. La risoluzione e' passata con 128 voti a favore, 9 contro e 35 astensioni (GA/11982).

"Questo voto finirà nel secchio della spazzatura della storia": così il rappresentante israeliano ha criticato parlando all'Assemblea generale dell'Onu la risoluzione che condanna la decisione degli Usa.

"Israele rigetta del tutto questa risoluzione assurda. Gerusalemme è la nostra capitale e sempre lo sarà". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu aggiungendo di "apprezzare il crescente numero di Paesi che hanno rifiutato di partecipare a questo teatro dell'assurdo". "Ringrazio Trump e l'ambasciatrice Haley - ha concluso - per la forte difesa di Israele e della verità".

"La casa delle bugie": così Netanyahu aveva definito l'Onu. "La città - ha spiegato parlando all'inaugurazione di un ospedale nel sud di Israele - è la capitale di Israele, che l'Onu la riconosca o noCi sono voluti 70 anni prima che gli Usa la riconoscessero come tale, e ci vorranno anni anche per l'Onu". Netanyahu ha quindi ribadito che altri Stati riconosceranno Gerusalemme capitale del paese.

Sul tabellone di conteggio dei voti si legge che hanno votato contro la risoluzione, tra gli altri, Guatemala, Honduras, Israele e Usa. Tra gli astenuti ci sono Argentina, Australia, Benin, Butan, Bosnia-Erzegovina, Canada, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Messico, Paraguay, Polonia, Romania, Sud Sudan. Anche l’Italia ha votato a favore.

Ma sono stati interpellati gli italiani?
Dissento davanti agli uomi e davanti al cielo per questa decisione.
Dio benedica Gerusalemme!

Si veda:

alex

Come ampiamente divulgato ci sono stati, purtroppo, circa 50 morti nella giornata in cui, in piena democratica autonomia (cosa unica in quelle terre), Israele si preparava all'inaugurazione dell'ambasciata USA trasferita a Gerusalemme. Molte le accuse che si levano nei confronti del governo ebraico. Di seguito alcune testimoinanze che spiegano perchè ci siano stati così tanti morti e le vere responsabilità



Gaza, ecco il documento di Hamas che chiama alla guerra: «Rapite gli israeliani»

«Se ne avrete la possibilità, ricordate che rapire un soldato o un cittadino israeliano è molto meglio che ucciderlo». Questo è uno dei passaggi contenuti in un post Facebook (foto qui sotto) pubblicato da Hamas la sera prima dei violenti scontri di lunedì (durante i quali sono morte almeno 55 persone), organizzati per protestare contro l’inaugurazione dell’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme. Il documento, condiviso da decine di persone, è una sorta di vademecum per i palestinesi che avrebbero dovuto prendere parte alla rivolta sul confine della Striscia di Gaza.

Secondo il gruppo islamista lo Stato ebraico è terrorizzato dalla possibilità di veder scomparire dei propri cittadini perché «sa che i rapitori a quel punto possono decidere e chiedere tutto quello che vogliono». Nel post si invitano i manifestanti a portare coltelli e armi, nascondendoli sotto i vestiti; Hamas chiede poi agli abitanti della Striscia  di dare la caccia ai cecchini israeliani, segnalandone bene la posizione per «pianificare successive azioni contro di loro». Nel documento si fa anche riferimento alla possibilità di mettere in campo dei bulldozer, da utilizzare  per sfondare le difese israeliane lungo il confine. In realtà questi mezzi, almeno durante gli scontri di lunedì, non si sono visti. Ma l’intelligence dello Stato ebraico ritiene che possano essere utilizzati oggi durante le nuove proteste organizzate per quella che i palestinesi chiamano Nakba (la catastrofe) data che ricorda la fondazione dello stato di Israele.

Da questo post, dunque, emergono chiaramente quelle che erano le intenzioni di Hamas alla vigilia dell’inaugurazione dell’ambasciata Usa: armarsi, sfondare il confine con i bulldozer e cercare di rapire qualche cittadino israeliano da scambiare poi con dei prigionieri palestinesi. Il documento rassicura anche i partecipanti alla rivolta: «Non vi preoccupate di essere feriti o uccisi, ci prenderemo cura di voi grazie a dei team di medici». Poi la chiusura: «Il vostro compito è stare sul campo e seguire le istruzioni».

