Paolo davanti al sinedrio

At 23:28 (Mt 23:27-28; 10:16)(Sl 37:32-33; Gs 1:9)

- 22:30 Il giorno seguente, volendo sapere con certezza di che cosa egli fosse accusato dai Giudei, gli tolse le catene e ordinò ai capi dei sacerdoti e a tutto il sinedrio di radunarsi; e, condotto giù Paolo, lo fece comparire davanti a loro.

- 23:1 Paolo, fissato lo sguardo sul sinedrio, disse: «Fratelli, fino ad oggi mi sono condotto davanti a Dio in tutta buona coscienza».

- 23:2 Il sommo sacerdote Anania comandò a quelli che erano vicini a lui, di percuoterlo sulla bocca.

- 23:3 Allora Paolo gli disse: «Dio percoterà te, parete imbiancata; tu siedi per giudicarmi secondo la legge e violando la legge comandi che io sia percosso?»

- 23:4 Coloro che erano là presenti dissero: «Tu insulti il sommo sacerdote di Dio?»

- 23:5 Paolo disse: «Fratelli, non sapevo che fosse sommo sacerdote; perché sta scritto: "Non dirai male del capo del tuo popolo"».

- 23:6 Or Paolo, sapendo che una parte dell'assemblea era composta di sadducei e l'altra di farisei, esclamò nel Sinedrio: Fratelli, io son fariseo, figlio di farisei; ed è a motivo della speranza e della risurrezione dei morti, che son chiamato in giudizio.

- 23:7 Appena ebbe detto questo, nacque contesa tra i farisei e i sadducei, e l'assemblea si trovò divisa.

- 23:8 Perché i sadducei dicono che non vi è risurrezione, né angelo, né spirito; mentre i farisei affermano l'una e l'altra cosa.

- 23:9 Ne nacque un grande clamore; e alcuni scribi del partito dei farisei, alzatisi, protestarono, dicendo: «Non troviamo nulla di male in quest'uomo; e se gli avesse parlato uno spirito o un angelo?»

- 23:10 Poiché il contrasto andava crescendo, il tribuno, temendo che Paolo fosse fatto a pezzi da quella gente, comandò ai soldati di scendere e di portarlo via di mezzo a loro, e di condurlo nella fortezza.

- 23:11 La notte seguente, il Signore si presentò a Paolo e gli disse: «Fatti coraggio; perché come hai reso testimonianza di me a Gerusalemme, così bisogna che tu la renda anche a Roma».

 

Congiura contro Paolo

At 9:23-25; Sl 3; 59:4; 2Co 11:23, 26

- 23:12 Quando fu giorno, i Giudei ordirono una congiura, e con imprecazioni contro sé stessi fecero voto di non mangiare né bere finché non avessero ucciso Paolo.

- 23:13 Or quelli che avevano fatto questa congiura erano più di quaranta.

- 23:14 Si presentarono ai capi dei sacerdoti e agli anziani, e dissero: «Abbiamo fatto voto, scagliando l'anatema contro noi stessi, di non mangiar nulla finché non abbiamo ucciso Paolo.

- 23:15 Perciò voi con il sinedrio presentatevi al tribuno per chiedergli di condurlo giù da voi, come se voleste conoscere più esattamente il suo caso; e noi, prima ch'egli arrivi, siamo pronti a ucciderlo».

- 23:16 Ma il figlio della sorella di Paolo, venuto a sapere dell'agguato, corse alla fortezza, ed entrato riferì tutto a Paolo.

- 23:17 Paolo, chiamato a sé uno dei centurioni, disse: «Conduci questo giovane dal tribuno, perché ha qualcosa da riferirgli».

- 23:18 Egli lo prese e lo condusse dal tribuno, e disse: «Paolo, il prigioniero, mi ha chiamato e mi ha pregato di condurti questo giovane, che ha qualcosa da dirti».

- 23:19 Il tribuno lo prese per mano e, appartatosi con lui, gli domandò: «Che cosa hai da riferirmi?»

- 23:20 Ed egli rispose: «I Giudei si sono messi d'accordo per pregarti che domani tu riconduca giù Paolo nel sinedrio, come se volessero informarsi meglio del suo caso;

- 23:21 ma tu non dar retta a loro, perché più di quaranta uomini di loro gli tendono un agguato e con imprecazioni contro sé stessi hanno fatto voto di non mangiare né bere, finché non lo abbiano ucciso; e ora sono già pronti, aspettando il tuo consenso».

- 23:22 Il tribuno dunque congedò il giovane, dopo avergli raccomandato di non parlare con nessuno di quanto gli aveva svelato.

 

Paolo viene trasferito di notte a Cesarea

- 23:23 Poi, chiamati due centurioni, disse loro: «Tenete pronti fin dalla terza ora della notte duecento soldati, settanta cavalieri e duecento lancieri, per andare fino a Cesarea;

- 23:24 e abbiate pronte delle cavalcature per farvi montare su Paolo, perché sia condotto sano e salvo dal governatore Felice».

- 23:25 Scrisse anche una lettera del seguente tenore:

- 23:26 «Claudio Lisia, all'eccellentissimo governatore Felice, salute.

- 23:27 Quest'uomo era stato preso dai Giudei, e stava per essere ucciso da loro, quando sono intervenuto con i soldati e l'ho liberato dalle loro mani, avendo saputo che era cittadino romano.

- 23:28 Volendo sapere di che cosa lo accusavano, lo condussi nel loro sinedrio.

- 23:29 Ho trovato che era accusato per questioni relative alla loro legge, ma che non era incolpato di nulla che fosse meritevole di morte o di prigione.

- 23:30 Però mi è stato riferito che si tendeva un agguato contro quest'uomo; perciò l'ho sùbito inviato da te, ordinando anche ai suoi accusatori di dire davanti a te quello che hanno contro di lui».

- 23:31 I soldati dunque, com'era stato loro ordinato, presero Paolo e lo condussero di notte ad Antipatrìda.

- 23:32 Il giorno seguente lasciarono partire i cavalieri con lui e ritornarono alla fortezza.

- 23:33 Quelli, giunti a Cesarea e consegnata la lettera al governatore, gli presentarono anche Paolo.

- 23:34 Egli lesse la lettera e domandò a Paolo di quale provincia fosse e, saputo che era di Cilicia,

- 23:35 gli disse: «Ti ascolterò meglio quando saranno giunti anche i tuoi accusatori». E ordinò che fosse custodito nel palazzo di Erode.

 

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Inviato da alex il

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