«JIHAD CONTRO ISRAELE»
Intanto ieri il capo di al Qaeda, Ayman al Zawahiri, ha invocato la jihad contro Usa e Israele e invitato i musulmani a prendere le armi, in un video intitolato «Tel Aviv è anche una terra di musulmani» di cui dà notizia il Site Group, specializzato nel monitorare siti web legati al terrorismo. Spostando l'ambasciata Usa a Gerusalemme, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump «ha svelato il vero volto della moderna crociata - afferma al Zawahiri -. Con lui non funziona la pacificazione ma solo la resistenza tramite la jihad».

15 maggio 2018 - Fonte: ilmessaggero.it


UN SOLDATO ISRAELIANO SCRIVE E TESTIMONIA

Dedicato alla stampa francese....
ma quella italiana ugualmente :

“Sono appena tornato alla base per dormire un po’. Sono disgustato da quanto letto dai media francesi e da certi articoli.
Oggi io c’ero, ero lì alla barriera al confine con Gaza e ho visto tutto.
Ho visto i palestinesi manifestare “ pacificamente “. Li ho visti gettare pietre con le fionde. Ho visto bambini di dieci anni in mezzo al fumo causato da pneumatici bruciati.
Ho visto persone in mezzo al fumo ed al gas, che volevano essere ferite per potermi accusare. Ho visto un uomo che poteva essere mio nonno, forse 80 anni, spingere donne e bambini verso la barriera con le pietre, nella speranza che uno di loro venisse ucciso.
Ho visto migliaia di palestinesi, l’odio negli occhi, cercare di attraversare la barriera nella speranza di rapirmi.
Nella speranza di riuscire a compiere un attentato in una delle città dietro di me. Ho visto un palestinese cercare di spararmi con un kalashnikov, ho visto palestinesi trasportare esplosivi, ordigni molotov con oggetti infuocati per raggiungermi . Li ho visti avvicinarsi ai civili ed incendiare la terra.
Io prima di tutto ciò li avevo avvertiti. Ho mandato volantini ed avvertimenti in tutta Gaza per dire di non avvicinarsi , ho mandato registrazioni in arabo per chiedere di non farlo ma loro lo hanno fatto comunque. Peggio ancora, hanno mandato avanti donne e bambini,e dopo tutto ciò, sono loro che manifestano “pacificamente” e sono io il " terrorista "
Vergogna alla stampa francese complice del terrorismo.
Un soldato Israeliano. (da L.S)
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N.B. Non mi mandate più propaganda vittimista, prima verificate come stanno davvero le cose (A.D.)

alex

Tratto dalla rivista Ebenezer: "Inverno 2018: un avvenimento storico, miracoloso e profetico" qui la rivista sfogliabile on-line - Dichiarazione di Ebenezer Operazione Esodo riguardante l'adozione della proposta di risoluzione "Gerusalemme" da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 30 Novembre 2017
Per amor di Sion io non tacerò, per amor di Gerusalemme io non mi darò posa, finché la sua giustizia non spunti come l'aurora, la sua salvezza come una fiaccola fiammeggiante. Isaia 62:1

Noi, Consiglio Internazionale di Ebenezer Operazione Esodo, insieme ai collaboratori e ai volontari di Ebenezer in oltre 55 nazioni del mondo, non accettiamo la proposta di risoluzione "Gerusalemme" (documento A/72/L.11) adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 30 Novembre 2017 (GA/11982).
Il testo della risoluzione dichiara falsamente che ogni azione da parte di Israele, definito in modo pregiudizievole 'potenza occupante', allo scopo di imporre le sue leggi, la sua giurisdizione e la sua amministrazione sulla Città Santa di Gerusalemme, è illegale e pertanto deve essere invalidata.
Noi ci opponiamo e condanniamo fermamente questa risoluzione riguardante Gerusalemme. Israele non è la potenza occupante, ma il legittimo proprietario di Gerusalemme, in quanto sua capitale.


Questa risoluzione è anche in linea con altre risoluzioni adottate dall' UNESCO e dall' UNGA (Assemblea Generale delle Nazioni Unite) che negano lo storico legame degli ebrei con Gerusalemme. Facendo ciò, le Nazioni Unite, le sue agenzie, e la grande maggioranza delle nazioni, persistono nel trattare in maniera ingiusta ed iniqua Israele, una nazione libera e democratica basata sullo stato di diritto. È inappropriato per le Nazioni Unite, fondate sull'ideale che tutte le nazioni debbano essere trattate equamente, rendere un singolo Stato Membro oggetto di un simile, ingiusto trattamento. Sia le Leggi internazionali, legalmente vincolanti, che la Bibbia (fonte di tutto il divino potere legislativo, divinamente ispirata, infallibile e pienamente sufficiente in ogni questione di credo e di condotta) assegnano ad Israele e al popolo ebraico il diritto di esistere nella loro antica Terra. Pertanto, da un punto di vista internazionale, Israele soddisfa tutti i requisiti fondamentali per essere uno Stato legittimo. Israele può, come ogni nazione sovrana, ai sensi della legge internazionale e doganale, scegliere la propria capitale.

Dal 1950, Gerusalemme è stata la capitale de facto del moderno Stato di Israele con le residenze ufficiali del Presidente e del Primo Ministro, la sede del governo, la Knesset e la Corte Suprema. Nel 1967, durante la guerra dei sei giorni, Israele acquisisce il controllo dell'intera città. Nel 1980, la Knesset ha dichiarato che "Gerusalemme, completa e unita, è la capitale di Israele."
Tre settimane dopo, il Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite decise che tale legge non aveva valore giuridico e doveva essere invalidata. Tredici nazioni trasferirono le rispettive ambasciate da Gerusalemme a Tel Aviv. Nello stesso anno, venne stabilita a Gerusalemme l'Ambasciata Cristiana Internazionale come segno profetico.

L'unico periodo di divisione della città di Gerusalemme, è stato dall'occupazione di Gerusalemme est da parte della Giordania durante la guerra d'indipendenza di Israele nel 1948, fino alla guerra dei sei giorni nel 1967, per 19 anni. Durante quel periodo, tutti gli ebrei furono uccisi o espulsi da Gerusalemme est compresa la Città Vecchia, a nessun ebreo fu permesso di visitare i luoghi sacri ebraici, e tutte le sinagoghe del Quartiere Ebraico della Città Vecchia furono distrutte o profanate. Per contro,  nella Gerusalemme sotto il controllo israeliano, i siti religiosi sono stati accessibili a musulmani, cristiani ed ebrei negli ultimi cinquant'anni.

Noi crediamo che il Dio vivente, l'unico vero Dio, il Creatore del cielo e della terra, abbia scelto il popolo ebraico, che abbia dato loroun posto speciale tra tutti i popoli, e che li ami (Deuteronomio 7:6-8). Tramite i Suoi patti con il popolo ebraico, Egli ha dato loro la terra di Israele, compresa Gerusalemme nella sua totalità, come loro terra promessa. Pertanto, noi riconosciamo il diritto del popolo ebraico di ritornare in Israele e di vivere in Israele, compresa Gerusalemme nella sua interezza, in accordo con la Bibbia.

Gerusalemme è unica, perché è la sola città del mondo che Dio ha reclamato per Sé stesso (Salmo 132:13-18), l'unico lotto immobiliare il cui atto di proprietà è la Bibbia stessa. Il nome Gerusalemme apparve per la prima volta nella Bibbia (in cui è menzionato 881 volte, mentre non esiste alcun riferimento a Gerusalemme nel Corano islamico). Il Signore dice: "lo provo una gran gelosia per Gerusalemme e per Sion" (Zaccaria 1 :14).

DIO stesso ha scelto e proclamato Gerusalemme come capitale del regno ebraico tremila anni fa. È stato il luogo da cui il re Davide ha regnato per trentatré anni (1003-970 a.C.). "Ho scelto Gerusalemme perché il mio nome vi dimori, e ho scelto Davide per regnare sul mio popolo Israele" (2 Cronache 6:6). "Così parla il SIGNORE: 'lo torno a Sion e abiterò in mezzo a Gerusalemme"' (Zaccaria 8:3).

Benché nel corso dei secoli sia stata occupata da numerosi imperi stranieri, nessun'altra nazione ha fatto di Gerusalemme la sua capitale, eccetto il popolo ebraico, l'unico popolo che ha bramato Gerusalemme, l'ha desiderata e ha cantato per lei. Il popolo ebraico non ha mai dimenticato Gerusalemme. Essa è l'aspirazione di ogni ebreo nel mondo. "Alzatevi, saliamo a Sion, al SIGNORE, nostro Dio" (Geremia 31 :6).

 

NOI DICHIARIAMO:
1. Prima di tutto, in base alle prove schiaccianti delle Sacre Scritture, che il moderno Stato di Israele è il compimento della profezia biblica riguardante l'adunamento degli esiliati, che vengono stabiliti nella Terra data loro da Dio, in accordo con i piani del SIGNORE Dio di Israele, in anticipazione della rivelazione della venuta del Messia. Pertanto, è Dio stesso che concede al popolo ebraico il diritto di vivere e prosperare in Israele, compresa Gerusalemme  nella sua interezza (Ezechiele capitoli 36 e 37; Isaia 11 :11-12).
2. Il patto di Dio con Abraamo e i suoi discendenti, come espresso in Genesi 12:3, implica che i popoli e le nazioni che benedicono Israele, saranno a loro volta benedetti da Dio, e  i popoli e le nazioni che maledicono Israele, saranno maledetti da Dio. Dio dà un severo avvertimento ad ogni nazione che va contro Gerusalemme, in Zaccaria 12:1-9.
3. Gerusalemme, completa e unita, è la capitale di Israele per sempre. Dio dà un severo  avvertimento, in Gioele 3:1-2 e 16-21, ad ogni nazione o popolo che cerca di dividere Gerusalemme o Israele, o disperdere il popolo ebraico dal suo posto legittimo.

 

PERTANTO SOLLECITIAMO tutte le nazioni della terra, e i loro governi, a sostenere l'incontestabile diritto di Israele di esistere nella terra che Dio gli ha dato, e il suo diritto di avere Gerusalemme  come propria capitale, completa e unita, per sempre. Il Signore Dio di Israele è fedele e proteggerà il Suo popolo. Tuttavia, noi non resteremo in  silenzio riguardo alle false e ingiuste asserzioni della proposta di risoluzione "Gerusalemme" adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 30 Novembre 2017.
La presente dichiarazione vuole riaffermare il nostro profondo coinvolgimento nella difesa della visione biblica di Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele.

Noi siamo con Israele!
 

La chiamata per Israele
"Per amore di Sion io non tacerò, e per amore di Gerusalemme, non mi darò riposo finché la sua giustizia non spunti come l'aurora e la sua salvezza come una fiaccola ardente." Isaia 62:1
Questo versetto contraddistingue una delle chiamate fondamentali che il Signore ci chiede di avere, ovvero l'amore per la sua città Gerusalemme e per il suo popolo eletto. Tale amore è cresciuto in me sin da giovane (quando ancora non vi era nelle chiese una così fitta presenza di libri e informazioni in merito) grazie alla mia famiglia e alle chiese che ho frequentato che, fedeli alla Parola del Signore, avevano già una forte inclinazione a seguire le notizie su Israele e ad approfondire questo tema dal punto di vista biblico.

Negli ultimi tempi poi, dopo aver avuto l'occasione di visitare diverse volte 'il paese splendido', Israele, mi sono dedicato molto ad approfondire la sua conoscenza sotto tutti i punti di vista, quello biblico in particolare. Infine, la chiamata ad essere attivo per il suo popolo è arrivata in Ebenezer, dove grazie al Signore posso mettere in pratica i doni e usare i talenti che lui mi ha dato al suo servizio e al servizio del popolo ebraico. Insieme, ci adopereremo per vedere le parole di Isaia adempiersi sotto i nostri occhi.
Marco Pace
Coordinatore Nazionale Ebenezer Italia

 

Il nostro impegno per Sion
Cari lettori di Operazione Esodo, in questo nuovo numero vi presentiamo il documento ufficiale diffuso da Ebenezer in risposta alla recente risoluzione ONU sullo status di Gerusalemme. Crediamo che questa dichiarazione rispecchi e rappresenti il pensiero di chiunque ama Gerusalemme (Salmo 102:14; Isaia 66:10) e ribadisca l'impegno comune per la difesa del pensiero biblico sul suo status di capitale dello stato di Israele. Ogni qualvolta un olè chadash (nuovo immigrato) compie la sua aliya (comunemente intesa come anelito a Sion) dichiara la sua propria appartenenza a Israele come patria e a Gerusalemme sua legittima capitale. Ecco perché chi si impegna per la 'salita' del popolo ebraico in terra promessa, si impegna anche per la difesa di questo diritto inalienabile. Colgo l'occasione per segnalarvi che Marco Pace è stato incaricato nuovo Coordinatore Nazionale di Ebenezer Italia, il quale, assieme al comitato, darà continuità al lavoro fin qui svolto a favore della causa dell'a/iya dall'Italia.
Gian Luca Moretti
Membro del Consiglio Internazionale di Ebenezer

alex

Ancorché il voto di ieri all'Assemblea generale delle Nazioni Unite di condanna alla decisione statunitense di spostare l'ambasciata Usa a Gerusalemme capitale (che tale era e tale rimane) non sia un fulmine a ciel sereno, sorprendono invece i numeri di chi non l'ha condivisa: 21 Paesi assenti, 35 astenuti e 12 contrari; 128 Paesi favorevoli alla condanna, tra cui l'Italia ovviamente, che essendo stata sovente dalla parte sbagliata della storia, non ha voluto rinunciare alle tradizioni.
   Tra i nuovi astenuti rispetto al passato alcuni Paesi europei storicamente a favore delle centinaia di risoluzioni dell'Assemblea generale contro Israele (che fanno la felicità di chi ha in antipatia lo Stato ebraico): Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Lettonia, Croazia. Si sono, poi, astenuti anche altri Paesi non europei, altrettanto a sorpresa: Ruanda, il Messico, il Malawi, la Colombia. Si è astenuta però anche l'Australia, storicamente vicina a Israele e Stati Uniti.
   Ma soprattutto l'Inghilterra. Si sa che Matthew Rycroft, ambasciatore britannico, prima della votazione in Consiglio di sicurezza, aveva dichiarato che la decisione del presidente Usa Donald Trump di spostare l'ambasciata a Gerusalemme non avrebbe agevolato "le prospettive di pace nella regione". Avendo noi in Italia un ottimo ex attore comico che è diventato leader politico, sappiamo che quello non è un itinerario senza ritorno, visto che l'altrettanto ottimo Rycroft potrebbe diventare uno dei migliori librettisti degli attori comici per la sua sensazionale battuta, perché solo a lui poteva venire in mente di dichiarare che ci sono prospettive di pace nella regione, proprio come in una pièce del teatro dell'assurdo.
   Quanto all'Italia, il delegato al Consiglio di Sicurezza Sebastiano Cardi, aveva dichiarato in tale sede che lo status di Gerusalemme quale futura capitale dei due Stati è soggetto a negoziati fra Israele e Palestina, che gli Usa potrebbero giocare un ruolo cruciale al riguardo, e che l'Italia attende proposte per una sistemazione. Contrariamente a Rycroft, Cardi ha condannato almeno l'attacco coi missili da Gaza contro Israele; gli altri delegati invece sui missili di questi giorni hanno preferito tacere, forse ritenendo che agli ebrei un poco di missili in testa potessero addirittura far bene.
   La notizia è che finalmente le Nazioni Unite e le sue Agenzie potranno liberamente affermare che Gerusalemme era più probabilmente una città dell'Honduras che una città ebraica. Quando si acquista la Bibbia e si leggono i libri sacri ebraici collocati prima dei Vangeli, scoprendo che in tutti i passaggi Gerusalemme è centrale, i numerosi odiatori potranno dire che si tratta di errori di stampa. Grazie a tutti i paesi votanti (insistiamo, Italia compresa), ormai si sa anche che spetta all'Onu decidere la strada e il numero civico delle ambasciate. C'è solo augurarsi che a noi, dato il peso specifico che abbiamo nel contesto internazionale per colpa di decisioni come questa, non spettino le periferie.

(il Fatto Quotidiano - blog, 22 dicembre 2017)

di Barbara Pontecorvo

alex

Gli Stati Uniti sono sempre più isolati all'Onu dopo la decisione del presidente Trump di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele. Washington ha usato il potere di veto per bloccare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza elaborata dall'Egitto, che puntava ad invalidare la decisione del tycoon. Il testo era stato appoggiato da tutti i 14 membri del Consiglio Onu. Italia inclusa. Sebbene n´ gli Stati Uniti, né Trump siano stati menzionati direttamente nel documento, che ha espresso «il profondo rammarico per le recenti decisioni riguardanti lo status di Gerusalemme». Il testo, approvato all'unanimità ma bloccato dal veto, ha di fatto ottenuto evidenziato l'isolamento dell'America. L'Italia aveva sostenuto la risoluzione «in quanto riafferma principi consolidati e già sanciti in diverse risoluzioni del Consiglio di Sicurezza Onu»: lo ha detto l'ambasciatore Sebastiano Cardi, rappresentante permanente al Palazzo di Vetro, dopo aver votato a favore del testo per invalidare la decisione del presidente Usa Donald Trump su Gerusalemme. «Lo status di Gerusalemme come futura capitale di due Stati deve essere negoziato tra Israele e Palestina, nel quadro di un processo di pace», ha sottolineato Cardi.

(La Stampa, 19 dicembre 2017)

alex

"Col suo voto all'Onu su Gerusalemme, l'Europa fomenta l'antisemitismo". Intervista a Yossi Klein Halevi.

di Giulio Meotti

ROMA - E' di quattordici contro uno il bilancio del voto sulla risoluzione al Consiglio di sicurezza dell'Onu con cui lunedì l'Egitto ha chiesto di non spostare le ambasciate a Gerusalemme, come invece hanno stabilito gli Stati Uniti. Per la prima volta da un anno, l'America ha messo il veto all'Onu e lo ha fatto proprio su Israele. Quattordici i voti a favore della risoluzione contro "Gerusalemme capitale": Cina, Russia, Inghilterra, Francia, Giappone, Italia, Egitto, Bolivia, Uruguay, Svezia, Ucraina, Etiopia, Kazakistan e Senegal. Neppure nelle risoluzioni sulla Siria - l'uso del gas nelle stragi dei civili-si era arrivati a tutti contro uno.
  "Il voto di ieri è parte di una lunga stagione del sospetto coltivato dall'Europa su Israele", dice al Foglio Yossi Klein Halevi, intellettuale israelo-americano di cultura liberal, corrispondente da Gerusalemme per molte testate americane e senior fellow allo Shalom Hartman Institute, dove dirige con l'imam Abdullah Antepli della Duke University la Muslim Leadership Initiative. Yossi Klein Halevi ha anche scritto "Like Dreamers", il libro in cui racconta la storia dei paracadutisti israeliani che nel 1967 liberarono Gerusalemme. "Gli europei ormai votano regolarmente per le risoluzioni delle Nazioni Unite che negano la storia ebraica di Gerusalemme e definiscono Israele 'paese occupante' nella sua stessa capitale. Così si nega la nostra legittimità. La risoluzione di ieri al Consiglio di sicurezza cancella dunque la storia della nostra capitale. L'antisemitismo europeo ha sempre visto gli ebrei come l'altro per eccellenza. Adesso è Israele l'altro assoluto. Siamo l'unico paese al mondo che non ha diritto di definire e scegliere la propria capitale. Se leggi la decisione dell'Amministrazione Trump, non c'è scritto quali siano i confini di Gerusalemme, se siano nella parte ovest o est, che saranno oggetto di negoziato. E' piuttosto un riconoscimento de facto di Gerusalemme capitale di Israele. L'Europa ci sta invece dicendo che non abbiamo alcun diritto a Gerusalemme. L'Europa ha nostalgia per una Berlino divisa e vorrebbe vedere anche Gerusalemme nuovamente divisa? Non meravigliatevi che gli israeliani vedano oggi l'Unione europea come una forza politica ostile".
  C'è il paradosso per cui paesi, come la Francia e la Svezia, alle prese internamente con un antisemitismo spaventoso, votano contro lo stato ebraico all'Onu. In Francia, gli ebrei sono vittime di un "esodo interno": non c'è solo l'aliyah dei 40 mila ebrei riparati in Israele in soli dieci anni, c'è anche una fuga degli ebrei dentro la stessa Repubblica francese, dalle banlieue alle città. In Svezia, negli ultimi giorni, bombe molotov sono state lanciate contro le sinagoghe e slogan come "morte agli ebrei" sono stati scanditi nelle piazze delle città principali, da Stoccolma a Malmo.

Quello che ci ostiniamo a non vedere
  "L'Europa non vuole vedere l'antisemitismo nelle proprie strade", conclude al Foglio Yossi Klein Halevi. "Ma c'è una vera e propria schizofrenia nella mente europea: isolando e stigmatizzando Israele, assaltando lo stato ebraico nelle sedi internazionali, l'Europa incoraggia quello stesso antisemitismo di cui prova imbarazzo".
  A votare, lunedì sera all'Onu, c'era un carrozzone di stati ricchi e democratici (come Francia e Inghilterra), di stati falliti e poveri (come il Senegal) e di giganti autoritari (come la Cina). Si trovano d'accordo soltanto nel processare di fronte all'opinione pubblica internazionale uno stato che copre lo 0,0001 per cento della superficie della terra, grande quanto il New Jersey o la Puglia, i cui abitanti ammontano a un millesimo della popolazione mondiale, ma che è l'unico stato al mondo degli ebrei. Lunedì sera, seduto in un angolo, c'era l'ambasciatore israeliano all'Onu, Danny Danon. Sembrava il testimone di un processo.

(Il Foglio, 20 dicembre 2017)

Inviato da alex il

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